Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XII - n. 1 - 15 gennaio 1906

R I V I S ·r A P ·O P O L A R E 11 Il p,1ese vegli affìnchè sulla sua pelle non si balli una nuova ridda di milioni. · La Rivist,a Quc:ste avra1rno po: u o lasciare dei vagoni sgangherati e delle macchine che non funzionano; ma potranno averli stimati per buoni. Esse potranno dirt:: : ve li abbiamo lasciati in buone condizioni al 1 ° Luglio ; ed ~ imputabile alla vostra gestione se oggi si trova110 in cattive condizioni ! Della sapi~nza colla quale s: procedette in questa quistione vogliamo ~are ai lettori un saggio caratteristico che 11011 è stato ancora riferito dalla stampa. Dovendosi nominare k commissioni che per le tre reti doveva riconsegnare il ,materiak I otabile nei primi di luglio con due lettere a tìrma riel Ministero Ferraris s1 nominava un noto ingegnere peritissimo d1 cose ferroviarie. Passarono alcuni mesi dalla nomina e l' Ingegnere, cui si era anche indicata in Lire 15000 la retribuziune, non si vidè mai chiamato. Un bel giorno legge che il posto dato a lui con tanto di nomina uf11ciale era stato assegnato ad un Ing. Vivaldi, che feci:; parte per tanti anni dell' Ispettorato famigerato e che fu sempre ritenuto - a noi non incombe esaminare se a tor_to o a ragione - ligio oltremodo alle Società. Forse in questa sospettata devozione alle Società si trovò la ragione di affidargli il delicato incarico di consegnarsi il materiale rotabile dalle mededesime .... E l'altro Ingegnere nominato allo stesso posto del Vivaldi e prima di lui? Non commentiamo ; dovremmo adoperare aspre parole ali' indirizzo di un galantuomo qual' è il Ferraris, ma ia cm jncompetenza frrroviaria si rivelò piramidale. Gl'insegnamenti diun'esposizione pr vineiale Da Bresci:1 mi pervien~, gradito dono di un amico carissimo , Astone Copett,l , un volume in grande formato, in carta. eccellente e riccamente illustrato con ogni sorta di f<,tografi.e e d' incisioni assai ben fotte. E' consacrato alla Provincia di 'Bresciae la sua esposizione 1904 ed è stat11pato dai fratelli Giroldi. lo che avevo avuto il piacere di visitare quella esposizione provinciale bo letto con soddisfazione tm to ciò che su di essa è detto in questa pubblic1zione , che si deve al dottor Arnaldo Gnaga e ne ho tratto argomento a considerazioni e confronti, che credo utili ed interessanti. In qnesti tempi di esposizioni mondiali rnonstre, che fanno comparire anche meschine le esposizioni nazionali meglio organizzate e più complete, come s,1d certamente quella di Milano, in questi tempi in cui si ama il gigantesco, ripeto, una esposizione provinciale di primo acchito può sembrare cosa meschina e del tutto trascurabile. Tale è realmente per chi vuole sruJiare l'insieme delle grandi trasformazioni gènerali-tecniche, econorniçhe, intellettuali, sociali ec. - ; invece acquista un valore singolare quando si vuole conoscere la intima struttura d'un organismo e sopratutto per misurare la sua evoluzione progressiva o regressiva. Lo stesso fr,1gmentario si può fare più es:1tto e piu completo, che non quello totale; ma la conoscenza µrecisa del fragmento, per l'applicazione del metodo della statistica congetturale che nel giudizio va dalla parte al tutto ci serve meravigliosamente per darci un'idea dello insieme. Lo studio fragmentario inoltre , sopprime spesso le note cupe arti fìciose che innesta la passione politica o la indefinita aspirazione al meglio, che c'induce ad insistere di più sui lati cattivi anzicchè su quelli buoni;- e si sopprimono in questi studi, perchè manca l'io tc:resse politico della denigrazione e può anche essere sostituito dal sentimento di uno chauvinisrne locale, che si compiace nel constatare i prògressi del loco natio. L' utilita gr;rnde degli studi sulle manifestazioni proteiformi della vita di un fragmento di un paese verrà meglio avvertita quando si pensa ai servigi che presta alla scienza ed alla società la microscopia. La conoscenza dell'iufìnitamento piccolo non è alla base di quasi tutte le scienze naturali e delle loro più utili applicazioni alle società umane? Giuseppe Zanardelli, il cui nome spesso ricorre, e giustamente, nelle pagine dello Gnaga , sin dal 1857 scrivendo al Crepuscolo di Milano precisamen te su di una esposizione che si era aperta in tale anno nella stessa Brescia; « considerava appunto le esposizioni « come una statistica rappresentativ;:\, una (< statistica in ,:tto, e perciò le esposizioni provinciali « come lemonografiestatistischedeisingolipaesi ». Ecco « una frase di un politico e di un giureconsulto, che poscia doveva avere il suo svolgimento metodologo e le sue applicazioni colle investigazioni rappresentative del Kiaer in Norvegia difese calorosamente da due eminenti cultori della scienza in Italia, il Bodio e il Bosco. Ma quc:sto a.::cenno ad un pensiero di Zanardelli, ci fa intrnvvederc gia la possibilita di ricavare un grande profitto : q nello di poter comparare quasi a cinquant'anni di distanza la provincia di Brescia confrontando l'esposi~iooe del 1857 con quella dell'anno 1904. E ci6 fa, nei limiti del possibile il dottor Gnaga. Il ccnfronto delle diverse manifestazioni economiche e sociali tra il 1857 e il 1904, statisticamente dimostra che un gran progresso si è compiuto in quella zo11a estrenu d'Italia, ch'è quasi il progresso medio di tutta la nazione. Tenendo conto delle discussioni e degli avvenimenti di questi ultimi tempi si osserverà facilmente che in questo caso la media non serve che ad illudere e ad ingannare poichè nella media il mezzogiorno e b Sicilia danno il loro contribur.o per abbassare il livello del progresso generale. Ora q ucsta osservazione :va jotesa con le dovute cautele. E' enorme la differenza nelle condizioni economiche e sociali tra il nord e il sud d'Italia ed io l'ho illustrata in due conferenze a Brescia ed a Genova nel 1904 e nel 1905 ; ma la reale differenza esistente tra le due grandi divisioni dello Stato non deriva dal fatto che il Nord ha progredito e il Sud ha regredito dal 1860 in poi :r:a da un altra circostanza. Tutte e due le grandi regioni hanno notevolmente progredito ; ma la distanza era enorme già al momento della partenza ed è rimasta forse immutata al momento dell'arrivo. Perchè scomparisse sarebbe stato necessario che il Sud avesse potuto camminare più rapidamente del Nord. Ciò che non era possibile: nel Nord più che nel Sud si trovavano le migliori condizioni per la evoluzione economica, cui si riannodano tutte le altre. Eppure c'è stato un economista, il più illustre che abbia attualmente l'Italia , Maffeo Pantaleoni, che ha sostenuto con validità di argomenti, che nei primi tempi dell' unità l'incremento della ricchezza privata tu maggiore nel Sud. Il Nitti, invece, inclina al pessimismo e sostiene che oggi la distam:a tra il Nord e il Sud sia maggiore che per lo passato. Per parte mia credo che sia immutata. Ciò ch'è

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==