RIVISTA POPOLARE DI P.oli tic a, Lettere e Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLAJANNI (Deputato al Parlamento) Esce "in Roma il 15 e· il 30 d'ogni mese lfotlia; :lllllo lire 6; semestre lire 3,50 - Estero; anno lire 8; seméstre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: C01·so Vifto1'io Emmmele, n.0 11.5 - NAPOLI i\11110 Xl( - Num. 7 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 15 Aprile 1H06 SOMMARIO: Noi: Gli a.vve11tmentl e g·H nomini: (Algesiras: La vittoria diplomatica italiana e il pericolo tcdcs.:o - l fondi segreti - Stiflicidio liberistico - Come si preparano i tumulti nel mezzogiorno - l risultati delk eletioni russt! - L'inseg11ame11to ddla storia contemporanea nelle nostre s-:uole - La soluzione dt:ll' imbroglio ungherese - Gli scioperi in Russia - La quistione meridionale e Arcangelo Ghislcri - N. C.: Per finirla - Achille Mùcchi: La politka di Sonnino). - La Rivista: La natura contro il metzogiorno -- Latini e<l Anglo-Sassoni di N. Colaja1111i - G. Novicow: L 'unarch ia int<;rnazionale violatri..:e dei diritti dell'individuo - G. Della Grizzaga: S .:uola vece hia e vita nuova - Speri mentalismo sociale (La pr!!parazione alla guerra negli Stati Uniti) - Dott. Alfeo Biassoli-Ottaviani: LIprogetto della nuova procedura penale - lti vista delle IU viste: Degli Esami. Aspetto igienico (Li Lectura) - [I Mezzogiorno e le ta rillc ferroviarie (S1to11a Antologia) - Una nazione imperiale senza impero. La situazione della Garnania (L'Ura di Palermo) - Tra deputati (La Libertà economica) - li futuro del!' Europa (Nineteentlt Centuhy and afte,-) - Il risveglio della Cina (.Vation,zl J<ei,iew) - Aiuti alle famiglie numerose. Per favorire lo sviluppo della popolazione (The America,, Re11ieiv of J<eview) - L'industria navale della Germania (The Contemporary Revieiv) - Le riforme in China e gli stranieri (Deutsclte Re1111e) - Economia, scienze naturali e matematiche (Die N'eue Zeit) - li Neo-Maltusianismo (Die Neue Zeit). GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI Algesiras : La vittoria diplomatica italiana e il pericolo tedesco. -Alcuni pessimisti italiani vanno cantando a squarciagola che la Conferenza di Algesirai; è 1·iuscita un solenne fiasco ed ha messo a nudo la impotenza e la inettitudine della vecchia ç1 iplomazia. Non c'è stato un fiasco per tutti; ma per la sola Germania - ed un poco per l'Austria, che volle divi derne le sorti. La Germania creò il pretesto Marocchino per dividere la Francia dalla Spagna e dall'Inghilterra, per legare a sè definitivamente l'Italia e preparare una grande guerra , che dovesse procurarle trionfi militari e vantaggi economici, con o senza acquisto di terre altrui. La Germania, invece, ad Algesiras vide consolidate le alleanze della Francia, sentì sfuggirsi l'Italia e trovossi tristamente isolata di fronte al mondo civile, che impose il sno formidabile quos ego all' arrogante e prepotente sire della Sprea, che , novello Barbarossa, vorrebbe spadroneggiare per lo meno in Italia. L'Italia, intanto, per mezzo del suo rappresentante Marchese Visconti Venosta e sia lode all'on. Di San Giuliano , che nel suo breve passaggio al Ministero degli esteri, lo sostitul al pericoloso e fanciullesco Silvestrelli - è stata quella che dette occasione a mettere in evidenza l'isolamento della Germania. Sicchè a noi sembra che questa sia st.ata, dopo quarantasei anni, la prima grande ed utile vittoria del nostro paese ; vittoria grande percbè non sanguinosa e tut,ta a benefizio della pace e della civiltà. E facile immaginare, intanto, quali rancori e quali risentimenti covino nell'animo di Guglielmo 2.0 '.rali sentimenti sono pericolosissimi perchè coincidono colla aspirazione imperialista di tutta la Germania. Su questo imperialismo potenziale della nostra alleata noi riproduciamo un eccellente articolo dell' Ora di Palermo, che si leggerà nella Rivista delle 1·iviste. Noi dividiamo tutte le considerazioni svolte in tale articolo ; del nostro aggiungiamo che l'isolamento proprio che la Germania ha potuto constatare ad Algesiras le toglierà la voglia cìi misurarsi coll'Inghilterra. Ma il suo desiderio ardente di rivincita e di espansione cercherà campo più facile a spese dell'Impero Au:;tro-Ungarico ed ai danni nostri: Guglieliuo 2° e la Germania non avendo potuto penetrare nel Mediter raneo attraver~o allo stretto di Gibilterra e per mezzo del Marocco, vorranno entrarvi per la via più vicina e più facile di Trieste. Ecco il grande pericolo per noi. Attenti Italiani : occhio al nord-est, occhio al nostro pericoloso alleato! ♦ I fondi segreti. -- Era corsa la voce che Sonnino avrebbe accolta la proposta dell'Estrema Sinistra e svolta da Filippo Tnrati sulla riduzione e sul controllo delle spese dei fondi segreti; e noi av,wamo raccolta quella voce. Le dichiarazioni di Sonnino e il voto del 6 Aprile hanno disilluso coloro, che speravano che il nuovo ministero iniziasse un'opera di moralizzazione. Tanto peggio per esso. I fondi segreti, adunque, saranno mantenuti t_ali e quali e serviranno, come pel passato, secondo la voce pubblica , non a combattere la delinquenza e il malandrinaggio-ma a sussidiare giornali e giornalìstianche di opposizione, specialmente se di opposizione. Si dice , infatti , che sotto l'ultimo ministero Crispi alcuni giornalisti fossero lautamente paga.ti non per difendere il ministero, ma perchè si astenessero dal toccare qnalche lato intimo delle famiglie dei ministri. Si afferma altresi che un uomo politico di valore, ma di nna vanità superlativa, spende buona parte del suo stipendio, qnando è ministro, nel dare generosi sussidi a qualche giornale anche di opposizione , purchè si mostri largo nel segnare le approvazioni, i si 1·ide, gli applausi nei resoconti parlamentari e venga trattato un poco meglio degli altri colleghi negli articoli critici. La obbiezione dei difensori dei fondi segreti sulla importan'.l.a, che ha assunto oggi la stampa, che non potrebbe essere corrotta coi fondi segreti in parte è vera. Crediamo anche che i grnndi giornali della capitale segnano il loro indirizzo indipendentemente dai su,sidi
