Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 24 - 30 dicembre 1905

RIVISTA POPOLARE 691 ccmaggioranza 11011h:1 programma, non ha fisonoccmia, 11011ha carattere: essa non solo 110n può ccaverne, ma deve non averne. Essa va da Cornaggia, « ossia dal V,1ticano :l Marcora, ossia all' antico maz- « zinianis1110evaporélto e riadattato ai tenipi; anzi, « essa è l'una cos;i e l'altra, in una cosa sola, ossia « 11essu11;c1osa, sernpre. È l' abdicazicme delle i<lee, « ossia degli interessi generali siano pure di una « classe , di un ceto , <li una categoria , sull' altare « degli interessi personali, in perpetua acquiescenza « e convivenza reciproca; è il trust degli appetiti e « la Cooperativa pel traffico delle influenze e dei <t favori. Per conservarne b comp,1gine: nessuna riccnnnzia o reticenza app:1re soverchi:1..... È insomma « il sovverti mento e la liquidazione del regime par- « lamentare. Una maggioranza, preoccup:1ta unica- « men te di rimanere al potere , ossia di escludere « dal potere dati gruppi e date pe:-soue, non rap- << presenta piu che una massoneria, una camorra po- « litici, una specie di Tammany parlame11tare. Di « fwnte ad una tale degenerazione del fenomeno « rappresentativo , il Re stesso - e se fossimo in « Repubblica, diremmo il Presidente - non ha più « nulla da fare: esso non hcl più alcuna situnione « obbiettiva da ·interpretare, alcun conflitto di cose << da risolvere; esso è abolito di fatto, salvo che le si « ribtlli. Esso oscilla, frn i due poli, dell'impotenza « dei un lato, e deli' arbitrio piu sconfinato dall' al- « tro. E neppure le opposizioni hanno piu speranza « di abbattere il governo e di surrngarlo, diven- « tando maggioranza a lor volta. Pe!"chè la maggio- « ranza divenuta specie stabile, 0011 legata nè a pro- « grammi nè ad uomini - non le esclude nè cede « ad esse, me le divide e le assorbe a piccole dosi, « col sistema del le puntarelle , che si spingono in- « differentemente· a destra, a sinistra o nel ceutro, « giusta le sapienti alchimie dei corridoi - ,1llequ,ili « gli interessi del paese, le correnti della pubblica « opinione , rimangono altrettanto estranee quanto « in un qualsiasi regime di assolutismo orientale>>. ♦ La maggioranza non ha un programma positivo; ma e' è una patte della <lernocrazia, spècialmente la lombarda, di cui è organo Il Secolo, che ha combattuto tante belle. ed utili battaglie, che vuole assegnargliene uno negativo, accennato dal Turati colla frase : escluderedal potere dati gruppi e date persone. Su questo punto crediamo necessario, doveroso insistere per eliminare degli equivoci, per impedire degli inganni, per ismascherare delle laid·e ipocrisie. Il compito che si vorrebbe assegnare alla maggioranza sarebbe quello di escludere dal potere il gruppo del Centro e qnello della Destra, Sonnino e Di Rudini. Io realta il deputato per Milano ha allargato troppo il compito assegnato alla maggioranza: questa in fatto si è limitata e si limiterebbe ad escludere delle persone, mantenendo le più intime e cordiali relazioni coi gruppi. Non ha preso essa prima il Tedesco e poi il Di San Giuliano - per citare quelli che ci vengono alla memoria in questo momento-dal Centro? Non ha accettato in luglio il salvataggio da un altro uomo eminente dello stesso Centro, il Gian turco ? Non ha preso dalla Destra più pura il Luzzatti co\ ministero Giolitti e il Titto11i col primo ministero Fortis? Non ha preso adesso il Malvezzi ? Supporre nella maggioranza, nel nounienopolitico, che impera a Montecitorio, il proponimento e il programma negativo di escludere dei gruppi dal potere ci sembra qnasi farle troppo onore. Cìrcoscriviamo questo compito a quello più modesto e più volgare di escludere delle persone, cioè gli on. Sonnino e Di Rudini. Premettiamo, eh' è nostra convinzione ferma che molti della cosidetta rnaggioranza, la parte cioè più disciplinata e più servile, se non la più numerosa, che ha sorretto i ministri Depretis-Crispi-Di RudinìGiolitti-Pelloux-Saracco-Fortis - e che tornerebbe a sorreggere i morti se rinascessero e che sorreggerebbe i ministeri Pantano-Tur,tti-Cornaggia ecc. se riuscissero a formarsi, q ue ta parte della maggioranza, ripetiamo, se ne avesse il coraggio protesterebbe altamente contro il compito, assegn,ltole, specialmente per la paura di perdere il posto in una futùra maggioranza, qualora quest,t venisse a costituirsi attorno agli onorevoli Sonnino o Di Rudinì !... Ma per un momento imponiamo silenzio alla nostra convinzione ed ammettiamo pure che il noumeno politico viva e vesta panni realmente e senta il bisogno e il dovere di escludere coll' opera sua dal potere date persone, cioè Sonnino e Di Rudini. D' onde tale bisogno ? perc:hè tale dovere ? Lasciamolo dire agli elementi piu elevati della maggioranza e precisamente a quei democratici lombardi che fan capo al Secolo che oggi sono degnamente rappresentati dal Mira. Essi odiano Di Rudinì, perchè ba macchiate le mani del sangue dei tumulti del 1898; odiano Sonnino perchè fu l'ispiratore di Pdloux; li odiano entrambi perche li giudicano reazionari, che farebbero correre seri pericoli alla liberta e alla demoerazia se riafferrassero il potere. Questi moventi sono elevati, nobili addirittura ; se corrispondessero alla realta non esiteremmo a riconoscere che ce ne sarebbe abbastanz-t di questo programma negativo per giustificare l'attitudine della maggioranza e non esiteremmo-come non abbiamo esitato altra volta - a schierarci sotto la sua bandiera pur di difendere la causa della liberta e della democrazia. · Ma.... e' è un grosso ma. Tutto induce a ritenere che siffatri motivi siano insussistenti e che non siano se non menzogne, ipocrisie, antipatie esclusivamente personali. Che questa sia b realta viene dimostrato ail' evidenza dal sistema non dei due, ma dei sette pesi e delle sette misure adopèrato da questi democratici , che all' occorrenza servono di comodino ad una maggioranza di cui fan parte Cornaggia, Suardi, Brandolin, Malvezzi ed altri valentuomini di parte sinceramente reazionaria. (1). essuno pensa a negare gli errori commessi dagli on. Di Rudi11ì e Sonnino ed anche le colpe, che si possono a loro attribuire. Se per tali colpe e tali errori ad essi venisse chto l'ostracismo sistematico, si farebbe forse opera moralmente sana e politicamente corretta ; poichè L-t colpa e l' errore -politico con siffatto ostracismo troverebbero la loro sanzione penale giusta e meritata. ( r J I giornali hanno accordato troppo onore al Mira occupandosi di una sua intervista con un redattore del Sewlo. Egli giustifica la sua entrata nel ministero Fortis colla condizione imposta (?!) del licenziamento di Tittoni; ma egli dimentica di aver dato voto favorevole a Fortis ed a Tittoni il giorno 17 ! Q_uanta vis comica i;ntra nel G:.tbinetto coli' cn . .\lira!

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