Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 3 - 15 febbraio 1906

RIVISTA POPOLARE 73 dell'uomo anomalo è relativo al tempo; e il tempo nostro è del tutto ..:straneo alla mentalità d' un santo di quella specie: è enormemente al di sotto di lui per moltissimi , e non solamente dell'infimo ceto, la cui fede non è ancor altro che feticismo selvaggio , che idolatria primitiva , che adorazione e paura e stupore di madonne che stralunano gli occhi e di santi cui bolle il sangue a periodi fissi; è ..:normemente al di sopra per pochi altri, molto più religiosi di lui, che, svincolato da questo suo decrepito cattolicismo , per quanto riformista, spaziano in un'atmosfera più pura e ideale, in un panteismo e in un panpsichismo che posa sulla scienza e ne • trascende i confini e s'irradia nell'enorme e divino mistero dell' universo ; ed è , infine, completamente incapace di comprendere le sue smanie, e persino di rispettare le sue utopie, che per noi di rispetto almeno son degne, per la gran massa degl'incoscenti e degl'incuranti di certi problemi, per la turba infinita delle mezze colture e dei mezzi caratteri, vegetanti in un rozzo agnosticismo, in una miscredenza grossolana, in una facile e stupida ed impotente astensione da tutto ciò che non ,,, sia vita pratica e positiva. Agli occhi di chi, dunque, sarebbe costui, oggi, un santo·? E innegabile pure, che, tecnicamente, il romanzo è spropor zionato, inarmonico, e, spesso, ingenuo e persino ridicolo, e, generalmente, scritto male, in periodi aspri, in lingua povera, in forma pedestre. Eppure, sulla copertina della copia che ho letto io, i.: stampato << 150 migliaio n: e, da noi, siffotti miracoli, non li fanno nemmeno i santi , anche con tutto l' incenso della critica, se nel libro non c' è realmente qualche.: cosa di sostanziale c.: di formale che conquida la gente e la costringa a fare attenzione, a comprare, a leggere, a discutere. E, nel caso nostro, questa qualche cosa sostanziale è la questione politica (politica , non religiosa) del cattolicismo, di questa potenza mondiale , sia pur fondata da una parte sulla puerilità mentale dei volghi e dall'altra sulla malafede insigne di chi li governa , di questa potenza mondiak , dico, che ha proprio per capitale la capitale stessa del nostro paese, e che avvolge con mille spire visibili ed invisibili , ma inceppanti e soffocanti sempre , tutta la nostra vita morale , intellettuale, sociale, economica, parlamentare, governativa: sicchè a chiunque la tocchi e la stringa un po' da vicino non può che destare il più vivo interesse, quando anche poi ci lasci completamente delusi, come l' infermo dopo sperimentato un farmaco nuovo contro la tenia che lo tormenta da anni. E la qualche cosa formale, è, che, anche attraverso alle sue ubbie di pen:::atore, il Fogazzaro è indubbiamente un artista, e un artista personalissimo, e che quindi attira e seduce con la personalità, con l' intensità, con la forza del suo stile, checchè si possa ridire e rimproverare sulla ~egolarità e sul1' italianità dei vocaboli e delle frasi; e che questo suo libro, come gli altri suoi, e più di parecchi di essi, ha frequenti, in mezzo a pagine scialbe ed a tratti indifferenti, improvvi~i lampi di bellezza conquistatrice, rapidi tocchi descrittivi , sottili penetrazioni psicologiche, potenti evocazioni d'ambiente, pennellate da maestro , insomma , che riscattano tutti i difetti, che spiegano tutti gli entusiasmi, che giustificano tutto il successo. E passo ad un altro libro, tutto diverso, e che, largamente lt:tto e seriamente meditato , potrebbe riuscire infinitamente più fecondo di bene reale e di utile pratico al nostro paese : il libro è di Paola Lombroso e di Mario Carrara, s'intitola NELLAPENOMBRADELLACIVILTÀ(Torino, Fratelli Bocca editori), e, per mezzo d'inchieste e d'interrogatorf praticati fra persone dei ceti proletarì in Piemonte e in Sardegna , ne scandaglia l'oscura e confusa mentalità, ne traccia i miserrimi limiti