RIVISTA POPOLARE 75 dalla gelosia; qui è l'antidoto, qui la panacea contro tutto e contro tutti: peccato, che l' opera non sia in dieci volumi! ~ Con PAss10111I1LLUSTRIdi Dino Mantovani torniamo alla prosa seria , ai racconti misti di fantasia, di leggenda e di storia, a quel genere singolare in cui l'erudizione e l'arte si sposano e si confondono in un connubio il più delle volte biasimevole ed infecondo , rarissime altre davvero estetico e raffinato. Quest'ultimo è il caso fortunato del libro del Mantovani: nel quale sono narrati nella forma tradizionah! dei nostri raccontari antichi la sconfitta del Buddha, la gran bontà di Menelao, la prodezza ài Febus il forte , il matrimonio di Tristano , il b mdo di Rinaldo , l' eccidio di Buondelmonte e la morte di Attila; e tutto ciò così nobilmente, che nulla potrebbe dcsidcrarsi di più adatto a Ila nobiltà degli alti soggetti. E un'altra p·,ssione illustre è quella che accomuna nella storia VITTORIOALFrnRI E LA Co:-.TESSA DI ALBANY, dci quali Emilio Del Cerro, in un altro volume della fecondissima Casa Roux e Viarengo, ci narra e ci analizza , con la scorta degli ultimi e più sicuri e più ricchi documenti , il lungo amore e le varie vicende, le già note e studiate, e le sin qui ignorate ed inesplorate: e l'opera sua si distingue per una serenit~i, imparzialità, ed oggettività veramente esemrlari ; e sopratutto per essere al tempo stesso non meno schiva di postumi e vani pettegolezzi, che di ridicole ed anacronistiche pruderies e di vani ed inopportuni anatemi morali. Col titolo STuoì sur. BoccAcc10, c pei tipi del Lapi di Città di Castello , Ciro Trabalza pubblica un bel volume di saggi critici non su messer Giovanni soltanto e suli' opera sua, ma pure sull'insegnamento della stilistica, sul lavoro della corre zione, e sulla storia della critica d.~11'arte del <( Decarncron n e dd <( Canzoniere 11 petrarchesco : e il pernio concettuale di tutto il lavoro, è che l'insegnamento della stilistica dovrebbe rinnovarsi e rimutarsi radicalmente , intendendo a una critica affatto negativa della vecchia rettorica , alla lettura e allo studio stilistico d' opere magistrali , e ad csercizì di composizione, con la coscienza ormai ben formata dell'ardua e sublime cosa ch'è l'arte; mentre poi tutto il libro è quasi un principio di applicazione, un campione, un esemplare pratico, molto ben pensato, molto fortemente attuato, e molto opportunamente presentato , del come tale insegnamento , secondo il valoroso collega, dovrebb' essere fatto nelle nostre scuole superiori. Dello stesso genere , pè'r quanto d' assai minor mole e di più modesta intenzione, è la ricerca del dottor Cirillo Berardi (Ragusa, tip. Piccitto) sul PERc111~OGGC NON sI cor.nv1 LA SATIRA cmm PARTICOLARECO,\lPONL\lENTPO ETICO: il quale \\ perchè n si ritroverebbe nel miglioramento delle nostre condizioni sociali generali , e in quello pure della psiche nostra più umana, più indulgente, più sensitiva, più debole, più pensosa, e infine nel più vivo amore alla lirica, che è slancio, entusiasmo , fantasia , non censura , non scherno , non analisi. 