Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 5 - 15 marzo 1906

) RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Hirettore: Prof. NAPOLEONE COLAJA.NNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese I t,alia : anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero : anno Iire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: Corso Vittorio Emamiel<', ·,i. 0 I 15 - NAPOLI Anuo XII - Nnm. 5 ABBONAMENTO POSTALE Uoma, 15 Marzo 1906 SOMMARIO: Noi:• Gti avvenimenti e g·li nomin1: (Jessie White vedova Mario - I primi effetti della legge per Napoli - Il Re negriero e il modello dei Re costituzionali - [l Nord e il Sud ... in Germania). - La Rlvlsta: Il programma del Ministero Sonnino - Dott. NapoleoneColajanni: Ad un mio accusatore - Sperimentalismo sociale (L'aumento delle spese pubbliche e militari) - Carlo De Angelis: Le ingiurie dell'ignoranza - Notizie statistiche internazionali - Georges Blondel: Latini ed Anglo Sassoni di N. Colajanni - Prof. U. Ricci: A proposito di un libro di economia politica - FrancescoAlterocca: La Scuola e la Stampa -- lti vista <lelle lt1 viste: De~li esami. Effetti d'inJole morale (La Lectura)-- John Burns, il ministro l:.ivoratore (,Vi11eteenth Cont111y) - Nota discordante sulla vittoria liberale inglese (Il Regno) - Le pensioni operaie in Francia (Economista di Italia) -- L'arbitrato e la Pace. Cause ed effetti (La Vita Interna 1ionale) --· li partito del lavoro, le sue finalità, la sua politica (National Review) - li pericolo tedesco (Engineering Maga 1ine). GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI JESSIE "'WHITÈ VEDOVA MARIO La bnona, la forte, l' eroica donna si è spenta a 74 anni il 5 ma, zo scorso nella sua modestissi111a ahi tazic,ne in Firenze Via Romana 125. La coucbbi vt->nti- . . e 111que anm or sono nella reùazione della Lega della Demo• crazia in Homa; e d'allora in µoi la no stra amicizia. fu intima e ininterrotta. Della vedova Mario dal _punto di vista. italiano e democratico dissi ràpidamente nelle pagine c~e le consacrai, q11as1 come pre.sen- ~azione dell· importantissimo s 10 scritto sulla spedizione di Sapri (L'ultima delle catast1·ofi, che p1·eparono il trionfo), che venne pubblicato nel numero unico consacrato dalla Rivista popolare (N.i del 15 e 30 Giugno 1905) a.I centenario di Giuseppe Mazzini ; e non vo ripetermi. Piuttosto spigolerò nei giornali politici di diversi colori dati biografici e giudizi , aggiungendo in ultimo qualche notizia più esatta sulle sue tendenze e Sili contrasti con Alberto Mario, che furono singolarissimi e sotl 1 -! l I ... l . l to corti aspetti assegnano alla donna anglo-sassone italianizzata la superiorità. J essie White era nata a Gosport in Inghilterra il 9 Maggio 1832 da un modesto armatore ma uomo di ingegno non c~ une e di princip1i liberali, che diede alla diletta figliuola una educazione e un' istruzi )ne superiore. Quando la sventura venne a battere alla porta di White, J essieseppe far tesoro dell'unica ricchezza che le rimaneva e che niun colpo di fortuna poteva toglierle , la coltura della mente e un cuore palpitante per ogni causa bella e giusta. I dolori d'Italia e l' esilio di Giuseppe Mazzini commovevano allora le classi colte inglesi e la White ne fu infiammata di pietà e di sdegno . Studia va essa medicina e chirurgia e quando Garibaldi l'infermiera dei miei l' ebbe veduta, le disse: e Sarete feriti nelle prossime battaglie >. Era allora il 1854. Tre anni dopo J essie, che

114 RIVISTA POPOLARE aveva con discorsi e conferenze diffnsa nell'Inghilterra e nel la Scozia la conoscenza della questione italiana, giongeva in Italia per cooperare ai preparativi della spedizione nel Napoletano con Pisacane. Coinvolta nella cospirnzione genovese fu trattenuta in carcere. Fu precisa mente nelle carceri geno~esi di S. Andrea, ora in demolizione, che ella conobbe Alberto Mario; nei lunghi ozi della prigionia presero a scambiarsi lettere intorno alla letteratura e alla storia d'Italia; e tra le invo• cazioni alla libertà sbocciò il loro amore, che li strinse in vita e in morte. Appena liberata fece ritorno a Gosport , ove sposò Alberto Mario. Ma nell' anno seguente compiendosi le profizie di Garibaldi ella fu l'an - gelo consolatore dei feriti nelle battaglie del '60 e in tutte le altre spedizioni garibaldine sulle balze trentine, a Mentana, nei Vosgi fino a Digione. E fu arnmirata non solo per l'abnegazione, per la pietà e per le elette doti femminili, ma anche per un coraggio più che virile. Nella campagna dei Vosgi la J essie raccolse le salme di Giorgio Imbriani e di Giuseppe Cavallotti. Sulla campagna dei Vosgi occorre questa particolalarità. Mario, memore di Mentana non volle seguire . Garibaldi ; la J essie più generosa corse in Francia non solo per seguire come sempre il Garibaldi; ma anche perchè nella lotta contro la Germania vedeva la difesa della repubblica e della libertà. Dalla sua campagna dei Vosgi, di cui disse nei Garibaldini in Francia trasse questo insegnamento che consacrò in tale libro e che deve riescere tanto gradito a noi italiani: « Riguardando la campagna nel suo complesso, parmi un gran bene per l' Italia che gl' italiani, i quali si stimarono sempre da meno dei francesi, 8iensi provati al loro fianco su terreno esclusivamente francese, abbiano maneggiato lo chassepot contro il fucile ad ago, operando ben altre meraviglie che quelle di Mentana contro i catenacci dei garabildini. . e Confesso che se dapprima amavo gl' italiani, e ne ammiravo i perseveranti sacrifici e il valore per riuscire alla emancipazione della patria, la generosità che spingevali a combattere a favore della repubblica in Francia, la loro