Rl VI.STA esauriente incerto implacabile dei proletari della città. el suo primo lavoro, Le genti di Podlipnaia, ei presenta dei contadini che disertano la campagna per anJar a cercare lavoro nella citt~1 vicina. Ma a guale esistenza essi vadano incontro parla in un' altra sua opera: Verso la felicità. Quivi egli non rappresenta soltanto la triste sorte d'una parte del popolq-cosa che altri avean fatto prima e han fatto dopo di lui, - ma rappresenta sopra tutto , nettamente e vigorosamente , le due forze opposte dello sfruttamento e del lavoro - la prima inumana e senza pietà - I' altra cieca rassegnata inintelligente, priva d'ogni difesa e del tutto impotente contro l'altra. Nonostante la fine tristissima dei suoi eroi, le rappresentnioni di questo romanzie~e dànno, costantemente, l'immagine d'un mondo operaio possente che si afferma, d'una marea lontana ancora e lenta a venire, ma che viene tuttavia ineluttabile e invincibile. I romanzi di Rechetnikoff datano da circa quaranta anni. Vi si trovano , per co~ì dfre , la nascita della questione operaia in Russia e gli embrioni del suo movimento. Gli operai impiegheranno questi 40 anni a liberarsi di taluni difetti, di talune tare ereditarie - ladroneria, irriflessione, alcoolismo - che ostacolavano i loro sforzi di emancipazione. Ma questo lungo lavoro di .rinascimento si farà nell'ombra: e gli operai non dovranno, in somma, che a sè medesimi la loro trasfor-- mazione di classe soggiogata in classe padrona dei suoi destini. Con ciò non si vuol dire ch' essi non abbiano trovato buone volontà aiutatrici della loro evoluzione; ma il contadino specialmente assorbì l'attenzione generale in quel periodo di tempo: e d' altra parte si notava come la città l' att;rasse a lei con la sua forza tentacolare trasformandolo in un essere degenerato ~ crapuloso dal punto di vista fisico e morale. In tal modo si vedea la ·razza contadinesca minacciata d' un abbassamento pern1c1oso, e parecchi scrittori si affrettarono quindi, a· gettare il grido d' allarme. Fu allora sopra tutto che si cominciò a esaltare il mujik, la santità del suo lavoro agricolo, il suo spirito di bontà e di giustizia. Certo è che nella letteratura come nella realtà la << cam pagna >> ha lungamente dominato la << Città )l e la domina ancor oggi benchè in diverso modo. Bisogna notare, infatti, che in moltissimi casi gli operai più pronti a decidere e a dichiarare uno sciopero son quelli che hanno terreno e famiglia in un villaggio , i quali appunto per queste loro condizioni possono più agevolmente affrontare gl' inconvenienti e i disagi d' un atto simile. Con tutti questi dati, e molti altri simili, si spiega perchè l' evoluzione del proletario della città si sia compiuta senza che le sue fasi consecutive fossero rappresentate dai romanzieri russi che alla vita dei lavoratori trasst!rO le loro inspi!"azioni. Il loro spirito è stato sempre occupato dal contadino : agli operai si sono 1;,pecialmente interessati i pubbli cisti, sopra tutto per chiedere una missione delle loro condizioni; ma nessuno si è spinto a studiarne la vita intima , in quanto operai , come si è fatto per i contadini. Da questo punto di vista nè pure i racconti di quel fortissimo scrittore che è Gleb Ouspensky possono soddisfarci a bastanza. La letteratura russa è dunque assai povera fin oggi di romanzi o racconti rappresentanti la vita del proletariato cielia città. Si possono, infatti, citar solamente i lavori. -assai prege voli di Pietro Borborykine che nel romanzo è come h storico Jella soc·età russa della quale ei segue molto accuratamente_, eia una quarantina d'anni, il capriccio.so sviluppo. L'apparizione di un tipo così energico e cosi personale come I' operaio non poteva non colpire immediatamente la fine cunosità di Borborykine: ed egli difatti ci ha dato due romanzi che sono i più importanti che si possano citare su tal soggetto. Cl primo romanzo è intitolato La r:risi ( 189+) e , apparso all' indomani di quel grande sciopero già menzionato, dipinge con. esattezza mirabile quell'epoca critica della storia russa contemporanea, che è l'istante in cui la nazione comincia aJ escire dal lungo POPOLAKE 107 }'eriodo tsarista della sua evoluzione. Ma accanto al! 