20 RIVISTA POPOLARE costanza sarebbe pur sempre, dopo pochi anni morto di t1s1 o di aneurisma 11 (Op. cit. 179). Ed è evidente intanto che se lo sforzo o l' ambiente umido accelerano la morte, la vita calma e l' aria ossigenata pur non potendola evitare in modo assoluto, perchè ciò è al disopra della natura umana, potrebbero certo ritardarla. li Garofalo con logica irresistibile avrebbe potuto soggiungere che in ogni caso l' individuo morrebbe di marasma senile! E non è forse l'illustre magistrato napolitano ad asserire che la moralità si trova diversamente diffusa nelle varie classi sociali? per assicurarcene soggiunge il Garofalo, riportando un passo del Bagehot, basta parlare cogl' inglesi della classe povera coi nostri proprii domestici e saremo abbastanza edificati ! Le classi infime dei paesi civili come tutte Je· classi nei paesi barbari sono evidentemente sfornite della parte piò delicata di quei sentimenti che comple~sivamente noi designiamo ~ol nome di senso morale ! (Op. Cit. 9). Ma il Garofalo sa benissimo che la forìa repellente dalle seduzioni di quel bene che l' uomo tende a procacciarsi col delitto, si ritrova in quella tempra morale adamantina che comprime le tendenze criminose o. meglio in quelle cellule nervose devolute ai poteri inibitorii che costituiscono, secondo il felice paragone del Bianchi, che ho ascolta~o in una sua conferenza, come l'aristocrazia del cervello che trionfa o cede di fronte ali' in surrezione della plebe cerebrale consistente nel complesso di quelle cellule nervose in ~·ui si svolgono le tendenze al male. Ora se la minore moralità ed implicitamente la minore resistenza alle tenrnzioni criminose è la dolorosa caratteristica delle classi povere od infime, io non so capire come si possa senza s,wvertire la logica, sostenere che la miseria non influisca affatto nel determinare la delinquenza e specialmente quella contro la proprietà. Adunque a parte le eervellotiche obbiezioni dovute a preconcetti od ad interessi di classe << risulta che la nulla- tenenza è troppo generale nei delinquenti perchè non si debba ritenere ca usa di delinquenza. Io divido pienamente l'opiniom: di Vittorio Alfieri che nulla v' ha che tanto concilii meglio il rispetto alla proprietà quanto l'essere possessori e ritengo che il timore di perdere le sostanze sìa anche un freno dei più potenti per distogliere gl' individui dall' of-fondere le leggi (Marro: I caratteri dei delinquenti 46 ). Molti delinquono o fanno false Jenunzie di reati spe..:ialmenre nella stagione iemale per essere rinchiusi in carcere e farsi mantenere a spese dello Stato sottraendosi così al freddo ed alla fame. Nè vale obbiettare che talvolta anche persone agiate o ricche delinquono: avviene infatti che individui i quali potrebbero vivere modestamente sono indotti al reato dal desiderio di procurarsi i mezzi per emulare i ricchi nel lusso sfolgorante col quale essi accendono gli appetiti altrui. Ciò dimostra a qual punto pervenga l'influenza demoralizzante della ricchezza. Le persone che nuotano nell' oro, vivendo nell' ozio e nella lascivia dedicandosi alle veglie, a=giuochi, all':::tlcoolismo, finiscono anch'esse per degenerare. Ma se è incontestabile e quasi incontestato come tra causa ed effetto il rapporto tra il disagio economico ed i delitti con tro la proprietà, e stata però negata qualsiasi relazione tra la mise,·ia e gli altri reati; anzi da alcuni, che hanno voluto introdurre nella scienza il fatalismo pessimistico, è stato detto che qualora i reati contro la proprietà diminuissero in pari tempo aumenterebbero altri anche più gravi. 