Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 3 - 15 febbraio 1906

RIVISTA POPOLARE 79 . tucion lib1·e de Ensenan 1a i lettori possono trovare grande abbondanza di dottrina e di dati sull' ~rgomento che si discute. Il conte di Romanones, quando era ministro della Pubblica Istru - zione , nella relazione a un decreto ( r 2 aprile r 90 r) , cliceva che « gli esami sono un atto solenne, la cui solennità è la stessa delle rappresenta 1ioni teatrali». E più tardi aprendo il suo corso acca:iemico nell'Università di Madrid (anno 1901-1902), il Conte di .Romanones, diceva, riferendosi al tempo in cui studia va: ((Allora vidi con chiarezza evidente che avevo speso gli anni della mia gioventù, non r)ell' apprendere, non ~,elio acquistare, in virtù del proprio sjo,·1o e coli' aiuto del professore, cogni 1 ioni solide di diretta utilità per la vita e per la società, ma nel!' appropriarmi, mediante sjor{i di memo ria lavori esi1iali all' intelligen 1a e lesivi della personalità scolastica, una quantità di no1ioni, proprio quelle che ser vono solo per gli esami. Un deputato, il signor D. Augusto Suarez de Figueroa, alla Camera, il r 2 gennaio r 900, definiva l' Università >> una fab brica di titoli acèademici, un vivaio di spugne che si riempiono da Carnevale a giugno per disseccarsi subito nuovamente ». Il nostro insegnamt!nto è proprio così : un vivaio di spugne che divengon seccht! dopo gli esami. E le spugne si disseccano in più breve tempo, che non si siano riempite. Basta vedere, il giorno degli esami, quale sforzo esso costi ai giovani, i quali giungono lividi e stravolti e si sforzano di non dimenticare una classificazione o un particolare che espost! il professore o che sta ·nel libro di Patologia medica, e che soltanto all'esame di Patologia medica può ripetersi. Già si sa che (( che cadq, maestrillo tiene su fibrillo » ( 1), e a ciascuno bisogna ripetere precisamente quello che ha detto, per fargli piacere e guadagnarsi così l' approvazione. Ora se non si aboliscono gli esami è inutile lamentarsi dei mali che affliggono l' insegnamento ; ma bisogna invece rassegnarsi a sopportarli. Non bisognerà meravigliarsi, quindi se gli studenti fuggon:> i professori che li fanno lavorare e seguono quelli che tengono poche e rare lezioni. Perchè il pro - fessore ne tenga conto il giorno del giudi 1io finale, essi si fanno vedere di tanto in tanto simulando la frequenza. Sicchè i professori debbono spiegare, ripetere cioè la lezione imparata a memoria, e gli studenti imbottigliare le cognizioni necessarie, lasciando le superflue per sbottigliade poì il giorno del1' esame. Così dunque gli esami comprimono molte vocazioni e fanno abborrire lo studio a non pochi giovani; tanto che, non molto tempo fa, un alunno mi diceva che egli conserva sotto chiave i libri che studia con vero gusto, finche non faccia gli esami e possa gettare in un cantone quei libri che ora gli tolgono il senno, e gli consumano la salute, privandolo della libertà e perfino dd piacere di vivere. (La Lectura, gennaio I906). ♦ F. W. Wile : La Germanizzazione del B1·asile.- 1 Tedeschi imprimono un orma poderosa nel Brasile , dove cercano nelle terre vergini creare una più grande Germania transmarina. I risultati dei loro sforzi dispensano dai commenti. Di già 500,000 emigrati tedeschi vivono nel Brasile. Essi in grande maggioranza hanno adottato la cittadinanza brasiliana; ma i loro ideali e i loro legami sono essenzialmente e inviolabilmente tedeschi. Nel Sud, dove sono più numerosi, sono dive nuti l'elemento dirigente. Le fabbriche , le fattorie , le scuole, le chiese, le botteghe tedesche s'incontrano dapertutto. La lingua tedesca in molti punti ha spossessato la portoghese ed è divenuta ufficiaie. Venti mllioni di sterline investiti nelle banche, nelle ferrovie, (T) Letteralmente : (< ogni maestrino ha ;1 suo libriccino ». negli impianti elettrici , nelle mm1ere , in ogni sorta - di affari, domandano la