pazienza nel soffrire le privazioni d'ogni genere, il substrato di buon senso e l'inalterabile buon umore, che li salvò dal naufragare fra gli elementi dissolventi on1tt'erano circondati, e sopratutto l'altezza di animo colla quale soffersero la ingratitudine dei francesi, m1 destarono un sentimento d{ profondo rispetto per essi, e ferma fede nel glorioso av~enire della loro nazbne >. Donna gentile ed eroica, ella - pur serbando un'immutata devozione alle dottrine e ai propositi di Maz zini - militava intrepidamente sotto l' insegna d'Italia e Vittorio Emanuele, fedele compagna anche in ciò al marito, che, federalista e repubblicano, seguiva la formula.: l' unità prima e la libertà poi. Quando le armi tacevano , scorreva la penna. Ella fu la costante collaboratrice di Alberto Mario, che anche morto fu p1esente al suo cuore, e scrisse numerosi articoli e libri in italiano e in inglese per onorare gli autori o le opere del nostro Risorgimento, come la biografia di Garibaldi, di Mazzini, di Cattaneo. Temperamento di giornalista, non le era però ignota la dura fatica della lima e la meditazione , che costa il libro ; perciò non sembrano esagerate le lodi che di lei scrissero Mazzini e Giosuè Carducci per non dir dei minori. · Dieci anni fa aveva accettato la cattedra di letteratura inglese all' Istituto superiore di Magistero femminile di Firenze. I soliti botoli ringhiosi gridarono all'apostasia. Ma anche insegnante la Mario dette nobile esempio di diligenza e di abnegazione e negli ultimi mesi benchè indebolita nella salute mal ferma non voleva abbandonare le sue dilette giovani. Jessie White non posava µn istante, era la negazione aell' inerzia e quando non assisteva moribondi e feriti sui campi di battaglia, quando non visitava tuguri, miniere, ergastoli, scriveva e seri veva, corrispondenze ai giornali e alle riviste d'Inghilterra e del Nord America e libri. Es5a scrisse la VitaJ di Giuseppe Mazzini, La Vita di Giuseppe Gm·ibaldi, La Vita di Gu - stavo Modena, La Vita di Agostino Bertani, La Vita di Giovanni Nicote1·a oltre quello citato.sui Gm·ibaldini in Francia- Curò la pubblicazione di alcuni scritti di Carlo Cattaneo; insieme a Carducci aveva iniziato Ja pubblicazione e il riordinamento di quelli del suo diletto Alherto. Sono di grande interesse: La miseria a Napoli (lettere primitivamente pubblicate nel Pun: golo)- uno dei primi e vigorosi gridi di allarme sulle condizioni spaventevoli della grande e bella città, che visitò per consiglio di Pasquale Villari -, uno studio sul Domicilio coatto e sulle Zolfa1·e e sulla vita dei zolfatari in Sicilia, che pubblicò nella Nuova Antologia. Essa amava moltissimo la Sicilia e vi tornò spesso per studiarne le condizioni ; s' interessava alla quistione del latifondo. Nel 1892 era raggiante di gioia perchè potè constatarne i progressi nella Esposizione nazionale di Palermo. E vengo al punto più caratteristico: ai suoi rapporti con Alberto Mario. La J essie lo amava, lo idolatrava; e bisogna averla vista negli ultimi tempi della terribile malattia , che rapì ali' Italia ancora nel vigore degli a11ni il gentile cavalie're della Democrazia, con quanta cura lo Hssisteva ! Ma J essie White e Alberto Mario erano profondamente diversi , in certi punti antitetici. Il contrasto cominciava nell'aspetto fisico: Mario era bello nel senso vero della parola e di una gentilezza sq11isita, quasi femminea, come dice l'Italico; la J essie era piuttosto d'ingrato aspetto, a tratti angolosi e con occhio grigio d' onde traspirava la volontà ferrea. La Jessie era mazziniana ardente e unitaria intransigente; Alberto seguiva Cattaneo e Ferrari ed era federalista logico e convinto ; le tendenze e la coltura della J essie erano essenzialmente moderne; la coltura di Mario era so• pratutto classica - d' onde l'amicizia e la simpatia, che strettamente lo legavano a Carducci, che gli consacrò una magnifica epigrafe ; la J essie era portata a preferenza agli studi sociali ; Mario a quelli politici o letterari: era un antisocialista ed un individualista fanatico. Ricordo che nelle nostre amichevoli conversazioni una sola volta riuscii a scuotere la sua fede sull'individualismo: qu.ando gli ricordai l'evoluzione, che aveva subito il pensiero di Stuart Mili, pel quale aveva una sconfinata ammirazione, e che poteva rile . varai Jai Frammenti sul socialismo e dall' Autobiog1·afta; la J essie era indulgente verso Crispi e non ne negò mai le benemerenze patriottiche e l'opera legislativa; Mario n'era critico spietato e talora ingiusto (l); in fine mentre Alberto Mario, pur consigliando ai repub blicani di entrare in Parlam~nto e prestarvi giuramento si mantenne sempre intransigente ed eletto a Noto non volle accettare il mandato, _Jessie White, invece, non solo consigliava l'accettazione, ma desiderava che i repubblicani avessero accettato il potere pel bene del paese. Essa diffidente dei letterati e dei poeti non spe• rava molto in Cavallotti, benchè ne preconizzasse sicuro l'arrivo al potere. Più volte mi scrisse raccomandandomi calorosamente d' indossare la livrea di ministro della monarchia e negli ultimi giorni di sua vita mi mandò (1) L'Italico (Primo Levi) che nella Tribuna dedicò un bell'articolo alla White ad un certo punto accennando al suo sp;rito battagliero dice: "nella stampa ella non fu forse senza influenza su qualche atteggiamento che parve rendere, ad istanti, Alberto Mario meno equanime che per natura non fosse, e fu forse il suo spirito volontario in qualche accentuazione di quella Lega della democrazia su cui Alberto Mario mori,,. Egli s'inganna. L'azione della White fu sempre moderatrice; specialmente per quanto si riferisce a Crispi.

