RIVISTA POPOLARE 87 venno pubblicalo in Roma a cura di tre bravi studenti amici nostri Conti, Frontini e Prato: ,. Chi ricorda lr sue dichial'azioni alla dimane del nostl'O Congresso di Ancona, può dire che ormai egli non rappresenta"a n ~ il P;trtito nè il grnppo repubblicano, ma soltanto sé stesso. ,, "Giustizia vuoli;i si ri_conosca ch'egli non s'imbrancò uscendo dal nostro, in altri partiti , e nemmeno in altri grnppi parlalllent.,ri. Sti la folla non può oggi disg1u.1gere il nome suo dalle tumultuoso e memorandtl gioruate d Il' ostruzionismo, uoi, che vigilavamo più dappresso gli ulterio,·i suoi passi, non ci meravigliamo se - come d'altri uomini d'azione avvenne - ,'~tà che ormai lo urge olt1·e la sessantina, l'abbia reso impaziente di provarsi ancora una volta sul te1·reno dei fatti, magari alle prese coll'a~surdo. ,, ·• lo credo alla sua sincera illusione di pott?r essere utile. Epperò io, che non r ho risparmiato nell'Italia d~l l'opolo del 1901, for,nulo per lui questo solo augurio:-ch'egli rnppia volere, /'ol'leme ,te vole1·e - e dimette,·:;-i a, tempo! ,, Noi che in questa oc"asione Rbbiamo avuto agio di a1umirare il contegno dei socialisti attraverso ai loro organi maggiori -dall'Avanti! al Tempo, noi ci rallegriamo di questa rarola non irosa di Arcangelo Ghisleri; il quale senza che possa essere sospettato di avere attinta la serenità nella quarantenne fraterna amicizia, il• caso Pantano ha spiegato nè più nè meno di come lo spiegò N. Colajanni e in una a questi della sincerità del ministro di agricoltura e commerci'.) non dubita. Abbiamo lodato la stampa socialista; nè ce ne pentiamo per qualche manifestazione , che potrebbe sembrare contradditoria al nostro ottimismo tra q neste manifestazioni , s'intende che non comprend'.amo la magnifica esplosione di dubbi , di timori e di avvertimenti di Fili1•po '.rurati: noi la troviamo giusta, anche doverosa. Ci riferiamo, in vece, ad un articolo che vorrebbe offendere Pantano e gli giova e che è stato pn bblicato dall'Avanti! Quest'articolo in sostanza non è che una comparsa conclusionale in favore di De Marinis, di cui è stata fatta gi11stizia sommaria dal seguente istruttivo cappello, che vi ha apposto ~nrico Ferri: . «L'Avanti! come la mRggior parte dei giornali socialisti, non si è occupato del « caso Pantano > per due ragioni principali: e I. Pantano non è . e non fu mai nel partito socialista (come ci fo invece De Marinis). Egli fu ufficialmente nel partito repubblic':lno, fino al Congresso di Ancona (1901) ; « II. L'accettaziono di 'Pantano di essere e ministro della monarchiR > ha suscitato, con maggiore violenza di linguaggio, il furore di certi giornali « monm·chici • . Ora quei giornali, oltre ad essere monarchici sono anche affaristici (ba.stano ad esempio il Oaffaro di Guasta vino, il Mattino di Scarfoglio e l' 01·a di Florio-Scarfoglio) ed il loro furore si spiega col timore (i fatti diranno se fondato o no) che Pantano sia un ostacolo ai loro c~morristici succhionismi per le prossime convenzioni marittime, per il trasporto degli emigranti ecc. Ripugna quindi ali' Avanti! di unirsi al coro d~i laidi rappresentanti della stampa affaristica•. A noi sembra che Fnrico Ferri mettendo il compagno autore dell'articolo in certa compagnia... monar. chico-aflaristica gli abbia arrecato la maggiore ingiuria possibile. Tra semplici mortali correrebbe una sfida. ♦ Milano invasa dai mendicanti meridionali? ... - I maggiori uomini politici italiani,-primi tra tutti Zanardelfi, Giolitti, Luzzatti - con le loro leggi sul Banco di Napoli , sulla Basilicata , pel risorgi mento economico di Napoli , per l' acquedotto pugliese ecc. hanno dimostrato a fatti di voler cooperare al risollevamento del mezzogiorno ed alla attenuazione di quella enorme differenza tra Nord e Sud , che costituisce una grande debolezza ed