intellettuali, ne rivela e ne denunzia la desolata e per noi ver- .. gognosa e colposa incoltura. Parecchie delle domande ,ivolte a quei poveri diavoli a me sono parse, invero , inopportune e superflue, come quelle ~.ulla grandezza del mondo, sull'uso del microscopio, su che sia l'università; ma la massima parte Jelle altre, e particolarmente talune rivolte a indagare i concetti degl'infimi ceti sulla politica e sull'economia, erano tali da far sprizzare fasci meravigliosi e stupefacenti d) luce da quelle semplici anime, per projettarli, concentrati dalla critica degli aJtori , sulla questione, che oggi si pone sul tappeto parlamentare, del suffragio universale : ah, bisogna sentire le risposte alle domande sullo statuto, sui deputati, sul re, sul1' esercito, sulla guerra, sulle imposte! E poi, nel campo mo raie e religioso, qudle sul piacere e sul dolore, sulla ricchezza e sulla miseria, sull' onore e sulla giustizia, su Dio e sul mondo di là I Sembra di udire il ra.cconto d' un reduce dalla Polinesia, dalla Terra del Fuoco, o dall'Africa centrale! Ah, davvero che siamo « nella penombra della civiltà n ! Stringe il cuore e turba la mente : a molti reazionari, farà forse piacere : ne trarranno argomento a ripetere che tutti i privilegi delle classi superiori sono giusti e naturali, che sono la conseguenza legittima di questi abissi mentali che le separano dalle inferiori , e che queste son nate e fatte soltanto per servire e per obbedire: insomma, Nietzsche. Noi , naturalmente , ne trarremo le conclusioni diametralmente opposte: che cioè, data anche l'iniqua teoria, non e' è proprio gusto nè tornaconto a farsi servire e obbedire da bestie e da automi piuttosto che da esseri consapevoli e illuminati; ma che, d'altra parte, noi sappiamo bene come.! la causa dell 'incoltura e dell 'iner7ia mentale e del torpore spirituale ddla gran massa diseredata stia tutta , o quasi tutta, nel!' eccessivo lavoro, esauriente, snervante, abbrutente, e nell'inadeguata rimunerazione di tanto sforzo e di tanto sperpero d'energia, d' onde la cronica denutrizione, l'abitazione antigienica, l'insufficienza di tutti i mezzi per cui l'organismo si mantiene forte e il cervello vigile ed il pensiero assiduo e vivace; sicchè, per concludere, ciò che più emerge evidente da questo libro , è il dovere comune e sociale di dare prima di tutto più pane e più tempo alle masse popolari, e poi più educazione e più coltura: cose impossibili, queste, lo si rammenti bene, senza quelle, che ne sono. l'indispensabile presupposto. ~ Col titolo DA SocRATE A HEGEL, l'editore Laterza di Bari raccoglie in un denso e sostanzioso volume, curato con intelletto d' amore da Giovanni Gentile, buon numero di nuovi saggi di critica filosofica di Bertrando Spaventa, dopo gli altri pubblicati già in Napoli dal Ghio nel 1867. Poco socratico e niente hegeliano , io non condivido se non assai parzialmente le idee dello Spaventa; ma ne ammiro la vasta mente ed il nobile spirito, e ritengo assai utile alla storia della nostra filosofia la pub!Jlicazione del Gentile : qu~sto volume , al quale io auguro cordialmente, col suo compilatore, assai più lettori che non abbia avuti discepoli in vita l'autore stesso, discorre, oltre che di Socrate e di Hegel, della dottrina tomistica del diritto , della vita di Giordano Bruno scritta dal Berti , del sensualismo settecentista e d1 Vittorio Cousin , della filosofia pratica del Kant , della confutazione rosminiana del Hegel, di alcuni giudizi del Tommaseo , della filosofia neo-cristiana e del razionalismo in Germania , della elegante e mondana filosofia del Caro , di vari (< dilettanti di filosofia italiani • del secolo decimonono , e delle psicopatie in generale , dal punto di vista filosofico, ben inteso, cioè della <1 relazione tra l'anima e l'organismo n. LA DONNANUDA,del dottore Alberto Orsi, editore Streglio a Torino , non è, come il titolo e la copertina potrebbero dare

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