RIVISTA POPOLARE 115 questa cartoJina di vera attualità, che trascrivo integralmente nel la sua forma lJOCO italiana - i suoi libri erano sempre corretti da qualche italiano: 19 Febbraio - 125 Via Romana e Amico carissimo ".Il vostro. giornale (La Rivista popolare) non mi ~ gtUnge e m1 preme leggendo i brani dell'articolo di e (sn) Pantano. Io sono lieta per la sua accettazione. e E' un merìt0 di più di Sonnino averlo chiamato; e seg~o che S. S. è serqpre . . . • . . ( 1) alla quistione e soCJale.come lo è semp1·e stato. Ora ha le mani libere. e Vedrete vedrete! Purtroppo mancano i soldi, ma·un « po Hlla volta si può fare ..... (2). Credo in P. Credo e fermamente in Sonnino e anche in Sacchi. Se non fossi e malata scriverei. Sono in debito pel giornale? • La cartoliua non è firmata ed ho dovuto mettere io-- io che no~ sono forte in punteggiatura! - i punti, le virgole e gh accenti. Non arrechi ad alcuno sorpresa questo modo di vede.re ~ella J essie W?ite rispetto ai rapporti dei repu bbhcam colla monarchia: essa era una inglese· e conservava la tradizione dei repubblicani Cowen e Stansfleld che furono ministri della regina Vittoria ' E chiudo senza aggiungere nul1a di mio in onore di Jess:e White Mario; ricordo solo che essa fu amata da tutta la falange gloriosa degli uomini di azione; che fu ammirata da Giosuè Carducci e che di essa Aurelio Saffi scrisse: « Fu ammirabile in quel generoso movimento di gente straniera in favore della patria nos_tra, una giovane e'gentil donna inglese, che le gesta di Garibaldi, la fama di Mazzini e i dolori della nostra terra i~f~lice, mossero sin da quei giorni a torsi dal modesto ntiro della casa paterna, per propugnare colle parole e colle opere, sulla scena del mondo, la causa del nostro riscatto. Coscieuziosa, austera, eloquente nell'assunto uffici<>f,ervida della fede nel Vero che spira va da ogni sno accento, vestita di gentile. alterezza nella prestante persoua appariva come ministro di un dovere da compie~e a quanti la_ve~evano e udivano, fra popolo usato a rispettare la d1g01tà della donna, e a riconoscerla capace d' ispirazione e consi~lio anche nelle pubblirhe cose •. . Il .sno modesto carro funebre fu segnito da quanti 111 Firenze nutrono sentimenti democratici e italiani. Pasquale Villari che la conosceva da oltre trent'anni l'amava e l'apprezzava altamente , pronunziò sul su~ feretro un breve ed eloquente discorso, che fa onore all'uomo ed è degno della illustre donna, cui l'Italia deve serbare duratura riconoscenza. N. C. L' amico Luigi Bertelli mandandomi la bellissi~a .fotografia della J essie White vedova Mario l' accompagna~a con questa Jettera, che completa ciò che a me scnveva la compianta amica prima di morire. Firenze, 13 marzo 1906. Cai-issimo amico, Gigi Minuti mi disse di trovarti un ritratto della Mario e io tti lo n ando. È fatto dal MÒntaboue, è recente ed è, come vedrai, somigliantissimo. Quanta lealtà in quella fronte e quant-' energia in quegli occhi e in quelle labbra ! Ella fu un uomo d'azione come pochi lo furono ; perchè Ella, così profondamente mazziniana, arrivò ad approvare i repubblicani ntil governo mo-.;,.archico dov/3, poco o molta, pur dovevano svolgere una certa azione in pro' di una qualunque pHte del loro antico programma! E tu che hai cosi nobilmente scritto intorno al caso Pan- (1) Qui c'è una parola illt1gibile. N. C. (2) Altra parola illegihile. Le parole m corsivo sono sottolineate nell'originale, N, C. tano (del qu..i.le creu•> si possa anche doltlrsi, ma non farne la solita indecente g'azz..r.rJ. che rivela quauto volgo vi sia ancora nelle prime Ole del popolo!) puoi dire che Jessie Mario negh ultimi gior:ii di sua vita stava appunto scrivendo per uua rivista inglese nn articolo sulla partecipazione di Pantano al ministero Sonuino, articolu nel quale giustificava e comprenùeva il Pa11tau1> co .ntl uomo desideroso di ,,zione e stanco di chiacchiere. Saluti affettuosi dal sempre tuo Luigi Bertelli ♦ I primi effetti della legge per Napoll.-Rico~·d~ranno i. le_ttorì le ~ost1:evivaci ri~poste ai pessim1st1,.che _dichiaravano 1~ut1le_la legge 8 Luglio 1904: pel r1sorg1mento econo:u1co d1 Napoli e che accecati dall' ira partigiana con una inaudita leggerezza arrivarono a proclam.arla sinanco una legge truffa. ; e ricorderanno altres1 che la leg:{e,suddetta mirava essen zialrnen te all~ ind U8trializzazione della bella Partenope. La esecuz10ne della legge è appena al suo inizio ~ppena_ un a?no e mezzo dalla sua promulgazione ; e 1 lavon per il trasporto della forza elettrica del Volt~rno, che,· seco_n~,, la :;~piente e patriot.tica campagna d1 Francesco _N1tt1, dev es:;ere la leva principale per la trasfo~maz10ne non sono neppure cominciati· Ciononostante, m forza della azione delle semplici esenzioni d' ~ml?osta fondiaria e di ricchezza mobile per i nuovi op1fic1e per la ~senzione doganale per lo materie prime e per le macchine che devono servire alle industrie si_.so~o gi,à ~ttenuti ris1iltati veramente meravigliosi: C10 s1 puo rilevare da questo brano di una lettera éortese del Sindaco Marchese Del Carretto ali' on. Colajanni che questi comunicherà al R. Isdtuto di incoraggia~ento e .d~ cui stralciamo il brano seguente: • «. Gl m_du~tr1ah_ha1~noprecorso i provvedimenti uffi. e1ah e già il territorio che costituirà .la zona aperta è oc?~pata _p~r oltre 500,000 metri quadrati si.JI,per stabilimenti m costruzione , sia per acquisti di suoli già fatti. Pr~valgono tra le nuove industrie, con grandiosi impianti, le tessili. I più importanti tra gli stabilimenti che. prendono sede nella zona aperta sono quelli della soe1età f:ombarda-napoletana e della Ligure-napoletana, entrambi per tessitura e filatura, i quali daranno lavoro ad_ol~re 3000 operaie, il setificio Sinigallia , lo zuccher1fic10Valsano che ha abbandonato lo stabilimento esistente presso la Stazione di Segni e ne ha già costruito Ù.n altro maggiore nella zona aperta, la fabbrica di conserve alimentari della Ditta Bevilacqua, le grandi officine della Ditta Diatto e Benvenuti per la costruzione dei carri ferroviari, alle quali e ad altre simili che potranno sorgere, è assicurato lavoro dalle dispo• sizioni dell'articolo 16 della Legge. Sempr~ nella zona aperta, l' ex stabilimento Guppy, ora .Miani e Silvestri, ha largamente ampliati i suoi imph.nti con conseguente accrescimento della mano d'opera. Altri stabilimenti di minore importanza, inoltre, vanno sorgendo. Sono state presentate al Comune oltre 50 istanze per concessione di suolo nella zona aperta e ad esse sarà provveduto non appena il Comune ste.,so, ottenendo il decreto di pubblica utilità, sarà in grado di espropriare i suoli tuttora liberi della zona medesima, avvalendosi delle disposizioni dell' articolo 13 della legge 15 Gennaio 1885 pel Risanamento di Napoli, per le quali l'indennità dei proprietari ~arà determinata sulla media del valore venale e dei fitti coacervati del1' ultimo decennio •. Tali disposizioni sono applicabili al caso presente giusta l' art. 6 della legge per Napoli. Da.Il' esposto appare chiaro che l'estensione della zona aperta si addimostra inferiore al bisogno e sorge quindi la necessità che le industrie scelgano altrove la loro ubicazione. Fortunatamente i vantaggi che la legge accorda non si restringono alla zona aperta, ma , I

