190 R1V1STA ì>Ol>OtAllE per i futuri aumenti del traffico. E della nuova tariffa potranno profittare tutte le popolazioni del Regno, dato il riscatto delle ferrovie Mer:dionaii. li biglietto a prezzo unico è quindi il correttivo economico della infelice conjigurar_ione geografica dell'Italia. Sotto questo aspetto, non è possibile escogitare un provvedimento più semplice, più immediato e più efficace, per attenuare le differenze economiche e sociali fra il Nord ed il Sud, per creare una più rapida perequazione ed un più forte e geniale senso di fratellanza fra le diverse regioni della penisola. Confidiamo quindi che la modesta e pratica proposta sia oggetto di benevolo esame da parte dell'autorevole Commissione parlamentare incaricata di riforire sui provvedimenti del Mezzogiorno e da parte del Governo e della Direzione delle ferrovie di Stato ( Nuova Antologia, 1 ° aprile). ♦ Viator: Una nazione imperiale senza impero. La sitnazioue della Germ_ania. - Quello che poi a suo tempo apparirà , non so se il dramma o la farsa Ji Algesiras , sta arrivando lentam.ente alla sua conc~usione. Algesiras non è, in realtà, nè un dramma nè un episodio; è sem - plicemente un avvertimento e un segno espressivo; essa avverte una o due , o più nazioni delle tendenze ed intenzioni e ambizioni di un'altra; e nello stesso tempo rivela a qudli che sanno o vogliono guardare, una strana verità sulla situazione della Germania. Perchè , se per nazione imperiale noi dobbiamo e vogliamo intendere una nazione dotata di energie espansive adattate al clima del tempo; u11a nazione cioè che, per le necessità moderne , sia nello stesso tempo una grande forza economica , una nazione che potranno chiamare sovrapr~duttrice, a poche altre l' orgoglioso appellativo spetterebbe quanto alla Germ 1nia, e a nessuna più che ad essa. Per ciò che ha già fatto e per ciò che mostra di poter fare; per le proporzioni e la giovinezza delle sue energie in tutti gli ordini del pensiero e del!' azione e in tutti i campi della vita, la Germania sta a pari , e forse supera l'Inghilterra e gli Stati Uniti. E di questa sua forza e giovinezza essa ha una orgogliosa coscienza; e non e' è qui udi da mera vigliarsi che questa nazione che si sente intimamente così imperiale , abbia negli ultimi dieci o quindici anni sviluppato nel suo spirito il fiore fiammante delle ambizioni imperialiste ; non e' è da me ravigliarsi che essa pure abbia sognato il sogno orgoglioso di tagliarsi un qualche grande impero coloniale nel!' immensità dei continenti barbarici o rimbarbariti. Ma non ostante le qualità imperiali del suo sp~·ito e del suo grande momento politico odierno , la Germania pare condannata a vedere questo sogno rimanere sempre tale; e noi siamo inclinati a pensare che il risveglio delle ambizioni imperiali-coloniali sia venuto troppo tardi per il grande popolo tentonico, sia venuto in un mondo troppo invecchiato. Se la Germania avesse. liquidata uno o due secoli prima la gravosa eredità del sacro romano impero, e si fosse costituita a nazione di tipo moderno , com:i la Franeia o l' Inghilterra, aubito dopo le gra1~di scoperte geogrnfiche del secolo XV, oggi, vicino all'America latina •:d anglosassone vi sarebbe una America tedesca , e il fato dell'Africa e dell'Australia sarebbe stato notevolmente diverso da quello che è stato. Perchè le grandi vittorie della colonizzazione e dell' emigrazione , non sono dovute solamante alle qualità dei popoli e delle nazioni, ma anche, anzi infinitamente di più alle contingenze di luogo e di tempo. La Francia, la Spagna, l' Inghilterra, ed esse non sole, ma anche paesi di secondo e di terzo grado quali il Portogallo e l'Olanda, furono per un Cllmplesso di ragioni geografiche e politiche che è inutile qui ricordare, i grandi favoriti della storia in quel periodo fortunato che allargò di un coipo per l'uomo bianco le frontiere del mondo. Tanto contò la fortuna in quel momento decisivo della storia , che allora non era necessaria ad una