11 simpatico opuscolo contiene inoltre delle buone e fini pagine sulla satira in generale e sul suo fiorire presso le antiche letterature. Ho serbato per ultimo, pour la bonne bouche, un elegantissimo libro , legato in pergamena ed ornato di 152 molto belle fototipie, che Eugenia Levi vi olfre. o lettori : lettrici, P1m I VOSTRI BAMBINI: per : bambini in un senso molto largo; in quel senso toscano , che comprende anche i ragazzi e gii adolescenti: poichè il libro, una specie di antologia artil'tica e poetica insieme , tratta da quadri, da statue, da monumenti, de paesaggi, da poemi, da odi, da canzoni, persino da motivi musicali, d' autori latini e italiani, antichi e moderni , celebri e ignoti , contiene cose adatte a ciascuna età, e può accom · pagnare un figliolo , offrendogli sempre visioni di eccelsa bellezza per l'occhio e alimento d'affetti e d'idee per lo spirito, dal primo svegliarsi della coscienza infantile fin quasi alle soglie del!' università: una cosa affatto nuova, una vera trovata, e che, a parte l'ecdetismo, forse eccessivo, con cui fu concepita e condotta, e le troppe concessioni ai gusti ed alle esigenze della classe cui è destinata, merita veramente il largo successo dal quale sarà accolto tra le famiglie agiate d' Italia. Chieti. MAtUO PILO Per abbondanzadi 111ateriasiamo costrettia rinviare m numeri prossimi articoli del TJeputato Pio Viazzi, di Giuseppe Rensi, di Alfeo Biassoli Ottaviani, di Pisani, di De Rinaldis e di altri. I ~IVl.5T~ DELLE. ~IVISTE + • + + - Il dietroscena de1la H,tvoluzione russa. La comparazione degli avvenimenti di Russia alla rivoluzione francese è divenuto oramai un luogo comune che riesce a pesar gravemente con la sua banalità su l'opinione di chi giudica. E diratti, partendo da un simile presupposto, i partigiani dei regimi teocratici condannano nello stesso tempo il popolo rivoluzionario e la burocrazia reazionaria poichè non traggono dalla Rivoluzione francese gli insegnamenti che si impongono, ed evocano lo spettro d'un nuovo Terrore e d'una nuova Dittatura militare: e, d'altra p.:irte, quelli che simpatizzano con la folla le rimproverano di non saper cosa voglia e di non agire con la rapidità del popolo france ·e, di non organizzare insomma quei grandi c0lpi decisivi che, visti alla distanza di un secolo, sembrano i..:s.sere la caratteristica della rivoluzione francese, ma che al giudizio dei contemporanci non apparvero nè così grandi nè così decisivi come si vuol credere. Certo lè due rivoluzioni possono ben esser congiunte Ja paragoni, ma solo in linea molta generica e cioè, per quell'andamento generale che è comune a tutte le rivoluzioni che sembrano menare ad una conc'usione. [via vi sono differenze profonde dalle quali non si può prescindere se si pensi che ogni lotta sociale si fa per la combinazione di due forze, quella dell'idea che sospinge alla lotta e quella dt:!i mezzi materiali di cui possono disporre gli avversari. Più le iJee che lanciano l'un contro· l'altro i nemici sono incompatil-ili, più la lotta sarà esasperata; più cons'derevoli sono i mezzi tecnici, più lungamente la lotta sembrerà indecisa. Da questo duplice punto di vista la rivoluzione russa è la lotta più esasperata e più difficile che nello stato attuale della civiltà europea possa imaginarsi. Le idee, le volontà, le tendenze, le pa:::sioni eh<! sono in lotta sono infinitamente meno conciliabili che non quelle onde ebbe origine la Riv. francese: il regime autocratico russo è ancora in ritardo di parecchi secoli di fronte ali' assolutismo dei Borboni; e le idee popolari che vi si levano contro non somigliano più alle rivend.icazioni relativamente modeste cui aspirava la Francia Jel XXlll sc.:c. Non si tratta di un Terzo Stato che reclama la redenzione politica, ma di tutto un proletariato agricolo e industriale che chiede I' affrancamento sociale. La di versirà dei principi i inconscienti che regolano lo czarismo e il popolo è assoluto, nè v'è speranza alcuna di veder la lotta riso! versi in una serie di mutue concessioni o in una evoluzione su le basi storiche. Una evoluzione sarebbe
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