Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 6 - 31 marzo 1906

) . 156 R I V I S 'f A PO PO LA R E di benessere materiale , ma di dignità; e come avrei sempre preferito un popolo povero, ma repubblicano, ad uno ricco, di sudditi; e che quindi il caso Pantano, non aveva per me giustificazione! Troncando Ella la diAcussione, convenne, come , dal punto di vista dei principi , io poteva anche aver ragione; ma che tuttavia rimaneva ferma nel suo parere; e che avrebbe scritto, come di fatto scrisse, quella lettera. Ma l'opinione della Mario sul caso Pantano, non ha nulla a che fare, a mio credere, col mazzinianesimo. La Mario era, è vero, mazziniana ; non però per convinzione , o profondità di dottrina , ma bensì per quel fasc.ino che su lei aveva esercitato il grande apo• stolo dell' t.Jnità e del Risorgimento d'Italia, fascino afforzato dall'azione e dai sacrifici durati in. comune nell' opera del riscatto nazionale. Ed in qqesto senso, come la Mario, furono mazziniani tutti quanti con tri- . buirono , nonostante differenze di scuole , di metodi e di parti politiche, a comporre insieme le sparse membra d'Italia e costituirla, come è oggi, materialmente, ad unità. Ma da questo in fuori, l'azione della Mario e il suo pensiero politico sociale si differenziano da quelli del Mazzini, poichè men tre il pensiero del lVIaestro è un tutto organico , ben saldo e definito, quello della Mario, nonchè profondo, non fu neppure definito, astraendo da ogni considerazione d'ordinamento di Stato pur di ottenere riforme parziali d'i·ndole sociale e provvedimenti economici immediati. E di ciò fanno fede anche molteplici pubblicazioni della Mario. Questo ho voluto scrivervi , poichè se il fenomeno di un profondo mazzinismo che approva i rep11bblicani nel governo monarchico, potesse anche ammettersi fra i casi di patologia politièa, sarebbe sempre pericoloso per la educazione e la sincerità del carattere se arrivassimo ad alimentare il contagio col calore della poesia e dell'eroismo! LUIGI MINUTI Nota. Ho pubblicato la lettera dell'amico Minuti non solo per imparzialità e. pel riguardo dovuto ad un vecchio e benemerito combattente per la causa repubblicana come lui; ma anche perchè serve a chiarire la figura della l\1ario sul cui conto mi scrisse una lettera entusiastica e commovente la dotto1•essa -Sacchi-Simonetta (di Mantova), che si apparecchia a scriverne la vi'ta. Luigi Minuti çiimentica poi la mia osservazione sulla mentalità della Mario modellata su quella dei repubblicani inglesi; se ne avesse tenuto conto non avrebbe accus ,to d1 corifusio-;;,ismo l'indimenticabile arnica comune. N. C. Spettitnentalisrno soeiale La statistica della popolazionepoveraa Parigi Nella Revue politique et parlamentaire del rnese di febbraio è comparso un interessante articolo di Pierre Darlu sulla statistica délla popolazione povera a Pa1·igi, che noi crediamo utile di ridurre sia per la im portauza del fenomeno studiato sia pnchè è una prova dei progressi economici cbe si sono verificati sotto la repubblica. Il Darlu avverte opportunamente che i cambiatllenti legislativi e i metodi per raccogliere i dati statistici per distrib11ire i soccorsi hanno subito vari mutamenti e che perciò le notizie sni poveri nei diversi periodi, per circa un secolo, non sono rigorosamente comparabili tra loro. Queste notizie non sono complete, perchè si riferiscono alla sola assistenza pubblica e non a quella privata, più variabile della prima per circostanze indip.endenti dal numero dei poveri. In ogni modo esse servono sempre per dare un'idea approssimativa della distribuzione e della intensità della miseria in Parigi_ in varie epoche e nei suoi diversi quartieri. Lo studio è confortante nelle sue grandi linee perchè, contro il pessimismo di molti, prova che vi è enormemente diminuito in un secolo il numero dei poveri. Da un 1·appo1'tau Conseil génb·al des hospices sur les secours à domicile del mese di Fruttidoro anno XI, (1803) risulta che a Parigi sopra una popolazione generale di 547,416 abitanti il censi 1uento dava 111,626 indigenti, cioè più del 20 °10 • Nel 1905, quando Parigi conta circa tre milioni di abitanti, gli indigenti soccorsi non furono ch6 58,003. Si avverta. perchè il salto non sembri troppo grandioso che a partire dal 1886 la statistica stabilisce una di.::;tinzione capitale tra gl' indigenti propriamente detti, che ricevono regolamento dei soccorsi mensili e i bisognosi che per cause straordinàrie ricevono nn soccorso temporaneo. Di più dopo· il 1887 si contarono come indigenti soltanto i capi di famiglia e ·non si tenne conto del numero dei membri della famiglia socr.orsa. Ad ogni modo prima di queste due importanti modificazioni il numero degli indigenti che nel fruttidoro dell'anno XI era stato del 20 °/ 0 della popolazione lo troviamo ridotto a 6,29 °/ 0 nel 1880, al 5,91 'nel 1886. Era stato del 7,69 .q.el 1829 ; dell 1 8 nel 1835 ; del 7,14 nel 1847; del 6,10 nél 1850; del 5,41 nel 1861; del 6,18 nel 1869. Il numero totale degl' indigenti soccorsi negli u ltiwi anni fu il seguente : Vecchi e infermi Anni Totale 1896 1897 1898 1899 1900 1901 1902 1903 1904 1905 49,045 51,463 52,653 54,649 54,595 55,681 55,750 57,056 57,368 58,063 Pensionati fuori l'ospizio 3592 3579 3598 3580 3793 3768 406l 4661 5414 5548 Donnseole con famiglia 669 834 1091 1247 1416 1597 1623 1944 2408 2433 soccorsi per agione dietà 26,206 28,425 29,540 30,305 29,410 30,269 29 773 ' 30,596 29,354 29,859 soccorsi per infermità 18,578 18,625 18,424 18,917 19,976 20,647 20,293 19,855 20,193 20,163 · Come s1 può vedere , in un decennio c'è stato un sensibile aumento; ma siamo assai lontani dalle antiche cifre ed è enormemente aumentata la proporzione degli i rnmigrati, come si vedrà. È interessante vedere come si distribuiscono in Pang1 gl' indigenti secondo i circondari. ·-

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