Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 24 - 30 dicembre 1905

RIVISTA POPOLARE 705 armate e minacciose, dominate in entrambi dalla maggior grandezza e potenza della natura: strali dorati di sole scoccati da un cielo gontio di nembi nell'uno, fuochi e fumi d'incendio nell'altro, che salgono dall' orizzonte ad invadere tragicamente il sereno crepuscolare: e qualcosa di epico e di sublime, magistralmente infuso dal forte pittore nelle due opere, dà loro il potere di vincere e di conquistare anche un visitatore così mal prevenuto con1'ero io. Con argomento affine, Edoardo Gelli ba dipinto un quadro profondamente diverso: la sua OoiWPAGNIADI VENTURA, trombetti, alabardieri , cavalli, cani, attraverso un paesaggio bruniccio e verdognolo, sembra, non solo nella materia , ma nello stile, opera della fine del secolo decimosettimo; la REDENZIONEin, vece, ha carattere schiettamente moderno, e presenta particolari superbi, disseminati in mezzo alla folla che assiste o partecipa, ardente di sole alr occaso, spaurita e sgomenta, al ritorno dalla tragedia del Golgota, attorno alla bara che reca la salma del suo Profeta; ed eccellente pure il RITRA'l'TOo' UOMO,un vecchio e grosso signore dalla fisonomia spiccatissima. Gli altri, son meno originali: Galileo Chini nel TRIONFO,una specie di cavalcata macabra, ricorda Franz Stuck, ed in LA CAMPAGNAricorda Zuloaga; Carlo Passigli nell' EPILOGODELLAVl'l'A, un funerale campestre, s' inspira evidentemente al Cottet; Luigi Gioli fa un poco di brangwinismo, trasformato, assimilato ed ingentiliro, nella VENDEMlVl'TA, una vendemmia genuinamente toscana dipinta a disegno secco, a colod piatti, semplificando e schematizzando un po' la realtà, non solo senza sciuparla, ma anzi interpretandola e precisandola; Giovanni Fattori continua nelle GRANDIMANOVREin, UN INC0N'l'ROed in CIOCIARIA,e con singolare bravura, i suoi studi di cavalli, su per giù, tuttavia, sempre gli stessi; e Clemente Origo, che anche nel salone d'onore espone UN BU'I"l'EHOdella Campagna Romana che spinge i suoi bufali a nuoto attraverso uno stagno, ne ha qui un altro a cavallo, fermo, che è quasi un Fattori , non più dipinto ma fuso in bronzo. Nè altro ha d'interessante ancora la sala, all'i nfuori d'un gran RITRAT'l'ODI SIGNORA,di Salvino Tofanari, una signora cinquantenne, ossuta, in nero, molto scollacciata, con un enorme cappellone, con un gran mazzo di rose rosse_ sul petto, con delle carni eccessivamente scure e coriacee, con un ginocchio tra le mani intrecciate: troppo, troppo verismo, perbacco ! ,: Le due Sale del Mezzogiorno sono completamente rifatte, sopra disegni d'Ernesto Basile e di Giovanni Tesorone: la grande in rossiccio, con bel fregio sul motivo del castagno d'India e con mobili non meno eleganti che comodi; la minore in damasco giallo , fregi in istucco dorato , nicchione istoriato a fresco, lucernario a colori, pavimento a trifogli in rilievo. Il trionfatore è qui Balestrieri, malgrado il cattivo e quasi ostile collocamento di tutte le cose sue: dello CHOPIN, intanto, un magnifico trittico rappresentante il grande e infelice Maestro, dapprima fanciullo, che quasi al bujo, da solo, improvvisa , rivelando il suo genio ai parenti raccolti in silenzio nell'altra stanza, poi, celebre già, circondato, mentre sta al piano, da amici ed ammiratori rapiti, ed infine sul letto di morte, nell'agonia consolata ancora dall' arte divina dei suoni che lacrimando l'amica pietosa gli fa parlar le parole supreme: opera d'arte e di poesia sommamente patetica e suggestiva, superiore d'assai alla DECADENZA e alla BIRRERIA A MoNTi\l A RTRE, che non paiono quasi nemmeno di lui ; ma