144 R 1-VI S T A P O P O L A R E rispettare la legge e che dai loro colleghi vennero condannati a pene assolutamente irrisorie. Per Hervé quatfro anni; per gli ufficiali un giorno di carcere... col perdono! Noi sentiamo il dovere dt riprodurre sull'argomento il giudizio, che contemporaneamente hanno emesso J au - rès nel!' Humanitè (20 Marzo) e Turot nella Petite 're - publique (20 Marzo). Nell'articolo Egalité J aurès dice: Per avel'd i;ous'gliata la disubbidienza militare, He1·vé ba avuto quattro anni di pt·igione; per averla praticata, gli ufficiali di S&int-Servan hanno avuto un giorno di prip:ione. Questa ormai è la giurisprudenza. Quan·lo gli ufficiali danno lo esempio dell'indisciplina a profitto delle caste reazionarie o clericali, gli uffiJiali che li giudicano dichiarano che questo è un pecC'atuccio veniale .... Siamo intesi; e noi sappiamo ciò che valgono le declamazioni dei patrioti professionali, degli amici patentati della disciplina e dell'esercito Quando essi vanno ripetendo al popolo che la disciplina è la forza degli eserciti, quando essi proclamano che la patria è perduta se tutti i cittadini non sono, sotto le bandiere, gli esecutori docili e ciechi delia legge, ciò significa semplicemente che essi vogliono fare dell esercito lo strumento inerte dei privilegiati soci;.di e degli interessi d-i classe dei possidemi. .... Ma appena essi hanno gettato al vento queste grosse parole di disciplina, di obbedienza, di patria, eccoli che insorgono contro la legge e si rifiutano sotto lo sguardo intenerito dei superiori, di deferirli alla giustizia civile. Perchè si deve salvare un privilegio di Chiesa e mantenere, contro la volontà n,azionale legalmente espressa, il dominio clericale, non c'è più per quasti reazionari, p~_1q·uesti ufficiali, nè legge, nè disciplina, nè esercito; essi lacerane- la bandiera e insultano la patria. E altri ufficiali, loro giudici, assicurano loro una impunità trioufale; essi schiaffeggiano col loro verdetto la legge oltraggiata dalla ribellione. Sta bene; il popolo ricorderà queste cose. Saprà qual'è il senso profondo delle declamazioni reazionarie. I giudici militari hanno detto al popolo : o voi capitole1·ete dinnanzi alla chouannerie, alla reazione , o voi non avrete esercito ,,. .... Oseranno ancora parlaÌ·e innanzi al suffragio universale di disciplina o dì patria f Queste parole non significano per essi che il dominio brutale di una casta. La sfida lauciata alla Francia moderna dagli ufficiali della cho rAannerie, dalla reazione. e dai giudici loro complici , sarà senza dubbio pei cittadini, che si erano lasciati stordire dalle declamazioni militariste e clericali, un avvertimento e un risveglio. Grazie, signori! Henry Turot rincalza scrivendo degli antimilitaristi: Vi son-o oramai due categorie di antimilitaristi ... I primi souo dei civili che emettonrJ sulla disciplina militare delle idee assai sovversive, ne convengo. Ma la loro propaganda si limita all'espressione di opinioni che ciascuno può discutere a mvdo suo senza esserne particolarmente impressionato, i loro autori non essendo investiti di alcuna funzione pubblica, non disponendo di alcuna autorità e non avendo altra responsabilità se non quella di semplici cittadini, liberi di pensare e di scrivere. Gli altri, al contrario, sono degli ufficiali che non solamente rifiutano in servizio l'ubbidienza agli ordini dati, ma che pt·oclamano in piena udienza la loro ribellione contru la legge. Essi affermano il loro diritto di discutere, oppongono al dovere della disciplina i I grido delle loro coscienze e protestc1no con veemenza contro la passività chu si pretendeva esigere da loro. Essi aggravano la loro tesi antimilitarista colle ingiurie al governo e qualificano come un impresa da teppisti (a,paches) l'opera ad essi confidata delle autorità civili e dai loro capi gerarchici. I primi sono dei propagandisti collo scritto o colla parola: essi consigliano. I secondi sono dei partigiani della pl'Opa· ganda col fatto: essi agiscono. Quelli