Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 7 - 15 aprile 1906

RIVISTA POPOLARE 173 e la sua logica soluzione. Noi ce ne occuperemo nel prossimo numero non potendolo ora per assoluto difetto di sµazio. NOI . ♦ Per finirla. - Giuseppe Gaudenzi nel Pe11sie1·0 Romagnolo mi consacra un articolo, che mi ha prodotto un senso di pena. Più di quello che io potessi sospettare mi dà la prova che in lui la fatuità dell' ignoranza assume proporzioni inverosimili ; mi convince pure ch'egli è più ignorante che maligno. Amici carissimi mi consigliano di non continuare la polemica, che potrebbe nuocere più che a lui al partito repubblicano. ' Ma io non so per quali riposte ragioni non ho il diritto della difesa, non negato neppure ai delinquenti. Sanno essi quali furono glì unici argomenti adoperati contro di me dal canagliuioe. crispino nella campagna elettorale del 1893? Quelli che Turati fornì loro nel 1894. Sanno q11ale fo l'arma ado:perata contro di me nell'ultima lotta e1ettora1e dell' agosto 1905? La riproduzione e diffusione dell'ultimo conglomerato di contumelie e di sozzure lanciatomi da Arturo Labriola. E in queste come nelle polemiche con Lombroso e con Ferri fui sempre, sempre, sanguinosamente provocato! Domani sono più che sicuro che se avrò voglia di rimanere sulla breccia e troverò tra i miei piedi un avversario, son sicuro, ripeto che esso si servirà delle parole di Gaudenzi per proclamarmi egoista, anima fiacca, incapace dell'attesa e del sac1·ifizio, decadente, supenwmo ec. ec. E sia! ::-.ontento gli amici e non rilevo una ad una le sciocchezze e le menzogne ammonticchiate nella ri. sposta del Gaudenzi , che ha anche rallegrati alcuni botoletti socialisti di Forlì. Questo solo mi permetto di notare. Giuseppe Gaudenzi per affrettare l'arrivo della repubblica crede che siano meno importanti le forze intellettuali delle resisteuze morali - e nessuno dubita della sua sincerità - e che il partito repubblicano provvederà alle sue sorti delineando bene l'azione dei suoi 1·app1'esentanti alla Camera e nel paese. ~ttendo con alquanta curiosità questo protcicollo, che delineerà bene l'azione dei rappresentanti del partito repubblicano e che dovrà essere un capolavoro di dettagliata precisione se sarà il prodotto dell'alta mente di Giuseppe Gaudenzi. Superfluo avvertire sin da ora che non potrà riguardarmi. Il salvatore del partito repubblicano, colui, che affretterà l'avvento della repubblica rivolto a me so~ginnge: « Vi s01.10 in Italia alcuc ni valentuomini, i quali, pur disdegna1)do, ~mlvostro " esempio, la disc;~lina del partito repubblicano, seri- « vono, parlano, agiscono come se rappresentassero ef- « fettivamente il partito stesso ed inducono nell'animo « dei più la penmai,ione che essi ne siano gl'interpreti « autorizzati e fedeli, anche quando-e lo si è veduto « in q~e8ti giorni - ne contraddicono apertamente il « :pensiero l>. _Or~ io d~vo_ r~s-~icurare il deputato per Forlì. sulle m1e rntenz1ou1 future argo111entando da ciò che bo fa_tto p~l passato : non ho alcuna , nessunissima, velle1tà ù1 aspirare ad essere l'interprete aut01·izzato e fedele di alcun pat tito. Pel pas:;ato nella Camera e nel paese mai, .mai, iuai pr~tesi d L essere l' interp1·ele fedele ed autorizzato del par~1to repubblicano· scrissi parlai, agii se-upre in nome mio e difesi Ma;zini e iÌ principio repubblicano contro i preti, contro i monar· chici, contro i socialisti senza prendere il permesso ad alcuno e quando molti repubblicani che avrebbero potuto scrivere, parlare ed agire tace;ano e stavano inerti. Questa la mia grande colpa! Ed è colpa mia se, pur avendo respinto il sillabo di Ancona ~o continuato a scrivere ed agire e parlare repubb~1canamente, a Genova sopra tutto, commemorando 11 centenario di lVIazzini; ed è colpa mia gtave se non avt1ndo il marchio repnbblica.110 impreJso da un qualsiasi Gaudenzi in fronte