Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 7 - 15 aprile 1906

RIVISTA POPOLARE 179 al mantenere la propria corte, con matrimoni, imbrogli, guerre e altre cose comiche e tragiche, superiore, anche solo in apparenza, a qualche altra. E cosi chi crede oggi che la scuola debba essere I' indice di ciò che è la società. umana, di ciò che si pensa, si vuole, si fa nella vita , il luogo dove si formano e si temprano le forze che dovranno, uscendo ed espandendosi, muovere ogni cosa, ha sì motivo di consolarsi un po' pensando che, a dispetto del latino e del greco con cui si cerca di imbottirci e d'addormentarci, qualche cosa noi italiani abbiamo fatto in questi ultimi tempi; ma pensa poi con disgusto che molto di più si sarebbe fatto e molto di più si farebbe ancora se, invece di un'istruzione inutile e semplicemente ornamentale, ci·,avessero insegnato ciò che è necessario oggi, nel contrasto fra tante volontà. e tante energie, per agire e vincere o, per lo meno, vivere degnamente nella vita, Chi esce ogg-i dalle scuole del ginnasio e del liceo, che possa giovarsi dell'istruzione elassica ricevuta? Lasciamo stare che anche l'istruzione classica, così celebrata e strombazzata , si riduce ormai al lumicino, con tanti medici che ha attorno, e par che debba morire di consunzione. Ci si mettono otto anni per imparare a leggere e a capire pochissimo il latino, cinque anni per imparare a legger male o, tutt'al più, a legger bene e a capir male il greco: una grande quantità di tempo doppiamente sprecato, perchè destinato a studiar cose inutili che poi neppure si studiano. Si grida: mcdifichiamo i metodi, andiamo a vedere che cosa fanno i tedeschi (già , anche da q nesti c'è da imparare : gli spulciatori delle biblioteche e degli archivii, oggi così abbondanti, p0ssono, per esempio, andar orgogliosi del signor Liebrecht che nella Ge,·mania di Vienna-an- , no VIII, fase. 2 - ha p11bblicato uno studio, assai encomiato dagli eruditi, Der wind in der dichtttng und auch anderswo, vale a dire sul... rumore per cui è celebre Malacoda , in relazione colle lettere e storie antiche!) modifichiamo gli orarii, invece di sopprimere aggiungiam<> qualche ora al greco, e vedrete che l' istruzione classica matt1rerà i suoi frutti ( frase obbligatoria). Intanto , colla modificazione dei metodi, coll'aumento spaventevole nella produzione delle grammatiche e delle antologie - inspirate sempre a criterii che si vantano l'uno più nuovo dell'altro-nella nostra gioventù maturano solo delle zucche ; i ragazzi s' annoiano a non far niente , _perchè , ripeto, bisogna sognare per credere che e~si studino seria men te il la· tino e il greco, e, per passare il tempo, si dànno alla pazza gioia degli scioperi , delle rotture dei banchi e delle fischia te ai professori Ma supponiamo pure, giacchè a far delle ipotesi non si spende nulla, che l' istruzione classica maturi dei frutti migliori e che gli scolari dei licei arrivino, co1L1e dovrebbero, a saper tradurre correttamente Quintiliano senza dizionario. Che cosa se· ne faranno essi di Qnin tiliano, quando, conquistato quello straccio di licenza, s' inizieranno negli stndii dell'Università e, peggio, quando, finiti gli ozii dell'Università., s'inizieranno negli studii più pratici e più importanti della vita ? Fra ~un centinaio di giovani che ho conosciuto al liceo - nou parlo di un altro centinaio die s'è fermato al ginnasio o cbe ancor meno s'avvantaggerà di tutto il vaganesiwo ::;L.1diato- tre s0li io ricordo che posson benedire (la benerl.iranno poi tutti tre?) l' istruzione classica ricevuta. L'uno dopo aver rotte le scatole ai tarli di tutte le biblioteche d'Italia, comincia già, nel campo delle lettere, a farsi un bel nome ; l'altro ha un lauto posto d' insegnante di ginnasio a mille due; il terzo ha studiato ìettere , come gli altri, ma, poichè non so più dove li\ sorto l'abbia portato, non so neanche se egli possa oggi bene.lire l' istruzione classica o mandarla a farsi benedire. Di tutti gli altri , molti hanno studiata legge e si son dati agli impieghi governativi, dove, ch'io mi sappia. per notare un numero di protocollo o per dare evasione alle emarginate, gioverà poco avere imparato a scandere gli esametri. dattilici; o si son dedicati all'infinocchia tura dei credenti nella giustizia per mezzo di quel fratello della cabala del lotto che è il codice , ed essi pure, io credo, non guadagneranno il loro denaro approfittando della conoscenza felicemente fatta nelle scuole del modo con cui anticamente si cantava e ballava il carmen salim·e, e, se anche avran bisogno di tradurre 11n frammento del Digesto, penseranno che per intendere il latino balordo dei giureconsulti romani non ci era bisogno di studiare otto lunghi anni quella lingua, Altri molti si son volti allo studio dello scienze, specialmente della medicina, e anche questi me li immagino , o medici che trottano su uo magro ronzino per nna strada campestre, o veterinari i che palpano la pancia alle giovenche, o farmacisti che pestano delle polveri nel mortaio, in atto di chiedere agli Dei se per arrivare a sì modesto punto era poi veramente necessario sprecare tanto tempo dietro la lingua di Anacreonte e di 'l'ibullo. Pochi, infine, troppo pochi, si son dati alle industrie, ai commerci, alla politica, ed essi più degli altri sentiranno il bisogno di una co1tura moderna , fatta specialmente di lingue vive e di studi sociali, e, perchè dovranno pure, per le necessità della vita, rimediarvi, equivarranno a una perdita enorme di tempo e di guadagno per loro e per la società. umana il lungo ozio o la occupazione inutile delle scuole e la susseguente laboriosa rieerca , per conto proprio, della i~truzione utile cue non fu data. Tutti, in ogni modo, comprend~=ira.nnobenissimo che il tempo passato nelle scuole classiche fu, in grandissima parte, sprecato, ma - ecco un'altra cosa assurda - saranno poi t·1 tti in gra.do di dichiarare francamente il danno ricevuto? Ahimè! troppi pregiudizi ancora inquinano la nostra mente e non le lasciano sempre avere la lucida visione dei fatti. Provate ad esporre idee come queste nel cerchio assai largo di coloro che non hanno mai accettato il dogma del!' utilità dell' istruzione classica, ed essi vi daranno ragione, felici forse di trovare chi esprime e raccoglie in una specie di sintesi i pensieri eh' essi hanno nella mente. Alzate la voce e fatevi sentire dai custodi del fuoco sacro della cultura classica , e, poichè questi cominceranno a sbraitare, come oche , per la difesa del loro Campidoglio , anche gli altri, prima a voi favorevoli, vi si faranno avversi e crederanno ciò che si dà a loro da bere, che per l' I-

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