116 RIVISTA POPOLARE sono estesi a tutto il territorio del Comune, che con: tiene vaste estensioni di terreno nella parte occidentale della città e fuori la cinta daziaria , di modo che le industrie non perderanno il grande vantaggio di essere completamente libere da qualsiasi sorveglianza daziaria, molte volte pii1 noiosa del dazio stesso. Una sola delle concesssioni accordate dalla legge si limita alla zona aperta ed è quella relativa al regime di deposito franco (art 9) ; ma sono in corso trattative tra il Sindaco ed Ministero delle Finanze affinchè anch' essa venga estesa a tutto il territorio del Comune. •All'occidente della Città·, c'-è·l'importantissima plaga situata tra la collina di Posillipo e il mare. Essa sarà largamente sfruttata dalle industrie; e già le acciaierie di Terni banno acquistato ai Bagnoli circa 500,000 metri quadrati di suolo per l' impianto di alti forni. A Fuorigrotta s'impianterà prossimamente un'officina per la costruzione di ascensori. Ancora maggiore sarà lo sviluppo industriale in quella zona quando sarà avvenuto il collegamento ferroviario della medesima colla parte orientale e colla Stazione Centrale. Altre industrie hanno scelto per loro sede gli Ottocalli, dove sono già sorti uno stabilimento della Ditta Verner per la fabbrica del cuoio artificiale e due tessiture della Ditta Sabini e Cioffi. Al Reclusorio sorgeranno poi le officine per la costruzione degli automobili, tipo Darray, per le quali in questi giorni si è costituita un'apposita Sqcietà. Queste industrie verranno a trovarsi nell'interno della cinta daziaria, ma non ne avranno grande discapito, perchè si è avuto cura di eliminare dalla tariffa da~iaria tutte le voci rifle_ttenti materie prime neces• sarie alle industrie. . E tutto ciò è avvenuto prima della derivazione dal Volturno , che porterà a Napoli la forza elettrica ii.l massimo buon mercato ; ciò che sarà un fatto tra due anni. L'ampliamento del porto verso levante, la sistemazione ferroviaria, la costruzione e l' esercizio dei bacini di carenaggio completeranno infine_ l'. opera della parte industriale della \egge. Se_in seguito alla applicazione integrale della medesima non si avrà un notevole miglioramento economico della città di Napoli, sarà .segno che essa è maledetta da, _Dio.Ma non crediamo all' intervento delle forze suprannaturali nelle cose di questo mondo, siamo convinti che ciò avverrebbe per colpa degli uomini o p~r ineliminabili contrarietà della natura. ♦ Il Re negriero e il modello dei Re costituzionali. - La nostra rivista è !:ltata forse la sola l mbblicazione periodica italiana, che ha seguito Gustavo Rouai:iet nella sua bella ed onesta· campagna sul Congo francese - campagna eh' ~bbe il suo epilogo in una importante discussione nella Camera dei deputati in Francia - e che è tutta una condanna della civiltà falsa e bugiarda che il capitalismo e la conq uista militare portano nelle colonie. Oggi, vedendo che la stampa nostrana non se ne occupa vogliamo continuare ad occnparci del Congo e delle infamie coloniali; ma non più in quello appartenente alla Repubblica francese, sibbene nell' altra maggiore che gli Stati ·Europei hanno abbandonato al paterno regime di Leoi-,oldo ~.0 Re nel Belgio. La pubblicazione recentissima di un monarchico belga , Feliciano Cattier, ce ne porge l' occasione. Il Cattier, che è membro dell'Istituto internazionale coloniale e professore dell'Università di Bruxelles nel Etude sm· la situation de l' Etat independent du Congo (Paris , Pedone , 1906) premette due cose : 1 ° che la monarchia è la migliore form9, di governo ; 2° che il possesso del Congo è utile e necessaria al Belgio. Rileviamo queste due premesse perchè non si so· spet~i che nell'autore vi sia qualche prevenzione sovversiva. Il Cattier espone i principii fondamentali del governo coloniale Belga nel Coogo, che sono quelli dello asservimento completo degli indigeni e del loro più spietato sfrl1ttamento . che si traduce in nn massacro sistematico. Ciò che devono soffrire i disgraziati indigeni e quale ginstizia ed umanità po::Ba esservi nel modo in cui sono trattati , comprendesi agevolmente dalla misura dei profitti delle Compagnie, che sfruttano la colonia. Ec · eone L•. prove. La Società an "\·ersese del Comm 'rcio del Congo ha distribuito in media _L. 420 all'anno per ogni azione di L. 500. Un'altra società, L'Abir, fu foridata nel 1892 èOl capitale di un milione. di cui fu. rono versate soltanto L. 232,000; nel 1900 le azioni di questa società fruttarono 2100 lire ed erctno quotate L. 25,250 per una; nel 1003 frattavano L. 1200, valevano L- 15,800. Ma il meglio della colonia fa parte del dominio della Corona , la cui sn perficie è più di dieci voi te quella del Belgio. Non si può calcolare e~atta.mente quanto rende ; ma Cattier calcola che dopo il 1896 non ha frnttato al Re deT Belgio meno di 70 milioni! Leopoldo 2° ha impiegato q nesti guadagni scellerati strappati agli indigeni col lavoro forzato, collo staffile, colle mutilazioni, colle devastaz.ioni dei villagi ribelli, coi massacri in acquisti di proprietà fondiarie : nei soli circondarii di Bruxelles e di Ostenda ne ha comprato per 18 milioni e la costruzione dPl palazzo di Lacken costerà non meno di 30 milioni! ·una piccola parte di qneste somme sono state im• piegate a benefizio pubblico; ma nn' altra considerévole serve per corrompere la stampa del Belgio e forse anche :iuella degli altri pae3i, Non bisogna dimenticare, infatti, che il Re negriero ha trovato difensori in Francia, in Inghilterra ed anche in Italia. Queste infamie e questo sfruttamento sono state denunzjate e completate da Emilio Vandervelde nella Camera dei Deputati del Belgio: il deputato socialista ha domandata una inchiesta parlamentare. Sarà difficile che la maggioranza clericale la voti : chi ne rimarrebbe più gravemente colpito sarebbe con certezza quel Leopoldo 2° decantato come il più perfetto Re costituzionale e eh' è in pari tempo un uomo senza viscere paterne, un libertino dei più sfacciati, un avido insaziabile di denaro, che largheggia colle sole cocottes, un Re ... negriero. Quale che sia l'ossequio, formalistico alle istituzioni vigenti nel Belgio - e e' è- il tornaconto-nel Re a rispettarle - nn uomo siffatto, dalla moralità depravata e eh' è uno scandalo pubblico, in un paese civile retto a repubblica potrebbe mai arrivare a per veni re all<1. suprema carica dello Stato? ♦ Il Nord e il Sud ... In Germania. Si sapeva che c'era un vivo antagonismo politico tra gli Stati del Sad e quelli del Nord della Germania, ma se ne rilevava specialmente il lato regionale. Ora spicca un contrasto d'indole politica diversa., di cui si è occupato, Leon Polier nei Oourrie1· Enropéen. In Germania, come dice la quasi rep~ bblicana Frankfu,·ter Ze'itung, e' è una nuova_ linea linea del. Meno, che divide in dne l' Impero. Al Nord di questa linea c'è la resistenza ad ogni progresso democratico ; e' è il regresso o almeno l' immobilità. In Prussia le influenze dei Junke1·s - gli aristocratici - sono potenti ancora e le classi dirigenti, come si potuto avvertire dalle discussioni del suffragio universale nel Reichstag dell'Impero e nel L(!,ndtag prussiano , rimangono immutabili. Pm;adowski , mini stro dell' In terno ha dichiarato che le classi lavoratrici prussiane non sono ancora mature pel suffragio universale. Le repubbliche di Amburgo e di Lubecca regrediscono e rivedono le rispetti ve costituzioni in senso restrittivo.