uguagliata, se non superata, dalle meravigliose acqueforti a colori, tra cui un EFFETTO 01 LUNAsu un treno in corsa lunghesso il mare, una cqppia di sposi IN VIAGGIOi,n un'ora patetica della sera, soli nell'angolo dello scompartimento di prima classe, e, sopra ogni cosa, LA s90NOSCIUT,Ache tutta sola, di notte, arriva dalla stazione che splende di luci sul fondo, e attraversa, malinconica e frettolosa, con la sua borsetta, la vasta piazza deserta: un vero capolavoro. _ Un quadro di Giuseppe De Sanctis, VERSOSERA, si fa notare per una felice rappresentazione di via Toledo, dopo la pioggia, specchiante coì negozi gia illuminati, il viavai della gente, delle vetture e dei trains , ed in alto gli estremi bagliori del giorno; Giuseppe Casciaro e Francesco Lojacono han vari quadretti napoletani e palermitani, a pastello ed a olio, che allietano l'occhio e lo spirito con la festività dei colori , con lo splendor delle luci , con la vaghezza dei tipi e degli abiti, ma che non vanno più· oltre; e tra gli scultori, Francesco J erace ha due ottimi busti-ritratti, ed Ettore Ximenes alcuni piccoli bronzi, tra cui VuBBRIAco, caduto per terra, che ride e farfuglia parole insensate, mentre la moglie, che siede discinta· 10 guarda torva e sdegnata, ed un bimbo, appoggiato al ginocchio di lei, lo contempla esso pure , con muto sbalordimento: ed è cosa da mettere i brividi; mentre riporta d'un tratto lo spirito in una regione più alta e più pura EccE MATER, un marmo di lui, delizioso davvero, ove più che la madre è il puttino ignudo, tenuto in piedi da lei come su un davanzale, e di cui raramente s'è visto nell'arte il più vero e il più nuovo e il più bello. X E siam giunti alla fìne: alla Sala del Lazio e all'annesso passaggio adornato di litografie, acqueforti e disegni, che porta l'ultimo numero, il trentaduesimo! In questo, io non ho trovato nulla di interessante; e poco, a dir vero, anche neila Sala: L'ABISSO,di Giulio Bargellini, due giovani amanti in letto, sfiniti, delusi, disperati, forse, non ottiene l' effetto che l' autore certo si proponeva, perchè il disegno è imperfetto, fiacco il colore, antipatica la composizione; Antonio Mancini, col RrrRAT'l'ODEL PADRErecante dei fiori, non dà che un effetto decorativo ottenuto mediante lo spicco dei loro colori brillanti sul fondo scurissimo, e con la stranezza, pe~ lùi abituale, del luccichìo dei pezzi di vetro piantati, come· su un muro di cinta, dentro lo strato massiccio e crostoso delle magnifiche tinte spalmate non col pennello ma con la cazzuola sul quadro; Umberto Coromaldi rifà nei PRIMI SUCCESSdI 'una chanteuse, studiando le falsi luci della ribalta, uno dei più repellenti ritratti d'Alberto Besnard, quello della Réjane, mentre rivendica (menomale!) il proprio buon nome d'artista, nell'altro quadro, NELLA SOLITUDINE;Enrico Lionne, del pari, ed Antonio Discovolo, cadono nell'assurdo e nel brutto, tradendo lo scopo dell' arte, con tentativi di tecnica e con esperienze fallite, malgrado l'ingegno e il valore, nel senso di rivelare segreti ancor vergini della luce e ctell'ombra; ed Augusto Guglielmo Stoppoloni commette l'enorme errore di fare in un suo gran quadro il RITRA'r'l'o DELLASUASIGNORAc,ogliendola in un momento d'indifferenza, di noia, in uno di quei momenti nei quali qualsiasi volto più spirituale e incisivo non dice nulla a chi guarda; e di farle appoggiar sul ginocehio il testone buono del SET'rERi il quale la fissa con due occhi adoranti nei quali c'è tutta un'anima profondis,sima ..... Di pitture completamente soddisfacenti, dunque, non restano, e neppur esse, certo, straordinarie, se

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