176 RlVISTA POPOLARE incognita questa, che su Napoli tiene sospt:si gli animi di tutti. E' certo però che i suoi centomila abitanti circa hanno lasciato le loro case, che saranno visitate certamente dai s;1:cbeggi:1tori, dalle jene umane ; che questi centomila fuggiaschi portano lo spavento nelle campagne dei dintorni, a N:ipoli, a Caserta, ad Avellino. E ci vorrebbe la penna di un artista grandioso che s:1pesse rendere senza alter,ulo , lo spettacolo di pietà e di dolore che oflre Napoli tetra ed uggiosa per la cenere, che da alcuni giorni la visita, colle sue vie attraversate da fuggiaschi a torme seminudi, inebetiti e che guardano indietro dubbiosi ancora che la lava o il lapillo li incalzino alle spalle. Nè si possono leggere senza provare uno schianto incommensurabile i dettagli sui fanciulli dispersi e ricoverati dalla carità pubblica e privata , che non san no talora i nomi dei genitori e che forse non li hanno più, degli uomini e delle donne che chiamano e chiamano , la moglie, i figli, il padre, la sorella, senza che ve?ga altra risposta che la eco della loro voce angosc10sa ... Più tardi si saprà ciò che sarà rimasto di Portici, <li Resina, di Torre del Greco, di Torre Annunziata, dove in pieno giorno non si vede più a pochi metri di distanza, dove manca il pane, dove i ladri per isfoggire a coloro che li inseguono o per rimanere padroni del campo, gettano grida di allarme per ispaventare i pochi rimasti ad accrescere - quasi che ciò fosse possibile! - lo spavento e la coufosione; più tardi, ripeti8mo, si saprà ciò che sarà rimasto di queste città che risplendevano al sole, sfidando da secoli le ire del mostro, e rispecchiandosi nel mare azzurro, allietate dalla prospettiva che sulla sponda opposta del golfo partenopeo presentava la incantevole collina di Posillipo; intanto si sa che la sorte di Pompei si è ripetuta a distanza di due secoli ad Ottaiano, a S. Giuseppe, :1 Terzigno in altri villaggi. Non è stata la lava che ha sepolto e distrutto; ma il lapillo maledetto, se non ha coperto per intero le abitazioni , ne ha fatto crollare i tetti ed h~t sepolto circa quattrocento persone. T:mti non ~e morirono a Pompei nell'anno 79 ! E le morti più numerose si ebbero dove la superstiziolle raccolse i credenti ad invoc:ire soccorsi dal buon Dio, che nella sua infinita sapienza ha pensato di liberarli di un colpo solo da tutti i mali della terra seppellendoli sotto la volta crollata dei suoi templi. E ciò che possa il lapillo caduto sino all'al~ezza di un metro ai piedi del Vesuvio si è visto nella stessa Napoli , che si ritiene immune dal suo furore devastatore e eh' è accessibile soltanto alla pioggia di cenere: a Napoli, nel popoloso Toledo , nel centro della sua vita, è crollata la tettoia del Mercato di Monteoliveto o della Carità pel peso della cenere caduta seppellendo sotto le sue rovine un migliaio di persone, tra le quali una decina si sono trovate morte e due centinaia pii'.1o meno gravemente ferite ... Non ci dilunghiamo più oltre nella rapida e inadeguata descrizione della spaventevole catastrofe e terminiamo con poche note di altra indole. Ha suscitato una n:.usea profonda la cura minuziosa, abbiettamente cortigianesca, posta da alcuni giornali locali nel registrare ogni sillaba pronunzi:1ta dalla Duchessa e dal Duca di Aosta, lo sportirn,o della prima che va al Vesuvio per prendere delle istétntanee, nel descriverne le tolette, nell,indicare se sorrise o aggrottò le ciglia di frbn te al Sindaco ... 'fanto sfoggio di servilismo degradante in un momento di tanto dolore e di tanto sbigottimento! Le scene di barbarie cui ci ha fatto assistere Li plebe col suo S. Gennaro, coi suoi san ti e coi suoi camorristi che sfruttano l' uno e gli altri indicano quanto danno morale arrec:i a Napoli la presenza dei Duchi di Aosta, che sono venuti a ridestare lo spirito del più ridicolo cortigianismo e della più cieca e detestabile superstizione. Lo sdegno , anche l'ira, dei cittadini è unanime contro l' insipienza di t.:;tte le autorità locali, contro il governo per la sua grettezza ed inerzia. I oi che ::1 vemmo a suo tempo parole di severo biasimo pel contegno delle autorità politiche superiori all' epoca del terremoto di Calabria , non vogliamo e non dobbiamo essere meno severi oggi. L'unanimità nella riconoscenza e nell'ammirazione non c'è che verso i soldati; i quali, ora come sempre, hanno dato prove incredibili di coraggio, di abnegazione, di resistenza ed ogni sorta di disagi e di pericoli pur di salvare i l?ro fratelli, pur di lenire un dolore ed una misena umana. La. Rivista latini ed }tnglo-sassorti di N. COLAJANNI (r) I giudizi [ popoli latini non ammettono senza protesta la pretensione degli anglo-sassoni a costituire la razza superiore, quella che deve fatalmente dominare le razze meridionali in decadenza. Colajanni , dopo parecchi altri ( 2) , ma non senza ragione però, critica questa nozione falsa che ha dato origine ai sofismi a,.tropo-sociulogici sulla ra.11a. Egli oppone alle pretese Jiflerenze antropo-sociologiche la similitudine delle tendenze, dei sentimenti, delle idee, delle disposizioni generali che fa l'unità nazionale a dispetto della distinzione tra br:ichicefali e dolicocefali. Disgraziatamente i Latini hanno una tendenza a denigrarsi da loro stessi, mentre i Tedeschi e gli Anglo-sassoni cercano fare credere alla loro superiorità anche quando essi non ne sono convinti del tutto. Veruno dei caratteri che, secondo gli etnologi, sono segni della inferiorit~t o della decadenza della razza latina gli è proprio : la vendetta non è un carattere esclusivo degli italiani• come l' individualismo non ~ proprio degli anglo-sassoni; il socialismo non è più latino che germanico : l' emigra{ione, che spesso è stata ravvicinata al vagabondaggio , fu propria dei Tedeschi e degli Anglo -sassoni prima di esserlo dei Latini e degli Slavi. Il pericolo ddle grandi città minaccia sopratutto gli ariani dolicocefeli. Nè dal punto di vista della moralità e della criminalità I' inferiorità delle razze latine è rigorosamente stabilita. La Germania e la Scozia sorpassano l'Italia nella criminalità. La storia mostra d'altronde che i differenti popoli hanno avuto ciascuno la loro ora di grandezza e le loro alternative di potenza e di decadenza. Essa mostra che la fusione e l'assimilazione si fanno un poco dapertutto e che il miscuglio di elementi diversi sottoposti alle medesime influenze fisiche o socio-geografiche non impedisce il progresso; al contrario. Colajanni oppone a tutti i sogni pangermanisti e panslavisti la constatazione della tendenza delle diverse civilizzazioni a livellarsi, a modellarsi le une sulle altre, ad unirsi, invece di opporsi. E questo è confortante per i partigiani della pace universale. G. L. DuPRAT (Revue internationale de sociologie, Settembre 1905). (r) Presso La Rivista Popolare. Prezzo L. 6; legato in tela e oro L. 8. Per gli abbonati L. 2,75. Per I' estero L, I in piÙ. (2) Sarebbe bene far sapere chi sono questi pre<lecessori, che abbiano risposto agli anglo-sassoni in base alla storia e alla statistica. _v. d. N..
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