170 RIVISTA POPOLARE che potrebbero ricevere. Anche per un grande giornale italiano però le duecentomila lire all' anno non è una somma da disprezzare; ed il guaio è più sicuro e più dannoso nelle provincie. Ohi non sa che un diffuso giornale disse corna di Francesco Crispi sino a tutto gennaio 1894 e ali' improvviso il 1 ° febbraio cominciò a farne la più sfacciata apologia? Si assicura anche che un giornalista notissimo abbii,t esclamato : anche se Sonnino mi dasse un sussidio maggiore di quello che mi dava Giolitti continuerei a mantenermi all'opposizione ! Se nel pubblico certe voci trovano credito illimitato si può vivere sicuri che devono contenere una porzioncella di verità. In questo caso la piccola dose di verità viene ingigantita dall'immaginazionft popolare ed esercita un'azione pervertitrice formidabile; si crede che ci siano deputati , ed anche molti, che pescano nei fondi segreti - il famoso fondo dei rettili, di cui in Germania si faceva tristissimo uso. Ma la requisitoria contro i fondi segreti, che si pronunzia alla Camera da circa 40 anni e da Orispi e da Nicotera in poi e che con maggiore perseveranza ed eloquenza venne dalla bocca di Felice Cavallotti , acquista maggiore importanza per le osservazioni dello onor. De Martino sul modo come vengono essi impiegati : alle provincie più infestate dal brigantaggio spesso non toccano che bricciole. Noi possiamo assicurare che un sottoprefetto nel cui Circondario soggiorna va spesso e forse ancora soggiorna il brigante Candino dichiarò la propria impotenza nella lotta contro il brigante perchè a lui dai fondi segreti non veniva che un centinaio di lire all'anno. L' on. 1rurati che ricordò alcuni precedenti avrebbe potuto fermarsi all' uso dei fondi seg1·eti nella famosa campagna contro Varsalona per dimostrarne la inutilità .... e la immoralità. Noi, perciò, crediamo che il controllo parlamentare sui fondi segreti, dato che non si avesse voluto abolirli, non sarebbe stato un bel gesto soltanto, come lo chiamò il deputato per Milano; ma anche una soddisfazione data alla pubblica opinione il cui effetto morale sarebbe stato superiore ad ogni prev1s1one. ♦ Stillicidio llbe:ristlco. - L' ultiwo saggio lo troviamo nella Libe:rtà economica. Lasciamo da parte i graziosi complimenti che si fanno a Colajanni, che viene trattato da semi cretino che non capisce niente, che non ha capito mai quanto scrive Vilfredo Pareto: Be tali frasi si leggessero in questa nostra 'rivista sarebbero trovati aggressive , e ingiuste. Vanno all' indirizzo di Colajanni e devono essere considerate come fior di cortesia. Ma sono sincere e non ce ne offendiamo menomamente. Lo scrittore liberista però, dimentica che in queste colonne non si usa falsare il pensiero nè di Pareto nè del Padre eterno: lo abbiamo riprodotto integralmente; così i nostri avranno o-iudicato da loro stessi , noi abbiamo esplicitamente ~vvertito che Pareto rimaneva liberista, ma riconosceva che il liberismo non deve intendersi nel modo assolnto in cui egli stesso lo aveva inteso altre volte. Sa poi l'illustre scrittore si è pentito già di questa co11fessione, che gi0va ai protezionisti come si era prima pentito di quella cara ai liberisti, francamen_te è coHa che non ci riguarda e che farebbe torto a lui solo che si pentir ebbe e ripentir ebbe con soverchia facilità. Ma non è questo misero spunto, che ci fa notare la continuazione dello stillicido libe1·ista, sibbene l' articolo di E. Giretti, un apostolo sincero e instancabile del liberismo, intitolato: Il dazio sul grano e lo spe1·imentalismo doganale. Se la prende col nostro Fontana-Russo per un articolo pubblicato nella Vi~a in difesa d_el dazio sul gr_ano. Riprenderemo la tesi della produzione del grano rn apposito articolo e non e' indugeremo oggi ad insistere sul significato tanto confortante dello aumento della importazione del frumento, di cui ci occupammo fugacemente nel numero precedente rispondendo ad uno seri ttore dell' Avanti I Oggi vogliamo rilevare l' argomento, che crede trionfale, che adopera presentando qqesto prospetto: . Anni: Dazio Prezzo medio Emigrazione totale sul grano de I frumento Num. degli Emigranti per quintale emigranti per 100,000 ab. Medie annue 1882-86 L. 1,40 L. 23,28 160,540 553 1899-903 • 7,50 ,. 25,29 446,770 1,368 Commenta questi tlati con questa crudele ironia: « Ebbene, il prof. Fontana-Russo demolisce compie- « tamente e da par suo il valore di queste cifre e in- « sieme le ragioni di coloro che vi vorrebbero fondare « sopra la domanda di una molto modesta riduzione del « dazio sul grano (riduzione giustificata secondo il pnnto ~ di vista degli stessi agrari per il cresciuto prezzo « del grano al disopra del famoso limite delle 25 lire e per quintale) con questa ultima e vittoriosa argo- « mentazione: « Ma come avete il coraggio di proporre e un provvedimento, il quale aumenterebbe certamente « la emigrazione che proprio nel 1905 raggiunse il suo « massimo li vello? ... > .. Questo, si, è dello sperimentalismo scientifico di « buona lega ! « E dinanzi ad un ragionamento cosi conciusi vo solo « rimane a noi smentiti ed impenitenti libero-scambi- « sti, di piegare il capo se non ai fatti ai fati eone trari e di intrufolarci noi pure , bene o male nel « gregge dei credenti e giuranti nel nnovo verbo spe- « rimentale, ripetendo con essi in coro e colla mag- « giore umiliazione possibile il Credo quia absurdiim ». Edoardo Giretti certamente quando seri veva ciò non conosceva i dati sull'emigrazioae nel 1905 che saranno forse superati nel 1906. Gli procuriamo la soddisfazione di riprodurli ma ci permettiamo - ci perdoni la impertinenza - di metterli in raffronto con quelli del 1876 (1). Anno Dazio sul grano 1876 L. 1,40 1905 • 7,50 Prezzomedio del frumento per quintale 1.a qualità L. 30,20 > 25,50 (2) Emigrazione totale Num.degli Emigranti emigranti per 100,000 ab. 1G8,771 395 716,000 (circa) 2169 Che cosa risulta da questo confronto, che riuscirebbe più schiaccante se prendessimo la media del prezzo del quadrienno 1877-80 che fu di L. 33,82? Questo: che nel 1876 e cosi negli anni successivi sino al 1880 il vrezzo del frumento fu altissimo e l'emigrazione meschinissisima. Nel 1905 il prezzo diminuisce di L. 4,70 cioè del 15,57 °/ 0 e l' emigrazione cresce del 449, 11 ! Non potremmo fare dell' ironia affermando : 1.0 che il prezzo più alto del frument~ sta_ in relazione _co! d~zio minimo o coll'assenza d1 daz10; 2° che la d1mmnz1one del prezzo del frumento, fa aumentare _l'emigrazi0ne? . Ma tutto que:::1toe poca cosa d1 fronte a tutto ciò che qui stesso venne dimostrato nel num. del 15 ottobre 1904 sul rapporto tra protezionismo ed emig1'azione. Allora non ricordammo il contrasto tra la Fraucia protezionista, senza alcuna_ emi~razione e _il ~elgio libe'rista , con una forte em1graz10ne che s1 riversa proprio in Francia. Ma dal Giretti, che legge la nostra Rivista ci avremmo atteso che avesse tenuto conto del contrasto ancora più spiccato messo in luce in quell'articolo tra la Germania dove si è ridotta ai miuimi (1) Non ricordiamo quanto fosse il ~azio in qu_est';rnuo; ~rediamo che fosse minore. Ma abbondiamo e diamo la cifra del dazio nel 1882-86. (2) Prezzo approssimativo.