un grande pericolo per la nazione italiana. Questi fatti per noi valgono infinitamente di più delle vuote e retoriche manifestazioni sentimentali di affetto, d' interessamento ecc. pel mezzogiorno di cui furono larghi gli antichi governanti , che smarrirono la direttiva sapiente ch'era stata data sin dall'inizio dell'unificazione del Regno dal Conte di Cavour; e tali fatti, che rappresentano atti di giustizia nel senso più rigoroso della parola, integrarono le magnifiche esplosioni di solidarietà che dal Nord in pro del Sud vennero in occasione dei disastri di Modica, delle Calabria ecc.; tali fatti e tali esplosioni di solidarietà, infine, servirono a lenire l'amarezza intensa che si era annidata nel cuore dei meridionali per le ingiustizie subite , per le calunnie e per le insolenze di cui si videro gratificati per lunga serie di anni. A parte la denigrazione che veniva da scrittoruncoli settentrionali , a parte ciò che nei caffè e nei convegni settentrionali si diceva a voce alta contro il mezzogiorno, non è male ricordare che in altri tempi un generale, il Gova, chiamò barba1·a la Sicilia; che un altro generai~ ripetè lo stesso giudizio procurandosi una santa sciabolata da Felice Cavallotti ; che un deputato, il Gabelli, fece l'ignobile distinzione tra N01·dici e Sudici ripetuta poscia da un giornale socialista. E tacciamo di tutto ciò che la democrazia settentrionale disse e scrisse per combattere Francesco CrisP.i , le cui colpe volle addossare all' isola , che gli aveva dato i natali. Non ripeteremo ciò che tante volte abbiamo scritto intorno alla ignoranza dei settentrionali sulla storia secolare del mezzogiorno , da cui rampollarono le condizioni odierne di vera inferiorità; ma invece amiamo esprimere di nuovo la parola di riconoscenza verso gli uomini succennati, che si sono cooperati con alto senso di patriottismo a modificare siffatte condizioni. In contrasto coll'opera di tali uomini si accenna di nuovo a riaprire la serie delle insolenze , che sono il prodotto della ignoranza ; ed a guastare l'opera dei _politici si mettono i letterati e i drammaturghi. Un letterato drammaturgo, Sem Benelli, infatti, ha messo tutta la sua ignoranza e tutta la sna malevolenza seri vendo, a proposito della Esposizione di Milano, in una corrispondenza da quella città , un brano come questo: '' Le viscere e le vene dell'Esposizione son q uaai pronte: lo fognature , il gas , l' elettricitti. E la piccola e provvisoria stazione vedrà presto giungere le merci pÌLI svariate , dalle corazze della marina, ai prodotti per la Mostra agraria. Un seguito sterminato di c'l.rri ai approssima, aspetta vicino. ,, " Ma, come nelle fiere dei villaggi, la prima merce che giunge è la miseria. ,, " La ricca Milano , che si vantava di non avere un mendicante nelle sue strade , è invasa ora da una turba grande di accattoni: donne, vecchi, fanciulli. ,, " Se ne trovano da per tutto. Al tè delle cinque, le dame sono distolte al loro cinguettio , io qualche angolo di cafft'\ storico o in qualche novissimo ritrovo, da un musetto sudicio e allegro che chiede l'elemosina; fuori la mamma, con diversi altri bambini, guarda attraverso i vetri. ,, " I milanesi si lagnano. Questi disgraziati non sono d.el "Nord. Son quasi tutti meridionali. ,, " Ho provato a interrogarne qualcuno : - " Siam venuti all'Esposizione! - rispondono. ,, " Sono i primi visitatori e fanno i primi affari. ,, Noi crediamo che la notizia data dal signor Sem Benelli sia falsa perchè non possiamo immaginare che !' autorità politica lasci invadere dai mendicanti una città come Milano senza farne una retata con relativa spedizione al paese di origine. Se fosse vera, qualunque Italiano, che ha senso di convenienza politica e conoscenza delle cause remote cl:ie generano il fenomeno
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