l{IVISTA POPOLARE 103 le regioni del continente italiano 111 fatto di biblioteche governative: Piemonw Liguria LombarJia Veneto Emilia Toscana Marche Umhria Lazio Abbruzzi e Molisi:: Campania Puglic Basilicata Calabri e Bibliotecghoev. SuperfiicnieKmQ. (1) Popola(z2.) ., .) 2 ., .) 5 ... 2 9367 5'.!78 '.!~085 2 -+5~7 207ot ::qto5 ~)7 I 2 ~l 7°9 12081 165'.!<_J I (.)'.!~)5 19109 ~)'.162 15°75 336206') I I I 1860 4393558 :, I 90 1 2..J. 2..j.~()580 2609587 I 0() I (Ì'.{ 5 l.i8328(j I'.! 55(Ì7 I 1_,./j378~1 :po732 3 2029552 -l-~J075~J 13~)1091 La sproporzione di fatto è molto p1u grave di quello che risulta numericamente. Per misurarla in tutta la sua estensione, bisogna considerare che fra le regioni ctel continente, 1~1 percentuale, proporzionata alla popolazione, di scuole, di Università e d'insegnanti risulta a tutro danno del sud; che qui le comunicazioni sono meno facili; che la zona è in condizioni economiche meno prospere. L' insieme di queste circostanze, troppo lungo a rappresentare colle cifre, aggrava il danno della mancanza di biblioteche dello Sta:o in tanta parte d' Italia. Non si potrebbe argomentare che conseguenza delle peculiari condizioni del sud è la mancanza di biblioteche governative, perchè quest'istituti giovano ad ogni classe di ci:tadini, specialmente in quei centri dove non esistono università e scuole superiori, supplendo in qualche modo cattedre e insegnamenti. Neppure tale mancanza potrebbe esser giustificata dalla minore percentualità di studenti, di letterati, di professionisti, perchè in tal modo sarebbe un voler proclamare l'ignoranza ad ogni costo di provincie nobilissime, elevandola a sistema, invece di porvi quel riparo che solo il maestro e le biblioteche sono in grado di portare; sarebbe un voler ostinarsi a mantenere un dislivello morale regionale, invece di concorrere a colmarlo con mezzi efficaci. Ciò che non ha fatto fìnora il nuovo regno cl' Italia, il quale solo conservando le biblioreche governative che esistevano rispettivamente nel r848, 60 e 70, e non ,lumentandole di numen, pare, sottu uno speciale punto di vista, rispetti gli antichi confìni politici per virtù di popolo infranti, e non, tratti ugualmente le varie figlie della stessa madre. E ben necessario, tutti dobbiamo riconoscerlo, che anche città fra loro vicine, come Bologna, Parma, Cremona; Pisa, Lucca; Pavia, Milano ccc. abbiano la loro biblioteca governativa, ma è ancora più necessario che nel mezzogiorno, a partire dagli Abbruzzi e Molise, fino ai capi Spartivento e S. M. di Leuca, il governo abbia in tutte q uellc regioni biblioteche sue proprie, mentre neppure una ne possiede! E si deve notare che questa zona della patria italiana complessivamente misura circa 61,000 kmq., ed è popolat1 da 5,375,137 abitanti. Rappresenta cioè la quarta parte della superficie e la quinta della popolazione di tutto il continente italiano l Fatta la proporzione, e anche supposto per un momento che la zona in discorso si trovasse nelle identiche condizioni delle altre regioni italiane, risulta che a parità di trattamento dovrebbe avere sei biblioteche ( 1) Annuario stat. i tal. pel 1 904, Roma 1 904 alla pag. 5 3 · (2) idem. idem. idem. >> 59. governative! Ma la constatazione del trattamento fatto al sud, relativamente alle biblioteche, riesce ancora più amara, se si confrontano le cifre della popolazione delle città che al nord e al centro hanno le biblioteche del Governo, con