36 RIVISTA POPOLARE tune le sue simpatie erano per gli ostruzionisti ed insieme a Biancheri a Destra, perciò, veniva accusato di malcelato rivoì.uzionarismo. 4.0 L'accenno della avversione dei moderati e dei reazionari contro Rudini ha bisogno, infine, di essere chiarito; il chiarimento nel momento attuale ha una speciale importanza per giudicare meglio l'on. Fortic;. Moderati e reazionari rimproverarono a Rudini le sue intime rel~1zioni con Cavallotti e la intenzione fermamente mostrata <liaprire la via del governo agli uomini dell' Estrema, che non militano tra i repubblicani. L' episodio veramente caratteristico dei sentimenti dei reazionari è questo. Ucciso Cavallotti credetti doveroso pèr la sincerità politica e per la verità storica di pubblicare nel numero del 30 marzo del la 'R.__ivistpaopolare una lettera indirizzatami dallo stesso. Sapendo quale e quanta fosse stata l'intimità tra Cavalotti e RoIT1ussi chiesi a quest'ultimo il permesso <li pubblicarla; glielo chiesi anche perchè nella lettera più volte si faceva il suo nome; ed egli acconsenti non solo, ma ne corresse le bozze di stampa, che ancora conservo come ·ricordo <li quell'episodio tragico. In quella lettera l'indimenticabile lottatore manifestava il suo pienissimo accordo con Rudini e mi rassicurava sugli avvenimenti futuri. A proposito dei suoi aCCl>r<lcion Ru<lini sulla data imminente ,, delle elèzioni generali aggiungeva : (< è inutile che « ti narri su quali furie montarono Crispi, Sonnino « e i crispini appena qualche cosa trapelò del di- « segno: e quali sforzi sovrumani furono fatti, e « quantc batterie messe in gioco per iscongiurare « l'evento. Quakosa , benchè non renda che una t< pallida idea dèl retroscena, s'è visto dal linguaggio « furibondo dei giornali crispini dalla Tribuna al « Mattino, dal Roma al Popolo Romano e al Corriere « dell' Emilia ». Or bene questa lettèra per lo appunto serv1 ai reazionari per attaccare Rudini dopo le giornate di maggio; in essa trovarono la prova della complicità di Rudin1 con Cavallotti e coi rivoluzionari! Sapientemente mutilata bi ripubbliciuono in opuscolo e la diffusero a migliaia di copie in Roma e in tutta Italia con commenti asprissimi contro Rudini, che si attribuirono, non so se a torto o con ragione, al Comm. Vico Mantegazza. E l'accusa di complicità di Rudini con Cavallotti, in base a quella lettera , fu portata dalla piazza e dal giornalismo nella Camera dei Deputati. Da chi? Da Fortis. Il quale la citava senza averla letta! E credo che basti sulle responsabilità di Zanardelli e di Rudini assunte com~ criterio per giudicare sugli avvenimenti odierni. In quanto al futuro prossimo ed al presente devo deplorare che anche l'amico Romussi abbia presa l'abitudine di giudicare senza leggere gli articoli, che critica. Se avesse letto quello della Rivista si sarebbe accorto che la sua conclusione e cioè: « che « per uscire dall'attuale marasma avvilente non c'è « altra via di mezzo che o un ministero veramente « democratico (democratico, non radicale): meglio, « cred' io, quest'ultimo perchè impedirebbe di tor- « nare indietro; ma ad ogni rnod0 un ministero di « un sol colore, che sarebbe sincero e quindi one- « sto » non 111 il pregio della novità. Identica era la conclusione della Rivista. Alla conclusione di Romussi mi permetto di fare questa sola osservazione : perchè desiderare un ministero democratico e non uno radicale ? Se ci sono radicali che non vogliono arrivare al governo sotto la monarchia passi,10 nel gruppo repubblicano. Se repubblicani non furono mai o non sono più hanno il dovere di _aspirare al governo se non vogliono essere un partito di eunuchi. Tra democratici e radicali poi attualmente non so scorgere una netta dema reazione. In questo momento, infine, credo preferibile un ministero conservatore, non solo pel retto funzionamento del regime rappresentativo, che non è possibile se i govananti devono essere scelti in una maggioranza perpetua, che si forma, si riforma e si trasforma a seconda degli eventi quale l'attuale. In questa guisa ht sinistra e il partito radicale si epurerebbero di tutta la zavorra che ne determinano la paralisi e la degenerazione; e in questo modo i Marcora, i Mira e i De Marinis avrebbero tempo ed occasione di rifare la propria ·verginità. Su questo punto sarebbe assai desiderabile , per la sincerità politica, che l'amico Romussi e I: Secolo ci facessero conoscere il proprio pensiero. DoTT. N. CoLAJANNI IldisegdnioPiofrm.daeitPibulotieali dell' Ònorevole Majorana L'on. Angelo Majorana presentò alla Camera dei Deputati nella seduta del 14 di~~mbr~ _1905.un disegno di legge n.0 339 nella sene degli Atti parlamentari della sessione 1904-1905, legislatura XXII, col titolo: Riordinamento dei tributi comunali. Il diseano fu distribuito ai deputati quando l'on. Majore~a già si era dimesso dall'ufficio di ministro delle fitÌ.anze e non pare pròbabile che possa essere discusso, quantunque le proposte si~n~ state ~elineate d'accordo col presidente del cons1gho, che e pure a capo del ministero attuale. . . . Ma il silenzio delle assemblee leg1slat1ve sul disegno di legge del Majorana non· può si~nificare oblìo dell'oaaerto cui si riferisce, che anzi dovrà ben presto ri~~aminarsi dal Parlamento, in una od altra forma, con ampiezza maggiore o.minor~, per Ja su! rilevanza ed urgenza. Ed in tale occas10ne g1overa tenere conto dei coscienziosi studi e delle acute e dotte osservazioni dal Majorana esposte , anche quando si concretassero riforme differenti da quelle che egli propone. Inolt_re il docu~en~o parlamentare cui accenno offre interesse sc1ent1fico ragguardevole e inerita attenta considerazione pure nel rispetto teorico, a parte qualsiasi ragione di pratica opportunità. . Il Majorana muove dal concetto che 11 provento fiscale della finanza comunale non debba essere diminuito e che mantenuto fermo il complesso delle entrate convenga mirare ad un rio_rdinamei:i,t? d~ tributi tale che assicuri una magg10re eqmta d1 ripartizione od una minore disuguaglianz~, cos_tringendo le classi più agiate a concorr~re. 1n m1s1:1r~ proporzionalmente più grande ai canch1 pubbhc1. Pensando che un programma completo_ possa svolgersi solo in guisa graduale, in armoma alle condizioni economiche e politiche del momento crede convenga frattanto attuare provvedi~enti particolari, i quali non pregiuiichin<? future nforn~e, anche di carattere più vasto e profondo. E co_ns1derand~ la difettosa e varia applicazione dell'imposta d1
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