18 RIVISTA POPOLARE il suo deismo non bastano a far sì che i preti non vedano in lui quello che è veramente , i_l g:rande insuperato nemico del Vaticano. Per essi ~·u1:-ane una profanazione il paragone che Felice· Momfgh~n? e Giuseppe Renzi ne fanno con Fra1~cesco d ~ss~s1. A Genova stessa, dalla libreria Fass1como, ed1tncE. ingenua delle tradotte mistificazione del Taxil, è uscito un libello contro Giuseppe Mazzini (P. A. çolletti, Giuseppe Man_ini, l'uomo-l'opera: Genova, Genova, A. Fassicomo, 1905). La solita fucina g-csui tic a vomita ancora le antiche calunnie sotto colore di modernità e di citazioni attinte alle fonti. L'a~tore così riassume il suo giudizio nelle ultime pagine: « Fu superbo come Lucifero, tenebroso come l'odio, minaccioso come uno sfacelo..... · <e Egli volle strappare agli uomini la fede ~ri_stiana, e con un'empietà èstrema gridò agli uom1111che non fossero più cristiani , e che accogliessero la nuova fede, la fede del!' avvenire, che annunziava lui. <e La fede dell'avvenire l ossia l'idea settaria mazziniana atea ed immorale sino all'assurdo. cc Egli fu reo di innumerevoli misfatti e come un pubblico malfattore ha troppe e grandi ragioni che lo designano all' abbominio dei buoni, alla condanna della storia ed all'esecrazione dell'umanità intera ». Il che tutto si stampa con tanto di permesso del1' autorità ecclesiastica. Non diremo altro delle pagine postume di Giovanni Bovio (anche di queste la Rivista ha parlato) sul Mazzini edite dal Sonzogno. Fu ,un degnissimo omaggio alla memoria così del Mazzini come del Bovio. Pagine splendide robuste profonde, che è un peccato siano frammentarie incomplete. A coloro, giovani e vecchi , che non conoseono abbastanza il Mazzini , consiglio due operette : la biografia compendiata da Aurelio Saffi con quel candore di stile che gli era proprio, e che l'editore Barbera ha stralciato dagli scritti del buon forlivese; L'Idea sociale di G. Mazzini del nostro Catelani, dimostrazione del come e quanto e quando il pensatore genovese si occupasse dell'emancipazione delle classi lavoratrici. ♦ Ma voglio, per quanto sta in me, richiamare l'attenzione sopra uno dei migliori libri che sieno mai stati pubblicati sul Mazzini : Giuseppe L\1az.zini e le idealttà moderne, di Felice Momigliano. Non è una compilazione, un compendio, !..111 commento; nè una confutazione o un'apologia. E un'opera serena di esposizione e di critica , fatta con grande intiera preparazione da una mente colta, servita da una penna agilissima. Questo compito poteva essere assolto dal Momigliaho il quale ha eguale famigliarità col Mazzini, è egualmente atto alla indagine positiva e suscettivo di entusiasmo per le cose alte e sante .. · Il libro è fatto per innamorare del Mazzini, senza essere scritto da qn mazziniano. Anzi piace sopratutto l'atteggiamento dello scrittore· scienziato, che rimane imperturbabilmente critico quando anche più simpatizza col suo autore. 11 che è omaggio al Genovese migliore di quello d' alcuni miei correligionari mazziniani dell'adorazione perpetua verso il Maestro, pei quali verrebbe voglia di credere che il Mazzini non fosse mazziniano, come raccontano che il Marx una volta seccato dicesse di non essere marxista. Il Mazzini nulla perde della sua grandezza e della sua bellezza per essere non soltanto studiato intimamente, ma altresì, come nel libro del Momigliano, comparato con la coltura dell'età che fu sua e della nostra. L' opera è divisa in tre parti. La prima sviscera il carattere eroico prominenie nel Mazzini, l' apostolo; e le altre due sono, per così dire la applicazione il riscontro la dimostrazione d~lla pnma n~l