Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 1 - 15 gennaio 1906

24 RIVISTA POPOLARE ~IVl5T /!I DELLE ~IVL5TE Vilfredo Pareto.- Paradossi antidemocratici. ( 1)- Certe sette cristiane avevano per fermo che il giusto non può peccare; tutto ciò che egli fa, anche se stimato delitto dalla comune opinione, è retto, buono, santo. I sociatisti moderni, gli operai, purchè non sieno krumiri, e spc:cialmente gli operai scioperanti, sono gli eredi di quei giusti: nulla di ciò che essi fanno può essere male. Il dio di Delfo aveva preti· per manifestare i suoi oracoli; anche il Demos moderno ha i suoi preti , che manifestano e interpetrano, qualc_he volta anche a rovescio, la sua volontà; se pure quel Dio moderno , più del!' antico , può avere una volontà propria. Sin qui sta tutto bene; così è sempre andato il mondo , e così andrà probabilmente sempre. Ma i preti di Demos muovono le risa quando altezzosamente disprezzano i preti delle altre religioni. Nel Belgio hanno fatto una legge per impedire al popolo di bere l'assenzio. Demos è ad un tempo padrone e servo, tutore e tutelatore. Ecco uomini che non hanno quel poco di senno e <li virtù che ci vogliono per astenersi da una bevanda che reca loro danno e che sono stimati a vere tanto senno e tanta virtù ' quanto ne occorrono per governare lo Stato , o almeno per scegliere i politicanti che lo governeranno. Non sanno resistere alla tentazione dell' assenzio, ma non cederanno mai alle molte tentazioni dei politicanti. Che diresti di un padre che al figlio toglìesse un innocuo giocattolo, temendo che si facesse male ; e poi gli ponesse in mano , senza timore alcuno , una pistola carica'( Oramai si vuole regolare per legge ogni atto della vita del1'uomo, dalia nascita alla morte; e quel medesimo uomo che si afferma essere incapace di regolare se stesso, è proclamato sovrano e ritenuto capacissimo di regolare g1i altri. In tutto ciò i credenti della democrazia, non scorgono nessuna contraddizione; e sta bene, poichè è il solito effetto di una viva fede; ma sono ridicoli quando notano pagliuZ?e nel- !' occhio di altri credenti , mc:ntre hanno sì poderosa tra ve nel loro. Non si deve porre la forza in contrasto coll'opinione e col diritto ; perchè dalla forza nascono opinione e diritto. La stessa dea Giustizia a~oreggia colla Forza che è di sostanza e non di sole parole. Un uomo inesperro e dissennato entrò in una gabbia di leoni: li aggredì, picchiando botte da orbo; onde, alla fin fine, i leoni, inferociti , lo uccisere e lo sbranarono. « Vedete - disse un ottimo umanitario - che l'opinione e la giustizia dei leoni prevale sulla forza n ; e data la stura ai discorsi non avrebbe più smesso, se il domatore, entrato a sua volta nella gabbia, non avesse, con qualche scudisciata, oppurtunamente, saviamente, sapientemente da-ta , dimostrato che la forza bene adoperata pote~a fare nascere negli illustrissimi signori leoni sentimenti di umiltà o di sottomissione. Chi è a cavallo ed usa sempre ed a sproposito gli spergni è un imbecille, e finirà col farsi buttare in terra ; chi non li usa mai, è pure di poco senno, e finirà allo stesso modo. I nostri umanitari badano spesso più ai nomi che alle cose ; e perciò furono e sono amici del Giappone , da loro stimato uno (( Stato liberale u , e nemici della Russia , da loro avuta come il prototipo degli Stati dispotici ; e non posero mente ( 1) Il titolo dell'articolo di '/ilfredo Pareto è : Di tutto u~ poco. Noi lo abbiamo mutato, omettendone una parte,. perc~e in realtà è tutto inspirato ad ostilità contro la democrazia. Lo riproduciamo, perchè le sferzate che egli dà non sem.pre sono ingiuste. N. d. R. che il Giappone è uno Stato che ha molto del feudale, che colla forza e la guerra si è fatto grande , che non è infetto dall'umanitarismo pacifico col quale la burocrazia russa , sia pure ippocritamente, ricopriva le sue gesta. Il Tribunale dell'Aia è stato proposto dallo Zar, e non dal Mikado , Tolstoi è russo , non è giapponese. Tra gli ufficiali russi vi sono moltissimi Tolstoiani; tra gli ufficiali giapponesi non se ne vedono. Grandissimo è il numero dei socialisti in Russia , piccolissimo nel Giappone. 