86 RIVISTA POPOLARE Europa; clie riceve onori reali; che ha uno stipendio di L. 1,250,000; che sta a capo di una nazione di 39 milioni di abitanti ; che tratta alla p~ri coi capi dei popoli più grandi del mondo ... Ce n'è abbastanza per eccitare tntte le passioni e tutte le ambizioni .. Eppure il vecchio Presidente pregato e ripregato non ha voluto essere rieletto ed il nuovo nul1a ha fatto per arrivare al supremo onore! Ma la stampa monarchica che sbrodola dettagli se una principessina sbadiglia, se un marmocchio regale ride, se un Re 'l'ravicello ba il mal di capo .... questa stampa scioccamente si è divertita a dire che Lonbet e Fallières sono due uomini .... mediocri I Volesse il Cielo che tutte le monarchie di Europa avessero dei Re che rassomigliassero nella mediocrità al vecchio e al nuovo Presidente della Repubblica francese I . Il messaggio di Fallières letto alla Camera dal Presidente del Consiglio Ronvier (1) annunzia che il nuovo Presidente seguirà la politica del predecessore : la politica di riforme sociali e di consolidamento dello spirito laico e repubblicano ; e noi ci auguriamo che la _folle ambizione del malvagio imperatore di Germania non venga a perturbarne lo svolgimento con qnalche guerra scelleretameote premeditata. Ciò che ha portato alla Francia sotto l'aspetto economico il settennato di Lou bet che fu un collaboratore di Mèline nella riforma doganale del 1892, lo vedremo in qualche altro numero della Rivista, non potendolo in questo per sovrabbondanza di materiale, sulle orme di un economista francese, che alle chiacchiere dei fanfaroni del liberismo ha saputo contrapporre l'eloquenza dei fatti. Dal lato politico ricordiamo che durante il settennato di Loubet, la ferma venne ridotta da tre a due anni; fu votata la legge dell'assistenza obbligatoria, iniziata la dis,~ussione di quella per la pensione della vecchiaia; ve11ue condotta a termine la separazione della Chiesa dallo Stato che costituisce forse lo avvenimento più importante di questi ultimi anni. Nella politica estera i successi furono maggiori: fu ristabilita l'entente cordiale coli' Inghilterra e coll'Italia; risultato che compensa il fiasco dì Fashoda ; Delcassè fu il ministro a cui si devono i successi e i pericoli dell'imbroglio marocchino. Sarebbe ingiustizia il dimenticarlo nel bene quando si passa in rassegna l'opera del settennato di Loubet e quando si insiste sempre sul lato cattivo della sua azione ministeriale; ♦ L'antimilitarismo in Francia e l' antipatrlottlsmo a Trieste. - L'errore commesso dal governo nel processare Hervé e i primi firmatari del mani!'esto antimilitarista lo ha messo in un non piccolo imbarazzo, perchè i manifesti si rinnovano e i firmatari sono migliaia. D'onde l'impossibilità di processarli e condannarli tutti. Meglio sarebbe stato lasciarli giudicare dalla pubblica opinione, che avrebbe finito col disgnstarsi di un pazzo come Hervé, che dopo la condanna ha ripetuto ai soldati questo scellerato consiglio : se la Francia viene invasa dagli imperiali eserciti tedeschi invece di sparare contro i nemici invasori tirate nella schiena dei vostri ufficiali .... ! Intanto nella propaganda antimilitarista ci sono episodi, che impressionano e che colpiscono il militarismo nel suo lato veramente odioso e dannoso. Eccone uno, i cui dettagli togliamo dalla Petite république. La Voix du Peuple ha pubblicato il 15 febbraio un numero speciale a 75,000 copie, la cui prima pagina è consacrata ad un disegno. Alcuni maggiori-medici sono occupati a marcare la spalla dei coscritti con un timbro che dice: buono per essere ammazzato. Un coscritto debole e malandato viene liberato e lasciato per la ripopolazione. In seconda pagina un altro disegno (1) Uua specie di storia istruttiva dei messaggi dei Presidenti della Repubblica francese ha fatto EdmondoClaris nella