Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 1 - 15 gennaio 1906

RIVISTA POPOLARE 5 per la ignoranza delle leggi e dei doveri. Essi , forse come reazione contro le condizioni passate, hanno ipertrofizzato soltanto il bernoccolo dei diritti. ♦ Sempre avanti! -- La pubblicazione nella Revue di J ean Finot di alcune lettere di Giuseppe Mazzini possedute dalla signora Dora Melegari ha dato occasione a giornali, che fino a questo momento non si erano- accorti delle grandi virtù di colui che riposa a Staglieno, di sciogliergìi un inno. Quanti amarono e venerarono Mazzini vivo nulla hanno da apprendere da questo nuovo epi8tolario proprio n11lla. Molto invero possono sempr0 apprendere qu_anti lo perseguitarono v1vo e lo calunniarono fino a ieri. Noi vogliamo riprodurre un piccolo brano di una di queste lettere dirette a Luigi Amedeo Melegari - uno dei tanti passati alla monarchia e dalla monarchia ricompensati - in cui falliti i tentativi di rivoluzione, che si davano per sicuri in Napoli egli scrive della assegnazione delle responsabilità. Ecco come quel gigante spiegava la propria attitudine, che lo fece passare sempre per un J.>azzoo per uno scellerato, mentre era un uomo che sacrificava sempre il proprio nome p11r di non nuocere agli altri e sopratutto ali' Italia ed alla causa, cui si era vota.to : « Essi hanno imposto le loro condizioni , noi le nostre ; hanno annunzi~to alle varie congreghe l' insurrezione generale e ora non fanno niente. Chi farà credere agli Italiani che noi non siamo degl' impostori, che non abbiamo divulgata a bella posta la notizia del1' insurrezione per metterli alla prova ? Essi saranno gl' infami e sembrerà che siamo noi ... Voi direté agli increduli, lui era il solo, lui era il despota e concentrava tutto -nelle sue mani e s'è ingannato, ma noi non siamo responsabili dei suoi errori. Dinanzi a me due vie s'aprono; la prima consisterebbe nel pubblicare tutta la loro corrispondenza ; tal mezzo mi discolperebbe, ma coprirei di onta gl' Italiani e non lo farò. L'altro è di morire senza discolparmi dinanzi- a quelli che ignorano le cose; ma mi sottrarrei alle sensazioni dolorose che mi torturano da tutti i lati. Sceglierò questa via; ma se posso, morirò armato e nella mia terra natale ..• ». ♦ In Albania. - Ci scrivono da Giannina e noi pubblichiamo senza aggiungervi una parola di nostro: « Vi scrissi come era arrivata tra noi una commissione partita da Oostantinopoli per verificare i danni della scuola valacca di Vovussa, bruciata da bande di briganti greci con l'aiuto ela connivenza del Valydi questa città. La commissione composta di Hassan Bey J ussuf Lenan pascià , e di Myrutaz Bey , interrogò i maestri di· scuola volacchi come e perchè non andas - sero ad aprire la scuola, e questi risposero: « abbiam paura che il Valy ci mandi i briganti greci per assassinarci >. E gli ispettori di rimando: « Il Valy scrisse a Costantinopoli che qui non esistono valacchi, e che la scuola non la bruciarono i greci, bensi gli stessi paesani; che non vi furono mai briganti o bande greche , ma i briganti e traditori sono soli i maestri di scuola». Ed essi: « Sono invece i briganti greci che ci avvisarono con lettere , minacciandoci , perchè non facessimo più uso della lingua. valacca: inoltre il Valy chiamò tutti del paese e chiese di che nazionalità fossero; risposero: « siamo valacchi», ed alcuni solo non risposero per paura del Valy , che tiene le parti dei Greci più che i Greci medesimi. Insomma si scopri che il Tartaro Valy è Grecomane, e tutti dicono che il Tartaro questa volta non la scamperà. Per un intera giornata la commissione si chiuse dentro col segretario e dopo sei telegrammi diretti a Costantinopoli venne la risposta in cifre, perchè essa si reca1:1seimmantinenti ad Ildz Kiosk per iradè del Sultano. Dietro tale