RIVISTA POPOLARE 117 Al Sud invece, malgrado le reaistenze dei reazionari, lo spirito moderno è ascoltato e i governi si piegano di buona grazia alle necessità politiche del presente. Cosi: nel Gran ducato di Baden il s11ffragio universale diretto è ammesso per le elezioni alla Camera dei de• putati e il paese è spinto energicamente suìla via della democrazia dalla polit'ica del blocco liberale. Nel W urtemberg la riforma costituzionale ha trionfato nella Camera bassa con 69 voti contro 20. La Baviera ha completato le riforme democratiche coll'accettazione del suffragio universale dalla Camera Alta ; e Bebel ha lodato senza riserve il Principe Luigi di Baviera che ba sostenuto ed appoggiato tale riforma senza (lfl'?'ière pensèe. In Italia, dato il regime legislativo unitario, non è possibile constatare una differenza di tal genere tra il Nord e il Sud; ma e' è nello spirito, nei costumi ed anche nelle condizioni sociali delle dne regioni. . Il Nord italiano è più democratico; il Sud è più reazionario o - ciò eh' è peggio - non ha alcun sentimento politico. Le contraddizioni tra il Nord e il Sud dell'Italia provano la serietà delle teori,e che assegnano caratteri politici f\ sentimenti morali alle popolazioni a seconda del grado di latitudine, che occupa il paese da loro abitato. · NOI Il ~ro~ramma a~, Mi~istS~oronnino Il programma del Ministero Sonnino ha incontrato nel paese l,t più lieta accoglienza. Non può dirsi lo stesso di quella avuta a Montecitorio; dovè e grande il numero dei malcontenti. I quali sono tali, non gia perchè I~ cose annunziate le giudichino inutili o dannose, anzi di molte rivendicano la paternità, perchè buone le ritengono; ma perchè non ebbero parte nella distribuzione di portafogli; nè potevano averla quando si pensi che gli aspiranti al posto <liministro o di sottosegretario di Stato sono almeno una cinquantina. Questi disinteressati malcontenti si reclutano specialmente nella falange di quelli , che sotto Giolitti formavano la cosidetta sinistra disoccupata, rinforzata oggi da molti, che furono apologisti dell'on. Pelloux o seguaci dell'on. Zanardelli o volta a volta l'una e l'altra cosa. A Montecitorio e fuori costoro vengono chiamati democristi per motiv~, per rassomiglianze, per analogie che a noi sono ignote o sfuggono e che certamente potrebb~ro dare il diritto a Don Romolo Murri d'intent~r~ un _proc~sso per usurpazione di titolo o per d1flamaz1ooe m nome della democraziacristiana. Nel programma presentato il giorno otto, riaffermato il dieci nelle brevi risposte ai discorsi <leali oppositori, si deve sopratutto rilevare un caraù~e gençrale abbastanza lodevole: non intende dar fondo a tutti gl' interessanti problemi odierni; ma con voluta. modestia vuole afirontare i problemi più urgenti affiochè non restino, come pel passato, i punti numerosi del programma promesse vane~ che servono soltanto ad ottenere l'effetto scenico e che ve~~o.no poste nel dimenticatoio con quella stessa fac1l1ta colla quale vengono presentate. La modestia del programma Sonnino si traduce subito in serietà i~cootestabile per la contemporanea presentazione d1 parecchi disegni di legge, che le promesse fanno passare ad un principio di realizzazione. Se la realizzazione completa dovesse mancare, quindi, il fatto non sarebbe imputabile al ministero; ma al Parlamento. _ I proble111i più urgenti che il Ministero Sonnino affronta sono di varia indole. Sul terreno politico gli avversari di Sonnino sono rimasti sbalorditi da due proposte , che non si attendevano dal denunziato reazionario e che invano da tanto tempo venivano chieste dalla democrazia più ava.nzata, cioè: l'abolizione del sequestro preventivo dei giornali e i freni legali posti all' arbitrio ministeriale nello scioglimento dei consigli comunali. Noi non esitiamo a dire che ci sembra assai più importante la seconda, che avra una grande e benefica ripercussione su tutta la vita pubblica_ e amministra ti va. Non si può d;menticare che lò scio._ glimento del consiglio comunale è l'arma più for- . midabile che ha in mano il governo per premere sopra partiti, sopra intere collettivita e che serve : o per procurarn la maggioranza ad un candidato prediletto; o per indurre il deputato ad entrare nel gre~ge ministeriale. Col progetto Sonnino i mercati ignobili e le pressioni vergognose, che falsano la vita politica e ammi:Jistrati va dell'Italia saranno eliminati o ridotti a proporzioni trascurabili. Continuando col programma accenniamo di volo ai provvedimenti già presi pel Ministero della gu~rra, che ridurranno le spese e rinvigoriranno la difesa nazionale; ma altri più radicali si può essere sicuri che verranno adottati e se ne ha affidamento nella presenza, beochè al posto di sottosegretario di Stato, del Generale Marazzi al Ministero della Guerra. Il tenace sostenitore della ferma breve e del re• clutamento territoriale, siamo certi, che farà trionfare le due misure. La maggiore stabilità nella sede dei reggimenti è già un avviamento al sistema territoriale. Passiamo sopra ad altri punti del programma e ad altri disegni di legge relativi gia presentati per fermarci a quello di maggiore attualita, cli maggiore urgenza ed importanza: a quello meridionale, eh' è vero problema nazionale come il Sacchi nel discorso di Torino e io un articolo della Nuova Antologia aveva da tempo proclamato, quando non era vicina la prospettiva di pervenire al potere. Le proposte sulla quistione meridionale e i disegni di legge dell' on. Sonnino presentano questa notevole e rara circostanza : ci presentano un ministro che si è ricordato delle sue promesse di deputato. · Il deputato Sonnino nel suo discorso di Napoli, che noi fummo tra i primi e tra i pochissimi a lodare incondizionatamente, proponeva lo sgravio dell'imposta fondiaria nel mezzogiorno, in Sicilia e in Sardegna. Il ministro Sonnino ha immediatamente presentato il disegno di legge, che in attesa della fipe dell~ operazioni catastali riduce del 30 °/ 0 la imposta fondiaria in tali regioni. Com' è stata presentata la proposta non e immune di difetti. Critiche in gran parte giuste le ha rivolte in una lettera alla Tribuna l'on. Lucchino Dal Verme; si è rilevata la dimenticanza sulla esenzione dall' imposte delle case rurali, che già venne saviamertte consacrata nella legge per la Basilicata; si è voluto sopratutto rimproverare al Sonniòo che non abbia esteso la dimiouizione a tutte le categone df contribuenti, avendo esclusi dalla ridu-

