Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 5 - 15 marzo 1906

RIVISTA POPOLARE 135 Grande attesa nel sempre movimentato mondo scolastico per la legge sullo stato economico dei professori dalla quale dovrebbero derivare - se il Senato la approvasse come l'approvi'., la Camera de' Dt!putati - molte radicàli riforme. Ma il Senato non intende, a quanto pare, di restringere questa volta l'aziont: sua a ratificare : vuole, invece, 1 ifar tutto, rimandar tutto alla Camera. La presenza al governo dell' on. Credaro fa sperare - così, per ·l!Sempio, pensano anche la Tribuna scolastica di Milano e la Staffetta di Torino - che si finisca col far passare la legge integralmente. C' è anche ehi assicura che l' on. Boselli poserebbe ·sulla legge stessa la questione di fiducia. Ma c' è anche chi crede poco all' una e ali' altra di queste voci : e forse si regola molto bene a crederci poco. ♦ Fer,-onio (Prof. Ferruccio Ferroni, regio ispettore scolastico di Firenze), scrittore coi.ì simpaticamente noto nel gran pubblico scolastico, dedica a me umile sottoscritto un bellissimo articolo nell'ultimo numero de' Diritti dal titolo Melanconie scolastiche. E la voce d'un onesto uomo di spirito, profondo conoscitore della Scuola, cui l' esperienza e le molte delusioni tolsero quasi ogni fede nell'avvenire della nostra povera scuola elementare. Animo, amico Ferronio, animo! Spc:riamo che non invano 1' on. Credaro togliesse a motto ispiratore del forte discorso, denso di rivelazioni e di pratici voti, eh' egli pronunziò alla. Camera nel luglio del '901 la grande affermazione di Giulio Simon : - « La na 1 ione che ha le migliori scuole è la prima << narione del mondo:se non lo è oggi, lo diventerà domani». Speriamo bene, amico Fen·onio: ne abbiamo il dovere e, forse, un pochino anche il diritto. (Roma) FRANCESCO ALTEROCCA ~IVI.STA l)ELLE ~IVl.5TE Pedro Dorado: Degli Esami. Effetti d'Io dole morale. - Gli esami non cagionano soltanto danni d'indole pedagogica , ma anche danni d'indole morale ; e questi ultimi sono numerosi. Specialmente la falsità, la menzogna, la vanità, la venalità e le azioni disoneste trovano qui un terreno molto adatto al loro sviluppo. L'esame è un poderoso fomite d' immoralità, non tanto per gli alunni quanto per i padri ed i maestri. Anche in materia d'esami, il fine giustifica i mezzi; ed il fine consiste nel carpire l' approvazione o << la buona nota n. Quanti inganni per raggiungere lo scopo! Padri, perfettamente convinti dell' ignoranza dei prop1 i figli , fanno l' impossibile, perchè essi siano approvati; e considerano come una disgt azia la riprovazione, non perchè possa significare incompetenza nel ragazzo, chè di questo non s1 danno pensiero; ma perchè cagiona una maggiore spesa. Per evitare questo malanno si ricorre a tutt 'i mezzi, tra cui principalmente la raccomandazione. Rarissimo è l'alunno che si presenti all'es~me senza la sua brava raccomandazione, perchè sia promosso, se non sa nulla; e se sa qualche piccola cosa, perchè gli si dia una nota anzi che un 'altra, per contentare la mamma o la zia, o per umiliare il suo rivale Tizio o la famiglia di costui, nemica ed emula della sua. Perchè c'è anche questo. Spesso i padri e gli altri parenti eccitano i ragazzi ad ottenere una nota mi-- gliore del suo compagno; onde spesso queste gare tra studenti cagionano antipatie ed inimicizie tra le loro famiglie, le quali non soffrono in pace che lo scolare della famiglia di fronte .ottenga ali' esame risultati migliori. Le raccomanJazioni rappresentano una parte così importante in lspagna che· un Direttore generale della Pubblica Istruzione, che era insieme professore di Università, Don Vincente Santamaria de Paredes, tempo fa emanò una disposizioni! 