Petite republique (N° 16900). porta questa leggena: La bottega da rnacellaio (L'Etal). Tutte le carni hanno la loro qualifica ('I'outes les viandes ont des cocardes). Vi si vede un macellaio con un kepi gallonato innanzi a cui passano i coscritti. Altro disogno in terza pagina colla leggenda: Al macello, rappresenta un ufficiale che ga.loppa in mezzo ad una mandra di bovi e che pas'3ando innanzi a tre feriti, che implorano ai1Jto, risponde: Si pensi prima al bestiame ; è la carne più cara I E' facile immaginare quali artic,)li e quali e3orta · zioni facciano compagnia a tali disegni·: e noi soggi11ngiamo che tutto ciò p~tò servire beni::;simo nella propaganda contro la guerra e contro il mìlitari:-:imo, che noi perseguiamo da anni. Ma tutto ciò messo al ser vizio dell'antipatriottismo ali' Hervé è odioso· L' antipatriottismo Ht sic è diventato il programma dei socialisti triestini; e noi l'abbiam1 vivamente de plorato nel numero precedente. Ci piace ora rilevare che Arturo Labriola, dei cui articoli equivalenti a male azioni ci siamo occupati , sull' argomento ha pubblicato un bello e buono articolo nel!' Avrmti I in cui bia'3ima apertamente i socialisti di Trieste, cui lo avvincono legami affettuosi. A loro chiede: « Come possono i socialisti fare una « specie di patriottismo renvusè che consiste nel l' ape provare un atto del fCOVerno preso confessatamente « in odio al carattere nazionale d' una maggioranza « locale? • Il socialista rivoluziona.rin italiano conchiude: « Tengo « per conto mio a non figurare tra quei sociali::iti, che « approvano tutto quello che fanno i loro compagni, « anche qnando l'errore è evidente e può celare un " gravissimo pericolo. Per conto mio penso che i so- « cialisti triestini dovrebbero ben guardarsi dal sollec vare l' errata impressione che I a loro poli tic a possa « coincidere con gl' interessi dell' Austria e del g,J· • verno. ~ No; non si tratta di una errata impressione. Forse sono buone le intenzioni dei socialisti triestini; ma le intenzioni in politica non contano : valgono i f'citti. E i fatti dicono che in questo momento i socialisti triestini fanno il comodo dell'odioso ministro dell'interno, Bilandt Rheidt, dell'Impero austr;aco. ♦ Il giudizio di Arcangelo Ghislerl sopra · Edoardo Pantano. - L' articolo del nostro direttore sopra Pantano miHistro gli ha proc11rato lodi non poehe e qualche ingiuria. Le ingiurie gli pervennero da anonimi; nna critica garbata gli pervenne da Cremona, anch'essa anonima. A tutti gli anonimi diciamo soltanto, che di repubblicano essi non hanno che l'epidermide; non ne hanno nè la mente, nè il cuore. L'educazione repubblicana dev'essere a base di franchezza, di sincerità, di coraggio: sono le qualità indispensabili per un partito eh' è in grande minoranza nel paese e che deve procurarsi la stima e il rispetto non con la forza numerica , che gli manca, ma con quella mo• rale , di cui ciascuno può individualmente rendersi padrone (1). Nel giudicare Pantano i più severi sono i re pub blicani; e si comprende benissimo. Non ce ne sorprendiamo e inolto meno crediamo che ci sia da lamentarsene. Tra i giudizi che si sono pubblicati uno, però, ce n' è che riteniamo meritevole di essere segualato : quello di Arcangelo Ghisleri. Così egli conchiude la part~ che riguarda il neo ministro dell'agricoltura in un nt1mero unico consacrato a Giordano Br11uo e che (1) Dopo composto questo stelloncino e sul punto di andare in macchtna ci arrivano La Luce repubblicana ed un giol'llale romagnolo che si occupano del caso Pantano e del!' articolo del nostro direttore. Dell'una e dell'altro diremo nel prossimo numero; sin da ora avvertiamo che c'è una grande differenza nella intonazione della lettera dell' avv. Severini al nostro direttore e l'articolo del secondo.
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