RIVISTA POPOLARE 195 L'ammissione dunque che la densità della popolazione sia stata pel passato e sarà ai1cora per un certo tempo in avve - nire la leva del progresso della civiltà non offre alcun argomento contro la limitazione artificiale della discendenza. Non si tratta perciò di giudicare la morale del motivo che spinge al Neo-Afaltusianismo ma di giudicarne le conseguenze; non si tratta dell'aumento quantitativo della popolazione, ma dell'aumento qualitativo. Q_ualt: influenza esercita la diminuzione ~ei nati sulla sorgente generazione ? Se questa limitazione fo:.se nociva alla razza potrebbe dipendere da ciò: 1° che la diminuita attivit~l generativa deteriori i germi; 2° che essa danneggia· la madre e per conseguenza la disceadenza; 3° che la minore astensione di bambini in ciascuna famiglia conduca ad un_a selezione dd peggiori che non è quella desiderabile. L'idea che la quasi ininterrotta attività dell'ovaia influisce a danneggiare i germi la si trova in Lapouge. Egli ha per sè tutta la verosimiglianza, specialmente se si pensa che in nessun animale ba luogo niente di simile. Però la statistica è ben lungi dal confermare la tesi di La pouge. Se la lunga , ininterrotta attività dell' ovaja peggiora i germi, dovrebbero i bambini delle madri venute tardi al matrimonio indicare uòa sopra mortalità. Ma secondo le statistiche di Westergaard i bambini nati da madri al disotto di 20 anni hanno soltanto una sopra-mortalità, mentre i casi di morte fra i sopravvissuti delle madri fino a 35 anni, restano bassi. invece i fanciulli nati quinti, sesti, settimi ecc. danno una mortaliù che cresce col numero successivo della loro nascita. Così p. es. secondo il materiale statistico danese morivano tra i primogeniti nati dopo 25 anni di durata di un matrimonio soltanto 20, 2 per cento , mentre resta vano soppressi 44 fra tutti quelli che venivano noni al mondo. Sembra dunque che l'età della madre per sè sola, malgrado l'ininterrotta attivit~t del!' ovaja, non inflnisce sfavorevolmente sui· nati. Ma ancl1e se la tesi di Lapouge restasse in piedi non avremmo guadagnato nessuna controprova il neo-maltousianismo. I bambini potrebbero generarsi al principio del mat1 imonio, per esempio nel corso dei primi 10 anni, prima che si possa parlare di esaurimento dei germi. La possibilità, di limitare la quantità dei lì.gli, incoraggia manifestamente i matrimonii stretti per tempo. Molto più seria è la quistione della influenza della minore fecondità sulla madre. Se la donna, a cagione della limitazione della sua prolificazione $Ì ammala , specialmente ai nervi dò nuocerà alle sviluppo corporale dei figli enormemente, pere hè il temperamento della madre -come si vede dai capitoli della infanzia nelle memorie di Linda Murri- influisce a sviluppare Ja bontà infantile ma anche a frenarla. V'è uno studio del Prof Bossi, docente a Genova, che esamina la quistione del neo-Malthusianismo e le malattie delle donnt::, ove s'arriva alla conclusione che le pratiche neo-malthusiane possono essere, come tali, cause di difficiii malattie. Ma al lavoro del Bossi dovrebbe toccare una grande attenzione, ed una revisione del suo materiale nel senso di separare le cause per così Jire traumatiche dalla difettosa attività degli organi generativi. Bossi cita casi di donne che contrassero per l'uso dei mezzi preventivi dopo cinque maternità delle malattie croniche. Ma qui si tratta evidentemente di traumi evitabili· Diverso sarebbe il caso di alterazione dei tessuti; qui occorrerebbe rifare la storia delle malattie per distinguere i casi di manifesti eccessi degli altri. Abbiamo in Germania medìchesse che godono le più grandi confidenze delle loro ammalate; perchè non potrebbero esse più facilmente dei loro colleghi raccogliere il materiale necessario? Senza di questa nuova elaborazione, la quistione resta insoluta e decampa dal problema del neo-malthusianismo. E veniamo alla terza qu1st10ne, che riguarda il danno che il neo malthusianism.o possa arrecare alla razza. Perchè ciò accada occorrerebbero due condizioni : 1. ° Che i bambini nati tardi fossero più forti dei nati prima; 2.