111tesa ad impedire !è raccomandazioni. La disposizione vige ancora, ma nessuno ci fa caso. Ma come la raccomandazione , per sè stessa illecita , non sempre riesce efficace; alcune, anzi spesse volte si ricorre aJ altri mezzi, tanto o più illeciti di essa. Non mancano inganni e arti di scrocconeria, insinuazioni dolose , proposte che dovrebbero far vergogna a chi k fa e che non sempre sono respinte; astuzie, maneggi e compromessi· di cattivo · genere. Non parlo a caso, sono cose che ho viste e che spesso ho sofferte. Ma quando i padri, i parenti, tutori e gl · incaricati degli alunni abbiano ottenuto per essi la nota desiderata, si guar-- dano bene di manifestare i procedimenti seguiti; però non na - scondono la nota, e tanto meno dicono, qualora non si tratti di falsa modestia., tanto comune oggi, che essa è stata immeritata. Invece presentano il .. ragazzo come un portento, specie se ha ottenuto le note di u notevole >) od ~ ottimo n. Se poi gli hanno concesso qualche diploma di onore (Dio sa come!), allora è cosa da perdere la testa. Padre e figlio fanno la ruota come pavoni, quasi sempre più il padre che il figlio. Che grande soddisfazione poter mostrare, come in uno spet tacolo di fiera, un figlio-o anche diversi-che pur essendo sciocco, sia baccelliere a 1 1 o 1 2 anni, o dottore in una o diverse discipiine, e con « brillantissimo· >> esito per giunta, a 1 7 o 18 anni. E' il non plus ultra! Se- cosi si comportano i padri, e spesso anche i professori ufficiali, che faranno i direttori e i maestri dei collegi privati, i quali non son altro che veri industriali? A che lamentarsi? Essi danno quello che loro si chiede. Si vogliono note, e note danno, e si fanno in quattro per darle. Non possono naturalmente occuparsi dell'insegnamento; ma solo si preoccupano deU'esito degli esami; onde è inutile ogni declamazione contro i collegi o le accademie, quando essi, sui giornali, anticipatamente garentiscono l'esito con pochissimo lavoro , in poco tempo di preparazione e per poco denaro. ( 1) Del resto tutti si fanno la teclame, ed è giusto che se la facciano anche i commercianti e gl' industriali in esami e titoE. Essi in fondo dànno quello che loro si chiede, come i giornali che pubblicano, avvelenando il pubblico, lunghe rela~ zioni di delitti e rc..manzacci sensazionali. Che cosa si chiede ai collegi privati? Semplicemente che agli esami si riesca con buone note; onde i direttori, nei cartelloni, non mettono, come:: fa, per es., la Instituclon libre de ensenan 1 a. « Qui s' insegna il meglio possibile, senza pensare agli esami o alle note n; ma scrivono invece: « Questo collegio o accademia ottenne nelle ultime ses~ioni tanti ottimi, tanti diplomi di onore, tanti notevoli, tanti ap provati ... e nessun riprovato >). A che lamentarsi, quando non si eliminano le cause? E che cosa deve far la gente, se non lasciar che « la palla rotoli » e « mettersi all'intorno », ovvero, dolersi si; ma trarre frattanto il maggior profitto possibile dai mali presenti, come consigliava El Liberal. Ma ci sono danni maggiori. Gli alunni diventano, come s'è visto, quasi in modo inevitabile, vanitosi, falsi e ingannatori. Per sfuggire il lavoro e guadagnare al più presto il loro titolo, sono capaci Ji fare miile imbrogli, più che mai censurabili. (1) Uno dei più diffusi giornali di Madrid recava il seguente annunzio: Agli studenti. L'intero corso di Diritto in venti mesi. Tutta la preparazione senza necessità di testi; per ogni gruppo di tre materie, 50 pesetas, elle si restituiscono ove non si sia approvati. L'annunzio, che non è da pigliare come cosa rara, ma come sintomo di uno stato generale, è molto espressivo.

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