or- . dine la commissione partì per Preveza e quindi si portò a Stamboul. Non sappiamo che cosa rispose al Sultano, il Tartaro, genero dei Greci, ma si sa di sicuro che egli scrisse al Naso-grosso (Sultano) anche questo, che, cioè, i greci che sono in questi luoghi, sono i più fedeli al1' Alto Trono, e se così non è mi crederò anche io traditore dell'Altezza Vostra! Che, dopo i Valacchi, anche gli Albanesi ortodossi di q 11estoVilajed vorranno distaccarsi dal Patriarca, cosi la potenza dei Greci q ·1ì avrà un gran crollo, e ciò è molto pericoloso per l'Alto Governo di V. Altezza ... ! Tutto ciò (dissemi un funzionario di Costantinopoli) è verissimo. Come i greci videro tutto ciò che il Valy fa a loro favore, indirizzarono una supplica al Governo in questi sensi: e Vogliamo mandare i nostri figli nelle scuole musulmane> e alcuni paesani greci col perwesso del Patriarca indirizzarono nna supplica chiedendo degli Ogia musulmani (preti musulmani). L'idea del Tartaro Valy è appunto qneHto, di dire cioè al Sultano: « Ecco: questi sono i cristiani a te fedeli! E quali di questi mai hanno chiesto degli Ogia musulmani? E poi anche nelle scuole musulmane imparano soltanto in materia di fede, e perciò poscia essi si faranno musulmrt.ni ! ., O fratelli Albanesi ! non vedete dunque che cosa fanno i greci, quanta politica usano, come· lavorano n0tte e giorno per annientare la nostra razza!? E se i Greci si impadroniranno di questi nostri monti, di queste nostre valli , di queste nostre colline , non vi adontereste voi? Non versf. te veruna lagrima? Gran vergogna per noi se gli stranieri calpestera11no le tombe dei nostri padri , dei nostri antenati ! Alle porte ci è arrivato il malanno, e noi dormiamo! Il Tartaro Valy di Giannina vien menato pel naso dalle p.... e greche, e specie da una sua favorita, chiamata Tomburdelo. Costui è un Tartaro, diplomatico maledetto. Il Sultano prende moglie ogni anno, ed il Tartaro ogni mese con donne e ragazze greche. * ~-.,,, Gli abitanti di Lnma ·da: parecchio sono in rivolta contro l'autorità del S111tano, il q11ale mandò contro di loro Scemsì Pascià. Il telegrafo dice che un intero battaglione turco fu distrutto. Notizie da Scopia dicono cosi: e a Luma gli albanesi uccisero molti soldati e Costantinopoli fece rimostranze a Scemsì Pascià perchè fece distruggere un intero battaglione. Il Console di Serbia a Scopia (Uslrnb) mandò a Scemsì Pasci!\ 12 mila franchi, ciò per l'interesse che ha la Serbia di abbattere gli Albanesi di Kossow. E' di sicuro che gli Albanesi di Luma t~sero un ag · guato e con grande impeto distrusdero 650 pedoni dell'esercito turco, e 70-80 cavalieri con t11tti i cavalli; degli Albanesi morirono pochissimi. . Scemsì Pascià è di nazionalità. serba , e molto contrario all' elemento albanese ». ♦ Amilcare Cipriani contro la propria assoluzione. I giornali quotidiani hanno pubblicato i risultati del processo contro Hervé e contro gli altri socialisti e_d anarchici che pubblicarono il famoso manifesto antimilitarista. Fra ventotto accusati J ue soli furono assolti la signorina Nurnielska ed Amilcare Cipriani. La condanna ha un certo valore come indice della opinione pubblica , perchè il reato venne ammesso dai giurati e non dai gi-q.clici togati. Si assicnr_a che l'assoluzione di Cipriani si deve al fatto che il s~o antimilitarismo è relativo e che egli non nega la difesa della patria, per la quale sotto la moncwchia ~a combattnto in Italia e che egli ha difeso la Francia contro i Prussiani. Cipriani, che aveva dichiarata la propria solidarie~à cogli altri accusati è rimasto addolorato della propria assoluzione ed in segno di protesta ha ripubblicato colla sola s11a firma il manifesto incriminato. Noi crediamo che questo suo atto può essere inter-

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