96 RIVISTA POPOLARE insinua, negli animi, il fastidio della lotta e, con esso, la viltà. Dalla viltà alla servitù il passo è, poi, breve. In q 1esti casi, l'apostolo dei diritti nulla può. Persuade la mente, ma non infiamma il cuore; e, tanto meno, arma il braccio. Può fare degli amatori platonici de' diritti, ma non de' rivendicatori o vendicatori de' medesimi. Di questa estrema viJtà, che conduce alla servitù o che dalla servitù non redime, si preoccupà principalmente Giuseppe Mazzini. Per questo, egli va cercando <e un principio educatore, che guidi gli uomini al meglio, che insegni lor? la ~ostanza . de~ sacrificio che li vincoli a' loro fratelli, senza ±arl1 dipende1~ti dall' idea d' un solo o della forza di tutti·)). Questo principio egli addita nel Dovere. <e Bisogna - egli scrive - convincere gli uomini che essi banno ad essere, quì, in terra, esecuto.1·i 1i una sol~ legge; c?,e lo scopo. d~l~a loro_vita non e quellat d1 essere pm o meno fehc1 ma d1 rendere sè stessi ed altri migliori; che il combattere l' ingiustizia e l' errore a beneficio de' loro fratelli e dovunque si trova è non solamente diritto, ma dovere; dovere da non negligersi senza colpa; dovere di tutta la vita >>- La sua grande conclusione è che « i diritti non sono se non una conseguenza dei doveri adempillti e che bisogna cominciare da. questi per giungere a quelli >>. • • • • . . GiL1 sepp~ Maz~ini che, Hl questi 1n~~gna~~nt1 1 s1 annunzia ed e un grande maestro d 1de~hta, ~1 annunzia ed è altresì un grande maestro d1 realta. E' pe:chè con~sce p_r;fondam_ente la realtà. che egli,_ per v1ncerla e per far salvo 11 tesoro prez10so del1' umana .dignità, ci addita, come neces'Sità ineluttabile, la via del dovere che è la via della lotta e ' . 1el sacrificio. Nè questa morale, -yerar:iente ero1c_a, e, come dice Francesco De Sanct1s , solo buona 111 certe occasioni, cc quando cioè, le_nazioni si risvegliano per la toro libertà ed ind1penucnza >>. Questa morale è buona ooni aiorno, e buona sempre, perchè, ne' perenni co~1tra~ti civili, sia salvo il senso dell' umana dignità. In sostanza, Gi_useppe Mazzini, C?n quella preparazione civile e v~nle act un t~m_po, c1 assuefà a quello, che, più tard1, con frase_ ±~hce, Rodolfo Von Jherino chiamera <e lotta per d1ntto >> parafrasando questa bsolenne sentenza di Wolfango qaethe: « Ecco l'ultima parola della saviezza: m~- nta libertà e vita chi, ogni giorno, sa conqu1starsele >>. Nè a Giuseppe Mazzini -- chiamato non solt~nto a concepire, ma anche ad operare - poteva sfuggire un altro ammaestramento per rendere effì~ace e risolutiva l'idea del dovere. La migliore esplicazione del dovere, per lui, non è il non fare: è, invece, il fare, il fare sempre e ad ogni costo. Per lui, così, non basta non operare contro la legge; occorre, anche, operare a seconda della legge. on basta il non nuocere; bisogna anche giovare. Inoltre, quando ci troviamo di fronte alia iniquità ed alla prepotenza, non basta la resistenza passiva: ci vuole anche e principalmente quella attiva. Con l' una - che è consigliata da Leone Tolstoi - il nemico ad ogni costo della violenza - si protrae la cancrena all' infinito; con l' altra, imposta da Giuseppe Mazzini - l' amico della violenza per la giustizia - la salute si conquista subito. E vedete: non si deve al tolstoismo contemplativo, ma al mazzinian ismo operoso il recente trionfo li ber al e del popolo russo sulla secolare autocrazia de'Romanoffl VI. Giuseppe Mazzini ha la più degna visione del mondo politico perchè ha la più vera v1s10ne del mondo morale. La sua filosofia é il segreto del suo apostolato. Quella sua è la perenne filosofia del genere umano, che può essere, a volte, oscurata ed anche deviata, ma