Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 7 - 15 aprile 1906

KIVISTA PQPOLARE 181 ugualmente fonte di insegnamenti efficaci. Ricordo che un illustre e caro nostro poeta, accennando una volta in senato all' abolizione, spesso timidamente propodta .del greco nei ginnasi i e nei licei , e rammentando i giovani italiani che, scoppiata la gnerra fra la Grecia e la 1'urchia, eran vola ti a di fendere i greci, disse che la gioventù nostnt poteva qualche volta alzare lo sciocco grido abbasso Senofonte I, ma poi , venuta occasione più seria, dell' evocazione dei ricordi dell' antica e gloriosa e classica terra, si sentiva incitata a prendere le armi e a mettere la vita. in pericolo per la salute di quel paese d' eroi. Tutte belle co➔e; ma io credo che 1uei giovani generosi - parlo naturalmente di quelli che andarono davvero al campo, non di quelli che restarono a fare i pagliacci per le vie d' Atene - credo che pensassero poco a Leonida e ad Epaminonda qnando presero il cammino di Grecia . .Anche se si fosse trattato d' un ·altro poi-,olo levatosi in armi per una giusta cansa: essi, senza andargli a chiedere informazioni sulla sua storia - vedi esempio dagli italiani che andarono a combattere in America, in Ispagna e in Francia - sarebbero ugualmente corsi ad ajutarlo. :N" è si dica che solo la storia latina e greca. ha pagine gloriose, meritevoli d' esser poste sotto gli occhi dei giovani. Qnalunque popolo che sia grande o lo sia stato, crede che la sua storia, o lontana o recente, sia più bella e importante di quella degli altri popoli. Ed esso sarà sempre nel vero, poichè ness·ma nazione può diYentar gr:rnde senza aver prima sofferto e combattuto e fatte, nel bene e nel male, delle grandi cose; gli esempi d' erl•ismo sono numerosi nella storia di Roma e di Grecia, ma anche la storia dei poveri Incas e A tzechi delle Americhe ha pagine sublimi che ci possono servire d'insegnamento. E se la storia d'altre genti contiene laidezze e ferocie che fanno fremere, Roma e Grecia ne banno pnre, e in quantità non trascurabile. Trasformato così lo studio dell'antichità classica in modo da riuscire, per un verso, una sociologia del pas. sato, e da soddisfare, per un altro verso, l' esigenza giusta d'un popolo che vuol conoscere chi è e· da chi deriva, mi pare che, decisa finalmente la costituzione di quella scuola seconda.ria unica su cui da tanto tempo si discute, sia possibile bandire la lingua latina e la greca dal numero delle materie d'insegnamento, o, al• meno, restringerne lo studio a quanto può bastare per permettere ai giuristi l'interpretazione dei testi di diritto (concessione dovuta al fatto che la venerazione per le Pandette durerà per molto tempo ancora , non al fatto che questa venerazione sia logica e opportuna) e ai cultori della medicina e delle al tre scienze per render più facile e famigliare l'uso della terminologia scientifica. Studio molto breve quindi; e chi, amando gli scrittori classici - io, per esempio, che pure così parlo, li amo moltissimo - vorrà conoscerli e meglio gustarli nella loro lingua originale , e chi vorrà dedicarsi alla filologia, studi pure a sua posta e lungamente tutte le lingue morte di questo mondo, ma non pretenda d'imporne lo studio ai molti che non se ne saprebbero che cosa fare. A tutti poi - anche_' pei destinati a diventar- filologi - un insegnamento forte, sano, utile, di ciò che è principalmente necessario oggi ad un uomo per seguire degnamente la propria strada nel mondo: materie scelte senza paura delle proteste che inevitabilmente ne sorgeranno , senza preoccuparsi dell' cffesa recata agli interessi di pochi - gli spostamenti d'interesse sono del resto fatali in qualunque mutamento, anche piccolo, di cose -- e badando invece ~gli interessi dei molti che ora vengono trascurati ; materie come la sociologia, l'economia politica, la statistica, la geogra. fia - cos.i importante o così poco curata - le lingue moderr:e più diffuse, la filosofia -- la psicologia specialmente - tutte quelle materie iusomma di cni lo scolaro, useito dalla scuola., potrà ricordarsi e giovarsi anche nella vita. Chi vorrà diventar letterato potrà poi farlo benissimo, e intanto a lui che, m'immagino, dovrà vivere in questo mondo, non sarà nocivo l'aver ·apprese tante cose che glie lo faranno conoscere un po'. E chi si dedicherà alle scienze, alle industrie, alla vita pubblica, non sarà costretto a rifarsi da capo per mettersi in grado di battere la propria vili. E anche, credo, bisognerà trasformare l'insegnamento delle lettere italiane per ottenere che ai giovani non arrivi il solo succo - per modo di dire, perchè succo veramente non c'è-del lavoro infecondo delle biblioteche e degli archivi, ma si comunichi il fuoco vivificante dell'arte. Oggi non è così, salvo forse rare eccezioni, perchè oggi tanti giovani insegnanti delle nostre scuole secondarie, che si sentirebbero il desiderio di trasfondere nei loro discepoli l' amore pe1;la poesia, l'entusiasmo per le cose belle, di guidarli alla conoscenza e, magari. alla conquista di ciò che è lo spirito puro e purificatore dell' arte , vedendo i. loro colleghi che con pubblicazioni d'indagini e ricerche, prive d'importanza per tutti fuorchè per loro, si fanno innanzi e conquistano i posti migliori, debbono , se vogliono anch' essi farsi innanzi, buttar via i loro buoni propositi, e ag• grapparsi anch'essi, come animali parassiti, ali' orera. e alla vita di qualche illustre o non illustre autore, mettendo a posto virgole e correggendo date che naturalmente lascieranno l'illustre o non illustre autore come era prima. Recentemente Ercole Rivalta, un giovane scrittore che aveva g"iàcurata un'edizione critica delle poesie di Guido Cavalcanti e pubblicato uno studio sulle Ballate politiche del secolo XIII, ha dato alla luce un romanzo : Silvestro Bondwri. Io non so se il Ri val ta insegni nelle nostre scuole , ma lo studio sulle balla te me lo fa sospettare. Ebbene, egregio Rivalta, crede Ella che presentando i suoi titoli per una qualche promozione, i suoi giudici darebbero il maggior peao al lavoro sulle ballate politiche del secolo XIII - di cui io e tutti gli italiani c' infischiamo e di cui Ella pure, credo, si infischia - o al suo bel romanzo che molti hanno lotto e molti, m'auguro, leggeranno con piacere? Eppure, per chi deve comunicare allo spirito irrequieto di tanti giovinetti l' amore per l' arte e deve vigilarli ed educarli nel modo di formare il proprio gusto estetico, di pensare e d' esprimere i propri pensieri , non è molto meglio dar prova di sapere scrivere un bel romanzo

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