11 Giappone sapeva che solo la forza dà la vittoria, e perciò si prepara va alla guerra con ogni suo potere. La burocrazia russa aveva finito col cadere nel laccio umanitario da essa stessa preparato; credeva che k sole arti diplomatiche bastassero per Ia conquista del1'Asia; l'esercito e la marina trascurava; perciò giunse impreparata alla guerra ; perciò la Russia fu vinta. L'anarchia in Russia non è conseguenza dell'abuso della forza; nasce invece dal non avere saputo usare la forza quando e come occorreva. Il principe di Bulow disse , al Reichstag, che (< se i socialisti vogliono provare, seguendo !':esempio dei rncialisti russi, di darsi al saccheggio e alle dimostrazioni il loro tentativo fallirà mercè il. fermo volere del governo imperiale , dei governi confeJerati, e il senno della nazione. n In Russia , a quelle minaccie, i signori socialisti avrebbero risposto con qualche sciopero generale; in Germania se ne stanno mogi mogi e tranquilli come agnellini. Gli uomini che governano la Russia tennero un modo simile a quello usato dallo sciocco che or ora dicemmo essere entrato nella gabbia dei leoni; e gli uomini che governano la Ger. mania operano come l'esperto domatore. Lo Zar russo è buon marito , buon padre; per l' appunto come Luigi XV[ di Francia; e come questi dimostrasi incapace di reggere uno Stato. Che ci sia antinomia tra le virtù del privato cittadino e quello di chi deve governare una na zione? I popoli pagano una lista civile ai sovrani per essere gove,· - nati, difesi, tutelati, e non per avere, tra tanti milioni di abitanti, un buon marito e un buon padre di più. Se la Russia avesse un sovrano come Pietro detto il Grande, e che trattasse i riveriti signori scioperanti rivoluzionari, come Pietro trattò gli Strelitz, l'ordine sarebbe presto ristabilito ed i pacifici vivrebbero tranquilli. Il tempo presente è simile a quello che precedette la guerra franco-tedesc,-t del 1870. Si discorre di pace universale mentre forse non è molto lontano un tremendo conflitto. Se i governanti italiani si terranno stretti ali' alleanza coli a Germania; il nostro paese starà dalla parte di chi molto probabilmentè vincerà, e della vittoria godrà i frutti ; se starà dalla parte degli avversari della Germania , si troverà molto probabilmente tra i vinti; e l' opera di Vittorio Emanuele II e del conte di Cavour potrebbe andarne disfatta, e rimanere solo tra i ricordi storici. Meglio che le preci ai vani simulacri dell'olimpo umanitario e socialista potranno giovare al nostro paese amore di patria, virili proponimenti, buone armi, virtù e senno per usarle qnando occorra (Il Regno, 16 dicembre). Generale von Alten: Le 1•otenze europee in Asia. Venti anni fa quando riferii al Conte Moltke gli avvenimenti del!' Asia Centrale, egli rispose: (< I Russi non hanno ancora molto da fare per raggiungere l'India; gl' Inglesi devono stare in guardia. n Ubbidendo alle suggestioni inglesi l' Emiro del l' Afghanistan propose alla Russia, la cui vicinanza divenne pericolosa dopo la occupazione di Mere nel 1884, la delimitazione di una zona neutra tra i due paesi. Ma gl' [nglesi pro-

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