RIVISTA POPOLA-RE 171 termini l'emi~razione proprio dopo che vi venne stabilito il protezionismo e la Gran Br~ttagna liberista as~olut~ dove si mantiene ancora relativamente alta. Il GJrett1, jnfine, ha commesso una imprudenza piramidale ricordando 0' Connell e l' esempio dell \ Irlanda contro il protezionismo. Si vede che egli conta sulla profonda ignoranza dei suoi lettori, altrimenti, dovendo conchiudere brillantemente col contrasto tra p1·otezionismo ed emigrazione in Italia, si sarebbe ben guardato da siffatta imprudenza. Si sa infatti che precisamente dopo il trionfo dell' ant-corn league e del liberismo in Irlanda è avvenuto un fatto unico nel mondo: sono emigrati da allora in poi quattro milioni di abitanti; in Irlanda si è avverato un fenomeno ina11dito ed incredibile: sopra otto millioni di abitanti ne sono emigrati quattro milioni: la metà!!! Di fronte a questo 1:isultato, piegando il capo innanzi ai fatti, vedendo che i liberi-scambisti rimangono impenitenti ripeteremo che essi grnrano nel : credo quia absurdum. ♦ Come si preparono i tumulti nel mezzogiorno. - Ai nostri lettori vogliamo dare un esempio dei modi coi quali si preparono i tumulti nel mezzogiorno d'Italia riproducendo integralmente questa istruttiva lettera al nostro Dil'ettore da Atri, che dubbiamo ad un onesto cittadiuo del luogo. che non prende parte alle lotte locali , ma che sui fatti ivi svoltisi ha voluto richiamare la nostra attenziona e qnella dei Deputati di Est1·ema Sinist,·a. e Come avrete appreso dai giornali, a suo tempo, il 15 febbraio circa 3 mila contadini si raccolsero sotto il palazzo municipale per reclamare la riduzione della tassa bestiame che da L. 12 mila era stata portata a L. 26 mila. In una corrispondenza alla Tribuna dell' assessore avv. Quintilii si dice che l'aliquota era stata elevata di pochi centesimi, e nel bilancio a stampa distribuito ai consiglieri è scritto che 1' aumento è del 5 o/ 0 ! Le mando anzi il bilancio perchè, non conoscendomi non potrà prestar fede a tutto ciò che ho detto e che è assolutamente incredibile. Il sindaco affacciatosi, dopo qualche ora, promise che avrebbe riunito il consiglio e accolto le richieste degli agricoltori. Ma per un fenomeno comunissimo ad accadere tra la folla eccitata ed ignorante e per l'intramissione di malviventi del paese - alcuni con colpi di pietra si diedero ad abbattere il portone municipale che era stato chiuso. Il sindaco intanto e la giunta fuggirono da un'uscita . segreta. Abbattuta la porta, una quarantina, fra contadini e operai invasero le aule comunali e lanciarono tutti i mobili, i registri e le finestre, giù nella strada. La maggior parte dei contadini a questo spettacolo, si ritirarono. Per l'esattezza della cronaca si dice che un macellaio manifestò l' idea criminosa di uccidere il sindaco, per una multa di L. 5, che qualche mese prima aveva pagato. Questi i fatti. Le cause? I membri della Giunta, giurano che i contadini non avrebbero potuto organizzarsi senza l'eccitamento dei loro padroni e che la tassa bestiame è cagione inadeguata alla sommossa avvenuta. Essi accusano quindi di eccitamento alla ribellione e al saccheggio, i consi glieri che in consiglio discussero questo aggravio, i corrispondenti dei giornaii che la ritennero inopportuna, specialmente stante le inquietanti proporzioni che ha preso l'emigrazione, e la sezione socialista che in un numero unico e in 1m comizio, due mesi prima, riprovò come antidemocratica e ingiusta tale tassa. In somma la colpa è di tutti, tranne di loro! Ma con più accanimento essi accusano1.i signori del partito avversario, che sarebbero sta.ti gli sfruttatori del malcontento seminato dai socialisti. Tutto ciò è umano, non deve fare meravigliare i meridionali e i si• ciliani che vedono nella loro città scatenarsi e imperversare i più gravi e più feroci odii. Ciò che rivolta, ciò che disgusta e accende di sdegno è il contegno della P. S. e della Magistratura che certamentè senza volerlo pare che si son messi al servizio degli amministratori dimissionarii. Finora si sono operati 150 arresti di contadini! Arrivata la truppa e un buon nerbo di carabinieri, si operarono i primi arresti, cosi all'impazzata, dietro semplice indicazione di monellacci di strada. Ades~o si spiccano mandati di cattura dietro semplice delazione! Il giudice istruttore vuole a tutti i costi afferrare i signori, o meglio gli avversari dell'Amministrazione, e crede cosi di spargere il terrore nella campagna e strappare le confessioni .. Ora io d~rnando, ~ lecito per un fine anche lodevole v10lare la li ber~à dei cittadini a gettare nell'angoscia e nello spavento rntere famiglie? Si assicura che i membri dell' amministrazione co• munale siano gl'ispiratori del processo. A me pare che fra i presunti responsabili potrebbe trovarvi posto anche l' amministrazione co~u?-ale, ~ quindi è stoltezza grande assumere come g1ud1ce chi potrebh=, essere colpevole e che ad ogni modo è parte interessata. Altri arresti seguiranno. La campagna è senza braccia e i lavori languiscono. E sopra tutto poi c' è la libertà e la legge violata. Come si spicca un mandato di cattura contro una donna che ha stracciato un foo-lio di carta di un registro lanciato dalla finestra? La poveretta ha gridato: per una pecora mi vogliono fare pagm·e 8 soldi/ E afferrato uno dei fogli, che ingombravano la strada, l'ha stracciato con la bocca. Arrestata con un bambino lattante! Io non m'intendo di legge, e mi sento impotente a soccorrere tanti infelici; ma Lei che oltre ad essere ascoltata e a sapersi fare ascoltare, ha un gran cuore faccia qnalchP cosa. Se Lei potesse venire; il suo nome sar~bbe i,e: sempre benedetto e venerato. Quanta bontà è rn questi contadini! La prego d'interessarsi, di fare qualche cosa. Atri 27-3-1906 . N. B. In una lettera successiva vengono esposte altre accL. 1 gravi contro l'amministrazione, contro la magistratura ed , - poco anche contro il Deputato Bernabei. Ma noi non la pubblichiamo perchè non vogliamo assumere la responsabilità di fatti che non possiamo 1•rovare, specialmente perchè ci vengono riferiti da persona che non cono ..ciamo: In quanto a ciò ch'è detto nulla lettera che pt1bblichiamo abbiamo cercato d controllarne l'esattezza. ♦ I risultati delle elezioni russe.-Le elezion degli elettori che dovranno in secondo grado scegliere i membri della Doiima di Stato sono in gran parte noti - I costituzionali-democratici avrebbero sinora 200 mandati; l'Unione del 30 Ottobre 84; i progressisti 82 ; il partito dell' ordine legale 65 ; i monarchici 61 ; i democratici sociali 15 e gli indnstria.li 14. Queste denominazioni non sono chiare per coloro che non hanno seguito l'arruffata e affrettata evoluzione dei partiti politici in Russia; ma non si erra affermando che le idee progressiste e libera.li non possono contare che sul primo e sugli ultimi due gruppi ; essi si troverebbero in minoranza di fronte agli altri, che, comunque si chiamino, son conservatori o reazionari. C'è però una grande incognita: ci sono 530 elettori il cui colore politico è ignoto a.i più; si capisce, quindi, che essi potranno spostare le forze dei parti ti. Il governo dello Czar intanto è rimasto impressionatissimo pel fatto che Pietroburgo ha dato l'unanimità ai democratici. Sappiamo che ad Odessa è stata posta la candida· turc:t del no3tro caro amico e collaboratore G. Novi -