1 on curandosi di questi ultimi che vagano un poco tra le nubi, a mt! pare ..:he qualora si esaminino i fatti non troppo superficialmente si possa chiaramente scorgere che la miseria si filtra sottilmente nelia genesi di tutti i reati. Chi può negare che l'indigenza apporta come un corollario una pessima educazione e quindi « mali esempi, onestà mal ripagata, minore solidità nervosa, eccitamento alle basse passioni , impotenza di riflessione, disavanzo permanente nell'avere soddisfazioni vitali, onde inconsci e segreti fomenti criminosi 't « (Turati op. cìt. 96). Senza dire che moltissimi delinquenti cominciano ladri e finiscono assass1111;e ciò non solo a causa della compagnia <.E vecchi campioni del , delitto e della perdita di quel ritegno che nelle prime armi esercita I' opinione pubbli..:a , ma anche a causa delle condizioni sfavorevoli di esistenza che vengono create a chi condannato una volta ritorni in società. Attorno a costui si farà un vuoto che gl' interdirà la compagnia delle persone oneste e forse lo sfratto dal lavoro; circostanze queste che necessariamente inacerbiranno l' animo del disgraziato che errò lievèmente una prima volta, producendo in lui un sovvertimento morale che lo renderà una specie di homo homini lupus e che, dalla complicità dell' am.bience più che da congenita tendenza sarà trascinato ai più svariati maleficii. E poi molti reati di sangue non si commettono come mezzi idone1 per facilitare il delitto contro la proprietà e spessissimo per intimidire la vittima o per eliminarla onJe assicurarsi l'impunità? In ogni modo poi anche se si voglia ammettere che la condizione economica influisca di raro direttamente nei diversi reati da quello contro la proprietà, non si potrà mai asserire che non vi influisca indirettamente facenJo degenerare l'organismo, rendendo più facile l' irrompere Jelle basse passioni, estinguendo ogni scintilla di simpatia per i propri simili, rilassando o logorando quelle ultime stratificazioni del carattere che la civiltà ha formato , e quindi rendendo piò attivi e prevalenti gli strati primitivi che fan:10 balzare.: l' uomo in uno staJio sorpassato di morale preistorica. [I Marro sostiene che il sostrato delle tendenze al delitto sia u1, ~'.ifotto di nutriLione del sistema nervoso. 1> Le relazioni del cervello e delle sue funzioni coll' integrità organica e funzionale di tutte le parti del corpo sono così intime da potersi in modo generico asserire che k condizioni igieniche generali favorevoli allo s·.-iluppo del corpo sono già altrettanto utili per la prevenzione contro le tendenze criminose nei giovani; utile perciò all' uno e ali' altro scopo il vitt0 riparatore delle forze, uti:e la ginnastica che tiene in esercizio ecc. (f caratteri a p. 452). Che diremo noi dell'igiene dei proletari di I apoli, della Sicilia ecc.? Chi non ha visto quelle stamberghe fetide ed umide, mal difese dall'ambiente esterno, dove si raccolgono famiglie di operai e di c, 1ntadini in compagnia de:l' asino, del maiale o dei polli che costituiscono tutto il patrimonio con una vita spesa tra gli stenti e le fatiche e che vengono trattati con maggior cura che le stesse persone? Chi non ha osservato quella ributtante confusione di sessi, derivante dalla necessità di dormire assieme fratelli e sorelle, padre e figlie e di soddisfare al cospetto di tutti i bisogni meno poetici dell' organismo 't Che rispetto potranno a vere per l' esistenza altrui quegli individui che tanto disgusto debbono provare per l' esistenza propria?. Certo la società ha dato a quelle creature umane tutte 'le condizioni favorevoli per regredire verso le forme brutali dalle quali li divido1,o millenni di evoluzione. Non v'ha anima eletta che in tanta miseria possa non vedere oltraggiata la dignit~l del genere umano. Ebbene , non sono queste condizioni che predispongono al delitto? La moralità negli uomini e nelle nazioni , dice l' Ardigò, cresce non solo in ragione delle nuove idee che si vanno acquistando ma anche dell'agiatezza perchè questa procura una maggiore validità organica e quindi anche psichica e rende piò rari i casi di quegli stati di tristezza o di passioni feroci che turbano le funzioni normali dell' iHteìligenza (opere I pag. 222). E poi l'educazione, che è soltanto privilegio delle persone agiate non influisce a distogliere dalla delinquenza? La scuola antropologica crede poco ai benefici effetti dell' educazione. li Garofalo dice « Essere provato che l'educazione murale pedagogica non può che contribuire allo sviluppo dei germi buoni già esistenti; essere dunque inutile tentare di trasformare un carattere perverso pt:r mezzo di insegnamento (op. cit. 153). Se il senso morale non è che la conquista della lunga e faticosa esperienza della specie e se esso si è capitalizzato nelle
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