RIVISTA POPOLARE 101 ottenere di esercitare la loro influenza nelle legi.-:lazi,ni dei Hingoli Stati; e perciò in 0gn11na cli tali lotte il la ,·oratore si deve slanci>1re eon tutto il cuore, S0, nonchè svio una b·1ona org::inizza,,;ione può garrntire il successo ed allontanare il pericolo <li 1·1rn di,.,fatta che potrebbe riuscire fatale pel movimento operaio. E non hnvvi per gli operai ammaestramento più eloq11ent.e e convincente della sanguinosa disfatta del· proletar:at, russo: la repressione ha rotte le numerose forze del proletariato stesso, ed ha violentemente soffocati i primi mo,·imenti organizza ti vi dei lavoratori russi. Quello che è accadnto in Russia pnò rappresentare la irreparabile conseguenza del contrasto fra il brutale arbitrio e la disperata ribelli0ne, e sta a significare clie, do\·e manca la organizzazione, i vi la lotta assume sempre necessariamente la forma pit1 accanita. Ma alla potenza dello Zarismo· allf>ato con la società borghese non è stato aggiogato il proletariato russo, la cui miglior parte Fl::1nguina sotto le palle della soldate:;ca. E, ad onta del massacro degli operai, certamente l'antico regime dello arbitrio è divenuto impos;:;ibile in R11ssia; non à tolta la possibilità d'una nuova rivoluzione; ma nel t.rmpo stei;so il movimento operaio è per orn paralizzato e sarà ::1nzi fermato fra mille difficoltà, prima che esso po;:;sa aprirsi e spianarsi una nnova via! La classe dei lavoratori tedeschi ha troppo imparato in nn decennio di lotte percbè sappia sormontare, mercè una rigida organizzazione, i gravissimi ostacoli. Essa sa che i moderni reg-gikri aspetta110 solo il momento che essa esca dalla legittimità, per sfasciare le loro organizzazioni; ma la classe operaia ha già imparato a :;fatare queste Rper,rnze dei s :oi avv<'rsari. E perciò gli operai tedeschi condurrnnno le loro imminenti lotte s11lla base della )Pgale organizzazionfl e sapranno fare trionfare la propria influenza in t,ut,t,i i rami della legislazione e della pubblica amministrazioile. Q11este sono le speranze che il 1906 è da aug11rars1 voglia realizzare! G IOVANN[ CA RANO-DON\"[1 o Latini ed Jtnglo-sassoni di N. Colajanni (1) I giudizi Con questo numero cominciamo la pubblicazione di alcuni giudizi che sono stati pubblicati appena presso Alcan comparve la l" Edizione della Traduzione francese di Latini e Anglo-sassoni. Noi crediamo di non potere iniziare meglio la pubblicazione che riproducendo integralmente questa recensione importante per la Rivista autorevole e per lo scrittore. N. CoLAJANNI - Latini e Auglo-sassou1. Rane superiori e rane inferic,ri - Tradotta Jdla 23 ed. italiana da ./11lie1zDubois, professore aggregato dell'Università, Bibliot/1. scie11tifique internationale, Paris, Fdix Akan. Percht: i Latini dal linguaggio sonoro, dalla piccola statura dal tipo esuberante, s'intendono comunemente come apparte- ( 1) Presso La Rivista popolare, L. 6. Per gli abbonati che pagano anticipatamente L. 2,75; all'estero L. 3,75. nent; ad un'umanità inferiore dai grandi e robusti dal lungo cranio, dal pelo fulvo, dal rauco accento germanico'? Esiste nella nostra Europa occidentale, nel mondo classico, (senz:1 parlare d.;i tipi neri, gialli o color rame della specie umana) una gerarchia che classifica l'homo europaeus, Ariano o Germanico, al disopra dell' homo alpinus o Celta, e questi al disopra del!' homo meridionalis o Mediterraneo? Il Colajanni che è un homo meridio11alis, pcichè è Siciliano, ha sentita l'ingiuria che una pretesa scienza gl'inAigge di questa macchia originale. Egli ha