nazione d'avere l'anima imperiale per conquistare un impero : era la conquista, facile e felice, dell' impero che infondeva anche in nazioni mediocri o scarsamente dotate, l'anima imperiale. La Germania e l'Italia furono le cenerentole di quel momento di universale cuccagna coloniale, e quanto grave sia stata la perdita che esse ne soffrirono ce lo mostra la storia dei nostri giorni ; ce lo mostra sopra tutto questa strana situazione della Germania, che con entro a sè stessa una titanica anima imperiale non trova, non può trovare i territ:)rii su cui espanderla, e si deve contentare di mist:rabili rifiuti africani o australiani , o deve esa urirsi in tentativi ed esperimenti che falliscono o minacciano di fallire l'uno dopo l'altro. Il fallimento di Kiao-ciau ha gettato ora la Germania sulla nuova traccia del protezionismo islamitico; ma dopo le mezze rivelazioni Ji Algesiras chi oseri!bbe di prevedere miglior fortuna per questo ultimo esperimento? L' ambizione coloniale della Germania, così fantasiosamente esaltata dal Kaiser irrequieto, minaccia di diventare una delle più tristi tragedie della storia. Perchè la Germania non hu questa ambizione solo come desiderio, ma anche com.e potenzialità; voglio dire cioè che, per la sua capacità amministrativa, industriale e commerciale, e per le sue meravigliose facoltà organizzatrici , la Germania potrebbe veramente essere alla testa delle potenze organizzatrici. Ma a lei manca il campo in cui esercitare queste facoltà: e le strade pare le siano sbarrate da tutte le parti ; al sud , ali' occidente ed all' oriente. Manca il campo a lei che potrebbe ; e per ironia della sorte vi sono ancora, lasciando a parte le grandi rivali , delle potenze secondarie, ~ome il Portogallo e la Spagna e l' Olanda, che ormai non hanno più la potenzialità di secondarli , che rimangono pure, per eredità •;torica, padrone dl tanti di questi campi, quantunque questo dominio sia ormai inutile a loro e dannoso ai paesi dominati. Perchè la Germania , la gloriosa potenza fe~ondatrice, non dovrebbe succederè a questi impotenti nella loro eredità storica , e riprendere I' opera da essi lasciata a mezzo solco 't. -- Pcrchè? - si domondano spesso gli imperalisti tedeschi, che hanno filata sino alle sue ultime conseguenae la teoria della successione della Germania nei campi coloniali isteriliti, e che hanno osato includere in questa loro ipotetica teoria perfino le colonie francesi ? Ma il perchè non è difficile a tro\·are. Il mondo coloniale , non meno del mondo europeo, forma un tutto organico eJ indipendente, i cui interessi s'incrociano e si sostengono a vicenda. Se una grossa parte dei territori coloniali appartengono ancora a Stati indeboliti , che non potrebbero nemmeno pensare di difenderli contro l' am-- biziont: e l' appetito dd titano imperiale tedesco, vi è tuttavia nel campi> coloniale la gelosia dei potenti antichi e nuovi che monta la guardia pet" essi. La sorte delle colonie olandesi, portoghesi ed anche francesi, non è questione che appartenga solo ai rispettivi paesi ; essa si riconnette indirettamente agli interessi di altri paesi , e sopra tutto di uno fra essi , cioè dell' Inghilterra. L' Inghilterra !.. . ecco la grande nemica, ecco il baluardo formidabile che sbarra la strada alle ambizioni coloniali tedesche ; e non è senza ragione che gli imperialisti di Berlino la reputino come I'arci-ri vale della Germania sovra le grandi strade dd mondo. L' fnghilterra nel Mar Giallo, l' Inghilterra nell'Oceania, nell' Afri::a dd Sud, nell'Africa del Nord; ecco l' ostacolo universale, ecco il baluardo che sbarra la strada che l' imperialismo tedesco ha tentato ormai ai quattro angoli del mondo. E anche oggi, laggiù ad Algesiras, ciò che la Germania attaccava , erano forse le pretese francesi nel Marocco o non piuttosto quella amicizia anglo-francese che distruggerebbe definitivamente le ultime speranze teutoniche nel campo coloniale? ...
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