o sul dorso sono 8tato invitato a parlare repubblicanamente anche in Romagna, senza che io mai abbia provocah tale onore ... Mi duole dover confes.3are, che continuerò a peccare; continuerò a scrivere, a parlare, ad agire in difesa del principio repubblicano anche contro i repubblicani come lfaudenzi che invece di affrettare l'avvento della repubblica, se prevalessero, la discrediterebbero e la coprirebbero di ridicolo. Attendo senza impazienza ed anche senza curiosità gli ordini del giorno dei. futuri congressi repubblicani, che non accelereranno l'avvento della repubblica nemmeno di un'ora e cl..ie sarannno dimenticati e calpestati da coloro che prima li aveano eufeticamente votati e giurati con aria solennemente melodrammatica, appena ciò riuscirà ·Joro comodo ed utile. Nell' attesa serena prendo atto senza ira e senza inviida del cosìdetto plebiscito di solidarietà eh' è venuto al Gaudenzi da molti repubblicaui ed anche da qualche socialista; plebiscit) di cui egli dovrà sebarrui gratitudine. Tra 1 tanti Drei , Gattemorte e Buffoni che hanno mandato il plaudo a lui el il bia.::1i111a0 me , che m' infischiai sempre di tutti i biasimi e di tutte le scomL1· niche e non cercai mai il plauso e la popolarità, due nomi vi sono tra i p!audenti a Gaudenzi che meritano qualche osservazione: quelli del socialista Monicelli e del repubblicano De Andreis. Il primo deplora l' universale adattamento alla politica monarchica. Certa;mente egli non può comprendermi tra coloro che si sono adattati alla politica monarchica ; egli che non può ignorare che sono stato forse solo per circa quindici anni a combattere i socialisti, che per ta.nto tempo furono gli avversarii più accaniti del partito repubblicano, e fecero la politica più utile alla monarchia e paralizzarono ogni azione dei repubblicani. · Tra i 1:1ocialistie' è oggi un movimento verso i principii repubblicani ; e me ne rallegro. Ma che un socialista vada. a scrivere tali cose ad un repubblicano di R )magna.... via! pare quasi incredibile , perchè proprio in R'.)magna i socialisti hanno fatto la guerra più spietata e spesso più sleale ai repubblicani. In quanto a De Andreis confesso che la sua lettera mi ha addolorato profondamente perchè io credevo un at.oico. A lui detti prove di solidarietà an<..tlemateriale, affrontando in piena Ca.mera Alberto Agnello Casale, che malandrinescamente voleva accopparlo. Da lui non ne ebbi alcuna nei momenti più tristi e più pericolosi della mia vita. Egli che oggi manda la sua parola di protesta contro di me e di solidarietà con Gaudenzi, non sentì il dovere di dire una sillaba contro chi nella sua Milano mi lanciava accuse calunniose e vituperi a bizzeffe; ed a Milano pubblica.vasi il solo giornale repubblicano che vede1:,se la luce iu Italia. La differenza di trattamento mi ferisce - è il solo incidente che mi addolora in questa polemica. Luigi De Andreis ripete scioccamente e forse intenzionalmente l' ac:msa della mia ombrosità e della mia facilità a trascendere alle cont.umelie personali e ricorda in proposito le mie polemiche, gli attacchi miei a Turati , a Ferri, a Lombroso .... Se egli è onesto e leale, i:,e motivi inesplicabili non lo movono alla denigrazione contro di me, egli ha il dovere di rimonta.re alle origini di quelle polemiche e trov~rà che i miei non furono attacchi, ma pure difese contro gli attacchi altrui violenti nella forma e ingiusti nella sostanzaMa egli non vorrà fare questa ricerca e domani presenterà questa risposta alle sue gratuite provocazioni come nn attacco mio ingiustificato ed ingiustificabile .. '.. Luigi De Andreis, infine, ha tentato di offendermi con questa maligna insinuazione : e Non e' è da me- < ravigliarsi della relativa intemperanza del Colajanni, < specie quando (scn~a sa.i), crede di aver di {'ronte « uno minore di lui • .

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