'operaio ·vi è, nel romanzo di 13orborykine, un altro tipo nuovo, il borghese rappresentante di una classe nuova. È un grande industr_iale milionario a istinti lucrativi , conservatore per la speranza di pervenire a un' alta situazione politica. Egli comprende che la forza del proletariato è pericolosa, e cerca di renderla inoffensiva mediante co11cessioni anti..:ipate e in fondo insignificanti. ~recisamente come un po' più tardi ha fatto lo stesso governo! E certo, frattanto, che l'operaio di Borborykine già non è più quello di Rechetnikoff; è più chiaramente lo mostra l' altro romanzo del detto scrittore, L' a ttra rione, pubblicato nel 1898. L'influenza degli intellettuali si è esercitata su gli operai in rnaniera indiretta, mediante la lettura. Alla lettura il proletario russo tende passionalmente; e legge di tutto - romanzi, libri storiri, critici, scientifici ecc. Vi sono anche operai che conoscono lingue stranieri! per averle apprese da soli. Ne troviamo uno in Borborykine, e un altro ancora nel Thomas Gordeie.Jf di Massimo Gorki , pubbl:cato dopo L' attra 1ione. E in somma quest'ultimo libro può considerarsi come segnante il punto di partenza della partecipazione rivoluzionaria dell'operaio all'attuale crisi della Russia, benchè -esso non fu un libro, a dir vero, rivoluzionario. Ciò che accade nella fine di questo romanzo è precisamente ciò che accade oggi nella realtà. L'operaio, divenuto intellettualmente migliore e maggiore organizza scioperi - e non per forzare i padroni ad accrescere i salarii e a diminuire le ore della giornata di lavoro , ma per costringere il governo a ,nstituire riforme o a secondare gli sforzi della Polonia per il ricupero della sua autonomia. È ancora, come si vede, solidalidarietà umana, idealismo puramente. Ed è questo il punto luminoso degli eventi caotici e intricati nelle nebbie sanguigne che oggi si diffondono nella Russia. Quel cht! è certo, in tutti i casi, e che è proprio il senso dei fatti che si svolgono quivi, è che l'idealismo - non quello· mediocre stridulo pretensioso e volgare di taluni publicisti rect!nti - ma quello che è inerente all'anima stessa della nazione russa, del quale il Tchernychevscky e il Mikailovsky hanno dato una sì altal, si forte e sì nobile espressione, tende a stabilirsi nella vita per lo sforzo del proletariato delle citt~1 e delle campagne. Riuscini? Noi lo ignoriamo. Chi vivrà, vedrà (La Rev11e, 1 5 febbraio). ♦ H11bert Lagardelle : A ntlmilita1·ismo e stndacalis1no. - L' antimilitarismo e l' antipatriottismo fanno parte integrale del sindacalismo rivoluzionario: tale è la conclusione dell'Inchiesta sull' idea _di patria nella classe operaia, confermata dalle discussioni sul recente processo antimilitarista. I rappresentanti delle organizzazioni operaie hanno detto innanzi al Giury della Senna : 1 ° l' esercito è lo strumento del dominio dello Stato e i lavoratori devono combatterlo senza tregua; 2° la guerra e la patria sono ajfa,·e capitalista e non riguardano 111 modo alcuno la classe operaia. Deputati e giornalisti si sono mostrati sorpresi cli queste conclusioni; ma non sono nuove. Da cinque o sei anni i Congressi dei lavoratori le hanno formulate ed è in conseguenza delle loro risoluzioni che fu pubblicato Il Manuale del soldato; eh' è statù organizzato in molti sindacati il Soldo del soldato o cassa di soccorso per i sindacati sotto le armi ; e che, infine - malgrado le circolari del ministro generale André - le Borse del lavoro hanno s·abilito rapporti regolari coi. lavoratori sotto le bandiere. Come nelle presenti manifestazioni i sindacalisti hanno avuto sempre uno scopo: 1·icordare ai proletari che I' esercito , la patria e la guerra sono cosa borghese e che la sola lotta di classe è cosa operaia. La borghesia <.: il capitalismo sono rimasti sorpresi perchè credevano che i partiti socialisti erano i veri interpreti della
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