RIVISTA POPOLARE 33 mento di ricostruire il nt1ovo edifizio. Senza di esse il nuovo dovrebbe ancor farsi a lungo attendere! Le donne russe hanno saputo così ben comµrendere l'arte di de;nolire, che nell'opera de111olitrice hanno anche attinto le forze per ricostruire! » A noi sembra soverchia la fede riposta nella forza ricostruttrice della donna russa. Se la donna russa è, quale la maggior par le dei romanzieri ce la raffigurano temeremmo che il nuovo edificio dovrebbe riuscire troppo strano, abbandonato alle loro mani Ma già gli editicii sociali, per -fòrtuna . nè crollano in un colpo, nè vengono ricostruiti tutti di un pezzo. Il nostro autore è animato da spirito ultra.rivoluzionario ; ciò si capisce tenendo conto del momento terribile, in cui scrive. Lo stesso spirito mette il Mo~kvitc nel descrivere la polizia ; e di fronte alla sua azione terribilmente nefasta qui si spiega meglio il suo ultrarivoluzionismo. Ciò che ha reso scelleratamente celebre la i-,olizia russa è l'onnipotenza malefica della polizia speciale politica. La sua organizz.azione segreta, le male arti adoµerate per fare sorgere società operaie indipendenti - cioè ai suoi servizii, - l'azione spiegata nel promovere ed organizzare i massacri di ebrei e di armeni bastano a dare· un' idea delle paure e del dispotismo dell'Impero degli Czars ; l'elenco dei libri bruciati dalla stessa polizia per impedirne la circolazione, poi , serve a documentarne la crassa, la bestiale ignoranza. ♦ Il Prof'. Giovanni Nicolosi ci scrive risentitamente perchè abbiamo attribuita. a lui una frase, che lo faceva comparire come reazionario e · nemico d'Italia. Il suo risentimento è legittimo; ma, noi, pur non pretendendo ad infallibilità, dell'errore commesso siamo irresponsabili, il periodo del prof. Vaccalluzz.o nell' articolo pubb_licato nel N° del 15 dicembre 1905 della nostra Rivista non è chiaro. Noi non abbiamo motivo di dubitare della parola del Prof. Nicolosi e senza nern meno curarei di chiedere informazioni a chi dette luogo all'equivoco sulla esattezza delle sue smentite, notiamo che egli anzichè clericale è tale da avere polemizzato con un Monsignore sull' indirizzo antievangelico della Chiesa di Roma; da avere sostenuto le teorie neodarviniane; e da sostenere , con Cattaneo, che l' inimicizia del Vaticano è la salute d'Italia! Quest'ultimo punto è veramente decisivo nella polemica e noi con piacere dichiariamo di esserci ingannati qualificando come clericaie il Prof. Nicolosi. ♦ Gli esami in Ispagna .... e In Italia.- Raccomandiamo ai lettori ul.te s' interessano del problema dell'insegnamento la. continuazione dello studio onesto e fiero sutli esami di Pedro Dorado, che troveranno nella Rivista delle Riviste. Pur troppo ciò che egli dice della Spagna ~i applica all'Italia! NOl Siamo ancora costretti,per esuberanzàdi materia, a rimandare l' articolo di G. CiMBALI su Giuseppe Mazzini e la filosofia del dovere che pubblicheremonel prossirnonumero. 'R.._imandiamaoncheper la stessa ragione la continuazione dello studia di A. ABrsso sui fattori sociali della delinquenza e l'interessante Rivista delle riviste: Il dietroscena della rivoluzione russa. Pre,qkianto vivamente ,t/li abbonali, per evitare -involontari ritardi nella spedz'zz'one della ltivist,a, di unire sempre la fascetta colla quale si· spedz'sce 'il gz·ornale quando chz'edono varzazi'oni' d' i'ndi'rz'zzo. Nella' nniversario delladomeniea rossa Iu Russia pare soffocata la rivoluzione , alla cui vittoria non abbiamo mai creduto per le molteplici ragioni che abbiamo esposto molte volte. Se la rivoluzione è stata vinta a Mosca, dove pare che avesse posto il suo quartiere generale il partito coscientemente rivoluzionario, ciò non vuol dire che nel!' Impero degli Czars l' ordine, anche quello di scellerata memoria di Varsavia, sia stato ristabilito. Tutt'altro. Nel Cau~aso, nelle provincie del Baltico, in Polonia si vede ancora la luce cupa degli incendi , si sente ii rumore delle fucilate e ·delle bombe che scoppiano e sangue umano si versa in grande copia. Nel movimento non del tutto finito manca l' unità di azione; manca sopratutto la unità dello scopo. Si battono in un punto per ottenere libertà politica; altrove sono le nazionalità che si de~tano e che vorrebbero riottenere la loro indipendenza ; in più parti la strage e la devastazione mirano a trasformazioni economiche, che talora s'invocano non in nome di Marx o di Kropotkine, ma in quello del PiccoloPadre, che sarebbe poi ... Nicola Il! Due secoli di storia pare che siano passati invano sulla Russia e si ripetono oggi le gesta di Stenko Razine e di Pougtachefl. Come avvenne sempre all'indomani di tutte le rivoluzioni fallite sono cominciate le recriminazioni tra i vinti. Sonò i socialisti che accusano fieramente i costituzionali di abbandono e di viltà, se non di tradimento, perchè non presero parte alla lo~ta armata che essi ingaggiarono contro l'au:o~ra~ia. M~ non mancano costituzionali e democratici, d1 quelli che militano sotto le bandiere di due uomini emìnen ti e insospettabili come Mil!ouk~v. e. S~ruve, che ritorcono le accuse contro 1 socialisn n voluzionari e li rendono responsabili di un possibile ritorno alla più sfrenata reazione. . . . Non è possibile per ora portare un gmd1z10 sereno suoli avvenimenti della Russia. Parlano troppo alta~1ente le passioni più ardenti e gli interes:,i più vitali; non è possibile a molti di parlare !iber_amen!e e dobbiamo contentarci di quei racconu dei corrispondenti dei giornali autorevoli, che sono fatti più di menzogne che di verità. . E sino adesso da un anno buono. 11 record nella ' , menzoana e nella esaaerazione è stato tenuto dalla stamp~ inglese ' cheb non soddisfatta I di ve_dere l~ Russia fiaccata dalle cento sconfitte subite nei campi della Manciuria, l'annunzia decimata dalle battaglie interne. Comunque da ciò che co~osci~m_o _attua~m~nte è lecito argomentare che se a1 sociahsu e a1 nvoluzionari si deve il manifesto del 30 ottobre 1905 strappato allo Czar e alla sua 'igaominiosa Cor:e ~i Granduchi e di Generali, si deve, forse, ad essi, 11 ritardo nella realizzazione delle promesse nel medesimo fatte e forse il ritorno definitivo alla reazione. La loro pretesa di volere cooperanti in una rivoluzione economico-sociale radicalissirn~, che deve arrivare al collettivismo e all'anarchia, i costituzionali e i democratici, che all' uno o all' altra sono decisamente opposti, che hanno un ~rogr~n~m~1a~solutamente antinomico a quello dei soc1al1st1 rivoluzionari è una vera follia. I loro rimproveri rassomigliano a quelli che si possono volgere ad un nemico,
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