118 RIVISTA POPOLARE zione i redditi imponibili superiori alle lire seimila e che la riduzione la faccia del 30 ar;zicchè del 50 °/ 0 , come aveva promesso nel discorso di Napoli. Quanto siano poco seri e poco onesti questi rimproveri che vengono da coloro che a nessuna riduzione avevano sinora pensato non c'è d'uopo rilevu lo; avvertiamo invece che essi sono del tutto ingiusti. Nessuno - tranne i grandi proprietari contro i quali all'epoca del discorso di Napoli si erano appuntate Je ire e le critiche dei socialisti e della democrazia - nessuno, ripetiamo, troverà da lamentarsi come di una promessa mancata verso il Mezzogiorno se il prodotto dell' impo.5ta sui redditi superiori alle L. 6000 non viene incamerato dal!' Erario, ma destinato al fondo delle Casse che devono proficua- -mente esercitare il Credito agrario nello stesso Mezzogiorno. L' espediente non poteva essere più felice per contentare socialisti e democratici che non vole7ano vedere favoriti i latifondisti poichè permette di porgere ajuto alle classi e all'industria più bisognosa di credito nel Mezzogiorno senza che iL provvedimento importante venisse a pesare sul bilancio dello Stato. In quanto alla riduzione portata al 30 anzicchè al 50 % non va dimenticato che in favore del Mezzogiorno non è questo solo il progetto annunziato, ma che questa diflerenza in meno viene largamente compensata: l. 0 dal contributo dei milioni, che lo Stato consacrerà alla Colonizzazioue interna; 2.0 dai contributi che lo stesso Stato darà nella lotta efficace contro l'analfabismo, che disonora il Mezzogiorno. E con questa seconda misura si fa tesoro delia proposta Ferri, che pur volendo concedere uno sgravio speciale pel Mezzogi(?rnO e non volendo fa. vorire i proprietari qualche anno fa raccomandava di esonerare i Comuni del Mezzogiorno e delb Sicilia dalle spese per la istruzione obbligatoria. Quello del Ministero Sonnino non è che un primo passo verso la avocazione dello insegnamento elementare allo Stato; e questo primo passo si compirà nel Mezzogiorno. L' insieme di queste proposte: sgravio fondiario, credito agrario, colonizzazione interna e lotta contro l' analfabetismo è il primo, che organicamente viene presentato in fayore del mezzogiorno e delle due maggiori isole e che mira ad iniziare la soluzione del ponderoso e doloroso problema meridionale, che costituisce un tormento ed un pericolo per la vita nazionale. Rendendo giustizia all' on. Sonnino, che avrà cooperatori efficaci per questa parte negli onorevoli Pantano e Salandra noi non intendiamo minimamente di dimenticare i saggi notevolissimi di interessamento al mez1.ogiorno che dettero gli onorevoli Zanardelli, Luzzatti e Giolitti colla legge sul Banco di Napoli, sulla Basilicata, per l'acquedotto pugliese ; sopratutto degnissimo di ricordo fu l' opera di Giolitti nella legge pel risorgimento economico di Napoli. Se gl' Italiani in genere e i Meridionali in ispecie dimenticassero questi precedenti mostrerebbero di essere degli smemorati e degli ingrati meritevoli del maggiore biasimo. Noi che lodammo con entusiasmo i predecessori dell' on. Sonnino per l'iniziata opera di redenzione del mezzogiorno non possiamo che sostenere e lodare quest' ultimo che quell' opera intende conti~ nuare, allargare ed integrare. Ed il paese è con noi nel rendere la dovuta giust1z1:1 per q uest' opera al Ministero Sonnino ; il paese è malamente rappresentato, non diciamo dal sozzQ giornale del mezzogiorno, eh' è l'organo della diflamazio11e abile e del vituperio sistematico, ma da quei giornali autorevoli - scarsissimi in tutta Italia - come la Tribuna di Roma e il Secolo di Milano, che s,>no tra i pochi rispettabili , che accecati dall' ira di parte attaccano il programma del nuovo ministero e tentano con ogni sorta di sofismi, talvolta colla menzogna e spesso cadendo nelle più palmari contraddi:doni, menomarne il valore e la efficienza. Si il paese è con noi e contro gli ambiziosi, i malcontenti che credono di rappresentarlo e che se possono sembrare numerosi e arditi - l' ardire di certi banderilleros viene dalla loro scarsa rispettabilità; hanno ben poco da perdere in riputazione! - nella Camera dei Deputati., non trovano alcuna eco al di fuori. E che il paese sia con noi si pu6 desumere dal largo èònsenso nelle lodi che la stampa di ogni parte d' Italia e di ogni colore tributa a que~to programma modesto, serio, realistico e non di vane e pompose parole e sopratutto dall' élttitudine dei partiti veramente estremi, il repubblicano e il socialista, che nulla sperano e nulla chiedono alle schermaglie parlamentari , dalle quali si tengono lontani. Essi non essendo perturbati da ,interessi personali e non avendo ambizioni di gruppi da soddisfare possono rispecchiare meglio degli altri il sentimento pub• blico e réale. Di ci6 che pensano repubblicani e socialisti, che pur tante prevenzioni nutrivano contro Sonnino ispiratore di Pelloux e loro nemico nel periodo glorioso dell'opportunismo più che negli ordini del giorno dei rispettivi gruppi parlamentari si può rilevare dalla lettera di Battelli a Barzilai, dai discorsi di Badaloni e Morgari nelle riunione dei socialisti, dagli articoli dei Tempo, del1' Avanti! e del Lavoro, dello stesso ordine del giorno Ferri, che ha scatenato le ire dei sindacalisti e dei rivoluzionari (1). Noi speriamo, perciò, che il paese saprà imporsi ai gregari degli insoddisfatti, dei disoccupatie dei democristi - pei capi non è a parlarne - e che una larga maggioranza si formi attorno al ministero Sonnino, e gli si mantenga tedele sino a tanto che esso sarà onesto, liberale e riformatore a fatti e non a parole. Respingiamo come una calunnia la voce corsa che Forqs o altri democristi vogliano combattere Sonnino sollevando. opposizioni regionali nel Nord. ( 1) Per fare comprendere come i socialisti temperati giudicano il ministero giova questo brano del Tempo : « Il governo ha evitato studiosamente ogni professione di fede generale. Probabilmente ha sentito l' orgoglio di voler essere creduto per gli atti più che per le parole. Non pro~ mise di governare con la libertà. Ma sopprime la censura a1 giornali. Non disse di voler essere clericale o laicizzante. Ma propone la graduale avocazione della scuola primaria allo Stato, così invisa ai clericali. Non volle dare la lisciatura di prammatica alle buone classi lavoratrici. Ma stanzia 10 milioni annui per la colonizzazione interna e argomenta la necessità della costituzione di un Ministero del lavoro. Non squillò la campana del grosso patriottism·o militare, nè modulò i piagnistei piccolo borghesi sui sacrifici necessari per l' esercito con più o meno vaghi auguri di riduzione delle spese militari ; ma chiede al Parlamento di stabilire una Commissione perchè sia assicurato che lt: spese militari conseguano effettivamente il loro scopo il.