172 RIVISTA POPOLARE cow: Qu_esta importante città del mezzogiorno della Russia, tutta imbevuta della civiltà occidentale . non potrebbe scegliere 1rn rappresentante più degno. A lni vadano i nostri sincerissimi auguri. ♦ ~' Insegnamento della storia contemporanea nelle nostre scuole.-S11_1l'insegnamento della storia contemporanea nelle nostre scuole troviamo un eccellente articolo del nostro amico Georges Renard nella Petite rep1.tblique del 30 marzo, che vogliamo rilevare. Egli ricorda che nel 1768 un Presidente del Parlamento di Parigi, Rolland, voleva che s' insegnasse ai piccoli francesi la storia della Francia e anche q 11ella della loro provincia. I giovani che frequentano i collegi, scriveva egli, conoscono le belle azioni di Temistocle, di Alcibiade, di Decio, di Annibale, di Scipione; essi non sanno qnelle di Dng11esclin, di Baiardo, di Turenna, di Sully, in una parola. dei grandi uomini, che hanno illustrato la nostra nazione e i cui esempi e azioni, essendo più analoghi ai nostri cos~umi e più vicini a noi , farebbero loro più impress10ne. > Il Renard osserva che in Francia sotto q nesto aspetto si è migliorato alquanto sotto la terza repubblica ; ma non quanto si avrebbe dovuto e che nello insegnamento della Storia contemporanea si è ancora troppo timidi. Per mostrare ciò che si dovrebb;j fare egli ricorda l'esempio della Svizzera e specialmente quello di una scuola di fancinlle a Lausanne sotto la direzione dei coniugi Vinet. Ivi per le R!lieve d11, 16 a 18 anni tutte le settimane c'è una conferenza sopra una delle grosse quistioni del giorno, ...senza timore d'iniziarle a ciò che appassiona l'opinione pubblica e di mettere Hotto i loro 00chi la storia in formazione. Senza dubbio, aggiunge l'amico nostro, occorre de! tatto, della misura. una volontà persistente di dire il necessario senza urtare le opinioni diverse, alle q 11ali può e deve fare una documentazione seria che gli permetta di non affermare con leggerezza. I coniugi Vhet intanto sono riusciti benissimo in tale compito da molti anni. Tra gli argomenti che sono stati trat · tati in q nesti ultimi tempi sono da notare: La sepa1·azione della Chiesa e dello Stato in F1·ancùi; La 1·ivoluzione in Russia; La quistione del Jl!Iarocco. Le allieve, così , uscendo dalle scuole potevano prendere parte alle discussioni senza mostrarsi disorientate. Georges Renard augura ehe si faccia in Francia ciò che si pratica in Isvizzera. In Italia questa deficienza è più marcata che altrove; e lo rilevò bel-\arnente Arcangelo Ghisleri in un suo libro di cui ci siamo occupati a suo tempo. Egli allora, di ritorno da~;li Stati Uniti, rilevava che ivi si pratica ciò che fanno i Vinet a Lausanne. In Italia dove nei giovani la manca11za della conoscenza della storia contemporanea è semplicemente vergognosa sarebbe necessario provvedere ; e se si provvedesse si apporterebbe un buon contributo alla formazione del carattere politico della gioventù nostra. ♦ La soluzione dell' imbroglio ungherese. Quando meno si sperava e si attendeva. dopo lo scioglimenb brutale e incostituzionale del Comitato dell~ coalizione, che preludiava a maggiori violenze da parte del ministero Fejervary, è venuta improvvisa la pace tra l'Ungheria e l'Imperatore d'Austria. I giornali annunziano come sicura la costituzione di un ministero presieduto da Wekerle e in cui eutrerebbero molti membri del Oomitato della Coalizione - e tra gli altri Koss11th, il rappresentante più intransigente del partito dell'indipendenza. I giornali liberali di Vienna - Zeit e Nette Freie Presse - annunziano l' avvenimento come un çrionfo del costituzionali8.mÒ 1111gherese; e t,ale può es8ere teHendo conto delle intenzioni e dei fatti del gabinetto Fejervary, che della costituzione s'infischia.va e trattava Parlamento e deputati come una Caserma, nella quale facevano gazzarra alcuni soldati indisciplinati. Ma rispetto al le pretete del la Coalizione si deve dire che ha vinto la tenHcia del vecchio Imperatore: si è messa da parte la q11i~lio11e dtdh lingu:-t del comando; si è rimandata al 19 l 7 la q 11istione della separazione doganale tra l'Austria e l'Ullgheria; si riconoscono i 400 milioni di nuove spese militari, che furono il punto di partenza del di::;sidio tra l'Lupera tore e i pad,iti costitnzionali dell' Ung-heria. Una cosa c'è da aspettarsi se Kossnth i-i conserverà quale fu pel passato: che eg-li v0glia 8ervir_si del. p_o· tne per prepararsi ad una nuova levata d1 scudi 111 senso nazionalista. Ma il màgiarismo coll'n.llargamento del suffragio -- che anche in q 11e~toba v~n ~o il varti~o imperiale: nel fare accettare al nuovo m1111stero la riforma elettorale - conserverà l'attuale preponderanza? Il terreno della lotta parlamentare non si spo::;terà? Comunque o-l'Italiani non devono dichiararsi malconB I . tenti di una solt1zione che evita o a lontana gravi complicazioni e la pos;,ibilità della calata dei Tede8chi a Trieste. ♦ Gli scioperi in Russia. -- Il ministero delle Finanze all' Impero Russo ha trovato il temµo e il modo in questo momento di pnbblicare le notiiie sugli scioperi industriali dal 188,:1 al 1905. Nor:i _Ronocompresi gli scioperi nelle miniere _e n~ll~ o~c111e_gover: native che dipend)no da altn mm1ster1; ne degli stabilimenti industriali con meno di 15 operai , che non sono tioggetti al cnn troll o degli Ispettori. Ma si tratta sempre di 18,000 stabilimenti indu-itriali e di 1,700,000 operai. . . . Nel periodo di osservrizione ~ono avvennt1 sc10per~ in· 1765 stabili men ti e vi partec1 parono 431,254 operai con una media annua di 176,5 stabilimenti (0,98 °/ 0 ) e di 43 125 operai (2, 7 °/ 0 ). Durante lo stesso periodo gli scio~eri per numero di operai in Fr~ncia la partecipazione arrivò al 1,6 °/ 0 e in Germanta a 0,5 °/o• Come nell'occidente gli scioperi russi di preferenza srmo avvenuti nelle industrie tessili e nella metallurgia: nella proporzione del 33,4 °/ 0 di tutti gli scioperi nelle prime e del 54,9 °lo nella seconda. . . In Russia non esiste il diritto di sciopero; perciò gh operai devono lottare contro i padroni e contro il ~overno. Ciò che rende più difficile il successo. U:na_v1t_- toria completa è stata ottenuta nel 28,2 °/o;. s1 r1 usc1 ad un compromesso nel 21,8 °/ 0 • I padt·om ebbero completa vittoria nel 45,4 °/ 0 dei casi. La vittoria sorrise più spesso ai tipografi. . _ Gli scioperi brevi che non dura110 che 10 gwrm sono i più frequenti: formano l' 82,2 °/ 0 del totale. In quanto . ..1.lle cause degli scioperi nel G0,8 °/o Iu la quistione"cffil salario (domanda di aumento o opposizione alla diminuzione) che li determinò; nel 21,7 °/o la domanda di diminuzione delle ore di lavoro. Le perdite subite dalì' industria ru'3sa ?on u1:a pro: duzione di circa due miliardi e mezzo dt rubh fu d1 10,427,000 rubli; e quelle degli operai di 159,000 rubli sopra un totale di !::!alari di 310,000,000. Poca cosa. Ma queste sono tutte date anteriori al periodo rivo 1 nzion ario. ♦ La quistione meridionale e Arcangelo Ghisleri. - Arcangelo Ghisleri, il nostro carissimo amico , con raro senso di opportuuità, ha ristampato in due edizioni - una popolare a O.mi 25 e l'altra a L. 1 la copia - l' eccellente discorso pronunziato nel VII Congresso del Partito repubblicano italiano tenuto a Forlì il 5 ottobre 1903 sulla Quistione me1·idionale
