Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 24 - 30 dicembre 1905

RIVISTA POPOLARE 701 nostro ... che sarebbe diventato completamente loro. Tutto ciò l' A. mostra con rara scienza e con appoggio di fatti indubbi, non per spingere la nazione a imprese guerrafondaie ma perchè il paese sappia quel che accade : anzi , l' A. spinge il suo amore per la pace (maggiore molto in questo che nel precedente volume) a favoreggiare un'intesa coll'Austria, che, chi scrive, che pur conosce quei paesi e quelle qu'istioni, giudica aìquanto impossibile « per la contraddizion che nol consente i> ; e a far credere che il capo dello Stato sia andato a Udine, e abbia fatto colà tutto quello che fece, solo perchè ve lo spinse il Prinetti, da buon capo costituzionale che regna ma non governa, senza il minimo intendimento di approvare quella condotta. Ora, io sarò pronto ad ammettere col Mantegazza che, data l'impreparazione militare delr Italia, e il nessun bisogno che abbiamo di far le guerra, quella mossa del Prinetti fosse alquanto imprudente; ma che sia stato solo lui a volerla, e che tutti gli ab-- biano obbedito ciecamente e contro voglia, via, no, non posso ammetterlo l 11 libro del Mante.gazza ha un altro grande pregio: quello di svelare tutte le porcherie che si commettono alla Consulta, e il dispregio degli interessi della nazione e degli italiani all'estero, del buon senso e della saggia politica, che informa le azioni di quella amministrazione centrale, che vive lanto all'infuori per non dire al di sotto, della realtà. ♦ Il libro dello Schirò è di tutt'altro genere, pur avendo alcuni punti di contatto con quello del Mantegazza, come dirò poi. Lo splendido volume dello Schirò, quando fosse corredato di un indice per materie, sarebbe certo l'opera più completa, la collezio1:1e più perfetta di quanto accadde in qualunque paese, che riguardi la questione baleanica, da diversi secoli in qua, di quanto fu detto in quaJsiasi parlamento, di quanto fu scritto in qualsiasi libro, in qualsiasi rivista, in giornale. Peccato che quell'indice non ci sia, e che non si capisca bene quale sia stato il criterio con cui l' A. distribuì la materia nei differenti capitoli. Ma, all' infuori di questo, chi vuol farsi un' opinione completa, generale, ragionata della questione balcanica, 1 egga il bel libro dello Schirò. Perchè, se egli si propose sopratutto di mettere in luce la storia, l'azione, i meriti, le sofferenze del popolo albanese, i suoi rapporti cogli altri popoli balcanici, colle potenze eutopee, queilo che pensarono , scrissero , dissero e fecero gli seri ttori e uomini politiai, e uomini d'azione dei più differenti paesi, riguardo all'Albania, non isolò quel paese e quaD to lo riguarda, da tutto il mondo, ma lo tenne sempre in rapporto con tutto quello che lo circondava, sicchè si vede il rapporto tra quegli avvenimenti e quelli che accadevano nell'ambiente circostante: d'onde l'esposizione ritrae tanto maggior risalto e tanta maggior forza di convinzione. Ma, ... c'è un ma: lo Schirò è di origine albanese, e sente nell'anima sua due anime: quella italiana, che adora la patria terra , e quella albanese , che agogna a vedere la terra d'origine libera, forte, rispettata e prospera. Ed è questo secondo amore che gli fa vedere, a lui come a tutti gli Albanesi cittadini d'altri Stati e che mai furono in Albania, cose che non sono. L'A. crede che, dalla Lega albanese in poi, il popolo skipetaro abbia cominciato a consolidare e precisare i principii di libertà, di unità, di integrità della nazione, a prender coscienza dell'unità etnica? a sentire il desiderio intensissimo di progredire, d1 mettersi al livello degli altri popoli di cooperare per il progresso, tutti assieme, e