RIVISTA POPOLAR E 119 Siamo convinti di essere nel vero respingendola perchè l'attitudine prudente ed elevata dell'on. Giolitti e, il linguaggio del Corrieredella.Sera, della Stampa e della Gazzetta del Popolo di Torino ce ne affida. Lo stesso Secolo , che rispecchia le impazienze e il desiderio ardente di vendetta dei marcoriani non si. pr~sterebbe mai a levarsi contro il mezzogiorno, d1 cm fu sempre un caloroso difensore. Se poi i malcontenti riuscissero ad abbattere subito il ministero noi viviamo sic·uri che nella pubblica · opinione perderà molto il nostro regime parlamentare. Ai vincitori rimarrà il compito di eliminare le <liflìcol tù che sorgeranno da altre parti e a dare al paese il divorzio e la politica laica e anticlericale <li cui ali' improvviso sono stati presi da sviscerat~ amore. La Rivista Ad un • mio accusatore Chi. non ~onosce il retroscena parlamentare , le trattative e 1 conciliaboli pre-ministeriali · chi non •1 ' conosce 1 passato remoto e prossimo, o-li antecedenti di 1110.ltiuomini po~itici, che capeggiano, e i loro gregari ascoltando 1 fieri e nobili discorsi di molti deputati che si pronunziano solennemente nella Camera o si susurrano nei corridoi è trascinato allo entusiasmo e all' ammirazione verso oli abitanti del ... d' M b paese i 1 ontecitorio, che mostrano tanta looica 1 . . b ' tanta coerenza po 1t1ca, tanto vio-ore di carattere nel giudicare del caso Pantano. S' i~tende che l' entusiasmo e l' ammirazione non può andare verso la Ditta De 'Bellis, Guastavino , Monti-Guarnieri e C.i, la quale suscit_a il ~isgusto anche tra gl' ignari e pr?voca la reazione 1~ favore dell' uomo preso di nnra dalle loro bas.se rngiurie e dai tentati vituperi. E mi preme avvertire ·che nella Ditta non intendo co.mpre?dere l'. ?n·. S~ntini .' perche siano qualsivogliano i metodi d1 d1scuss10ne e la forma dei suoi attacchi contro lo stesso Pantano eoli è un uomo ' b assolutamente sincero e perciò rispettabile da non confondere coi signori 'De 'Bellis, Guastavino MontiGuarnieri e C.i. ' Chi, però , conosce gli uomini e oli avvenimenti che si sono .svolti e si svolgonob nel nostro mondo politico se è persona retta, intellioente che • • b ' tiene m gran conto la logica, la coerenza politica e il carattere, nel!' animo suo sentirà ribollire lo sdegno e l' ira contro la più colossale e sfacciata adulterazione dei sentimenti più elevati e dei criteri più nobili , che dovrebbero servire di norma nella vita politica. Infatti scrutando non a fondo ma anche alla sola superficie delle cose, come movente dello artificioso mormorio che si è sollevato attorno al caso Pantano si trovano l' invidia, l'ambizione delusa , gl' interessi personali offesi e nei mioliori lo sfogo di un esuberante temperamento l~tterario che si autosuggestiona si esalta alla eco della propria voce armoniosa e vibrante ; come si può dire dell' on. Fradeletto, la cui requisitoria , benchè ripetuta a breve distanza, è stata veramente ammirevole aal lato artistico ed ha sedotto anche me ' che non sono di ordinario accessibile alle seduzioni estetiche. Tutto questo ho rilevato di volo, salvo a ritornare sull' argomento ed a documentare ogni mio giudizio .se a <i?al.èùnò potesse s~pete di forte agrume, pnma di rispondere ad un mio accusatore · perche il caso Pantano ha avuto questa strana con: seguenza: ha somministrato l'occasione, eh' è sembrata propizia, di renderè manifesti certi rancori ed antipatie che covavano chi sa da quanto tempo contro di me in animi piccini e volgarmente astiosi. . C:o_mesi possa aver trovato il pretesto di tentare d1vilipendere me a proposito del passaggio di Eduardo Pantano dalle fila del partito repubblicano al ministero dell'Agricoltura e Commercio possono intravederlo coloro che lessero il mio articolo Pa.ntano ministro. Quell'articolo, com.! fu avvertito dalla 'RJ,vistapopolare del 28 Febbraio, trovò un riscontro assai significante in quello di Arcanoelo Ghisleri h l'. • b ' c e rn segmto .a breve distanza da un altro dei più autorevoli repubblicani delle Marche, l'ex deputato Bu_d,~ssi (~ucifero di Ancona N. del 3-4 marzo), <le1le cm idee mtorno alla funzione del partito repubblicano in Parlamento e fuori m'intratterrò di proposito un'altra volta. Di più e di meglio : la giustezza del mio giudizio sulla evoluzione di Eduardo Pantano ha trovato una conferma assai più autorevole e significante nel gruppo parlamentare repubblicano e nella parola del suo oratore Italo Pozzato. Tutto questo mi dispenserebbe dal rispondere a coloro che si sono sdegnati della spiegazione data del caso Pantano e forse maggiormente da ciò che ho scritto sulle condizioni politiche reali dell'Italia e su quelle poco liete del partito repubblicano. Ma nel numero precedente ho preso l'impegno di rilevare le accuse che contro di me si sono elevate e mantengo la parola. A chi potd rimproverarmi di lasciarmi trascinare facilmente alla polemica contro ignoti, che può giovare altrui e non a me, rispondo come risposi quando i miei diffamatori si annidavano nel PopoloRomano, nella 'RJ,forma, nel Giornale ed erano agli stipendi di Francesco Crispi ; e cioè : che non bisogna mai lasciar correre sola la menzogna, l'insinuazione e la calunnia sopratutto quando non si possiede ~ltro che il proprio buon nome e quando non si dispone <li ufficiosi che prendono la difesa più o meno disinteressata dell' accusato ; rispondo in questo caso anche a sfatare la sciocca accusa di sprezzante superuomo ; rispondo, infine, perche uno degli accusatori se per valore intrinseco equivale a zero o appena a qualche frazione di unità, egli fa parte del gruppo parlamentare repubblicano e rappresenta alla Camera la regione più fortemente repubblicana : hi Romagna. Se non a lui, quindi, il riguardo e dovuto alla carica che occupa ed a chi gliela conferisce. Per quanto io mi sappia tra i repubblieani in due giornali settimanali soltanto ho trovato formulato un giudizio o severo o calunnioso contro di me : nella Luce repubblicana di Roma e in un giornale di Romagna. Fu severo ed ingiusto quello emesso dallo Avvvocato Severini nella Luce; fu scioccamente calunnioso quello pubblicato dal Deputato· Gaudenzi nel giornale romagnolo. Dalle parole del Severini tr,1spare evidente l'amarezza dell'anima e sopratutto b sincerità, che tanto apprezzo. In fondo egli deplora che io abbia fatto delle constatazioni poco benevoli sulle condizioni del partito repubblicano e che non abbia pronunziato qualche parola rovente contro Eduardo Pantano. In quanto al primo punto egli si rammarica che