RIVISTA POPOLARE 173 e la sua logica soluzione. Noi ce ne occuperemo nel prossimo numero non potendolo ora per assoluto difetto di sµazio. NOI . ♦ Per finirla. - Giuseppe Gaudenzi nel Pe11sie1·0 Romagnolo mi consacra un articolo, che mi ha prodotto un senso di pena. Più di quello che io potessi sospettare mi dà la prova che in lui la fatuità dell' ignoranza assume proporzioni inverosimili ; mi convince pure ch'egli è più ignorante che maligno. Amici carissimi mi consigliano di non continuare la polemica, che potrebbe nuocere più che a lui al partito repubblicano. ' Ma io non so per quali riposte ragioni non ho il diritto della difesa, non negato neppure ai delinquenti. Sanno essi quali furono glì unici argomenti adoperati contro di me dal canagliuioe. crispino nella campagna elettorale del 1893? Quelli che Turati fornì loro nel 1894. Sanno q11ale fo l'arma ado:perata contro di me nell'ultima lotta e1ettora1e dell' agosto 1905? La riproduzione e diffusione dell'ultimo conglomerato di contumelie e di sozzure lanciatomi da Arturo Labriola. E in queste come nelle polemiche con Lombroso e con Ferri fui sempre, sempre, sanguinosamente provocato! Domani sono più che sicuro che se avrò voglia di rimanere sulla breccia e troverò tra i miei piedi un avversario, son sicuro, ripeto che esso si servirà delle parole di Gaudenzi per proclamarmi egoista, anima fiacca, incapace dell'attesa e del sac1·ifizio, decadente, supenwmo ec. ec. E sia! ::-.ontento gli amici e non rilevo una ad una le sciocchezze e le menzogne ammonticchiate nella ri. sposta del Gaudenzi , che ha anche rallegrati alcuni botoletti socialisti di Forlì. Questo solo mi permetto di notare. Giuseppe Gaudenzi per affrettare l'arrivo della repubblica crede che siano meno importanti le forze intellettuali delle resisteuze morali - e nessuno dubita della sua sincerità - e che il partito repubblicano provvederà alle sue sorti delineando bene l'azione dei suoi 1·app1'esentanti alla Camera e nel paese. ~ttendo con alquanta curiosità questo protcicollo, che delineerà bene l'azione dei rappresentanti del partito repubblicano e che dovrà essere un capolavoro di dettagliata precisione se sarà il prodotto dell'alta mente di Giuseppe Gaudenzi. Superfluo avvertire sin da ora che non potrà riguardarmi. Il salvatore del partito repubblicano, colui, che affretterà l'avvento della repubblica rivolto a me so~ginnge: « Vi s01.10 in Italia alcuc ni valentuomini, i quali, pur disdegna1)do, ~mlvostro " esempio, la disc;~lina del partito repubblicano, seri- « vono, parlano, agiscono come se rappresentassero ef- « fettivamente il partito stesso ed inducono nell'animo « dei più la penmai,ione che essi ne siano gl'interpreti « autorizzati e fedeli, anche quando-e lo si è veduto « in q~e8ti giorni - ne contraddicono apertamente il « :pensiero l>. _Or~ io d~vo_ r~s-~icurare il deputato per Forlì. sulle m1e rntenz1ou1 future argo111entando da ciò che bo fa_tto p~l passato : non ho alcuna , nessunissima, velle1tà ù1 aspirare ad essere l'interprete aut01·izzato e fedele di alcun pat tito. Pel pas:;ato nella Camera e nel paese mai, .mai, iuai pr~tesi d L essere l' interp1·ele fedele ed autorizzato del par~1to repubblicano· scrissi parlai, agii se-upre in nome mio e difesi Ma;zini e iÌ principio repubblicano contro i preti, contro i monar· chici, contro i socialisti senza prendere il permesso ad alcuno e quando molti repubblicani che avrebbero potuto scrivere, parlare ed agire tace;ano e stavano inerti. Questa la mia grande colpa! Ed è colpa mia se, pur avendo respinto il sillabo di Ancona ~o continuato a scrivere ed agire e parlare repubb~1canamente, a Genova sopra tutto, commemorando 11 centenario di lVIazzini; ed è colpa mia gtave se non avt1ndo il marchio repnbblica.110 impreJso da un qualsiasi Gaudenzi in fronte o sul dorso sono 8tato invitato a parlare repubblicanamente anche in Romagna, senza che io mai abbia provocah tale onore ... Mi duole dover confes.3are, che continuerò a peccare; continuerò a scrivere, a parlare, ad agire in difesa del principio repubblicano anche contro i repubblicani come lfaudenzi che invece di affrettare l'avvento della repubblica, se prevalessero, la discrediterebbero e la coprirebbero di ridicolo. Attendo senza impazienza ed anche senza curiosità gli ordini del giorno dei. futuri congressi repubblicani, che non accelereranno l'avvento della repubblica nemmeno di un'ora e cl..ie sarannno dimenticati e calpestati da coloro che prima li aveano eufeticamente votati e giurati con aria solennemente melodrammatica, appena ciò riuscirà ·Joro comodo ed utile. Nell' attesa serena prendo atto senza ira e senza inviida del cosìdetto plebiscito di solidarietà eh' è venuto al Gaudenzi da molti repubblicaui ed anche da qualche socialista; plebiscit) di cui egli dovrà sebarrui gratitudine. Tra 1 tanti Drei , Gattemorte e Buffoni che hanno mandato il plaudo a lui el il bia.::1i111a0 me , che m' infischiai sempre di tutti i biasimi e di tutte le scomL1· niche e non cercai mai il plauso e la popolarità, due nomi vi sono tra i p!audenti a Gaudenzi che meritano qualche osservazione: quelli del socialista Monicelli e del repubblicano De Andreis. Il primo deplora l' universale adattamento alla politica monarchica. Certa;mente egli non può comprendermi tra coloro che si sono adattati alla politica monarchica ; egli che non può ignorare che sono stato forse solo per circa quindici anni a combattere i socialisti, che per ta.nto tempo furono gli avversarii più accaniti del partito repubblicano, e fecero la politica più utile alla monarchia e paralizzarono ogni azione dei repubblicani. · Tra i 1:1ocialistie' è oggi un movimento verso i principii repubblicani ; e me ne rallegro. Ma che un socialista vada. a scrivere tali cose ad un repubblicano di R )magna.... via! pare quasi incredibile , perchè proprio in R'.)magna i socialisti hanno fatto la guerra più spietata e spesso più sleale ai repubblicani. In quanto a De Andreis confesso che la sua lettera mi ha addolorato profondamente perchè io credevo un at.oico. A lui detti prove di solidarietà an<..tlemateriale, affrontando in piena Ca.mera Alberto Agnello Casale, che malandrinescamente voleva accopparlo. Da lui non ne ebbi alcuna nei momenti più tristi e più pericolosi della mia vita. Egli che oggi manda la sua parola di protesta contro di me e di solidarietà con Gaudenzi, non sentì il dovere di dire una sillaba contro chi nella sua Milano mi lanciava accuse calunniose e vituperi a bizzeffe; ed a Milano pubblica.vasi il solo giornale repubblicano che vede1:,se la luce iu Italia. La differenza di trattamento mi ferisce - è il solo incidente che mi addolora in questa polemica. Luigi De Andreis ripete scioccamente e forse intenzionalmente l' ac:msa della mia ombrosità e della mia facilità a trascendere alle cont.umelie personali e ricorda in proposito le mie polemiche, gli attacchi miei a Turati , a Ferri, a Lombroso .... Se egli è onesto e leale, i:,e motivi inesplicabili non lo movono alla denigrazione contro di me, egli ha il dovere di rimonta.re alle origini di quelle polemiche e trov~rà che i miei non furono attacchi, ma pure difese contro gli attacchi altrui violenti nella forma e ingiusti nella sostanzaMa egli non vorrà fare questa ricerca e domani presenterà questa risposta alle sue gratuite provocazioni come nn attacco mio ingiustificato ed ingiustificabile .. '.. Luigi De Andreis, infine, ha tentato di offendermi con questa maligna insinuazione : e Non e' è da me- < ravigliarsi della relativa intemperanza del Colajanni, < specie quando (scn~a sa.i), crede di aver di {'ronte « uno minore di lui • .
