RIVlSTA POPOLARE 9 una difficoltà più grave assai che potrebbe - se 11011 si provvede con risolutezza ad estirparla - rimanere permanente· ed, anzi, ~ggravarsi col tempo, è lo strano concetto che la massa dei ferrovieri parè siasi formata dell' esercizio di Stato. Quando i ferrovieri, dai capi-stazione ai più umili manovoli, frano alle dipendenze di Società private, sentivano due forti stimoli al compimento esatto e, qualche volt:t zelante <lei loro doveri: il timore delle multe, delle punizioni, <lei trasferimenti in sedi ingrate ed anche, in casi gravissimi, delle destirnzio11i; la speranza di sussidi e di qualche gratificazione. Or:1, poichè sono tutti impiegati dello Stato, pensano che il privilegio burocratico, con tutto il suo armamectario <li diritti regolamentari, di Commissioni disciplinari e, per essi anche, arbitrali, li difenda da qualsi:tsi pericolo di punizioni. In ogni modo, confidano nella protezione politica dei deputati, delle loro :1ssociazioni e federazioni; protezione che non aveva alcuna influenza - o ne aveva pochissima - presso le Società private, e che ne ha molta, invece, presso i ministri e presso un governo a sistema parlamentare. Inoltre la massa dei 1errovieri ritiene di a ,·ere essa per il proprio interesse, imposto l'esercizio di Stato, ottenendo una buona dose di miglioramenti economici e preparandosi a chiederne altri: essa comprende che, in questo nuovo ambiente, le gr:1tific:12ioni, con le quali le Societa premiavano sia pure raramente, gli <'perosi e gli zeian ti, non ci potranno essere più, o se ci saranno, nella misura limitatissima che consentisce il bilancio, si potranno anche esse ottenere più per giunco di raccomandazioni e di influenze, che per !11erito vero. A qualè scopo, dunque lavorare con in telligentè energia e zelo costante; se i superiori non potranno, :1vcn<lo le mani quasi legate dalle formalità regolamentari e dalle i111postazioni insuperabili <lei bilanci di Stato, nè punire i neghittosi, nè premiare i solleciti? ... Meglio seguire il tran-tran quieto e comodo delle ore regolamentari di" lavoro, cercando di sottrarsi, con ogni espediente possibile alle fatiche più aspre!» « Questo cor.JCetto, che corrisponde all' egoismo insito nella natura umana, è purtroppo, ben difì:uso. Sarà il tarlo roditore dell'esercizio di Stato , se la assoluta libertà di punire e di premiare non sad, con tutte le cautele, che ne garentiscano l' applicazione imparziale, assicurata alla amministrazione ferroviaria ». Non possiamo essere sospettati di soverchia tenerezza pei ferrovieri , i quali hanno contro di noi prevenzioni che crediamo ingiuste e che il loro malanimo in diversi modi ci hanno manifestato, se l'attitudine di alcuni caporioni rispecchia i loro sentimenti. Saremo, quindi, creduti, quando aflermeremo che a noi constc1 che la grande massa dei ferrovieri ha accolto con entusiasmo l'Esercizio di Stato, sia pure perchè ne spera vantaggi, e mette dell'impegno per far!o funzionare bene. Aggiungiamo che è stato un sintomo confortante il ·vedere la sb1patia che essi manifestano apertamente verso il Direttore Generale e la solidarietà col medesimo, che da recente hanno solennemente protestata. Certamente sarebbe grave pericolo se deputati, senatori, giornalisti, uomini influenti di ogni p:1rte agissero presso il Direttore Generale per impedire punizioni dovute e fare accordare premi immeritati. Su questo per la persona del Direttore Generale s1 può vivue sicuri: é persona ferma, che sa resistere anche a pressioni e raccomandazioni collettive. Ne ha dato qualche prova ed abbiamo avuto occasione di lodarlo nella rivista. Le buone qualità del suo carattere siamo sicuri che passeranno in tutte la rete di funzionari che ne dipendono. La inanita delle raccomandazioni a poco a poco convincerà i dipende,ti dell'amministrazione ed i loro protettori della inutilità di chiederle; così automaticamente si prenderà ia buona abitudine di farne a meno. · Perchè le qtulità ottime del comm. Bianchi su questo rigum.lo diano tutta l'efficienza possibile è ne.:essario che b Direzione delle ferrovie dello Stato goda della tanto discussa autonomia. Si devono evitare a questo riguard, > le esagerazioni messe in evidenza Jall' on. Carmine nel suo eccellente articolo sulla Rr.ttoricaferroviaria; ma l' autonomia è indispensabile e deve assicurare prestigio ed autorità al Direttore Generale perchè egli possa serenamente ed equamente distribuire pene e premi. In questa autonomi:t, deputati, senatori, e uomini influenti troveranno il limite al loro intervento perturbatore se non sapranno trovarlo spontaneamente nella propria coscienza e nella propria dignità. I rapporti tra l'azienda e gl' impiegati di ogni grado - dal vice direttore all' ultimo facchino de_lla st.izione - se saranno sistematicamente,improntati alla giustizia, alla uguaglLmza di trattamento, siamo sicuri, che saranno eliminati molti gravi inconvenienti : le punizioni verranno sopportate senza protesta, e i premi non verranno chiesti senza avervi diritto. Sappiamo d'un funzionario, l'ing. Sapuppo, che élppen:t iniziato l' eserciziodi Stato con un pò di buon esempio e di giustizia ricondusse l' armonia, la disciplina nell'opificio di 1?ietrarsa donde erano esu- . late da un pezzo. Ma sappiamo del pari che un vivo malumore comincia a serpeggiare tra alcune categorie d' impiegati , che sinora hanno avuto il biglietto di libera circola,ione e che se lo vedono tolto dopo trent' anni , mentre ad al tre categorie viene lasciato. Supèrfluo aggiungere su questo punto che un compito delicato ed importante hanno tutti i funzionari superiori che devono sorvegliare l'azienda e imprime~le il niovimento sotto l' impulso del Direttore Generale. Spetterà a loro conoscere delle mancanze da punire, degli atti da premiare, degl' inconvenienti da eliminare, delle lacune da colmare. Ma questo è il punto più debole, perche molto personale scadente al comm. Bianchi è stato trasmesso, per così dire, dal Ministero dei lavori pubblici e dalle vecchie società e che egli ha avuto l'obbligo di collocare tenendo conto del grado acquisito e del relativo stipendio senza poter fare alcuna selezione. 7 .0 E venghiamo all'ultimo punto: alla scelta del Direttore Generale comm. Bianchi. Alcuni dicono che era adatto a dirigere una piccola rete, qual' era quella Sicula, ma non una rete di circa 11 mila chilometri qual' è ora quella dello Stato. Noi non abbiamo il compito di difendere il comm. Bianchi che appena conosciamo di persona, ma in nome del pubblico interesse domandi,1mo ai critici di buona o di mala fede di indicare quale altra persona potrebbe sostituirlo, che abbia la sua esperienza ferroviaria,
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