s'indirizzano solamente , al passante che un caso fe1·ma innanzi ad un manifesto. Questi predicano coll'esempio innanzi alle loro proprio truppe e vestiti dell'uniforme che dà tanto prestigio, essi i'nse11;uano ai loro uomini attenti che l'ohhed·en1.a passiva può ,:ondu1·re al disonore ti che la ù1sciplioa è una 111eoiogna sociale colitro la quale devono insorgere lè coscienze illuminate. Pèr gli uni anni di galera; pt'r ;::-lialtt·i no giorno di ~rigione col perdono! Nulla a-ggiu ngiam , del nostro. Il contrasto stridentissimo è nelle coRe; e tra la giustizia civile e la militari; è tra l'anti111ditarismo verbale dei liberi cittadini e l'antimilitarismo a fatti degli ufficiali. Tutto ciò serve, infine a confermare, che l'ufficialismo francese è clericale, è n:azinnario; ciò che si sapeva dal processo Drnyfus. E tutto ciò dimostra sempre più quanto in lispensabile sia in Francia nello interesHe della civiltà e della repubblica la lotta contro il clericali::1mo. ♦ La reazione in Russia ed in Ungheria. - Non abbiamo seguito da parecchio te111pogli avvenimenti di Russia e del!' Ungheria. perchè ci ~embrava cosa del tutto inutile ripetere variazioni sulla identica nota fondamentn.le: la reazione. Fummo soli, o qnasi, e fn:umo profeti - lo ricordiamo per ridestare un poco il_ buonumore di Ettore Ciccotti - , a non lasciarci illudere dalla annunziata imminenza di una rivoluzione trionfante. E noi che crediamo che !'-i debba and,ne troppo cauti nel fare previsioni politiche e s11cia!i_,-,nll'avvenire a riguardo del grande Impc'l'O de\l!Europa ecitrema fommo alqnanto recisi, più del solito, nel prevedere che la rivoluzione sarebbe manc,1ta. Non 1-1Ti1.mmop,erchè tenemmo conto delle condizioni econoiuiche, intellettuali, morali. demografiche ed etniche di q ud vasto conglonierato di 140 milioni di abitanti, che c0:;tituisce l' Impero degli Czars. Come avevamo previsto ci furono episodi tragici, eroismi ed impazienze di 8ingo,i individui e di gruppici fnrono molti,,simi episodi delle Iacqueries; ma mancò la rivoluzione non ostante il concorso rivoluzionario di molti reparti delii esercito e della flotta, malgrado il malcontento generale, e l' anarchia e l' inettit11dine o la complicità nelle truppe, tra i capi militari e tra. i funzionari civili. Oggi giornali e riviste dedicano articoli pieni di sorpresa sulla mancata rivoluzione in Russia; ma 110n e' è la menoma ragione a sorprendersi: ba~ta studiare le condizioni df>ll' Impero per convincersi, che rivolu zione vera non ci poteva essere. Ora la realta di tali condizioni più che agli Europei pare che sia ignota ai Russi - fatta eccezione di alcuni sommi come Struve, come Kowalewski e-1 altri pochi, la cui mentalità si è svolta all'estero e che ha.uno imparato a conoscere meglio il paese natio, guardandolo da loutano. I Rus8i rivoluzionari, socialisti e democratici, infatti s' iilusero terribilmeu te snlla propria forza e domandarono cento, g_uando non p:->tevano acqui::,tare dieci e dovevallo contentar::;i del poco clie ,Vitte aveva strapµato all' autocrazia µer poterlo consolidare prima e svolgere gradatamente dopo. L'intransigem~a e l'e3agerazicne dei rivoluzionari che volevano in Ru::isia. eh' è indietro almeno di un secolo agìi altri Stati di Europa, ciò che non hanno ottenuto ancora la Francia, l'Inghilterra, la Svizzera, gli Stati Uniti ridette tutto il prestigio e tutta la forza che pareva avea:se perd11ta alla reazione impersonata in Dournovo. E Witte? Pare che sia divenuto un satellite del triste reazionario ed è rimasto al µotere. Che cosa ci rei,ta a fare? Se resta per salvare q nel poco che si può del le concessioni del 30 0ttobre 1905 e del le successive strappate allo Czar, perdendo complétamente la popolarita, potrà essere giudicato benevolmente dalla storia ; ma se la sua azione non si esplicherà in tale senso egli verra confuso tra f<li opport1tnÌ;:,tl e i ciarlatani, che si mettono al servizio di chi vince, comun -
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