Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 6 - 31 marzo 1906

154 R I V I S T A P O P U L A l\ E per diffondere errori ed eccitare sempre più g!i animi contro il dazio sul grano. In quale modo· 8e ne serva si può rilevare da uno di questi stelloncini pubblicato nel N.0 del 7 marzo. Egli colla gravità di chi fa nna profonda osservazione ed una buoòa scoperta seri ve : " Il Bollettino Internazionale della Borsa, pel mese di feb- " brzio, uscito in questi giorni, ci pone sott'occhio alcune " cifre degne di tutta la meditazione del nuov,1 ministro delle " Finanze, e specialmente dell' on. Sacchi che nel nuovo Mì- " nistero entrò recando nel suo bagaglio anche la p1·omessa '' di una riduzione del dazio sul g1·ano. ,, " La media del.le quotazioni sui prezzi del gr.mo ,1el feb- " hraio oscillò: a Londra fra franchi 21,5) e 22,25; a Berlino " tra 23 e 23, 75 ; a Vienna tra 23 e 24 ; a Parigi tra 23,25 e " 24,50; a Milano t1·a fra·1chi 25,75 a 25 50. ,, Non sappiamo se le cifre di qnesto Bollettino internazionale della Borsa, che non conosciamo, siano esatte. A noi sembra che la differenza nel prezzo tra Londra e Milano, ad esempio, sia minore di quella che suole essere; e la maggiore differenza dovrebbe far comodo al Ciccotti perchè gli darebbe agio a constatare che il dazio sul grano di L. 7,50 pesa sul prezzo in nna maggior misura di poco più della metà quanto è la differeuza dél suo Bollettino. In Francia, lo stesso dazio snl gran0 110n pesa più nè per la metà, nè per un terzo, perchè il dazio ha raggiunto lo scopo d'intensificare ed allargare la cerialicoltura in guisa tale che la prod11zione basta e talora sripera le richieste pel consumo. D' onde la concorrenza interna e la tendenza al livellamento dei prezzi col mer_cato mondiale; d' onde anche il tentativo di accordare un premio di esportazione di cui tanto si allarmarono j nostri agricolt.ori e che fu anche discusso in questa nostra rivista. Noi siamo sicuri che il dazio tra non guari avrà lo stesso risultato benefico in Italia: consentirà la coltivazione del grano su larga sc~la col tornaconto dei produttori e contenterà i consumatori pel ribasso dei prezzi. Questo primo punto dello stelloncino è assai mauchevole, e vogliamo sperare che la manchevolezza non derivi da malizia. Il prezzo del grano non si può rilevare in Italia soltanto da quello del mercato di Milano. Eccone la facile p1·ova. Nel sessennio 1873-78 e nel s11ccessivo 187~-84 il prezzo di un q 11 in tale di frumento fn rispettivamente di L. 32 e 27,05 in Piemonte; di L. 37,01 e 29,32 in Liguria; di L. 31,88 e 27,28 in Lombardia. Invece negli stessi due sessenni fu di L. 29,36 e 26,61 nelle Marche; di L. 28,37 e 26, 13 negli Abbruzzi e Molise; di L. 28,18 e 26,91 in Basilicata; di L. 29, 77 e 26,94 in Calabria ec. ec. Non è, dunque, esatto il paragone dei prezzi tra l'Italia e gli altri paesi desumendolo da quello di una sola città o di una sola. regione; è tanto più inesatto il paragone in quanto che il mercato di Londra segna sempre il minimo prezzo perchè è il porto della massima importazione. Il prezzo del mercato di Milano non è affatto regolatore dei prezzi dell'intero mercato italiano. Abbiamo ricorso ai confronti pei prezzi dei sessenni 1873 78 e 1879-84 di proposito, perchè allora i prezzi erano altissimi - assai più alti che oggi non siano, mentre i salari erano più bassi e di molto-, non e' era dazio sul grano e la protesta dei consnmatori non si faceva sentire. . Per la. causa dei consi1matori e delle classi lavoratrici in ispecie ha poi speciale importanza il prezzo del pane più che quello del grano. A mostrare quanto scarsa .e quanto diversa sia l'influenza del dazio sul prezzo del pane togliamo queste istruttive notizie sul prezzo del pane di 2a qualità- su per giù le proporzioni rimangono le stesse per quello di 1 a o di 3a qualità - dal Bollettino del ministero di ag1·icoltura indu • stria e comme1·cio ( 15 febbraio 1906) che abbiamo sottomano. Prezzo· del pane di 2a