Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 2 - 31 gennaio 1906

30 R I V I S T-A P O P O L A R t nero che la diplomazia di una repubblica si deve trasformare in senso democratico (1). Gli oratori socialisti e democratici del Comizio del 19 Gennaio hanno rilevato il pericolo che c'è nell'ar-· ticolo 8 della Costituzione Rivet del 1875 : Il p1·esidente della repubblica negozia e ratifica i frattati. Ne dà conoscenza alla Camera appena l'inte1'esse e la sicurezza dello Stato lo permettano. Giustamente hanno esservato che non c'è garanzia sufficiente nel seguente articolo 9: n Presidente .della Repubblica non può dichiai·are la guen·a senza l' assentimento p1·eliminare delle due Camere. Q11esto articolo è del t 11tto platonico. Quando la politica del Ministero e del Presidente ha creato una situazione bellicosa le Camere non hanno più libertà di scelta ed approvano la guerra ! ♦ Le elezioni inglesi. - Il trionfo dei liberali è stato strepitoso ed ha superato l'aspettativa; la caduta di Balfour e di quasi tutti gli ex ministri dà la misura della sconfitta dei conservatori , che saranno ridotti a proporzioni più meschine di quelle, in cui si trovarono i liberali colle elezioni di Caino del 1900, che segnarono l'apogeo di Ohamberlaine. Sulle cause del grande mutamento se ne dicono di tutti i colori. Certamente non è dovuto ad un solo fattore; vi hanno contribuito : la lunga durata degli unionisti al potere; la campagna liberista che ha spaventato i consumatori col pericolo dello aumento del prezzo del pane; l'irritazione contro la legge scolastica clericale del 1903; la fiacchezza di Balfour e i precedenti dissensi con Ohamberlaine ecc. I liberali nel ioro trionfo, però, fm;_sesaranno amareggiati alquanto dalla vittoria insolitamente numerosa dei Trades Unionisti. Il linguaggio del Daily Chronicle che si affanna a dimostrare che alcuni socialisti non sono stati eletti perchè socialisti, ma bensi pe1·chè membri del Comitato parlamentare del lavoro e perchè hanno avuto l'appoggio deJle Trades Unions e della classe operaia, in verità non potrebbe essere più scioccamente sintomatico. E quanto sia sciocco non vale la pena di dimostrarlo. Intanto ventisei deputati riusciti in tal modo si sono impegnati a costi'tuire un gruppo a parte che si occuperà dei soli interessi dei lavoratori e si asterranno strettamente dal favorire gl' interessi del partito liberale e di quello conservatore. E' doloroso, però, che socialisti come Hyndmann e Hobson non abbiano trovato un collegio, che avrebbero certamente onorato. Ciò che ci ha meravigliato assai tra. i commenti a queste elezioni è stato quello contenuto in una delle solite brillanti lettere di Olindo Malagodì alla 'lribuna. Il valoroso pubblicista, dando di buona voglia una smentita a ciò che egli ha scritto in altre numerose corrispondenze ed in un ottimo libro sulla democrazia imperialista inglese , in queste elezioni vede un profondo cambiamento nello spirito inglese; vi scorge, quasi, la condanna dell'Imperialismo! Questa induzione è veramente sbalorditiva e sorprende che possa essere stata fatta da un uomo che conosce- bene il popolo inglese e la. sua storia. Anzitutto se fosse esatta deporrebbe contro la serietà e contro tutte le buone qualità, che in modo superlativo sono state attribuì te agli anglo-sassoni. Ohe sarebbe di esse se in sei anni gli ultimi fossero passati dagli entusiasmi criminosi per l'imperialismo del 1900 - quando s'impediva ai liberali di parlare nei comizi e li si costringeva a farsi proteggere da uomini armati per loro conto e dalla polizia e si additava in ogni oppositore di Chamberlaine un pro boero, un nemico della µatria. - agli entusiasmi grotteschi per Campbell Bannermann e alla condanna dell' Impe- (1) Il magnifico discorso di Jaurès si può leggere nell' Ilumanit~ del 21 gennaio. ' rialismo? Se ne potrebbe conchiudere che l' Inglese sia un popolo fatuo, leggero sino all' indecenza e che sulle quistioni più vitali del proprio paese cambia di opinione colla stessa facilità con cui una cocotte , che vuole richiamar~ su di sè l'attenzione dei cercatori di avventure galanti, cambia di sfarzosi vestiti .. Noi saremnio lieti se cosi fosse perchè nel cambiamento vedremmo un addentellato per una politica meno mondialmente ladra. Ma disgraziatamente così non è .. L'Imperialismo inglese non è l'opera dei conservatori soli ; ma vi hanno cooperato i liberali ed è cosa veramente nazionale, Gladstone, il meno imperialista il più umanitario e nobile politico inglese, se ha al suo attivo ·l'indipendenza riconosciuta alle due Re pubbliche sud-africane dopo l\:L1j uba, ha al suo passivo la conquista dell'Egitto e il bombardamento di Ales sandria. Forse più esattamente si potrebbe dire che l' imperialismo liberale è più i pocri to di quello conservatore e che nella politica dei liberali prevalgono le quistiorri interne e in quella dei conservatori quelle estere. Con maggiore rudezza e precisione si potrebbe anche conchiudere che i conservatori fanno le bricconate e i liberali 1e consolidano: la naz.ioue tutta le sfrutta. Meno che mai si può parla.re di a.hbandouo della politica imperialista qnale imperativo c~tegorico uscito dalle elezioni inglesi quando si riflette che i liberali si sono formalmente, esuberantemente impegnati a continuare la politica estera del precedente gabinetto che in Europa è venuta all' entente cordiale colla Francia e coll'Italia coll' intenzione di .fiaccare, quandocchessia, la Germania e in Oriente ha concluso il trattato col Giappone J:.,er debellare la Russia e per conservare l'India, l'Impero per antrmomasia. ♦ Scandali italiani. Nel ministero delle poste ; nel Benadir ; per la caccia a Va:rsalona. - . Siamo in un periodo di efflorescenza di scandali che sembra vogliano fare il pendant a quel grosso scandalo politico ch'è da per se solo la esistenza del ministero Fortis, lVIira e Malvezzi. Di quello Angelilli ci occupiamo separatamente; qui riuniti in un gruppo solo rapidamente vogliamo rilevarne tre d'indole varia e in vari ambienti e che mo· strano tutti la mancanza di senso morale , che si avverte sempre più nelle clasRi politiche dirigenti del regno d'l talia. Cominciamo da quello del le poste. Sanno i nostri lettori in che consiste. Il Ministro delle Poste e telegrafi Morelli-Gualtierotti costrinse un funzionario superiore delle poste in Milauo a querelare il Tempo per diffamazione. Il giornale socialista fu condannato; ma venne la nota delle spese, molto salata: i due avvocati della parte civile-uno dei qualì ex deputato e che in grazia di questa parcella forse è stato nominato senatore, l'on. Palberti - domandarono L. 3000. Il querelante non le aveva; nè se le avesse avute si sarebbe creduto in dovere di sborsarle lui , eh' era stato comandato dal Ministro a querelarsi. L'on. Morelli-Gnaltierotti per suggerimento di un altro funzionario centrale, provvede in un modo spiccio sì.. .. ma criminoso. Prende L. 3000 di francobolli ; li fa vendere e destina la somma al pagamento degli avvocati difensori. Se l'importo dei francobolli fosse arrivato a destinazione noi avremmo un peculato consumato. Ma dal reato il Ministro fu liberato senza merito proprio per·· chè sopraggiunta la crisi e sostituito il Marseogo Bastia al .Morelli-Gualtierotti, quelli stessi funzionari rhe avevano avuto la bella e delittuosa pensata forono assaliti dagli scrupoli, la denunziarono al nuovo Ministro , prima che il prodotto del reato fosse arrivato a destinazione ; Marsengo Bastia non si sa che cosa abbia risposto; forse avrà imitato Pilato. Certo non

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