Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 4 - 28 febbraio 1906

RIVISTA POPOLARE 93 comincia l'esercizio di Stato? E non rimanendo picn:unente convinti delle ragioni, del resto poderose, del nostro contradditore, noi pubblichiamo l'articolo del Ferroviere, che tr.1tta un punto della questione, l'organizzazione del servizio, di ruì promette occuparsi il Direttore della Nuova Antolouia • b m appresso. Noi Laveritsàulmovimento ferrvoiario Affermare e divulgare, senza timidità e senza orpello, la verità Yera circa le cause del presente sfacelo ferroviario in Italia - cause che sono luminosamente note a chiunque ba competenza uella materia - è rendere , nell'attuale momento 11 n grande servizio al paese, perchè è togliergli le bende con cni governo ed interessati tentarono chiuderne gli occhi, ed ingannarlo sulla vera essenza del flagello che ora lo col pisce nelle fonti stesse della s11a vita economica. Ma l'on. Maggiorino Ji 1erraris, con l' n.rticolo da lni pubblicato nel!' ultimo numero della « N11ova Antolo gia • olt.re ad avere ingrandito al di là. di ogni misura riconoscinta dai tecnici della materia, la nota deficienza del materiale e dE>gli impianti (cbe solo è considerevole nei riguardi delle locomotive) non fa che fuorviare totalmente l'opinione p11bblica italiana -- e questo è .1ssai peggio l'he la. leP te di ingrandimento sul fabbi:;ogno - !:;ulle vere cause dello sfacelo, contro il quale, uella b 10na co1npngnia. dell'Italia intera, egli giustamente insorge - e fare inconsciameute il giuoco del Governo di ieri. 1. Non è ver-o_ infatti, e occorro sfatare assoluta-- mente l'artificiosa leggenda -- che tali ca11se risif'dano almeno in modo i111mediato,nel fabbi::;ogno insufficiente di materiale e d'impianti, come il cessato Governo, e la Direzione Generale, risposero sistematicamente - per tentare un diversivo alla loro colpa diretta - alle diuturne ed indignate proteHte che si scatenano da tntti gli enti commerciali e industriali d'Italia, e dalla universalità dei cittadini. 2. Anzitutto tale deficienza di materiale e d'impianti è ora, ad arte, grandemente esagerata. Le proporzioni fra traffico e mezzi di esercizio, in ragione delle percorrenze chilometriche, sull6 più importanti Reti di Europa, non sono magg;ori che in Italia, e sono anzi minori in molte di esse, anche senza parlare del personale, che da noi eccede proporzionalmente ogni litnite vigente all'estero. Basta osservare, in base alle statistiche estere, ed agli stessi dati forniti dalla Relazione della Commissione Reale per gli studi sull'ordinamento ferroviario, presieduta dall'ou. Saporito - che mentre in Italia ogni metro lineare di fronti di carico e scarico di binari di manovra produce in media 7 ton - nellate di merci, nel resto di Europa ne produce mediamente 14. Onde la potenzialità dei nostri impianti attuali potrebbe, sanza accrescerli, salire al doppio, se fossero diversamente esercitati. Questo per i mezzi fissi. Per il materiale mobile, il solo confronto fra noi e l'Austria dimostra che in Italia, ad ogni milione di unità di traffico corrispondono circa mezza locomotiva e 20 carri; mentre in Austria la stessa proporzione si ridnce a un terzo di locomotiva e 10 carri, come rienlta dalla stess,L Lnte ufficiale sopra citata. Onde il uostro materiale mobile attuale sarebbe ancb' esso su:,;cettibile di nna, potenzialità q_uasi doppia, se non fosse così deplorevolmente esercitato. Vengano dunque col succedersi degli anni, le annunciate assegnazioni di ingenti somme per aumento del fabbisogno; esso in nulla m.nte1·anno, se non in peggio, lo !:ltato odierno del servizio ferroviario, ove permanga la presente anarchia ed incoscienia dell'esercizio. 3. Ma a part.e I' artificiosità e la gonfiatura della allega.la insufficienza dfll fabbisogno, è manifesto che solo per errore, si può attribuire a tale i-nsufficienza la presente rovirn,L fenoviaria; perchè essa non è, e non potrà mai essere, una causa immediata di quella negazione di ei:;ercizio a cui ora sono sottoposte le nostre Reti ferroviarie. Tut.to al più, il fabbisogno incompleto avrebbe potuto, o potrebbe, generare una· permanenza delle condizioni in cui si svolgeva l' esercizio ferrov·ario prima del 1° luglio scorso - condizioni certo infinitame11te migli01·i delle attuali, come ora l'Italia intera riconosce: perchè cause antiche - e qna.si tutte imputabili al cessato Governo - non possono generare effetti nuovi. 4. Una se, t è la vera causa della presente rovina ferroviaria, contro. cui tutto il paese insorge: l'attuale amministrazione clell' esercizio, composta unicamente di quegli stessi elem,,nti dell'Ispettorato, ed in parte del Genio Civile, su cui pesa la responsabilità di tutti gli errori commessi da 15 anni a questa parte, e che nessuna vera conoscenza ebbero mai, nè µossono avere ora, di ciò che è una ferrovia. 5. L'unità direttiva sopra una Rete di 10,600 km. fu· in Italia un grave errore della legge 26 giugno scorso , che non fu commesso in quasi nessuno degli Stati. di Europa che possono prendersi a modello nella gestione delle ferrovie. 6. Il Direttore Generalt•, benchè tenuto in conto di bnon tecnico , e che percorse con fortuna i gradi sulial terni nella Rete Mediterranea fino ad assidersi a capo della Rete Sicula, dove, transingendo col personale 1 gli fu faeile guadagnarsi il favore dei partiti prevalenti nell' Isola, e dirigere con successo un esercizio limitato ad 800 km., già perfettame~te organizzato dalla mente acuta e superiore del precedente direttore Comm. Mazza, ha dimostrato ali' evidenza di non possedere le qualità diretti ve ed a,nministrative indispensabili per essere a capo di una Rete di 10,G00 km., in cui ognuno degli 8 direttori suoi subaltani regge una Rete parziale, mediamente quasi doppia di q11ella che il Bianchi reggeva in Sicilia. 7. Anzichè mantenere -- come necessitava - immutato ed int,0 gro, per un provvisorio periodo di almeno un anno, l' ordinarriento e il funzionamento delle tre grandi Reti che si accentrarono sotto la sua dipendenza, egli tutto rimaneggiò e sconvolse fin dall'inizio negli alti e nei ba:3si gradi, e scelse, o subì, per le più varie e vitali funzioni dell'esercizio, qnei nuovi ed ignari elementi che in prevalenza gli vennero imposti fra le file infauste dell' Ispettorato, e parzialmente fra sue vecchie conoscenze di carriera.

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