Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 3 - 15 febbraio 1906

68 RIVISTA POPOLARE n.ire da lui dominato, lo domina, alla sua volta, alquanto, e gli lascia delle tracce indelebili. Giuseppe Mazzini , pur fìglio glorioso della rivoluzione, si preoccupa non soltanto della critica fatta dalla rivoluzione a sè stessa, ma anche di quella de' suoi avversar'ì. Rimette, così, in onore, come limi ti al libero volere, due concetti: quello di Dio e quello del Dovere. Teme il dispotismo e l'anarchia ed invoca, per la libertà, l'ausilio divino; teme della sorte de' diritti e fa sacro il dovere di rivendicarli e di custodirli. · Questo è, senza dubbio, filosoficamente, superfluo; ma, storicamente, ha la sua ragion d'essere e si spiega. Il culto di Giuseppe Mazzini per la libertà non era soltanto filosofia: voleva essere, anche, vita. Egli desiderava che la libertà fosse, nonchè proclamata, infusa in tutti gli uomini in generale e negli italiani - da secoli servi e divisi - in particoiare. Ma, se l'ideale era affascinante, sembrava a· suoi occhi cupidi, ognora più, irraggiungibile. Non soltanto }' Italia, ma anche l'Europa intera si presentava sempre piena di tiranni, sempre irta di baionette, sempre languente di oppressione. Tenete conto di quest'ambiente e vedrete come potè infondersi, in lui, il convincimento incrollabile che la legge della giustizia e della libertà non era convenzione umana, ma espressione della volontà divina e che il dovere - il dovere di realizzare quella legge - era un comando di· Dio e tale, quindi, da essere soddisfatto a costo di qualunque sacrificio, compreso quello della vita. •- E' questo l' ingranaggio storico e psicologico, in cui troviamo impigliato Giuseppe Mazzini. Ecco perchè egli nel grido Dio lo vuole, come già i legionar'ì di Costantino nel Labaro, vedeva il segno infallibile della redenzione d' Italia. Quel grido, secondo lui, era « il solo che poteva convertire gli inerti in attivi, dare animo ai paurosi, entusiasmo di sacrificio ai calcolatori, fede a chi respinge col dubbio ogni umano concetto>>. E ricorda, come« tradizione nazionale >> che quello di Dio lo vuole fu il grido delle Crociate e della Lega Lombarda; che gli artigiani fiorentini, respingendo il partito di sottomettere all' impero della famiglia Medici la loro libertà, elessero, per voto solenne, Cristo capo della Repubblica; che frate Girolamo Savonarola predicava, a un tempo, il dogma di Dio e del popolo; che i genovesi, nel 1746 (promotore il giovinetto Balilla) col nome di Maria protettrice in bocca, respinsero l' esercito tedesco, che occupava la loro città. Nutriva, pertanto, sicurezza incrollabile che solo il pensiero religioso - « che ancora dormiva, aspettando sviluppo, nel nostro popolo >-> avrebbe operato il miracolo del risorgimento d' Italia. « Predicate, dunque, o fratelli- così egli esortava - in nome di Dio. Chi ha core italiano vi seguirà. Il popolo v' intenderà e ripeterà con voi : Crediamo in Dio, Padre, Intelletto, ed Amore, Creatore ed Educatore del{wnanità. E in quelle parole voi e il popolo vincerete >>. (continua) GIUSEPPE CIMBALI Net prossimo numero com-inceremo ta pubblicazione di alcuni gz·udizi sulla J.a Edizione della .7'raduzz·one francese dell'opera del nostro Direttore Latini e 1\nglo=Sassoni. Avvisz"amo intanto i nostri tettori che di detta opera si è pubblicata la 2.a Edizione italiana, uno splendi.do volume di· 500 pagine che si vende presso la nostra Amminz·strazione L. 6. Gli abbonati che pagano antlcipatamente possono averla per solo L. 2. 7 5 (per l'Estero L. 3. 7 5). Rilegata elegantemente in tela ed oro , lire due in piu sui detti prezzi·. Spet1imer1talismo soei&le I lucri del capitalismo francese Per giudicare dalla giustizia delle pretese dei lavor<1tori di tanto in tanto e bene riofrescare la memoria dei loro antagonisti colla esposizione delle .cifre che riguardano i g11adagni o l'incremento del capitalismo. Questi guadagni e q:iesto incremento in Francia non sono i più vistosi, che può contare il capitalismo; si sa che in Inghilterra e negli Stati Uniti si vedono sorgere milionari e miliardari con maggiore facilità e frequenza che nel. vecchio continente europeo. Comunque !e c,fre che il nostro collaboratore Paul Louis dà sullo sviluppo del capitalismo francese in un articolo del , om-rier Eiwopéen sono tanto istrnttive, che non vogliamo defraudarne i nostri lettori. Perciò lo riproduciamo integralmente, senza lasciarci impressionare in alcun modo dall'obbiezione che i difenHori del capitalismo sogliono fare; e cioè: si g11arda ai capitalisti che prosperano; e non a quelli che talliscono. Non ce ne lasciamo it0pressionare perchè q11esti disg1·aziati che falliscono - perdendo spesso i denari ... degli altri - rimangono sempre possessori di qualche milioncino. Ad esewpio: si e commiserata in questi giorni la vedova di Leone Say , che ba perduto tutto nel fallimento di Cronier e si è detto eh' essa e stata costretta a mutar vita; ma dicono i giornali che alla poverella in sole gioie sono rimaste per oltre •.. tre milioni. E la vedova Say non è un vero capitalista ! E poi si rimpiangono le due o tre mila lire che toccano come una bazza ai cinque o sei figli di un opera10 che lascia la vita in un accidente sul lavoro! Ed ora diamo la parola al Louis: « Il governo ha fatto testè procedere ad una molto suggestiva inchiesta sui valori quotati alle Borse di Parigi, Lione, Marsiglia, Lilla, N antes. L'interesse di tale ricerca non risit>de semplicemente nella determinazione delle cifre attuali che per la sola Borsa della Capitale aumenterebbe a 136 miliardi 101 milioni di lire (lasciamo da parte le frazioni) e che accusano 64 r1iliardi per i soli valori di origine francese. Ciò che ::iu tutto bisogna notare con grande attenzione è la comparazione tra il capitale nominale e il capitale acquistato al corso del 31 dicembre 1904. Certi dati sono particolarmente suggestivi perchè mostrano la rapidità di accrescimento dal capitale industriale. Qua·ndo si confronta lo stato dei valori quotati a Parigi nel 1904 e alla data di creazione, conviene di fare subito una riserva essenziale. I 64 miliardi dei corsi del dicembre 1904 .;he rappresentano un aumento di 5,320 milioni sui corsi iniziali, non comprendono unicameo.te azioni di miniere , ferro".'ie , stabilimenti metallurgici, suscettibili di un rialzo accentuato; essi corrispondono per larghissima parte ai fondi di Stato, ad obbligazioni di dipartimenti, di città e di società private di cui il rialzo è naturalmente limitato. In realtà l'aumento di èapitale che si constata si ripartisce tra qualche categoria di ~alori molto ristretta: assicurazioni, ferrovie, ferriere e fonderie, carbon fossile, fosfati e prodotti chimici.

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