Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 3 - 15 febbraio 1906

82 RIVISTA POPOLARE ri_gidità da potere rompere con un colpo un' asta di legno; per giungere a tanto ci vuole, se basta, un anno di c:sercizi quotidiani contro oggetti duri. La lotta delle dita consiste ndl.o spingere l'avversario, con cui si sono incrociate le dita, dal mezzo della stanza alla parete; il giuoco dei piedi è la stessa lotta fatta sfando seduti con i piedi piantati contro i piedi dell' avversario. Esercizi da farsi da soli sono il tentativo di abbassare con la destra la sinistra che resiste, e il respirare profondamente - esercizio quest' ultimo a cui in Europa si dovrebbe dare gran valore. Oltre questi ed altri esercizi che troviamo in parte anche nella ginnastica svedese, abbiamo le astuzie che sfruttano le debolezze dell' avversario - esemplo , il colpire l'osso del gomito che i tedeschi chiamano l'osso musicante e che fa addormt!ntare il braccio - · astuzie che i giapponesi praticano con agilità da prestidigitatori. II giapponese Rè-Riè abbattè con tali trucks a Parigi in 26 secondi il famoso boxer Dubois. La polizia mandò subito a Rè-Riè parecchi dei suoi uomini per farli istrui.re nel tsciùtscitsù. Si teme che se questa ginnastica diverrà popolare in Europa porterà a un irrozzimento dei costumi. Ciò non è avvenuto nel Giappone. Fra lottatori nel periodo dell' istruzione si stabilisce prima chi debba vincere; se uno s' accende e s'irrita , lo si prega gentilmente di cercarsi un altro maestro. Il contegno dei giapponesi verso i russi prigionieri fu umano; le loro pubblicazioni dopo la guerra non hanno quasi traccia d' orgoglio guerriero. Nel St!colo undecimo uno dei Samurai scriveva : Vinci prima te stt!sso , poi i tuoi amici, e soltanto dopo i tuoi nemici. (Die Umschau, 13 gen'naio). ♦ Paul Kamplfmeger: Gll effetti sulle assicurazioni. - Le assicurazioni operaie hanno avuto l' azione di una legislazione protettiva, hanno cioè rafforzato fisicamente e intellettualmente le masse operaie. Se si pensa che dal 1885 al 1900 le casse dei malati hanno spr.so in cure 1.729.044.894 marchì si ha un'idea di ciò che s'è fatto per la salute delle classi operaie. Un terzo di questa somma venne versato dagli imprenditori. Molto più di mezzo miliardo quindi non uscì dalle tasche degli operai. E' poi certo che se gli operai malati avessero dovuto pagare di loro borsa singolarmente i 733 milioni di giorni di malattia senza l'aiuto delle casse dei malati, la cura sarebbe costato il doppio. Tali spese poi avrebbero rese esauste le famiglie operaie; si può affermare senza esitazione che il cavare dalle tasche degli operai due o tre miliardi per scopi di salute sarebbe stata cosa impossibile. Senza le casse dei malati centinaia di migliaia di lavoratori tedeschi sarebbero morti anzi tempo per difetto di cura. Si pensi inoltre qual gravame sarebbe stato per la classe operaia se avesse do,·uto provvedre essa stessa alle pensioni pei 927.81 3 operai vittime di infortunii da quando esiste l' assicurazione sugli infortunii. Data la situazione di diritto prima esistente, certo nel maggior numero dei casi gli operai sarebbero usciti a mani vuote dal1' azione di risarcimento. E le famiglie, volere o no, avrebbero dovuto in qualche modo sostentare l'invalido. Le assicurazioni rappresentano un reale miglioramento economico di un miliardo e mezzo per la classe operaia. La sua salute se n'è avvantaggiata. La mortalità per etisia è <limi nuita dal 97. Nel 1892 morirono 2,41 per mille di tubercolosi, nel 1897 2,17. Dal 1885 la mortalità in generale scesa da 27,5 per mille a 21,8 nel 1898. Si dice che gli imprenditori hanno rimbalzato il loro contributo sugli operai, cioè si son rifatti sui salari del miliardo e mezzo cirea che hanno pagato alle assicurazioni; ma ciò è contraddetto dalle statistiche dei salarii che mostrano come dai 1888 al 1899 il salario annuale sia solito da 61 2 a 7 3 5 marchi. Quest' aumento di salario non fu punto annullato, come pure si afferma, dall'aumento del prezzo dei viveri, giacchè in questo caso il consumo di massa non sarebbe salito. E' sicuro che 10, 1 2, 18 milioni di assicurati, in gran parte con famiglia numerosa, contribuiscono grandemente al consumo dei coslJetti articoli di massa. Ora, questo consumo crebbe fortemente dal 1885 al 1898 per abitante: lo zurchero da 9.9 a 12,4 chg.; la birra da 88,8 a 1 24, 2 litri; il riso da 1,81 a 2, 5 1 chg.; il consumo della carne crebbe nell' industrinlissima Sassonia da 12 a 15,2 chg. (carne suina). Il più alto salario e il pi.