RIVISTA POPOLARE 15 Per parte mia ponendo termine a questa lunga disamina di una manifestezione economica locale, eh' è rici:a d' insegnamento d' indole generalè e speci,tlmente d' incoraggi,m1ento per le provincie meridionali , rilevo con amarezza che lo scrittore bresciano ha dato prova di vera ingratitudine nominando appena appena il reduce dallo Spieberg, il carattere forte ed adamantino, l'illustratore di feudi e comuni, quel Gabriele Rosa, che in uno scritto in cui ha tanta parte l'agricoltura, doveva essere ricordato più lungamente e con maggiore affetto appunto perchè è stato uno dei più acuti nel lumeggi1re i rapporti tra l'agricoltura e la civilta (1). DoTT. N. CoLAJANNl (1) Era mio desiderio completare questo esame ddlo sviluppo di una nobile provincia del settentrione d' Italia con un confronto della criminalità tra il 1857 e il 1904; ma non mi fu possibile raccogliere i dati relativi. Ho dovuto contentarmi di porlo tra il 1879-83 e il 1897-901, e lo desumo dalle pub• blicazioni ufficiali : H,eati denunciat,i per 100.000 abitanti 1879-83 1897-901 Brescia Regno Brescia Regno Totaie reati. 782 950 1 573 2 553 n contro la fede pubblica 36 53 38 37 ii buon costume ecc. 9 r 5 1 1 2 3 n Omicidii 5,98 17,88 3,34 I r,23 i> proprietà . 413 390 437,44 506,86 Brescia superava la media del Regno pei reati contro la proprietà nd 1879-83; resta al di sotto nel 1897-901. La discesa per l'omicidio è stata più rapida che pd regno, mentre l'aumento nei reati contro il buon costume è stato al disotto di quello del regno. Solamente nei reati contro la fede pubblica c · è stato un aumento più forte. Nello insieme, rispetto al Regno, ha guadagnato. Quistiovneei eheie.Diseussniounoive Pareva che :;ulla questione del protezionism 1) e del libero scambio, adoperando una e-,pressione del Pantaleoni , fosse stata oramni passata definitivamente la spugna. nel sen::,o di cancellarla, di radiarlo rlallo elenco degli argomenti economici ancora discutibili ; senonchè è spettato proprio al seppellito, ma indimenticabile modus viv,,ndi il merito di cavar fuori dalla polvere degli archivi l'annosa quistione. E quello che è più importante e più notevole, si è che questo benedetto modus, che doveva es::,ere vivendi e fu m01·iendiha goduto in pnnto di morte puranche la soddisfazione - à tout seignenr tout honneur - di scuotere persino i dogmi, con le conseguenti infallihità ... dei più saldi liberisti. Ebbene quali le ragioni di tale potenza ? Quali elementi nuovi sono intervenuti nel nuovo dibattito della vecchia qnistioue? ::~essuno che io mi sappia; se non ci vogliano battezzare per nuovi questi due pri.icipii, antichi come l'apocaliHse : 1) Che il proprio interesse . diretto , immed:ato, spesso possa ronsigliare a ragionare più con l'intelletto che con la fantasia ; 2) Che l'Economia politic::t-come dice il L. Beaulieu - è 11na scienza e per conaeguenza non ha dogmi. E questa del protezionismo e del libero scambio è appunto - nella Economia politica - una di q11elle quistioni conplesse e di applicazione. snlle qU,ali la scienza può proiettar Juce, ma che ·da sola non può risolvere; una di quelle quistioni contingenti, nelle quali la parola decisiva spetta anche all'arte e non alla sola scienza. Si correrebbe però troppo oltre il segno - e questo è stato ed è molto facile in momenti di reazione e di discussioni passionali - rinnegando la scienza per la patria, per l'arte. Quando i teorici in campo dottrinale afferma1u ed enumerano tutti i vantaggi del libero scambio, vi è nulla o poco da obbiettare; ciò che insegna la scienza si è che la estensione del mercato ' della divisionA del lavoro e della concorrenza , procurano un forte aumento della produttività umana, e che codeste tre condizioni influiscono contemporaneamente sulla regolarità della produzione. Nè c'è contrasto tra· la teoria e la pratica. La teoria ha ragione in quanto mira ad un ideale più o meno attuabile e lontano; e può aver ragione ugualmente la pratica in quanto riguarda il presente, sia pure in relazione con un avvenire più o meno vicino; e perciò il problema del libero scambio si riduce al seguente: « essendo indiscutibili i vantaggi che apporterebbe « il libero scamb:o mondiale, quali ce li espone la teoc ria, la pratica, l'arte ci deve suggerire in ogni tempo « e in ogni luogo i mezzi, i 111odi per arrivarvi op- « portunamente senza, frattanto, propter vitam, vivendi e occidere causas ! • E ridotto pure in questi termini il problema, purtroppo dobbiamo riconcludere che esso nulla pr.esenta di nuovo da Federico List a N. Patten (1) , fino ai nostri giorni. Si .sarà esagerato o in nn senso o in un altro, si sarà potnto scambiare il compito della scienza con qnello dell'arte - la teoria con la pratica - confondere il geùerale col contingente; ma il problema è rimasto sempre lo stesso, pur anco dopo il ve1·bum novum del Paret,, ! E qui dobbiamo affermare un altro postulato, nuovo, forse, come la teorica del Pareto, e che potrà sembrare a prima vista anche un paradosso; e cioè la necessità. del µrotezionismo, per raggiungere un di - se mai - il parad~so del libero scambio. Infat.ti se si potrà giungere un giorno a ris)l vere il problema basale , fonda• mentale (da cui deriva quello del protezionismo e del libero scambio) - della vera e completa divisione del lavoro in base agli elementi spe~ia.li, naturali di ogni regione e di ogni nazione, sarà certo sempre il protezionismo il mezzo di cui si serviranno i futuri legislatori internazionali, per ragginngere il loro intento; e con la visione dei vantaggi del libero scambio i consumatori ,li un genere faranno le spese dei produttori del medesimo; i quali ultimi, alla lor volta, come consumatori di altri generi, potranno sostenere la protezione a vantaggio di altri produttori. Cosi inteso il protezionismo - e così• biE1ogna sanamente intenderlo, si vede come edso non sia affatto antagonistico col libero i:;cambio; lo diventa quando per protezionism<? in - tendiamo nè più nè meno che il premio dell' infingardaggine, della debolezza, della decadenza. ♦ (l) N. Patt<'u. The economie basis o( protection. Filadelfia 1890.
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