RIVISTA POPOLARE 177 L'anarehia internazionale vio atriee dei ùiritt.i dell'individuo oi vediamo costantemente attorno a noi la malattia e la morte colpire gli esseri che ci sono più carj. Ciò ci produce crudeli sofferenze. Spesso portiamo sino nella tomba le ferite ·che ci arreca la scomparsa di coloro, che amiamo: . la nostra vita ne rimane spez'-a 1·a. Intanto curviamo la testa e ci sottomettiamo alla nostra triste sorte, perchè sappiamo che la malattia e la morte sono conformi all'ordine della natura. Pari men ti noi assistiamo costantemente alla politica dei arandi della terra; siano ministri delle repubblich~, Re o lrnperator( _Di ann_o in ann~ questa politica pro:lur:e con_tht~1 ~rmat_1, g~1erre d1 conquista, invasioni, anness10111 d1 terntor10, ma~:- sacri in immense proporzioni, imposte se~1p:·e P!u pesanti che schiacciano le misere popolaz10111 - 111 breve la politica dei grandi del mondo pr~duce l'abietta anarchia internazionale nella quale smora siamo malamente vissuti. La maao-ior parte <leali uomini crede che questa oo o . e anarchia è come la malattia e la morte, con1orme alle lea(ri della natura. Sicuramente l'anarchia internazi~1ale caaiona le sofferenze più intollerabili a tutti i popolt Essa li ri,duce a. tale ~ni~~ria_ eh~ sopra dieci uomini che vivo_no nei paesi prn ncch1 dell'Europa, otto non mangiano mai abbastanza da saziarsi. Ma i popoli si rasse{prnno a tale s~rte perchè essi hanno l'ingenuità d1 cre~i.ere eh~ l'immonda politica praticata sinora dai grandi delJa terra è conforme all'ordine delle cose. Basterebbe far comprendere ai P<?Poli la falsità assoluta di questa idea; basterebbe ~l rend~r? loro manifesto che la condotta assurda dei grandi invece di essere conforme alle leggi della 1:1atura é ,.. al contrario, in opposizione colle medesime, pe_r !ar~ o-iudicare differentemente l'abbietta anarchia dei o . . nos tn temp1. . , Ouando un uomo sa che una sotferenza e confor~e alle leggi della natura si rassegna; ma 9uando sa che questa sofferenza avrebbe P.<?tuto evita1}a e che gli viene in A.itta sola_mentc nell interesse di un altro allora l'uomo considera tale sofferenza come ' un dttentato contro i propri diritti, che lo so~pinge alle ribellione. Ogni individuo, ogni essere vivente in questo mondo cerca il piacere e fugge il dolore. Ora se si sa che Tizio intlige a Caio un dolore che avrebbe potuto essergli risparmi_at?, si ve~e ?ub!to in essi un carnefice ed una v1tt1ma e si g1ud1ca naturale che la seconda insorga contro il primo. Quan~o i popoli comprendera11~10 che l'ana~chia i nternaz1011ale potrebbe essere rcrt_ett~m~n~e ev1tat~ ed essere rimpiazzata da relaz1on1 gtund1che, essi la considereranno in modo diverso: essa sembrerà loro una violazione dei diritti fondamentali dell'individuo. llora questa anarchia provochc:·à l' odio e la collera e sarà combattuta con acca111mento. « La politica affermava pel passato~ dice il '!i-_ sconte d' Aveuel (1), che le ineguaghanz~ social~ erano naturali e i popoli le ritene~an? giuste. A~ nostri giorni la legge le proclama mg_iuste P?rche piace all'opinione di considerarle _irr~g10nev~h ,,. ltrettanto avverrà dell'anarchia 1nternaz10nale. ppcna essa apparirà ìrragionevole, l'opinione pL~bblica la considererà come · ngiusta e come una v10lazìone del diritto dei cittadini, pcrchè il regime conforme alla giustizia è quello che rispetta tale diritto; e il regime contrario alla giustizia è quello che lo viola. ( 1) Re11ue des Deux .Mo11des. 1 5 Febbraio 1906 pag. ~63. E' facile dimostra re che l'anarchia interna,-ionale non è conforme alle leggi