Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 24 - 30 dicembre 1905

704 RIVISTA POPOLARE poveraglia affamata cui vien distribuita la zuppa in un andito squallido e grigio: vi manca, anche pittoricamente, l'aria, e la composizione riesce piatta e confusa; mediocri pure il ritratto del CARDUCCI. d'Alessandro Milesi, che manca ad •_,n tempo di corpo e di anima, e quel10 della CoN'l'ESA l\frro, di Lino Selvatico, secco, legnoso, in posa sforzata e con iscorci non riusciti; pessime, infine, e da scartarsi, pajono a me certe cose del De Stefani , del Donati e dello Scerescewski, il primo e l'ultimo dei quali neppure furono sottoposti all' esame della Giurìa. E finisco con Ettore Tito, che nei suoi cinq.ue quadri ripete molto sè stesso, ma che in uno, specialmente, DoPo LAPIOGGIA.profonde, pure in mez~o ad un'eccessiva trascuratezza del paesaggio· e del fondo, tesori d'osservazione e di genialità nei particolari, e specialmente nelle teste, così tipiche, così vive, così parlanti. X Nella Sala Emiliana, da cui è scomparsa la troppo grande e vistosa specchiera dell'altra volta, ma resta la ricca decorazione inspirara al motivo del melograno, una sola cosa ecceìle, e non è di un invitato, ma semplicemente di un ammesso, Giuseppe Graziosi: è un gruppo di terra cotta bronzata intitolato MALDICENZAe,, sintetizzante in quattro figure umane, sbozzate con una sommarietà geniale e potente, non solo la maldicenza in astratto, ma quella più triviale, più grossolana, più bruta: e corpi e facce di bruti, sono infatti i pe,rsonaggi che quì la fanno: una donnaccia che narra la turpe faccenda~ trattenendo per mano un marmocchio che s'impazienta; un'altra megera che l'ascolta, con Lln innocente sonnecchiani-e in collo; una terza, con la sporta gonfia e con un majali no tra le braccia, non perde una sillaba; e un uomo, o meglio un pitecantropo orrendo, s'è fermato lui pure con fa carriola ad udire: e pare che solo per questa bisogna vile un barlume d' iptelligenza gli sfiori la breve fronte. Buonissime pure, del resto, anche le sue due targhette IMP~ESSIONIDAL v11;1~n, due istantanee plastiche, energiche e contrastate, che compiono e accertano la rivelazione d'un artista di prim'ordine. Notevole, poi, il HrrIUT'l'O DI WHIST1:'ER,del Boldini, un'asciutta, elegante e singolare figura in nero, cappello a cilindro, baffi e capelli grigi indisciplinati , occhi intensi e selvatici di yankee, rosetta della legion d'onore, lineamenti e mani d' aristocratico, fino e paradossale, geniale e pazzesco ... tanto l'originale quanto la copia. Osservo, passando, il Giusti, che zuloagheggia anche lui con LE MASCHb~im;e il Laurenti, che ad una 'rESTA a pastello ?ggiunge un busto di ferro terribilmente ortopedico; ed il Mussini (quel fra:e Paolo che fece tanto parlare di sè col suo roman,'.o d'amore), il quale col nome di 11ES'Ì'A Dr CRISTO 11c n ci offre che una frittella sanguinolenta, come se si trattasse d'una vittima dell'aurnmobile; ed il Prç• viati, che nella GEORGICA fa le persone di paglia più assai dei covoni che le circondano, e nel GroRxo CHE DES'l'ALA NOTTE,mette, fra globi rotanti ' comete, pianeti, satelliti e sfere, una bionda dormigliona fra le membrane alari d'un pipistrello enorme e ben desto.,. Ed arrivo, finalmente, a qualcosa di buono : al pastello di Coriolano Vighi, PRiìllA DELLAB0FEHA, nel guale il nembo imminente sulla pianura verde e sugli alberi spauriti e l' estremo raggio di sole che sta per cedere il posto alle tenebre cupe ed ai lividi lampi, son resi con delicata e sicura evidenza; e ai due quadri del Miti-Zanetti, NEL L'OBLIO e MISERI