R l V I S ·1·A PO P O L A l{ i: 69 A queste categorie ci soffermiamo per dimoatl'are lo auruento di capitale, notandoue gli ese1upi più tipici. Le a~sicurazioni q ,10tate a Pxrigi valgono o meglio valevano alla fine del 1904, epoca della inchiesta ufficiale . 729 milioni di lire ; cioè circa sette volte la cifra iniii11le di 108 milioni. Ma anche q11ibisogna distinguere le, az;oni e le obbligazioni poichè queste ultime restate circa immutabili rischierebbero di falsare il calcolo. Guardando alle azioni, l' Abeille Incendie passa da 3 a 29 milioni : le Assurances gé11éa1les in· cendie da 2 a 157 milioni ; l' Assttrancfs générales Vie da 3 a 130 milioni; la Nationale Incendie da 2 1/2 a 50, allorchè le azioni del ram(, vita rappresentano più di 85 milioni; La Phènix Incendie è giunta da 4 a 45 milioni e qnella vita da 1 a 25. L'accrescimento delle azioni del!e Società ferroviarie pur essendo più sensibile non è comparabile. L'Est sale da 238 a 415 milioni; la Lyon da 400 a 1.087; la Midi da 116 a 276; la No1·d da 200 n 900; la Orleans da 238 a 678· l'Ovest da 126 a 222; 2:li aumenti sono I " ' diversi ; sono al minimum dell'80 0/0. E un tasso più che rispettabile. Le ferriere e fonderie valgono attualmente 799 milioni contro un capitale nominale di 543 milioni. Avvertiamo che p!lre qui le obbligazioni producono un confronto globale. Ecco qualche esempio che s'impone allo studio: la Schneider ha portato il suo capitale da 27 a 130 milioni, le Acciaierie di Longwy da 16 a 34: quelle di Micheville da 11 a 28; quelle del Nord da 12 a 45 le ferriere di Chatillon-Commeutry da 18 1/2 a 47 1/2; quelle di Denan Ansin da 10 a 29.. I fosfati e prodotti chimici hanno progredito nell'insieme da 78 a 308 milioni; la Società di Gafaa è salita da 18 a circa 49 ; la e.e Richer da 8 a 54 mentre le azioni df'lla Saint Goban figurano per 130 milioni. Ma è alle miniere di carbon fossile che tocca la palma. Alla Borsa di Parigi hanno aumentato il loro capitale da 167 a 959 milioni e a quella di Lilla da 114 a 890, così che l' aumento totale ::iarebbe del 650 0/0. Ma gli esempi particolari sono più interessanti; lasciando da parte Ansin - miniera antica - e di cui la parte di gorlimento ammonta a 161 milioni parliamo di società più recenti (le piu antiche hanno 60 anni di esistenza). Bethune sale da 5 a 72 milioni; Courrieres da 6 a 170; Dourge da l a 32 Lens da 900 000 a 229 milioni; Vicoigne e N oeux da 2 1/2 a 96; Bruay da 3 a 20. L'Escarpelle da 3 a 27, Lievin da 3 a 108; Menadin da 2 a 53. Così il plus-valore di Brouay raggiunge quasi il 7.000 per 100; e quello di Lens più del 25.000 ! Ecco qui due ammirabili esempi delle formazioni del capitalismo industriale e se si tiene conto della particolarità che le azioni minerarie circolano difficilmente e che si Hono trasmesse da padre in figlio si comprenderà a mera viglia che le Compagnie provocano gli scioperi riducendo i salari. Esse sono tanto povere ed i loro azionisti tanto disgraziati! Ciò che si concepisce malagevolmente è che il governo pubblica nelle sue raccolte ufficiali di tali st.atisticbe. Il gabinetto si compone di pericolosi anarchici. Per le nostre colonie Il Governo non cura le colonie nostre quanto ve ne sarebbe il merito e ne avrebbe dovere: per cui ci ar riva da quelle la eco di rimproveri e di lagnanze contro la organizzazione consolare che ris1dta deficiente in rapporto al numero dei nostri connazionali, deficiente per la qualità dei titolari, che risiedono altrt-sì di malavoglia nei centri agr(coli non offerenti certo le comodità della vita vissuta nelle capitali, e che cercano prendere congedi quando non sollecitano traslochi. Quindi vien tenuto poco conto delle manife:Jtazioni coloniali, e difetta l' esame e lo i;tudio dei provvedimenti da suggerirei, delle iniziative da consigliare od incoraggiare; difettano gli studi statistici che sono base ad ogni attendi bile referenza ( 1). Nullo è il beneficio d' ogni organizzazione morale ed economia perchè manchevole lo sforzo inteso al rafforzamento dei vincoli fra patrio g0• verno e colonie. Così, mentre si acuisce il generale desiderio di rendere viva e produttiva l'influenza nazionale nelle colonie, ci troviamo di fronte a zero di fatto ed a disillusione d'ogni aspettati va stante il poco gradimento dei Rappresentanti nostri presso le colonie e nei paesi, in cui dovrebbero restare u.ccreditati non solo per volere dei governanti nostri , ma per eminenti e simpatiche qualità loro. La repugnanza che dimostra il personale consolare a risiedere specialmente nel Sud America - ove noi abbiamo importanti colonie - viene scusata dallo assegno <:onces~o dal nostro governo , e che talvolta risulta scarso di fronte al costo cari::isimo della vita specie quando il cambio della cart~ tnoneta in oro è altissimo. E se questo è qualche volta vero, è pure altrettanto vero che molti vogliono economizzare più che possono ed a loro profitto lo assegno concesso per spesa di 1·appresentanza, onde aumentare l' econominazzato stipendio consentito a premio dell'opera loro. Questo spirito di economia è talvolta così apparente ed è aspramente rimproverato dai connazionali nostri in quanto ne soffre il prestigio che dovrebbe avere e mantenere il nostro personale consolare in paesi ove molto si accorda all'esteriorità della vita. L'azione consolare dovrebbe diplomaticamente servire per ottenere dai Governi presso i quali sono accreditati quelle migliori disposizioni legislative che garantiscono il lav0ro, le economie e la vita dei nostri connazionali : dovrebbe e::1sere intesa· ad ottenere - ove abbiamo colonie-ehe venisse impartito nelle pubbliche Scuole lo insegnamento della lingua italiana non per ricercato omaggio alla nostra letteratura ma come mezzo necessario ai figli dei nostri compatriotti per corrispondere coi parenti stabiliti nel nostro paese per tutelare interessi propri e mantenersi quella cor- (1) Pur consentendo nelle critiche del nostro collaboratore, eh' è un console, con piacere rileviamo che sono numerose le pubblicazioni dei nostri consoli sulle condizioni dei paesi, nei quali sono accreditati. Ad osempio è eccellente quella pervenutaci testè sul Bengala del Comm. C. Biancheri J..-. d. R.
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