Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 3 - 15 febbraio 1906

60 RIVISTA POPOLARE Crediamo assolutamente superflui i nostri commenti; ci auguriamo soltanto che possano almeno essere smentite le particolarità che rigu~rdano il Prof. Bruno, che occupa un posto eminente nel Municipio di Napoli e dirige la Scuola di applicazione degli Ingegneri. La laurea accordata al Fortezza in tali circostanze rappresenterebbe non solo una violazione di tutte le leggi; ma anche un premio a chi per tante anni le ha violate esercitando abu8ivamente una professione e facendo una sleale concorrenza ai professionisti, elle spesero tempo e quattrini non pochi per provvedersi del diploma. Siecbè riteniamo pienamente giustificata l' agitazione degli Studenti di Napoli e di Palermo e vorremmo che ad essi si unissero nella protesta. quanti sono in Italia ad esercitare la professione d'Ingegnere. ♦ Origini plebee dell'a-rlstocrazia inglese.- Nel Grand Jlagazine il signor ·w. Gordon :::11 è pres,t la pena di _notare 1'01:igine di alcuni campioni dell'aristocrazia inglese. Le notizie sono istruttive anche per gl'Ita.liani, i quali, in verità non tengono in gran conto la nobilta del sangue. Come e quanto sia plebeo il sangue che scorre nelle vene di molti aristocratici inglesi si apprenderà da questo quadro: Titolati attuali Origini Barone Ashburton Conte Northbrook Ba1·one Revelstoke Conte Cromer Duca di Nol'thumberland Duca di Leeds Duca di Bedford Marchese di Northampton Marchese di Ripon MarchHse di Bath Conte di Craven Conte di Denbigh Conte di Warwick Conte di Dudley Duca di Malborough Conte Spencer Conte Carriugton Conte di Radnor Lord Mountstepen Lord Strathcona l da John• Bao·ing, sa,to da Hugh Smithson, merciaio ,, Edward Osborne, mercante ,, Henry Russell, barca iuolo ,, John Speucer, sarto ,, Robinson, commerciante ,, John o' th'Inne, !pubblicano ,, William Craven, flttaiuolo ,, Godfrey Fielding, merciaio ,, William Greville , merciaio ,, William Ward, orefice } ,, John Speucer , ingrassatore di bestiame ,, John Smith, mere. di panni ,, Lawrencede Bouverie , apprendi sta mercante } figli di pastori. ♦ L' esercizio di Stato delle ferrovie In Isvizzera. - Da recente abbiamo rilevato i buoni risultati che l'esercizio di Stato delle ferrovie ha dato in Isvizzera nell'anno 1904. Ma giaccbè e in Italia e altrove ci sono ancora uomini a.:cec~ti dalle teorie liberiste o dagli interessi lesi che si divertono ad an• nunziare il fallimento dell' e8perimento nella vicina repubblica crediamo oµportuno ritornare sull'argomento! eh' è di vera attualità in Italia, per fare conoscere 1 risultati del 1905. Non è male rirordare i dati del 1904. In tale anno il numero dei viaggiatori su quello precedente aumentò di sei milioni, cioè del 12 °/ 0 ; gl'introiti aumentarono da L. 43,909,319 a L. 45,427,883. Per il 1905 l'Amministrazione contava sopra un aumento di L. 1,150,000 cioè del 2 1/2 °/ 0 ; invece l'aumento fu di L. 8,700,000 cioè del 5,9 °/ 0 • In due anni il numero dei viaggiatori si elevò da 48 milioni e mezzo a 59 milioni. Bisogna agginngere che i risultati sono migliori in quanto l'Amministrazione, come ha rilevato Le Journal de Gèneve ha versato somme eccessive al suo fondo di rinnovamento. Ma se lo Stato ha fatto un buon affare l'hanno fatto migliore il commercio, l'industria, l'agricoltura, i viaggiatori, il personale,. tutto. Infatti le Ferrovie di Stato della Svizzera hanno ridotto da l :d a l l ore la giornata di lavoro degli operai e degli impieg,1ti; hanno aumentato i congedi annuali_. elevati i salari, aumentato il personale; hanno rjdotto le tariffe delle merci e dei viaggiatori. Ma i1 guadagno più colossale è quello che si verificherà tra 56 anni. La Repubbiica per riscattare le ferrovie ha emesso un miliardo di titoli di rendita; ora nelle spese vanno comprese le quote annue di ammortamento di detto debito e i relativi interessi. Il debito di un miliardo sarà completamente ammortizzato in 56 anni. Allora la Repubblica si troverà padrona di una rete di un miliard<J su cui non deve pagare più un centesimo d'interes::ie. E a sentire i piagnoni dell'individualismo e del liberismo la Svizzera si è.... rovinata! NoI Pantano ministtto Il 21 Luglio 1866, poche ore dopo terminata la battaglia di Bezzecca, la stanchezza per una marcia ·disastrosa da Ponte Storo al campo, l'esaurimento prodotto dalle emozioni di una giornata in tutti i sensi calda e dalla deficiente alimentazione faceva sdraiare alla rinfusa sulla nuda terra i garibaldini, ufficiali e soldati. Vicino a me e a parecchi miei compagni della 3.a éompagnia dei carabinieri genovesi di Mosto , dal grigio e severo uniforme, richiamava l' attenzione un giovane ufficiale dall'occhio vivissimo e dalla barbetta nera che dai nostri compagni di battaglione si distingueva per la camicia rossa e per la bianca bournouse. Egli impegnò subito una amichevole conversazione coi miei commilitoni e dall'accento compresi subito che era un siciliano. Ce n'erano pochissimi nel battaglione Mosto e non avevo mai saputo che vi fossero degli ufficiali originari della mia isola natia. Ciò valse a stuzzicare la mia curiosità e benchè fossi un vero provinciale timido e impacciato, che sentiva il dovere di tenersi a distanza dalla differenza del grado - poichè io non sono stato sèmpre e ic tutti i campi che un semplice soldato abbastanza indisciplinato -- osai chiedergli chi fosse. Seppi che eali era Edoardo Pantano, mandato da pochi giorni d~ Ao<ìstino Bertani, direttore capo dell'ambulanza aaribfldina, nel nostro battaglione a sostituirvi il ~1edico improvvisamecte ammala tosi. Diverse circostanze - la comune origine isolana; la vicinanza dei due nostri paesi natii, Assoro e Castrogiovanni; l'essere egli medico ed io studente di secondo anno di medicina - avrebbero dovuto contribuire a stringere immediatamente i nostri leaami ed a trasformare la casuale conoscenza in qualche cosa che si rassomigliasse all'amicizia. Ma io ero troppo timido e lui mi. sembr~lVa tr~PP? or~ goglioso; perciò, non ostante che nei pochi g10rn: nei quali riman~mmo in contatto egli spesso 1111 rivolgesse la parola con cordialità, mi mostrai sempre freddo ed anche scortese, quan tunq ue da studente lo avessi conosciuto per nome per l' agitazione pro-Polonia , nella quale egli in Palermo era stato pars magna e lo avessi ammirato .nelle_aspr~ . contese politiche tra il colonnello Badia e 1 suoi avversari, per la lettura dei discorsi universitari di una eloquenza caldissima, nei quali brillava sempre

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