174 RIVISTA POPOLARE Qui e' è delineata e mi è attribuita una speciale forma di riltà, che è la più spregevole, e che Luigi De Andreis dovrebbe avere la coscienza di non potermisi assegnare: egli sa o dovrebbre saper~ c~e nelle mie polemiche e in tutte le mie lotte attaccai di fronte quelli che erano o venivano reputati cento volte mago·iori di me : attaccai Crispi, polemizzai coi più forti, da Carducci a Lombroso e assicuro Luigi De Andreis, che avrei disdegnato Gaudenzi a quelli mille volte minore se egli non fosse deputato e reppresentante della Romagna. N. C. ♦ La politica di Sonnino. - Illust7·e profess01·e, Sull' ultimo numero della Rivista popola:re ho letto un articolo: ,._Il programma del Mini~tero Sonnino ». Ebbene, permettetemi, on. professore, di esprimere un · giudizio. Voi scrivete: Sul ter1 reno politico gli avversari di Sonnino sono rimasti sbalorditi da due proposte: l' abolizione del sequestro preventivo dei giornali e i freni legali posti all'arbitrio ministeriale nello scioglimento dei consigli comunali. No, illustre professore, queste due riforme non vestono affatto carattere politico. I difensori dell'on. Sonnino sarebbero più esatti se dice8sero che il programma dell'otto marzo, ripetuto il dieci, è di carattere pwramente amminisfrativo! p~1:chè nemmeno il minimo accenno venne fatto a un md1rizzo qualsiasi di politica interna. Anzi, dirò di più: che nel ripeterlo i! dieci marzo l'on. Sonnino si affrettò a dichiarare ptwamente amminist1·ative anche quelle riforme che avevano parvenza politica, quali le due sopraccennate e quella dell'avocazione delle scuole allo Stato ( l). L'abolizione del sequestro preventivo dei giornali è una riforma giuridica e sopra tutto sociale, perchè il non volerla sarebbe stato come mettersi contro alla coscienza del popolo, che per mezzo della stampa, dal modesto giornaletto settimanale di provincia ai più autorevoli quotidiani di ogni colore, la reclamò insistentemente. E q ua.rd'anche la volontà popolare non si fosse manifestata il mantenere questo istituto chiamato « iniquo » a'all'on. Sacchi in una risposta alla defunta « Italietta >, non sarebbe forse parso un voler mantenere l' Italia al livello della Russia? . Si noti poi che già p1ima che l'on. Sonnino dichiarasse il suo pensiero, alcuni deputati repubblicani e socialisti (Barzilai e Turati ecc.) avevano annunciato la presentazione di un disegno di legge d'iniziativa parlamentare in tale senso. Dunque, non è merito del ministero, ~è di ~onnino, nè di Sacchi, l'averlo presentato, ma e mento delle condizioni sociali e della coscienza giuridica del Popolo che l'avrebbe voluta ad ogni costo. Qualunque ministero ci fosse stato in questo momento al potere, reazionario, oppor~u.nista o democris~a, avrebbe dimostrato ben poca ab1I1tà e saggezza di governo se non avesse presentato col suo programma una simile riforma. Del resto, non mi meraviglierei se questa riforma naufrao-asse o andasse a tener compagnia alla politica anticlericale dell'on. Sacchi, per la quale alcuni videro e vedono un accenno nell'avocazione della scuola elementare allo Stato. Questa riforma avrebbe avuto un carattere veramente anticlericale (oggi indifferente significa clericale), se l'indirizzo generale della politica del ministero fosse stato anticlericale (2). E' una riforma particolare al Mezzogiorno e venne (1) Confronti il brano del Tempo da lei riportato. (2) L'Osservatore cattolico e l'Avvenfre d'Italia, dopo ave: lodato il programma del mini!>tero Sonnino per l' a.s~enza d1 un accenno alla politica laica esortaronò" i loro am1c1 ad organizzarsi in questa tregua di Dio loro concessa. presentata quale uno dei rimedi più efficaci onde C<'mbattere l'analfabetismo (dovuto in massima parte al prete) che vi dilaga maggiormente che nel resto della Naziene. Ma la porta della scuola è ancora aperta al prete, e quando salirà al governo un ministero clericn.le (purtroppo vedremo anche questo in Italia), senza mntare nna virgola della riforma, che si vnol attuare, abbandonerà la scuola all'abbraccio contaminatore del prete, che ostacolerà perennemente ed efficacemente lo spirito moderno, democratico, che a poco a poco va in filtrandosi nella scuola. E allora a che si riduce questa riforma'? Cosa le rimane, tolto il carattere politico che avrebbe dovuto avere? Si riduce ad essere una riforma puramente economica, e tale è lo spirito che l' Ora diede alla legge che si discuterà in Parlamento. Del resto questo principio dell'avocazione della scnola allo Stato venne studiato ·e formulato molti anni or sono da Alberto Mario, per la sua Repubblica federativ~, quando sosteneva, ad onta del decentramento amministrativo la necessità di un indirizzo uniforme nel- ' l' istruzione. L'altra riforma di cui vi compiacete è quella dei e freni legali posti all'arbitrio ministeriale nello scioglimento dei consigli comunali >. Ebbene a me sembra che voi le attribr1iate troppa importanz~ quando scrivete che « col progetto Sonnino i mercati ignobili e le pressioni vergognose, eh~ falsano la vita politica e amministra~iv~ dell' Itah~ _saranno eliminati o ridotti a proporz10m trascurabili >, perchè questa riformi\ se costitnisce uno dei, mezzi_p~r attenuare l'opera-immorale del governo nehe elez10m, non è tale da eliminarla completamente. Se bene ho compreso, poi, questa legge non ve~r~bbe che a perpetuare l'equivoco del delegato prefettiz10 al posto del regio commissario. Permettetemi, infine, di fare un ultimo appunto a~ una vostra affermazione che « le proposte sulla quistione meridionale e i di;egni di legg~ dell'on. So!1nino presentano questa notevole e rara circostanza: ci presentano un minisfro che si è ricordato delle sue promesse di deputato ". Per mostrare che l'on. Sonnino è venuto meno alle sue promesse di deputato, nei disegnf di l~gge, bast~- rebbe rammentare quella del suffragio um versale,. n: forma che l' on. Sonnino deputato, avrebbe volentieri attuata non da poco tempo, _ma fi°: ~all' '~7, e ~~e ora nella relazione sul bilancio degh rnterrn è de.fimtivamente bocciata. Anzi in questa relazione si vorrebbe ~lasmare di forme moderne l'istituto medioevale del sistema elettorale doppio. . .. Non si parli adunque di riforme politiche nel programma del ministero So~nino, « i:ninistero d~affari > , che ha saputo escogitare l'espediente ~er rimandare alle calende greche le questioni scottanti. Ho parlato sinceramente a voi,. illust_re pro~essore perchè la mia fede politièa repubbhcan~ mtrans1gente me lo impongono e perchè nutro per voi _pr~fonda_am~ mirazione, pur non condividendo i metodi coi q.uah_ v1 siete prefisso di raggiungere l'ideale che vi amma uelle lotte quotidiane. Permettetemi di salutarvi fraternamente. Trovo (Pavia), 26 Marzo 1906. AcmLLE Moccm Nota. - Ho pubblicato integralmente e senza togliere una virgola perchè mi piace la libera discussione. I lettori che conoscono quel che penso io, i fatti che si vanno svolgendo e gli argomenti che espone l'amico Mocchi vedranno a chi d:- vouo assegnare la ragione. Non rileverò le inesattezze del critico benevolo - ad esempio il maggiore clericalismo del mezzogiorno - e che non aouo a lui proprie, ma vengono divise
