16 RIVlSTA POPOLARE Sotto parecchi aspetti possiamo intanto considerare l'onere della protezione dal punto di vista del cons11matore: e cioè o come ogni qualsiasi valdazione di ben i prospettivi , o come l' onere di ima grande associazione assicuratrice - di funzione di Stato- la quale oggi soccorre gli uni a vantaggio degli altri, e domani questi a vantaggio dei primi, per quella imprescindibile so-lidarietà che è base di ogni coesistenza ci vile. Ed in questo caso ci affrettiamo ad aggiuugere come sia errato il criterio di coloro che ammettono il protezionismo solo come modus vivenai, e non come modus moriendi, per ripetere le due frasi all'ordine del giorno; ossia di coloro che Rmmett0no il protezionismo solo a ' vantaggio d' indnstrie nascenti, che possono e devono prosperare, e non anche a vautaggio di industrie moriture, che non possono più vivere , ma che debbano morire , producendo le minori perturbazioni possibili economico-soci al i. Ora sia che l'onere della protezione si riguardi come la valutuzione di beni prospettivi, siacomec11ntributo di assicnrazione mutua, è evidente che, nel primo e aso, noi ci dobbiamo trovare davvero in presenza d' industrie le quali offrano - per qua.nto valgano le umane previsioni - tutte le condizioni di prossim2. prosperità e quindi di vera emancipazione con restituzione dei benefici ad esse anticipati ; e che nel secondo caso lo Stato, come organo assicuratore, nello intf3resse di tutti, adotti una tale politica, sia di una preveggenza e di un'ampiezza ed acutezza di vedute tali, da eliminare, il più che sia possibile, i danni da risarcire a LLiezzo della protezione; infatti , in quali condizioni verrebbe a trovarsi uno Stato, come ente assicuratore, se questi invalidi invocanti protezione e soccorsi crescessero a dismisura? Messo così il problema, risulta evidente come tanto nel primo riguardo, che nel secondo, il libero scambio rimane sempre la regola ed il protezionismo l'eccezione che conferma la regola. E con ciò la teoria non ha torto quando, sedotta dai bagliori del libero scambio gli è largo di simpatie e di enfatici inni. ♦ E qui va enunciata un' al tra proposizione , che a prima vista può sembrare anche assurda , e cioè che il protezionismo esagerato è la negazione del protezionismo, e diventa un elevamento artificiale di prezzi, il quale quanto più diventa generale, a mano a mano che il sistema protettivo si allarga s11tn tti i prodotti, tanto più coucorre a mantenere immutati i rapporti preesistenti alla protezione , fra i prezzi delle varie merci ; e quindi tanto più concorre ad eliminare la protezione stessa. Ohe anzi questo elevameuto di prezzi contribuisce pure ad isolare sempre più, economicamente, una nazione dalle altre, in quanto che queste altre non potranno ad essa vendere le lùro merci, perchè loro lo impedisce il sisterua protettivo ; non potranno comperarne da essa perchè lo impedisce lo elevamento stesso dei prezzi. ♦ Tutto ciò premesso, risulta evidente quanto sia difficile il còmpito dello Stato in quanto debba accordare una protezione, tenendo sempre di mira la mèta del libero scambio. Valutare la vitalità o meuo, non in un tempo presente , ma in uno avvenfre - e perciò sempre pieno di incognite -- delle varie industrie nnove, non è certo facile, come, di conseguenza , amrne1:isa la vitalità stessa , non è sempre facile saper scegliere il minimo mezzo per garellt.ire quella vitalità. Si potrà sempre esagerare o in un senso o nell'altro, cioè o accordando troppa protezione , o troppo poca; nell'un caso e nell'altro avremo evidentemente perdite di· valori sotto il riguardo generale sociale, perchè o si arricchirà trc,ppo il protetto a danno del comrnmatore , oppure , in caso oppo.:1to, l' industria nascente potrà soccombere per ane1uia , e così anche q•,el poco che si sara speso in protezione, andrà perduto, perchè si sarà speso male, ed il consumatore resterà deluso nelle sue aspettative (beni prospPttivi). Nè meno grave si pre!fentò il problema nell'altro suo aspetto della protezione pei morituri. I parassiti sociali son,) spesso i più sitibondi ed incontentabili, e nella comoda posizione di parassiti spesso e volentieri dimenticano che devono morire! Ora la scelta e la misura nel modus moriendi, per ripetere ancora la fra::;e di moda, forma un altro grave còmoito per lo Stato, il quale, sotto la pressione dei partiti può eccedere e lasciare antieconomicamente sopravvivere aziende ed industrie parassitarie, ed allora il precario diventa ordinario, con danno dell' intera società, anche perchè il parassitismo sociale è molto contagioso e l' e~e.mpio molto seducente ..... ♦ Ed ecco quindi, passando brevemente alla terapia, la necessità di Osservatori economici, le cui osservazioni , in verità, ricbiedouo telescopi ben più potenti di tutti gli osservatori metereologici !... E l' osservatorio industriale più importante di quello commerciale, e quello agrario ancora più iLD.portante dell'industriale, in qnanto che il capi tale ind uSltriale , essendo di più difficile disinvestimento di quello commerciale, e il capitale fondiario più di quello industriale, la protezione da accordarsi all'agricoltura è spesso necessariamente più lunga e più onerosa di quella da accordarsi all'industria, per darle tempo e modo q.i cambiar culture e di vederne pro-ìperare delle nuove. E sotto questo punto di vista molti vantaggi potrebbe arrecare una buona organizzazione e nn diligente, solerte funzionamento dell'Is ti tu to agrario internazionale, ca ldeggia to con tanto entusiasmo. Si attende già -con maggiore o minore scetticismola riunione di nna seconda Conferenza internazionale per la pace; e ben venga ! Ma qu·ello che scrivevamo dopo la riunione della prima Conferenza (1), ripetiamo ora prima della riunione della secouda: essa lascerà certamente il tempo che troverà, ora e sempre, se non si preoccuperà del problema fondamentale, e cioè della di visione territoriale, nazionale del lavoro , e q nindi dell'accordo e della pace economica fra i popoli. Solo se e quando questa divisione sarà veramente (1) G. Carano-Donvito.-11 moderno protezionismo e la quistione del disarmo.
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