Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 24 - 30 dicembre 1905

692 RIVISTA POPOLARE Ma con questi rigidi criteri, purtroppo, Montecitorio diverrebbe un camposauto o un lazzaretto, in cui una cinquantina di uomini eminenti e dei più ministerabili dovrebbero essere tenuti scrupolosamente tenuti lontani dal potere. Invece - è ciò e stato Un grande male, umi vera pestilenza politicatali criteri politici nè pel passato, nè pel presente vennero tenuti in conto alcuno dalla maggioranza, che non ha saputo mai dove stiano di casa : ma non vennero neppure rispettati dai democratici, di ct1i ci occupiamo, e che i loro uobili motivi generosamente danno in prestito alla maggioranza stessa. A Di Rudini si rimprovera il sangue fatto versare nel 1898, lo Stato di assedio e i Tribunali di auerra. Benone. Ma sangue nello stesso modo e per le stesse cal1se e con minore pericolo per l'ordine pubblico e per le istituzioni che nel 1898-quando la rivolta per la fame imperversava da Bari a Milano, per oltre metà dell'Italia - venne versato copiosamente sotto Crispi, di cui l'on. Fortis fu sempre il più caloroso, entusiastico sostenitore, e sott? Giolitti, senza che si sia inventata . una maggioranza, cui si sia assegnato il nobile compito di tenerli lontani dal potere. Del sangue versato sotto Di Rudini, dello_ Stato di assedio e dei Tribuna Il di guerra fu nè più nè meno responsabile Giuseppe Zanar,delli impauri~o anche lui dalle proporzioni, che aveva preso la rivolta ; ingannato anche lui, sopratutto, dalle menzogne narrate o telegrafate da Milano dai B:lva Beccaris, dai Bassano Gabba , dai Vigoni. Contro Zanardelli e' erano queste aggravanti : Di Rudini era responsabile delle colpe e degli errori del solo e proprio ministero; Zanardelli. invece, nelle colpe e negli errori era un peccatore dei più induriti; poichè su di lui pesavano le colpe e gli errori del trasformismo con Depretis , dei fatti di Piazza Sciarra, della legge retroattiva del giuramento ; del primo ministero- Crispi-il più pericoloso politicamente, il più disastroso economicamente ; - del primo ministero Giolitti , cui v,mno associati i ricordi della Banca Romana !... Perchè l'ostruzionismo sistematico contro Di Rudini, che come 1 1ini?tro ebbe le simpatie più calorose di Cavallottti ed a cui per lo appunto si rimproverò aspramente l'amicizia per Cavallotti dalla reazione nel 1898 e precisamente dall'on. Fortis in piena Camera dei deputati; e non contro Zanardelli , su cui pesavano le responsabilità gravissime dello stesso genere e di generi peggiori dei ministeri Depretis, Crispi, Giolitti e Di Rudini ? L'ingiustizia dei due pesi e delle due misure è tanto evidente, scandalosa men teeviden te, che in alcuni alligna il sospetto che la frazione della democrazia lombarda, di cui ci occupiamo la ragione della differenza di trattamento la trovi nel fatto che Zanardelli era nato a Brescia e Di Rudini è nato in Palermo ... Eccoci a Sonnino. Lo abbiamo combattuto aspramente quando lo credemnw ispiratore dei re~zionari progetti dell' on. Pelloux. Ma santo Iddio ! Volerlo condannare alla segregazione perpetua per quell'errore politico, quando ci si accomoda all' on. Fortis che del Pelloux fu anche uno dei paladini , via ! è ±orte assai; e l'appoggio dato dal Fortis fu tanto più mostruoso in quanto che egli veniva dal partito repubblicano e cj teneva a fars= considerare <:ome democratico. Asseg11are·poi ,dia magp,ioranza, di cui bnno parte i Girardi, i D,u1eo, i Tedesco, i Di San Giuliano e la staminata falange nota soltanto per il suo ascarimo, a suo tempò tutti devoti e frdeli a Pelloux, il co111pito di te11ere lontano d,1l potere il Sonnino solo perchè fu ispiratore dello stesso Pelloux è ta.e cosa che dovrebbe sembrnre inverosimile, ma che è per lo me110 indecentemen te gro ttesc.1. ♦ Poche altre considerazioni sull:1 commedia il cui prologo si rappresentò col voto per divisione del1' ordine del giorno Gorio-Giov~gnoli e che potrà essere seguita da qu,llche brutta fars:1Una maggioranza senza idee, senza programm:1? cui si attribuisca il compito di mantenere lontani dal potere certi gruppi e certe persone non ~a nella storia parlementare it:1li:111naemme110 il .P:eg10 ~lel_la novità. Oaai e sotto l'e:ichetta dell:i sinistra si ripete gofta~~ente e sfacciatamente ciò che per sedici anni si fece sotto l'etichetta della destra. · Nel P,1rlamento italiano non furono mai in onore i costumi e i metodi dell' lnghilterr,1. lvi quétndo un ministero viene battuto, da che il regime rappresentativo vi funziona sanamente, il potere viene trasmesso al partito opposto. La trasmissiont avviene anche quando c'è una maggioranza omogenea e vera, quale l'aveva ancora Balfour, che non volle servirsene per non andare contro la volond del paese , che più volte gli si era 111ostrat:1c. ontrnri:l. In Italia sotto la Destra si pensò sempre a conservare il potere nella mag6 ioranza; come un fedecommesso. Battuto o indebolito, dopo il 1861, un ministero ~I inghetti si p,1ssò ad uno Ricasoli ; da questo si passò a Rattazzi e da Rattazzi a Menabrea; da Menabrea a Lanza , a Sella , a Minghetti di nuovo ..... Quali furono le conseguenze di queste successive incarnazioni della Destra, preoccupau esclusi vamen te di conservare il potere nella maggiofanza? Pel. r_egime rappresentativ? e, per la educazione poht1c-1 furono oltremodo d1sastrose. Il paese assistette ad una doppia. degenerazione : a quella della destra ed a quella della sinistra contemporaneamente; i programmi scompuvero e furono sostituiti dalle gare dei gruppi e dei gruppetti; senza ragione intrinseca e senza interesse nazionale politico o economico un gruppo ne sostituì un altro; nella vita pubblica non ci furono mai quelle espansioni , quelle esplosioni di fede e di energia, che sono la conseguenza di un intero rinnovamento, poichè l'organismo si tentava di mantenerlo in piedi con qualche assimilazione di uomini che appartenevano al partito avverso e eh' erano stanchi di attendere e ehe anzi avevano acquistato la convinzione di non potere arrivare mai al potere a bandiera spiegata , per la via diritta della lotta parlamentare aperta, ma per la via traversa, furtivament~, coll' abdicazione al proprio programma e al propno passato, colla menomazione, quindi, della propria dignità e del carattere. Cosi distruggevasi ogni idea di solidarietà tra gli uom1m politici della opposizione, che tra loro vivevano in sospetto l' uno dall' altro e che reciproc;uneate vedevano nel proprio compagno un uomo che da un momento all' altro poteva compiere la defezione e passare al nemico. In questa guisa fu-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==