della natura. D'onde viene questa anarchia? Se si va al fondo delle cose si vede che essa procede dallo spirito di conquista. L'anarchia deriva dal fatto che i diversi Stati del globo vogliono strappar i reciprocamente delle provincie o appro_- priarsi delle colonie, gli uni a detrimento degli altn. Ora è assolutamente manifesto che giammai il desiderio di strappare una provincia ai vicini venne del popolo, ma sempre dai grandi: re, ministri, diplomatici, deputati, pubblicisti on si ebbe mai esempio nella storia di un agitazione politica e di una grande petizione fatta per impadronirsi di_ un territorio straniero. Guardiamo ai casi concrct1. In Settembre 1870 Bismarck e Jules Favre s' fr:- contrarono a Ferrières per negoziare la pace. Bismarck reclamò l'Alsazia-Lorena; Favre rispose: non un polli.:.e del nostro . territorio, non una pietra delle nostre fortezze. Se Bismarck non avesse domandato una provincia francese, la pace avrebbe potuto essere conchi usa in poche ore. . Ma fu forse il popolo tedesco che fece una pet,- zion~ per domandare l'Alsazia-Lorena? Nel 1860, Bismarck. negoziò la pace coll'Austria e non le prese alcuna provincia. Egli fu forse lapidato quando rientrò a Berlino? No, fu portato in trionfo. Di più nel 1871 il governo prussiano non consultò il popolo tedesco per sapere se egli voleva l' annessione dell' Alsazia-Lorena e i socialisti che rappresentavano certamente le masse popolari in un modo più diretto che non i rampolli delle aristocrazie, protestarono contro questa· annessione. E' assai naturale che i popoli non facciano mai delle petizioni per reclamare le provincie dei vicini ( r) , perchè i popoli sanno per esperien~a. che queste conquiste non arrecano alcun benefizio_. l popoli, anche i più civili,_ hanno una sola_ ~d um~a cura: lottare contro le difficoltà della vita quotidiana, cioè: contro la fame, gli alloggi insalubri, le privazioni di ogni genere. l popoli avrebbero almeno bisogno di decuplicare i loro benefici attuali per uscire dalla mi seria e per vivere vita degna di uomini. Ecco ciò che li preoccupa unicamente; non l'annessione dell~ tcrr~ dei vicini. Alcuni Italiani gettano adesso gli occh~ sull' lbania; ma sono dei ben pasciuti e non de1 diseredati della fortuna ( 2 ). Sono adungue i grandi e solo i grandi, che mantengono l'anarchia internazionale. Questo solo basterebbe a dimostrare che il caos internazionale non è affatto nece:;sario e non è conforme alla natura delle cose, perchè i grandi pos ono benissimo cambiare d' id~a e di ~ondotta. I grandi della Svizzera, del Be)g10, del~ (?landa, della Svezia non pensano ad impadron1rs1 della provincia del vicino. Dunque ciò che può essere fatto da un certo numero di grandi , potrebbe essere fatto da tutti. Alcun grande della terra, sia Svedese, Danese o Svizzero, non può fare a meno di mangiare. Ciò prova che il man 9iare è una necessità imposta della natura, mentre che la cosa è diversa per l' annessiorie delle provincie straniere. D'altra parte perchè i grandi di Venezia non ( 1 Ì .\lluJe alle provincie straniere. l popoli compiono ta !- volta, di loro propria iniziativa, i più dolorosi sforzi per costituire la loro unità nazionale. (2) Non siamo usi a mettere note e postille agli articoli dei nostri collaboratori; ma il nome e l'autorit?\ di 1ovico\\' ci costr in o-onc, ad avvertire che il desiderio rilevato è del tutto D • h insussistente. E' una creazione della stampa austriaca e e vuol fare la parte del lupo che incolpava l'agnello d' intorbidare le acque. Nota della Red.
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