qualità per _chilogramma in Piemonte: Torino 40 centesimi e Novara 29; in Lombardia: Sondrio 37 e Como 28; nel Veneto Padova 44 e Udine 36; nell'Eu1ilia: Ferrara, Bologna e Ravenna 40 e Piacenza 28; nel Mezzogiorno continentale Napoli e Benevento 30, Potenza 24 e Cosenza 25; in Sicilia : Messina 38 e Catania e Siracusa 30. Queste differenze valgono nè più nè meno a confermare la precedente o::;servazione e insegnano che tra il prezzo medio più alto di sei città del Veneto--39 centesimi sempre pel pane di 2a qualità-e quello più basso di sei città del mezzogiorno adriatico - 29 centesimi -- e di altre sei città del mezzogiorno mediterraneo - 25 centesimi -che sono i più bassi c'è la bella differenza del 25,64 °1 0 e del 35,89 °/ 0 • Da questi dati non risulta chiaro che e' è da ridurre uotevolmente il prezzo del pane nelle regioni che più si lamentano del suo prezzo elevato senza abolire il dazio sul grano? Ciccotti scrive da Venezia dove il pane di 1 a e 2a qualità costa 43 e 39 centesimi; forse egli seri verebbe diversamente da Potenza, la sua terra natia, dove rispettivamente costa 28 e 24: centesimi. Ma Francesco Ciccotti fa altre scoperte terrificanti, che devono fare allibire i buoni lettori dell'Avanti I e trascinarli all'odio contro l'abborrito dazio sul grano. Sentite .... e sbalordite! " Nou basta, dice lo stelloncino dell'Avanti! Dall'America " sono in v aggio verso l'Europa 86 mila tonnellate di grnno, " delle quali 40 mila destiuate all' Inghilter1·a, 22 mila alla " Germania, 15 mila alla Francia, e il resto, 9 mila tonnellate, " alt' Italia. ,, " Ciò vuol dire che la nostra barriera protezionista è co~ì '' alta e massiccia contro la impol'tazione di grano, ehe i " produttori di esso, in Ame1·ica, ormai ne dirigono la quasi '' totalità negli altri paesi d'Europa. La quale circostanza " certo arrecherà molta gioia ai nostri 10 mila produttori medii " e grandi di grano d'Italia, m-t è u1tct ragione di salasso " maggiore per i nostri milioni di consumatori , consegnati " mani e piedi legati alla voracità parassitaria dei protezio- " nisti .... protetti. ,, Non è chiaro? li dazio irnpedisce l'entrata di grano in Italia! Addos80 al dazio, adnnq ue ! add0sso ètgli affamatori !... Adagio, adagio caro signor socialista. Anzitutto vorremmo domandarvi : non vi è accaduto quaJche altra volta, proprio a voi stesso, di aver condannato il dazio sul grano pcrchè si è mostrato impotente a raggiungere lo scopo, quello cioè di allargare e intensificare la coltura del grano e di aumentarne la produzione? E non vi è accaduto di dimostrare tale impotenza collo aumento considerevole della importazione del· frumento? In attesa della risposta che forse non verrà, ricordiamo che eono numerosi ed autorevoli i liberisti che combattono il dazio sul grano precisamente perchè esso fallisce allo scopo: quello di aumen. tare la prodnzione ; e ciò provano precisamente ricordando l'incremento continuo della importazione. Perciò un nostro buono amico, Leonardo Scialabba, scriveva per lo appunto nello Spettatore del 7 gennaio: " Non si può negare che questo àazio di entrata costituisce " un cespite non indtlferente dell'erario; sono da t1·enta a " quaranta milioni all'anno con una tendeuza costante all'au- " rnento; noi, nondimeno, ci permettiamo di dissentit·e dal " Colajanni circa l'efficacia della funzwne protettrice che si " raccomanda a qnesto dazio doganale di entrata ed un ele- " mento di dubbio ce l'offre, appunto , il costante a,umento " dell' entrata, che suppone , per lo meno , una produz iorie " indigena cristallizzata, vale a dire, una stasi nell' iucre- " mento capitalistico della grauicultura. ,, All'amico nostro ri::3ponderà altra volta di proposito il nostro Direttore con un apposito articolo in cui gli dimostrerà che non è vera la cristallizzazione della produzione indigena. Sin da ora , però. perchè egli si corregga - lo sappiamo tanto colto q11anto onesto e

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