120 l{ l V I S T A P O P O L A l{ E 10 abbia ripetuto accuse contro il partito che gli vengono anche dai monarchici. Ma il Severini meglio avrebbe fatto a dimostrare che le accuse sono infond:ite ; se esse poi, rispondono al vero dovrebbe preferire che vengano dagli amici anzichè dai nemici: un partito che non sa fare l' ,1utocritica, che non si accorge dei propri difetti e della propria deficienza non può vivere e progredire; peggio ancora se ne accorge e non confessa ; peccherù di reticenza , d' ipocrisia e non preparerà la propria correzione E"levatrice. In quanto al secondo ho poco da discutere. Ho errato non facendo tacere ogni mio affetto, non stigmatizzando Pantano con violenza? Credevo che per compiere il mio dovere bastasse annunziare il distacco politico. Si pretendeva che io mi mostrassi eroico cancellando i ricordi radicati - si , amico Severini, profondamente radicati - nel mio cuore. Ebbene non fui eroe e non invidio chi in condizioni analaghe, non contento di compiere il proprio stretto dovere, volesse esserlo. Aggiungo, poi, che la parola severissinu che da me si pretendeva , non potevo e non dovevo pronunziarla una volta che in me non era venuta meno la stima per Edoardo Pantano. E del mio avviso su per giù sono stati Ghisleri, Budassi, il gruppo parlamentare repubblicano, nei quali non parlavano i sentimenti sviluppatisi e· consolidatisi nella quarantenne amicizia. •· E vengo all'altro, al Gau<lenzi. Riproduco integralmente il brano che mi riguarda : e, Antonio Fratti, che testimonio col sacrificio la fede nell' Idea repubblicana, sentirèbbe un profondo rammarico e pronunzierebbe giudizi severi ed inesorabili contro certe aninie fiacche e contrn certi decadenti superuomini, i qudi osano ineolpare d'inerzia il nostro partito stando comodamentefuori delle file , e screditare la Romagna nostra , accusandoladi inettitudinepolitica , per scusare , per giustificare , per difendere l' apostata. (< No, no, non è contro Edoardo Pantano che i repubblicani di Romagna e d'Italia tutta debbono volgere gli sdegni e le ire: è contro. questi piccoli grand'uomif.li che disprezzanl> h « troppa politica romagnola » e dubita~o della fede che dicono di professare ..... perchè « l'Italia nella sua grande mag- « gioranza si è inchinata ed ha plaudito a coloroche « mutarono ! ». « I repubblicani di Romagna possono rispondere alle insensate accuse additando l'indefessa operosità rinnovatrice dei loro Comuni e lo sviluppo progressivo delle loro organizzazioni politiche ed e..::onomiche, per cui resistevano vittoriosamente alla reazione clericale e monarchica , mentre nelle altre regioni d'Italia la democrazia veniva clamorosamente battuta - e possono rispondere che se tutta Italia fosse come 1a Romagna,Edoardo Pantanonon sarebbe ora ministro della Monarchia ..... per il semplice fatto che la Monarchia non ci sarebbe più». « E i repubblicani d' Italia concordi debbono dichiarare, come dichiariamo noi, ai difensori dell' apostata - qualunque nome portino costoro e qualunque valore intellettuale nascondano od ostentino - che è giunta l' ora di guardarci bene in viso e di sciogliere ogni vincolo fra quei che sono stanchi di aspettare la Repubblica e vogliono assidersi con la grande maggioranza al banchetto della Monarchia - e quelli che, disposti all'attesa e al sacrificio, si onorano di combattere con la piccola maggioranza, incuranti di ostacoli e di ·seduzioni , poichè hanno fede ancora ed avranno sempre fede nell'Ideale)). In questo articolo non sono nominato; ma nessuno può non riconoscere me nell'anima fiacca, nel decadente superuomo; ogni dubbio vien tolto dall:t citazione del brano del mio articolo Pantano ,ninistro che dice: « l'Italia nella sua grande maggioranza si è inchinataed ha plaudito a cùlorochemutarono >>• Anzitutto un breve commento a questo mio giudizio, che in forma privata ed affettuosa è stato oppugnato da amici carissimi quali il Ghisleri. Mi limito a domandare: è vero che l'Italia nella sua grande maggioranza si è inchinata ed ha applaudito a coloro che mutarono ? Per negarlo bisogna cancelbre la storia d' Italia dal 1864 in p.)i e tutti gli avvenimenti che si svolsero attorno a Crispi, a Nicotera, a Fortis, a molti altri minori. Non vale la como·la di~tinzione tra l' Italia ufficiale e l'Italia reale. . Dove e quando l'Italia reale fu ed è repubblican:1 non s'inchinò e non plaudi a chi 111 uto e seppe figurare come l' Italia ufficiale. Ebbene tra i cinquecento otto collegi d'Italia non ne conosco che uno solo, che seppe punire chi mutò : il collegio di Forlì che dette il b:tndo ad Alessandro Fortis. Nella stessa Romagna il collegio di Faenza rielesse Caldesi passato nel partito rJdicale ; quando il Caldesi si ritirò lo sostitui con nn reazior11rio. Non faro la storia di t:tnti altri collegi ; ma proprio nel 1110men to attuale non posso- ucere dei due colkgi dell.1 provincia di Sondr~o: nominarono due repubblicani, Marcora e Credaro; li rinominarono mon:trchici e senza competitori. Si puo adunq ue da una sola eccezione infirmare la regola? Sarebbe una logica che non sarJrei consii;liare ai miei studenti di statistica. t ,) Mi si dimostri del resto che ho sbagliato nell' apprezzamento e con viva gioia recitero il mea culpa. Voglio sperare che nè Ghisleri , nè altri , vorrà addurre come riprova il baccano che i monarchici hanno organizzato contro Pantano: per convincersi che l'omaggio al carattere non ha che vedere nello charivari che si fa dentro e fuori della Camera, basta osservare che nella Camera i promotori di esso sono i signori De 'Bellis , Guastavino, :MontiGuarnieri e comp. e fuori Edoardo Scarfoglio, che furono e sono gli apologisti scalmanati di Crispi, di Fortis, di Marcora ecc. tutti ex repubblicani e che hanno financo ammirato un De Marinis, che in un decennio ha' vinto il record delle trasformazioni si da battere nel paragone quel Fregali, che pareva insuperabile. Chiarito questo punto che mi pareva il più contestabile domando a Giuseppe Gaudenzi- cui non voglio avvelenare la gioia che egli prova facendo h concorrenza a Monsignor de h Palisse quando fa la peregrina scoperta che l' Italia non è, politicamente, la Romagna e che l'Italia se non fosse monarchica ... sarebbe repubblicana-dove mai ho screditato la Romagna che ho difeso energicamente anche in qualche libro quando molti la denigravano; che ho sempre amato ed ammirato, pur deplorando certe deficienze nella coltura della parte repubblicana. Giuseppe Gaudenzi affermando che ho voluto discreditare h Romagna ha mentito scioccamen_te. Giuseppe Gaudenzi mi biasima perchè incolpo d' inerzia il partito stando comodamente

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