maomettani e ortodossi e cattolici, senza distinzione di fede .. Ora, io ho percorso alquanta parte dell'Albania, l'ho studiata amorosissimamente, sento il più grande affetto per quel popolo prode e buono, ho per esso la più sconfinata ammirazione, nutro su di esso le più grandi speranze; ... eppure, con tutta la buona vo~ontà ~i questo· mondo, non notai neppure l'embnone d1 quello che lo Schirò dice, con tutti gli Albanesi italiani, austriaci, greci, ruteni, etc._ che non furono mai in Albania I No, quella è un'Albania dei loro sogni, che non esiste che nelle loro menti : salvo pochissimi (si posson contare) albanesi educali in Europa, almeno per l'insegnamento superiore, e qualche funzionario alla di pendenza di potenze estere (impiegati nei consolati etc.), nessuna idea esiste di u11 i tà nazionale : i Qheghi ignorano che i Toschi siano i loro fratelli, e non ne vogliono sapere; e viceversa; tra villaggio e villaggio c' è maggior animosità e divisione che tra latini e teutoni; c'è di più: in uno stesso villaggio, chiedete a ditferenti Albanesi· del popolo cosa sono; nessuno vi risponderà: Albanese; ma: cattolico, mussulmano, ortodosso !l Per loro (come per tutti ì popoli dei Balcani) la religione passa dinnanzi a tutto il resto ; solo che, mentre in Macedonia, etc;, la propaganda ha fatto sorgere la coscienza della nazionalità, in Albania non vi si è ancora giunti. E chiedete a un ortodosso quello che pensi d'un cattolico, o d'un mussulmano: ira di Dio l ! Come non c'è lo spirito nazionale, non c'è neppure l'aspirazione alla liberazione dal giogo turco: fossero matti ! Fssi non sanno neppure che il governo turco esista; non pagano imposte, non fanno servizio militare, non perchè le cose loro se le aggiustano tra famjglie e famiglie , colla vendetta, di cui non si lagnano punto ; sono padroni assoluti in caso loro, e purchè abbiano un po' di cartuccie per il loro fucile e un po' di pane per loro, non chiedono di più l Che se qualche volta quell'embrione di autorità turca che pure esiste vuol rompere il loro quiete vivere, non hanno, che da chiedere la protezione di una delle potenze che hanno rappresentanti in Albania, e, fossero anche Musolino o Varsalona, la ottengono subito. Le quali potenze son poi anche tanto buone da insegnar qualcosa ai loro figii, con cui posson poi guadagnar un po' di più, da nutrirli, vestirli, e persino di insegnar loro un mestiere; di fornir medicine e medici per tutti, etc. Dato il loro fatalismo (anche i non mussulmani l'hanno) e il loro dolce far niente, e l'amore incondizionato per la libertà, e i loro pochi bisogni, il regime turco è il migliore: non si ribellano contro di esso... che quando gli salta in testa di voler percepir delle imposte! La civiltà? ma non sanno che farne! «Guardate (vi dicono coloro che sanno qualcosa) cosa è accaduto agli Albanesi che dal 78 son divenuti Montenegrini: son obbligati a pagar le imposte, a far il servizio militare, a obbedire alle autorità. a rispettar le leggi: non posson neppure esercitare liberamente la vendetta! E' una condizione orribile! Meglio la morte che quello stato là l So che scandalizzerò molti Albanesi d'I talìa, ma non posso per questo tacere la verità. Se gli Albanesi ·sudditi di altri Stati vogliono aiutare i loro fratelli d'Albania, facciano una cosa semplicissima: prima sappiano chi sono, cosa vogliono questi Albanesi; allora potranno adattare la loro azione allo scopo. Se no, continueranno a predicare al deserto, e a provocare, negli Albanesi colti d'Albania, la più sonora ilarità sul loro modo d'agire. ~Ho sconGnato, senza volerlo, e ho riferito quello che tutti in Albania sanno: non l'ho punto fatto

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