campo ~ell'arte. e _della critica. ell'appellativo di apostolo 11 Mom1ghano raccoglie ed assomma la virtù e i difetti di Giuseppe Mazzini. Così l'autore risolve la tremenda unità onde il Mazzini cc designava i_lvici1~ suo grande Dante Alighieri >> e che tanto s1 conviene ad esso Mazzini. Con sicuro met~do positiv~, che _si yale. di~ tutte le pubblicazioni, di tutte le nvela_z10111_sul G~novese,. specialmente dalle lettere, egli ne ncostru1sce la ticrura intellett~a~e e mora~e, intrecciandone la conquista dell'u111tadello spinto attraverso la vita eroica e la passione dell' apostolato. Il Saffi e la Mario hanno .delineato piuttosto la storia esterna della vita del Mazzini; il Momigliano tenta presentarcene. l' int~riore. E vi riesce, da buon psicologo, guanto altri sinora, per la grande larghezza di vedute scevra da preconcetto di .si~tcma. Alla lettura deÙa prosa lucida. e. s~orrevohss1ma del Momigliano, il genov,e~e.ripiglia <e sua _carne e sua figura >>. Sin dal1 1nf:a~ia ~e son_? ricercati gli elementi i fattori i coeH1~1e~1t1L. a bgu!·a del Grande emerge nel clima messianico della pnma metà del secolo decimonono fra_ il _Saint-Simon, il Tourier, Comte, il Lamen~ nais, _iT~tello dell'anima, quest'ultimo, di Giuseppe Mazz1m. Ri~sce tanto pi~ ~nteressante questa nobile illustraz10ne del m1st1cismo operoso del fondatore della Giovine Italia, oggi che assistiamo al rifiorire del1'.idealismo. Anzi lo studio dell'apostolato mazzi- .mano, apostolato fatto di carattere dì sincerità di coraggio di un' attività formidabile, inteso a resistere al_male a progredire, ,lovrebbe preservarci d~l pencolo che_questa primavera dello spirito sia s.tr~t_tata dalla rinnovata superstizione, dai neocatrolic1, dalla reazione in una parola. E' l'ideale l'aroma ~ella vita c~1ela ~·ranca dalla putredine. L'opportumsmo cavunano e succeduto e prevalso al- ( apostolato mazzini~no; di qui, come bene osserva 11 nostro autore, la fiacchezza morale della .nuova Italia, che poteva soddisfare il Mazzini· ma il maz- . . . . . ' . z1man1~mo e 11!1mortale in quanto possente alleato ad og111 conquista della giustizia. La seconda parte del libro che si lecrcre con non . l bb meno interesse della prima, tratta. « L' arte nella mente di Giuseppe Mazzini >>. L' autore ritrae att~·averso il ro~anticismo, attraverso il cosmopolitismo letterario, le caratteristiche dell' estetica e del~a critica mazziniane, pervase Jal preconcetto naz10nale e morale, rivendicanti la serietà del cont~nuto dell' ~rte, la sua missione, cioè la sua funz10ne creatrice d' un nuovo ambiente sociale. ~'. ultima p~rte comprende cc Le applicazioni nella critica », e pnma di tutto l' estetica musicale del Mazzini posto chè la musica è la prima e più sublime delle arti, la più universale comunicativa e quindi più sociale fra esse. L'affinità con la concezione di Kiccardo Wagner non è una novità per quanti han~o letto le mirabili pagine della Filosofia della musica che portano la data del 1856. La musica ha ~na missione sociale pel W agner e pel Mazzini, il qua_le ha _Pure chiaramente espresso il concetto 1el lezt-n:iotif, ed ha annunziato, con intuito prorondo_ d1 sintesi e non per semplice giuoco di edettismo alla Cousin, la musica dell'avvenire nella conciliazione del!' armonia con la melodia, dell'elemento sociale coll' individuale, dell' arte tedesca coll' arte italiana. Così gli studiosi del Mazzini (e non v' è più ormai persona colta che non abbia cercato i volumi del Grande) sanno, e possono compiacersi come d'una cara conoscenza nel vedere qui felicemente rapidamente riassunto, che
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