consultati i titoli del primato specifico che si arroga l'homo e11ropaeus. Egli ha circoscritto il problema al conflitto tra L1tini e Anglo •sassoni. Problema questo dei più controversi se si calcola la enorme letteratura che ha pro,·ocata. Il lavoro del C. non è un semplice :-:.umero ag. giunto a questo catalogo: è una rivista e un riassunto del soggetto. E' una critica anche fortemente motivata e tale quale si può attendere da un tanto nobile ingegno. Si conosce - e il signor Dubois ricorda con ragione nella prefazione - la carriera del!' eminente pubblicista. Il Colajanni non n~ce dal solito sta1npo degli nomini del Risorginze11to ufficiale; egli ha sognato una Italia meno monarchicizzata, meno centraliZ1.ata, meno irnbo;·ghcsita: è restato garibaldino. Professore dell'Universit~t di Napoli, rappresenta il perfetto Kat/1ederso 1ialist, perfetto pèr la sincerità e la generosit~l della sua fede, perfetto anche per la sicurezza e la vastità della sua erudizione. Egli possiede tutto ciò che è stato scritto sulla teoria delle razze; così si compiace d' evocare incessantemente le testimonianze deg1i autori non per una vana pompa di bibliografo , ma pes lumeggiare le contraddizioni e le incoerenze. Poichè questa irritante questione non ha prodotto finora che una strana diversit~t di dottrine e cli interpretazioni. E la prima dornan,la del questionario- la definizione della razzarimane sc:nza risposta. L' A. non pena troppo a dimostrare che questo con..:etto applicato al regno umano, è oggidì vuoto di senso e che, anche ammessa la sopravvivenza di una razza pura, incontaminata, questa constatazione, che può soddisfare gli antropologi non esercita u;-,a ripercussione sulla evoluzione intellettuale e morale dei gruppi sociali, ed anche che la pa rentela antropologiéa non costituisce una parentela di coltura: esempio gli alpini di Francia e d' [talia. Le raue si distinguono se non per i segni so1natici che sono stranamente confusi, almeno per le manifestazioni fisiche che s1 ripercuotono nella demografia? L' A. che è uno statistico emerito, ricorda che la natalit~t, forte presso gli Spagnuoli e gl' Italiani, latini , è debole presso i Francesi egualmente latini; fenomeno biologico e congenitale, afferma con 1111arara incoscienza, il Vacher de Lapouge; fenomeno sociale, risponde: il Col::ijanni. L'emigrazione è l' appannaggio di una razza? ma non t; essa un fenomeno che si constata tanto tra gli Anglo-sassoni che tra i Celti d'Irlanda e gli ebrei di Polonia e Russia 't L 'urbanismo - l'agglomerazione nelle città - è praticata dai soli « dolico biondi e di alta statura n come dice il Vacher de Lapoùge, erigendo questo paradosso in legge, la legge di Ammon , dal nome di un emulo tedesco de Lapouge? È vero che gli Anglo-sassoni soli si -no dei 1no11ey11Lakers? E i Lombardi, e i Cinesi , e gli Ebrei ? L' asse dei geni, seguendo una bizzarra espressione, può essere tracciato senza variazioni da Edimburgo al Volga o dallo sboc..:o della Senna al Baltico? La criminalit:i, la delinquenza, caratterizza un gruppo etnico più che un altro? Una razza è, in virtù della sua conformazione anatomica, predestinata ad una confessione piuttosto che ad un'altra? [ Neo Latini sono fatalmente marcati dalla impronta cattolica'/ Basta solo enunciare tali puerilit~t per farne giustizia alla luce <lei fatti. Ma l' A. non sdegna d1 esporli ;nteramente e di spogliarli dell'armatura scientifica che le maschera e le nobilita. Su questo concetto stretto , anatomico o fisiologico della
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