° Che' le cure volte al mantenimento dei primi nati non permettano di elevare il valore fisiologico dì questi primi bambini. Se su 8 bambini , i quattro ultimi nati avessero I' istesso valore fisico dei primi 4 la selezione dei più deboli sarebbe produttiva del!' istesso effetto sia per 8 che per 4- bambini. Ma invece , secondo Geisder fra· i fanciulli di Sassonia nel primo anno· di vita morirono su I oo primogeniti 2 3, sui secondogeniti 2 1 , !.Ui quarti 23 , sui quinti 26 ecc.; con successivo aumento di mortalità fino al 51 p:!r 100 negli undecimi , e Go nei fanciulli dodicesimi nella serie dei nati. Secondo Rubin e Westegaa;·d morivano nelle famiglie operaie, nati da matrimonio di 1 o anni di durata, da r a 4 bambini il 22 o/o ; nelle famiglie Ji 2 5 anni di durata 2 1 e 34 o/o. Il saggio di mortalità ~resce in modo più che proporzionak al numero dei figli di ciascuna famiglia. Si osserva che i nati più tarJi muoiono perchè sono esposti ad una più rigorosa selezione a causa delle circostanze meno favorevoli in cui mettono la famiglia. l sopravissuti nelle grosse famiglie sono superiori qualitativamente. Ma allora più tardi essi dovrebbero, passata la tempesta deHe sfavorevoli condizioni di vita, dimostrare la loro più grande capacità a vivere con una minore mortalità. Invece secondo le tabelle di ÀHsell ciò non avviene. Anzi che i fandulli nati terzi sono meno ca paci è provato dal fatto che la frequenza d<..!ni ati morti cresce dal quarto nato in poi. La presente società , divisa in classi, è la meno atta al li bero giuoco della selt:zione per potere assicurare la bontà della razza. Una societ~t nella quaie si ba il 5 o/o di mortalità nei fanciulli dell!.! classi riccht:: e tino al 30 0/° nelle classi povae non può oltrire un criterio logico nella selezione, più di quello che l'offrano i terremoti, fino a che i nuovi nati avranno ces - sato dall'indicare, come oggi , un peso economico per la fa miglia, che impedisce di propiziare le cure nella istessa misur,1 chi.! per i primi nati l'igiene della razza troverà razionale il :Veo-Maltlwsianismo (Die Neue Zeit, del 24 Mar,w). Dott. NAPOLEONE CoLAJANNr: IL GI \ PPONI~ (Dati statisticisulle condizionidm·i.ografichep,olitiche, _finanziariee,cvnomichei,ntellettuali,religiosee morali). Roma-Napoli, 1905, presso la 'R.jvistaPopolare - Prezzo Cent. 75. Il Giapponeè divenuto, giustamente, il paese alla moda. Si cercanoe leggono con avidità le notizie, c/Je lo riguardano. Sull' ùnpero del Sole Le·vante si sono pubblicati alcuni libri; ma sono incertie contraddittorii e incornpleti i dati statistici di ogni sorta, che si possono racco(llieredai aiornali,dalle riviste e dalle opere. b b Perciò l' on. prof. N. Colajanni ha pensatoopportunamente di riassumeredalle pubblicazioniufficiali ciòche c'è di più interessante chepossadare un'idea adeguata della vita economica,politica, 11wrale,intellettuale ecc. e del meraviglioso,rapidissimo sviluppo del Giappone:. Noi siamo sicuri che questa pubblicazione riuscirà gradita al pubblico italiano. Dott. Napoleone Colajanni, proprietario, direttore-responsabile Napoii - R. Tip. Pausini, Chiostro S. Lorenzo.
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