ABI'l'0RI: un fiammante tramonto il primo, sur un paesaggio aspro ed accidentato, in fondo al quale tra rupi e macigni rimbalza e spumeggia un torrente; un vitreo <;:repuscolo l'altro, attraverso le fronde oscure degli alberi, sugli ermi casolari pastorizì dai tetti di paglia, intorno ai quali, abbandonate a sè stesse, pascolan quiete le pecore: e un non so che di solenne e di augusto, forse lo spitito sconfinato cd onnipotente della Natura, la divinità senz'atei della Materia, è presente e vaticinante nei due superbi dipinti. .X Nulla di grande, di conquistatore, nella Sala Lombarda e nell'annessa veranda, messe con lusso quasi sfarzoso, come l'altra volta, per la decorazione, ma che non raccolgono certo tutto il Gore degli artisti e delle opere della regione . Basterà Ltr qualche nome: quello di Carlo Balestrini, che nello SPARTINEVEti rato da tre gagliardi cavalli ne rende bene lo sforzo, ma che non riesce a rendere aerea la grigia e grassa atmosfera invernale; quello di Gerolamo Cairati, sempre più bavarese, ma sinceramente, per intima e naturale assimilazione,· nella sua -.::rsroNE MEDIEVALE,col tozzo castello spiccant~ suì cielo verdiccio, col ponte, coll'acqua jnerte sparsa di leriti palustri; quello di Daniele De Strobel, per il GUANTODI SFIDA, altra ispirazione di tempi andati, tetra di tinte, egregiamente disegnata, ma poco viva, poco aerata, ~e con un grosso difetto di scorcio, per cui l'asta del cavalier~ risulta d'una lunghezza impossibile; e quello di Riccardo Galli, per l'elegante RrrRATTO in verdolino, d'una bella signora, su fondo d'arazzo, dal quale arazzo pajon guatarla, di tra il fogliame, non so quali strane e sinistre figure, forse simboli che, di sileni, di fauni, di satiri ; e quello di Vittore Grubicy, per i sei pic~ol_i quadri, che quasi tutti potrebbero assumere il titolo stesso del primo NEBBIETTAo'oT'l'OBHE, tranne i due ultimi, forse', i mio-liori, che son di vent'anni addietro; e quello di Git~eppe Mentessi, che serba tutti i suoi pregi di finezza, di sentimento, di poesia, ~i idealità , ma ripetendosi e non rinnovandosi mai, nella VEGLIA; e quello d' Angelo Morbelli, che in SOGNOE REA LTA, per non ripetersi, cade nella stranezza d'un trittico avente nel centro due sposi in camicia affacciati a un balcone a contemplare le stelle, (ah, che sposi!) e ai due lati gli stessi, ormai vecchi, dormenti ( i1~ buon' o~a!) chi di qua _con la calza tra mano, chi da quell altra parte col libro caduto per •·erra; e quello di.Achille Alberti, per un piccolo bronzo satirico, IL 'l'EMP0 È DANARO,rappresentante un tranquillo amatore di pesca alla lenza, con tre canestre vuote che aspettano.... e aspetteranno; e quello di Pompeo Mariani, per i · suoi quaranta e più monotipi, acqueforti chiazzate a colori, impressioni immediate e somma!·ie di p~esaggio e di figura, scrJe e burl~sch~, scnt1m~ntalt e satiriche, tra le quali a me piacc10no assai Dn:DrZIONE, CRISTINA, DONNlNA ALLEGRA, PENSIERO ANGO-:- SCt0S0, J,F, FOCHE ì\IILANESI, e qualche altra. E pc1 lombardi, bott 11. X' Segue, sempre topograficamente, la Sala Toscana, in ~moerro rossastro, con fregio in majolica a riflessi metallici, sovraporte in b::tssorilievo e in pittura, elegante velario a disegno geometrico, buoni mobili, ricchi vasi policromi. Ed anche qui parecchie cose buone, anche ottime, al.cune, ma neppur una veramente geniale e capace d'entusiasmare. L'ORDA E MIGRAZrONE D1UOì\1INIf, ra gli otto quadri di Plinio Nomellini, mi riconciliano con la sua arte: nell'uno e nell'altro s'affollano vere moltitudini,

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