RIVISTA POPOLARE 175 da molti settentrionali; non farò osservazioni sulla distinzione tra riforme ammini~,rative e rifo1·me politiche, non m; indugerò a dimostrare che ci col'l'e - oh! se ,:i corre ... - tra il desider<tl'e una cosa e il farla attuare, tra la sorte di un di• segno di legge d'iniziativa parlamentare ed uno ministeriale; non gli rammenterò che l'essersi ricordato di una parte delle promesse d1 deputato - e la pit1 importante era quella pel mezzogiorno - vale neglio e più dd dimenticarle tutte; 1na devo rilevare che il dissenso vero e pl'Ofondo nostro sta nel metodo: io sto pei- la educazi0ne e per la evoluzione; il Mocchi sta per la rivoluzione. Non condanno la rivoluzione in senso a.ssoluto; ma credo che non basta proclamarsi rivoluzionari pl)r vederla an·ivar<J; parlaudon, sempre e non facendola mai la si copre di riJicolo. A1 tempi di Mazzini non c'ei-a che un modo solo di educare e Ji fare l"evoluzione: tentare continuamente le rivoluzioni. Ma ora ì!. .. Ad ogni modo i rivoluzionari farel,'1ero uene a riprenderci il metodo se lo c1·edo110 uti .e ; io li ammirerò. Per quanto io ne sappia I rivoluzionari più intransigenti in quanto a fatti sono stitici: io evoluzionista di fronte al Ministtlro Sonnino del poco che comiucia a da1·e mi contento prepa1·andomi a domanda1·e dell' altl'O. Il poco e il molto pei rivoluzionari intransigenti, sop1·atutto pe1· coloro che giurano in senso assoluto sul valortl della preg iudi.r·iale, vale lo stesso. Cun criteri e con metodi div13rsi rntanto i socialisti ci hanno prtlso la mano. Si guardi ad esempio l'attitudi:.1e verso il prugetto della colonizzazione: i socialisti riuriiti a Reggio Emilia l' haurio lodato e il paese che vede bene la riforma proposta li circonda di simpatie. I repubblicani, invece .... I repubblicani sca1·aventano insoltlnze e d1ffamazio.ni - il caso Gaudenzi informi - contt·o quanti non giurano nel loro verbo assoluto ed iufall; bi le , disgustano il paese e perdono terreno. Ed io non '° da ora che guardo il feno:neno, Lodeploro, lo segnalo, me ne addoloro e mi procuro il nomignolo ùi.... supe;·uom,o e decadenu. N. C. Agli abbonati e lettorri Avevamo stabilito di spedire questo numero agli abbonati prima di Pasqua, ma per le eccezionali condizioni in cui si è stati in Napoli per l'eruzione del Vesuvio, il nostro proponimento è venuto meno e siamo costretti a pubblicare la rivista con due o tre giorni di ritardo. Si è pubb/.z"cata la 2. a .li'dz'zz'onedell'opera del nostro .Direttore: Latini e 1\nglo=sassoni (Razzeinferiori e Razzesuperiori) Pz'ù che una seconda edzzzone? l'opera può dz"rsz· z'nteramente rifatta ed au,nentata dz' parecchi· capz'tolz'. L'ele,qante e grosso volume dz' 500 pa,qz'ne? z'n ottavo? si vende presso la nostra A1nmz'- nz'strazz·one a Lire 6. Glz' abbbonatz' z·n regola coz' pagamenti'? possono avere l'opera per L. 2, 75 z'n brochure e per L. 4, 75 rz"legata elegantemente z·n tela ed oro. Per glz' abbonati' dell'Estero az· detti' prezzi vanno a,qgz'untz· cent. 75 per le spese postal't'. A semplz'ce rz'chz'esta l' Ammz'nz'strazz'onc spedz'sce l'Indice analitico dell'opera. La natura contro il • mezzogiorno Mentre si discute sui provvedimenti Sonnino in favore del mezzogiorno; mentre si votava la legge colla quale si cerca riparare nella misura del po?- sibile al disastro prodotto dal terremoto in Calabria, venuto non molti anni dopo quello della inondazione a Modica, un'altra grande e forse i rreparabille sventura viene a colpire una zona che gli uomini e la natura avevano reso un giardino insuperabile ed un centro industriale a sviluppo spontaneo, continuo e considerevole. Chi non conosce quella striscia di terra che da Napoli va a Castellammare di Stabia e che costituisce quasi un' unica città bislunga? Chi non conosce le ville splendide e deliziose dalle palazzine eleganti, dalla vegetazione rigogliosa e che hanno l'entrata dalla città e lo sfondo nel mare azzurro del golfo da S. Giovanni a Teduccio a Portici, a Resina? Chi non sa dei numerosi fumaiuoli, delle industrie più o meno floride, che il coraggio e la intraprendenza degli elementi locali, senza alcun incoraggiamento dello Stato - anzi contro il suo spietato fiscalismo e contro i mille ostacoli della sua piovra burocratica - avevano impiantato a Torre del Greco e a Torre Annunziata? Chi, venendo a Napoli, non è rimasto sbalordito ed ammirato percorrendo la ferrovia circumvesuviana, dinanzi allo spettacolo meraviglioso che offriva l'agricoltura più intensiva nella svariata moltiplicità dei suoi prodotti? - Ebbene mentre a Napoli in forza di una sapiente legge dello Stato cominciava a sorgere con sorprendente rapidità una grande zona industriale, da cui quella doveva trarre novella vita, tutt0 ciò che formava la bellezza e la ricchezza dei suoi dintorni, delle sue appendici, dei suoi organi alimentatori; in questo momento pare che debba andare irreparabilmente distrutto. Dov' era la vita gaia , dov' era l' agiatezza, dov'era anche lo- sten tu economico allegramente sopportato e reso sopportabile dai sorrisi della natura, oggi regna la tristezz,1, la desolazione, ia morte, per colpa immane della natura. Il Vesuvio, il mostro maledetto , che si è offerto da ~nni come una great attraction agli stranieri , che visitando l' Italia auguravano di poterlo vedere in eruzione, è stato l'organo della natura, che ha pro~ dotto un disastro spaventevole, inimmaginabile, di cui non possono formarsi un' idea quanti non conoscevano la zona circumvesuviana prima dell'ultima eruzione e non la visitano adesso. E gli stranieri che c'invidiano il Vesuvio come un divertimento, come il più insnperabile argomento di sportismo, che venivano a torme dalla Germania, dall' Inghilterra, dagli Stati Uniti per vederlo in funzione e per ascenderne la vetta colla comoda funicolare di Cook, oggi appena vi si avvicinano scappano spaventati, inorriditi! Mentre scriviamo non si può ancora prevedere quale sad la immensità di questa catastrofe naturale , che supera nelle sue proporzioni e nei suoi orrori quella di circa duemila anni or sono - quella che nell'anno 79 di Cristo sepelli Pompei. Cosa rimarrà di Portici, di Resina, di Torre del Greco, di Torre Annunziata? Saranno sepellite dal lapillo e dalla cenere come Pompei? E' ancora una