ì elevato livello di vita non possono neppure venir eguagliati da un maggior sfruttamento delle classi operaie. In questo caso la mortalità, nonchè diminuire come fece sarebbe aumentata. La crescente produttività del lavoro è dunque più probabilmente dovuta ai perfezionamenti tecnici degli strumenti. (So:r_ialpolitische Monatshejte). ♦ C. Kinloch Cooke: Il problema del disoccupati. - La carità non può risolverlo ; e i disoccupati del resto non vogliono elc:mosine, ma lavoro. Il rimedio si deve ricercare in un sistema di emigrazione e di colonizzazione aiutate dallo Stato. Si ammetta pure che con questo sistema si privi il paese di uomini validi. E che perciò? Tali uomini non andranno fuori dell'Impero; es3i passeranno da una parte ali' altra di quel grande possesso a cui hanno diritto tutti i Britannici. Occorre lasciare emigrare i. disoccupati e colle loro donne t! coi loro fanciulli ; ma non nei moJi caotici coi quali attualmente si emigra , ma con delle cure da parte dello Stato che servano ad assicurare un domicilio e i mezzi d1 sussistenza a coloro, che emigrano. Questa è la migliore soluzione del problema dei disoccupati e si può- adoperarlo subito nel Canadà. Perchè non fondare un Ufficio dell' Emigrazione e domandare al Parlamento eh~ voti duecento cinquanta milioni di lire? In questo modo si trarrebbe profitto dei disoccupati di buona fede e si darebbe alle colonie una popolazione britannica , che po trebbe difenderle contro i comuni nemici. (Empire Review. Dicembre). RECENSIONI STORI.\ UNIVERSALE- . Società Editrice Sonzogno. Milano, 1905. Due volumi L. 1 5. Questa è una pubblicazione di occasione, perchè è destinata come dono del tutto gratuito agli abbonati annuali del Secolo; e non esitiamo a dire eh' è un magnifico dono, poichè si tratta di 1600 pagine circa elegantemente rilegate con I 500 incisioni. La materia è disposta in maniera diversa dalle solite. Vi è infatti una descrizione dell' Universo e della terra che rappresenta la parte geografica; un capitolo è consacrato ali' uomo e alle razze umane; tre capitoli sono consacrati alle primitive civiltà, all' èra greca e alla romana; un solo-troppo poco!- ai grandi avvenimenti della storia dalla caduta dell'impero ro · mano alla fine del secolo XVIII; i cinque successivi sono un viaggio intorno al mondo. Poi seguono gli altri sugli ~si e costumi dei popoli, sull' agricoltura, industria e commere10; sull~ religioni , arti , lettere , scienze , invenzioni ecc. ; sulle _gran?1 guerre, sulla rivoluzione francese, sul secolo XIX, sul n~org1-. mento italiano ecc. Si chiude il 2. 0 volume con alcum dati statistici relativi ai principali Stati del mondo. La partizione non ci piace. I capitoli sulla rivoluzione francese, sul secolo XIX, sul risorgimento italiano e l' acce~no a~ secolo XX dovevono seguire il cap. VIII sui grandi avvemment1 sino al secolo XVIII. Troppo meschini i dati statistici; e giacché tante cose si vollero sicure nell' opera avremmo dt!siderato la cronologia dei principali avvenimenti ed un elenco anche cr~~ nologico, per nazioni, dei capi degli Stati. Avrebbe1:o a~~to pn'. connessione colla storia universale e sarebbero nusc1t1 assai utili ai lettori , che non dispongono di molti libri e di molto tempo. L' opera, con tutti i suoi non piccoli difetti, riuscid. assai gradita non solo agli abbonati del Secolo, ma anche alla massa dei lettori che non hanno larga coltura.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==