quelle della popolazione delle principali città del sud, che non le hanno. Così Cremona, Modena, Pavia, Pisa, rispettivamente con 37, 63, 34, 60 mila abitanti h~nno la fortuna di possedere anche una biblioteca governativa, mentre al sud, città come Bari, Foggia, Lecce, Reggio, popolate rispettivaniente cla 73, 5-+, 33, 46 mila abitanti, non l'hanno. . . Solo i sistemi di governo hanno fìnora impedito di adottare pel sud quei provvedimenti che giustizia richiede. L'alfctto fra le regioni italiane si è più volte affermato, e recentemente, nella sventura del tcrrcrnòto in Calabri::i, con una gara nobilissima di generosii-à. Ma gli aiuti a scatti~ quando straripa_no i fiumi o i terremoti sconvolgono il suolo, se giovano a mitigare le sventure, non possono detcrm i narc il progresso e il miglior avv~ni~·e _di p_a-: recchj milioni d'italiani. Per le prov1nc1e rnfclic1 del sud occorrono pr.:.vvedimcnti stabili e costanti, che le migliorino anche moralmente e intellettualmente, ditfondcndo l'istruzione, sviluppando le latenti energie e le grandi risorse. Cura precipua della patria italiana dovrebbe essere di aumentare in questa zona sc~10lc e maestri_, e di _fon~ar~ bi_- bliotechc governative almeno nei centri prrnc1pali, affìnchè sparisca da una parte la piaga dell'analfabetismo nelle classi popolari, e si svilupp\ neg_li eletti l'amore agli studì; affinchè il pubblico sia invogliato a seguire sui libri o sulle riviste il movimento intellettuale moderno; aftìnchè anche la scienza e non soltanto l'empirismo possa esser guida alla vita pratica. Lo Stato italiano fondando alcune biblioteche governative nella regione sud della penisola, non solo farebbe opera morale, ma anche necessaria e giusta. Adempirebbe con rit1.rdo un dovere, perchè darebbe a chi ,non h~ avuto _qu~l che giustamente deve avere. L uguaglianza dei diritti di tutte le re,,ioni verso la patria comune, la D . uo-uale distribuzione delle gravezze per tutte le p~ovincie, reclamano un provvedimento siffatt_o. Anche due altre regioni nel cuore della pemsola, Umbria e Marche, mancano di biblioteche governative. Si trntta di oltre 1775000 abitanti sopra u_na superficie di quasi 20000 _kmq., senza un~ b!bl10teca del governo, mentre 111 queste dL1e reg10ni_ sorgono tre università degli studi: Macerata, Urbmo e Penio-ia. Non occorre neppure accennare quale gr~ndissi~1a utilità darebbero le biblioteche governative in tali città ao-li studì superiori, ma considerando ancora che la b funzione della biblioteca moderna è quella di giovare a. tu_tti i cit,!adini, bisogna riconoscere che se le b1bl10teche rossero anche nelle reo·ioni italiane dove mancano, grandissima intlu~nza avrebbero sul progresso intellcttu~le d~lle popolazioni. Il libro è la gran fiaccola _che· 1llumma il cervello dell'umanità. In Italia specialmen~e do-:- vrebbe esser messo dal governo alla portar~ d1 tutt2 i volenterosi, per dirozzare o per perfezionare. ~ i libri di tutto un popolo non dovrcbbe_ro _costituire il privilegio e~·ett!vo di alcun? provmci~ solamente anzi proprio d1 quelle che, 111 proporzione, ' b. ne avrebbero meno · 1sogno. o. VIOLA Ai nostri lettori ed abbonati che non fanno la collez_ione della Rivista e che vogliono mandarci il .N. 0 7 dell'anno IX ed il N. 0 2 del!' anno corrente, da1·emo in cambio un libro del valore di cent. 50 da scegliersi nell'elenco dei premi della Rivista.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==