176 RlVISTA POPOLARE incognita questa, che su Napoli tiene sospt:si gli animi di tutti. E' certo però che i suoi centomila abitanti circa hanno lasciato le loro case, che saranno visitate certamente dai s;1:cbeggi:1tori, dalle jene umane ; che questi centomila fuggiaschi portano lo spavento nelle campagne dei dintorni, a N:ipoli, a Caserta, ad Avellino. E ci vorrebbe la penna di un artista grandioso che s:1pesse rendere senza alter,ulo , lo spettacolo di pietà e di dolore che oflre Napoli tetra ed uggiosa per la cenere, che da alcuni giorni la visita, colle sue vie attraversate da fuggiaschi a torme seminudi, inebetiti e che guardano indietro dubbiosi ancora che la lava o il lapillo li incalzino alle spalle. Nè si possono leggere senza provare uno schianto incommensurabile i dettagli sui fanciulli dispersi e ricoverati dalla carità pubblica e privata , che non san no talora i nomi dei genitori e che forse non li hanno più, degli uomini e delle donne che chiamano e chiamano , la moglie, i figli, il padre, la sorella, senza che ve?ga altra risposta che la eco della loro voce angosc10sa ... Più tardi si saprà ciò che sarà rimasto di Portici, <li Resina, di Torre del Greco, di Torre Annunziata, dove in pieno giorno non si vede più a pochi metri di distanza, dove manca il pane, dove i ladri per isfoggire a coloro che li inseguono o per rimanere padroni del campo, gettano grida di allarme per ispaventare i pochi rimasti ad accrescere - quasi che ciò fosse possibile! - lo spavento e la coufosione; più tardi, ripeti8mo, si saprà ciò che sarà rimasto di queste città che risplendevano al sole, sfidando da secoli le ire del mostro, e rispecchiandosi nel mare azzurro, allietate dalla prospettiva che sulla sponda opposta del golfo partenopeo presentava la incantevole collina di Posillipo; intanto si sa che la sorte di Pompei si è ripetuta a distanza di due secoli ad Ottaiano, a S. Giuseppe, :1 Terzigno in altri villaggi. Non è stata la lava che ha sepolto e distrutto; ma il lapillo maledetto, se non ha coperto per intero le abitazioni , ne ha fatto crollare i tetti ed h~t sepolto circa quattrocento persone. T:mti non ~e morirono a Pompei nell'anno 79 ! E le morti più numerose si ebbero dove la superstiziolle raccolse i credenti ad invoc:ire soccorsi dal buon Dio, che nella sua infinita sapienza ha pensato di liberarli di un colpo solo da tutti i mali della terra seppellendoli sotto la volta crollata dei suoi templi. E ciò che possa il lapillo caduto sino all'al~ezza di un metro ai piedi del Vesuvio si è visto nella stessa Napoli , che si ritiene immune dal suo furore devastatore e eh' è accessibile soltanto alla pioggia di cenere: a Napoli, nel popoloso Toledo , nel centro della sua vita, è crollata la tettoia del Mercato di Monteoliveto o della Carità pel peso della cenere caduta seppellendo sotto le sue rovine un migliaio di persone, tra le quali una decina si sono trovate morte e due centinaia pii'.1o meno gravemente ferite ... Non ci dilunghiamo più oltre nella rapida e inadeguata descrizione della spaventevole catastrofe e terminiamo con poche note di altra indole. Ha suscitato una n:.usea profonda la cura minuziosa, abbiettamente cortigianesca, posta da alcuni giornali locali nel registrare ogni sillaba pronunzi:1ta dalla Duchessa e dal Duca di Aosta, lo sportirn,o della prima che va al Vesuvio per prendere delle istétntanee, nel descriverne le tolette, nell,indicare se sorrise o aggrottò le ciglia di frbn te al Sindaco ... 'fanto sfoggio di servilismo degradante in un momento di tanto dolore e di tanto sbigottimento! Le scene di barbarie cui ci ha fatto assistere Li plebe col suo S. Gennaro, coi suoi san ti e coi suoi camorristi che sfruttano l' uno e gli altri indicano quanto danno morale arrec:i a Napoli la presenza dei Duchi di Aosta, che sono venuti a ridestare lo spirito del più ridicolo cortigianismo e della più cieca e detestabile superstizione. Lo sdegno , anche l'ira, dei cittadini è unanime contro l' insipienza di t.:;tte le autorità locali, contro il governo per la sua grettezza ed inerzia. I oi che ::1 vemmo a suo tempo parole di severo biasimo pel contegno delle autorità politiche superiori all' epoca del terremoto di Calabria , non vogliamo e non dobbiamo essere meno severi oggi. L'unanimità nella riconoscenza e nell'ammirazione non c'è che verso i soldati; i quali, ora come sempre, hanno dato prove incredibili di coraggio, di abnegazione, di resistenza ed ogni sorta di disagi e di pericoli pur di salvare i l?ro fratelli, pur di lenire un dolore ed una misena umana. La. Rivista latini ed }tnglo-sassorti di N. COLAJANNI (r) I giudizi [ popoli latini non ammettono senza protesta la pretensione degli anglo-sassoni a costituire la razza superiore, quella che deve fatalmente dominare le razze meridionali in decadenza. Colajanni , dopo parecchi altri ( 2) , ma non senza ragione però, critica questa nozione falsa che ha dato origine ai sofismi a,.tropo-sociulogici sulla ra.11a. Egli oppone alle pretese Jiflerenze antropo-sociologiche la similitudine delle tendenze, dei sentimenti, delle idee, delle disposizioni generali che fa l'unità nazionale a dispetto della distinzione tra br:ichicefali e dolicocefali. Disgraziatamente i Latini hanno una tendenza a denigrarsi da loro stessi, mentre i Tedeschi e gli Anglo-sassoni cercano fare credere alla loro superiorità anche quando essi non ne sono convinti del tutto. Veruno dei caratteri che, secondo gli etnologi, sono segni della inferiorit~t o della decadenza della razza latina gli è proprio : la vendetta non è un carattere esclusivo degli italiani• come l' individualismo non ~ proprio degli anglo-sassoni; il socialismo non è più latino che germanico : l' emigra{ione, che spesso è stata ravvicinata al vagabondaggio , fu propria dei Tedeschi e degli Anglo -sassoni prima di esserlo dei Latini e degli Slavi. Il pericolo ddle grandi città minaccia sopratutto gli ariani dolicocefeli. Nè dal punto di vista della moralità e della criminalità I' inferiorità delle razze latine è rigorosamente stabilita. La Germania e la Scozia sorpassano l'Italia nella criminalità. La storia mostra d'altronde che i differenti popoli hanno avuto ciascuno la loro ora di grandezza e le loro alternative di potenza e di decadenza. Essa mostra che la fusione e l'assimilazione si fanno un poco dapertutto e che il miscuglio di elementi diversi sottoposti alle medesime influenze fisiche o socio-geografiche non impedisce il progresso; al contrario. Colajanni oppone a tutti i sogni pangermanisti e panslavisti la constatazione della tendenza delle diverse civilizzazioni a livellarsi, a modellarsi le une sulle altre, ad unirsi, invece di opporsi. E questo è confortante per i partigiani della pace universale. G. L. DuPRAT (Revue internationale de sociologie, Settembre 1905). (r) Presso La Rivista Popolare. Prezzo L. 6; legato in tela e oro L. 8. Per gli abbonati L. 2,75. Per I' estero L, I in piÙ. (2) Sarebbe bene far sapere chi sono questi pre<lecessori, che abbiano risposto agli anglo-sassoni in base alla storia e alla statistica. _v. d. N..
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