Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 6 - 31 marzo 1906

146 RIVISTA POPOLARE intravvedevano e cioe: che quasi tutti i deputati socialisti in fondo inclinano al metodo del riformismo, che ha - lo sanno 1 lettori della Rivista -le nostre simpatie. Ma se i sindacalisti e i rivoluzionari capitanati da Leone e Sabatini• a Roma, da Mocchi e Lazzari a Milano, avevano scelto bene il momento e il pretesto dell'attacco generale, furono pero cosi violenti e cosi gauches nelle manovre, che dovettero finire in una umiliante ritirata. Infatti in una specie di conciliabolo segreto in casa di Walter Mocchi a Milano pare che sia stata decisa la immediata convocazione del Congresso, la scomunica del gruppo parlamentare socialista e la consegna del!' .Avanti! a loro o meglio ad Arturo Labriola, che della mossa pare che non era inteso. La direzione del partito si riuni a Roma ed in grande maggioranza si mostro favorevole agli insorti del partito socialista. Ma qnesti suscitarono vive proteste a Milano, a Torino, nell'Emilia, nella Lombardia, a Genova, insomma dovunque il socialista e seriamente organizzato anche tra molti che non erano entusiasti del riformismo e di Ferri. Sicche quando i rivoluzionari e i. sindacalisti di Milano dovevano dare l' ultimo assalto alla breccia aperta con tanta violenza e con tanta sgarberia, Mocchi e Lazzari, che dovevano venire a Roma a portare lo aut aut alla Direzione del partito, mandarono una lettera, eh' e una vera meschina ed umiliante ritirata, colla quale pel bene del partito, per mantenere l'Unione ( ! ? ! ) ecc. rinviavano la battaglia generale al prossimo Congresso. Cosi stanno Je cose in seno del partito socialista; ma cosi non potranno restare. E noi consci della importanza del movimento abbiamo pensato di farlo conoscere appieno ai nostri lettori con un articolo di Enrico Leone che rappresenta il sindacalismo rivoluzionario e con uno di lvanoe Bonomi, eh· e tra 1 più convinti riformisti. A loro la parola (1). La Rivista ( 1) L~ ragioni del riformismo con quella convincente semplicità e bonomìa , che lo distinguono sono state esposte da Oddino Morgari in un simpatico dialogo tra il Direttore dd Semp1·e avanti e un uomo disceso dalla luna.. Lo riprodusse r Avanti! di Roma. • • cr1s1 del rartito socialista Intorno a questa crisi, che tocca oggi la sua fase più acuta, si è oramai così scritto , così parlato , cosi « intervistato > che è difficile dire cose nuove. Mi sia concesso adunque di dare qui non nn giudizio, che per avventura potrebbe essere molto simile a qualcun altro dei tanti che sono stati pronunziati in questi giorni, ma sibbene una delucidazione, quanto più è possibile obbiettiva, dello stato di fatto del socialismo italiano, delle sue attuali tendenze e del loro vario convergere e divergere. È questo forse il modo migliore di soddisfare la curiosità dei lettori ed anche quelr eterna insoddisfatta che è la Verità. ♦ È noto che il Partito socialista porta entro il suo grembo capace ben tre « tendenze» o fazioni o parti politiche : i1 Centro , la Destra e la Sinistra. Volendo adottare una nomenclatura ormai ufficiale, si può dire che esso contiene integralisti, 'rifo1·misti e sindacalisti. Fra i primi (poichè i nomi proprii servono, meglio di ogni discorso, :1. caratterizzare le cose) spicca.no il Cabrini, il Morgari, il Rigola ed ora anche il Ferri; fra i secondi il Turati, il Bissolati, il Prampolini; fra gli ultimi Arturo Labriola, Walter Mocchi ed Enrico Leone. Vediamone ora i caratteri differenziali. I sindacalisti, che sono quelli che più divergono dal1' antica concezione del partito socialista, dovrebbero, per la stessa natura del loro appellativo, rappresentare la corrente schiettamente operaia, una corrente cioè materiata di sindacati. E che que::,ta sia l' aspirazione dei sindaèalisti è indubitato. Essi si proclamano ad ogni ora i rappresentanti genuini della classe proletaria; essi fondano le loro teorie avveniristiche sullo sviluppo delle organizzazioni operaie; èssi non riconoscono altra autorità che quella che emana da queste organizzazioni e quindi ripudiano il « partito » e anche il partito socialista, a cui muovono l'accusa di essere un vivaio di borghesi intellettuali. Fin qui parrebbe, dunque, che il sindacalismo italiano fosse un'importazione del t1·adunionismo inglese. Anche quello è un genuino movimento di classe, non è al le dipendenze di alcun partito, non ammette intellettuali borghesi, e fa direttamente la propria politica con elementi puramente operai. Ma invece il sindacalismo italiano non ha af · fatto i caratteri dell' inglese. Basta, infatti, osservarlo nella sua composizione e nei suoi condottieri: mancano gli operai e abbondano i professori e i filosofi, mancano i sindacati e abbondano i piccoli ce~acoli intellettuali. Ora questa contraddizione curiosa è dovuta ad un fatto che dà la chiave dell' enigma. Il sindacalismo italiano non assomiglia per nulla all'inglese (eminentemente riformista) perchè esso vuol essere rivoluzionario. Cerchiamo di chiarire questo suo rivoluzionarismo. Secondo il pensiero concorde dei Labriola e dei Leone -i due massimi pontefici della nuova dottrina-la lotta di classe va intesa nel suo significato più rigido ed assoluto.· Da una parte la borghesia, dall'altra il pro-- letariato ; la prima ha foggiato per la sua esistem.a leggi, abitudini, organi, istituti, il secondo foggia ora per la sua vittoria altre armi, altri organi, altri istituti. La borghesia ha il suo Governo, il suo Parlamento le sue scuole, la sua scienza; il proletariato ha le sue organizzazioni di classe: il suo (per usare il gallicismo di moda) sindacato. Tra gli organi e le abitudini del1' una e gli 0rgàni e le abitudini dell'altro non ci può . essere, non solo conciliazione transitoria, ma neppure rapporti di buon vicinato. Il Sindacato è l' eterno nemico del Governo, del Parlamento, della Legge, come il Governo, il Parlamento , la Legge sono gli eterni nemici del Sindacato. Ceci tue1·a cela. Da queste premesse teoriche derivano poi alcune applicazioni pratiche che occorre ricordare di passata. Per esempio: poichè lo Stato è , secondo queste premesse, l'organo per eccellenza della borghesia , esso va combattuto con lo stesso accanimento con cui lo combattono gli individualisti. Quindi la statizzazione delle ferrovie, l' avocazione delle scuole elementari allo Stato, l'Ufficio

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