non mai vinta e soppressa in que' tenebrosi e più o meno lunghi periodi storici, ne' quali ricorre il tristo spettacolo del naufragio della ragione. Per Giuseppe Mazzini, co~::e pei filosofi più illuminati di tutti i tempi, l'uomo non è una niacchi na, ma un essere intelligente e pro• gressivo. In qL1esta capacità di comprendere e di migliorare , egli ripone il fondamentt) de' due grandi edificì dell'istruzione e dell'educazione: l'una s'indirizza alle facoltà morali; l'altra a quelle mentali: la prima sviluppa, nell'uomo, la conoscenza de' suo' doveri; la seconda lo avvia a praticarli. Ma concepire il bene ed il male non basta: occorre anche poter fare l' llllO o l'altro. In queste condizioni, se opportunamente interpretato, si trova l'uomo, perchè esso è, psichicamente, libero. Così, per Giuseppe Mazzini, è la libertà psichica - ossia la facoltà di scelta fra il bene ed il male, tra la devozione al progresso comune e lo spirito di egoismo - la causa prima dell'esigenza della morale, come lo è della responsabilità, del premio, della pena, del progresso. L' uomo che si reputa automa non solo rimane automa ed indigente nella storia, ma è anche schiavo nella vita. Nella credenza all'automatismo, Giuseppe Mazzini, giustamente, addita la fonte della schiavitù antica. In preda a questo materialismo psicologico, divenuto materialismo storico, si tendeva, allora, ad accettare, ciecamente, <e i fatti predominanti, senza curare o sperare di mutarli >>. La fatalità era impotenza, era schiavitù. Il progresso cominciò ad aversi e, col progressu, la libertà quanèlo divenne diffuso convincimento il concetto che l'uomo è, con le sue libere iniziative, il fabbro della storia o, come disse G. B. Vico, il fabbro del (< mondo delle nazioni ». Ora di questo concerto Giuseppe Mazzini non è soltanto dottrina, ma anche esempio; non soltanto teorica, ma anche pratica. In lui, è il reale, che anima l'ideale; e, nelJ.o stesso tempo, è l'ideale che vivifica e trasforma il reale. Il sillogismo, in Lii, non è mai sofisma perchè, espressione delle esigenze della vita, è chiahrnto, sempre, a cooperare al miglioramento della vita stessa e deve essere necessariamente retto e benefìco. La fìlosotìa di Giuseppe Mazzini, come rispetto all'uomo interiore, è profondamente integratrice anche rispetto a' capisaldi di tutta la vita umana, che sono l'individuo, la famiglia, la patria, l' umanità. Quest~ capisaldi, che egli chiama felicemente <e elementi della vita ))1 non si elidono; ma, pur affermando potentemente la loro rispettiva personalità, si armonizzano. L'equilibrio è perfetto e il contemplarlo fa vibrare l'anima di commozione ineffabile, mentre ne fortifica a dimisura la tempra. L'individuo non si concepisce senza la famiglia, la famiglia non si concepisce senza l'individuo; del pari, la patria è • nell'umanità, come l'umanità è la risultante di tutte le patrie. Nessuno di questi <e elementi di vita >> è a scapito deJl' altro e tutti cospirono al bene comune. E' questo un merito, che può parere mo_des~o se si pensi che, così, si ribadisce, soltanto, 11 f~:mdo retto de' sentimenti tradizionali e venerandi del aenere umano; ma è, invece, immenso se si tenga ~onto delle deviazioni perniciose _e, pm~troppo, non infrequenti de' sentimenti stess1. _Vo1, pertar~to, vedrete, a vista d'occhio, grand~ggiare la dottrina mazziniana se prenderete a cons1d~rare eh~,, a1~che ne' nostri tempi, una scienza non s1 sa_se p1_uc1ec~ o colpevole, tende a far tabula r~sa d1 tutti qu,~st1 <e elementi di vita>> cancellando 11concetto dell individuo di fronte a' quello braminico che prof_essa intorno alla società ed allo stato; che un culto 1do- ,
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