protezione della bandiera imperiale tedesca. Le principali ferrovie e quelle più importanti progettate sono nelle mani dei Tedeschi. Il vasto traffico oceanico del paese, la navigazione del fiume delle Amazzoni, e il commercio delle coste sono dominate dai Tedeschi. Oltre t!d al disopra di queste conquiste commerciali, apparisce in lontananza un fattore di più vitale importanza per la suscettibilità Nord-americana - cioè la creazione di una nazione di Tedeschi nel Brasile. Questo è lo scopo confessato dai colonizzatori tedeschi, che sono divenuti proprietari e signori di più di 8000 miglia quadrate del territorio brasiliano - un'area considerevolmente maggiore di quella del Regno di Sassonia (Fortnightiy Review, Gennaio) .. ♦ (( Nemici all'intorno ». -- Abbiamo dietro di noi un pieno di gravi decisioni e di segni minacciosi. L' anno è finito per noi tedeschi col grido d'allarme (< nemici all'intorno ». Il grido s'è sentito nel discorso del trono del 28 novembre e nel discorso del cancelliere al Reichstag il 6 dicemare. Può seguirne il comando (< alle armi ». Come si è venuti a tanto? Forsechè la politica tedesca sotto Guglielmo II è stata una pol;tica di conquista o ha provocato con l' annunzio di propositi di conquista le diffidenze e l' inimicizia delle altre potenze'( Da tutte le parti si risponde di sì, ci si imputano intenzioni bellicose. Oggi vogliam piombare sull' innocente Francia, domani vogliam occupare il Venezuela, ier l'altro volt::vamo spartire la Cina, posdomani ci annettiamo l'Austria sino a Trieste, ecc. Eppure tutte queste accuse sono nel migliore dei casi auto-illusioni , e la più parte delle volte coscienti menzogne. Noi siamo stati modestissimi nelle nostre pretese coloniali malgrado la nostra sviluppatissima industria e la nostra popolazione straordinariamente cresciuta e crescente; da vent'anni non abbiamo aggiunto al nostro possesso coloniale che Tsingtau, Pamoa e altri minuscoli gruppi d' isole nel mare del Sud. Certo siamo intervenuti in varie questioni della grande politica e ora stiamo difendendo il nostro diritto in Marocco contro due potenze che hanno creduto di trattarci come quantité négligeable. E perciò ci gridano addosso la croce e tutti i nostri nemici, inglesi e f,ancesi, e i nostri antichi avversari del1' est, gli slavi di tutte le stirpi che senza la nostra civiltà non potrebbero vivere e ci odiano come l' ingrato scolaro odia il maestro, lavorano ad isolarci. L'incubo delle coalizioni torna a pesarci addosso come ai tempi di Bismarck. Eppure ndlo stesso periodo l'Inghilterra s'è incorporato lo stato boero senza che nessuno ci trovasse a ridire 1in modo che non fosse platonico) dopo che lo czar rinunziò alla già preparata marcia sull'India che avrebbe sconvolta la politica inglese; e l' America s' è impadronita delle Filippine acquistando una forte posizione nell'estremo oriente dopo di essersi preso Hawai ; e la Francia stava ora tranquillamente aggregando al suo vastissimo impero il Marocco ... Nulla a ridire su tutto ciò ; ma se la Germania accenna a proteggere i propri interessi, ecco scatenarsi un uragano di proteste contro la sfacciata provocatrice ec. D' onde proviene ciò? d' onde la diffidenza, l'odio? La prima risposta è : la Germania è la più giovane delle potenze europee , la più giovane delle potenze mondiali. Le vecchie potenze si abituano lentamente, e solo se debbono, a certi spiacevoli mutamenti. Da secoli l' antica potenza tedesca era dimenticata e il nostro paese era considerato come un buon bottino di guerra come un campo di combattimento per gli stranieri. Tutto ciò è cessato da meno di un secolo; il nostro risorgimento la nostra unità non fu guardata con le simpatie e non godette dagli aiuti che ebbe quella d'Italia. La differenza non può star solo nelle doti simpatiche che i latini possiedono in maggior grado di noi ; si pensi infatti agli inglesi che go-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==