Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 24 - 30 dicembre 1905

700 R 1V I S T A P O P O L A ll E classificazioni ottenute sono riassunte chiaramente nel seguente specchietto : .NOTA 1 2 I 3 4 5 lettura 15058 8140 I 3 134 366 ,, - - :> comporre 9651 9 2 74 6660 1004 123 · aritmetica !0547 7964 6130 2032 45 storia. 7108 8462 8288 2603 2 57 Nel confronto fra i risultati dcll' ultimo anno e quelli degli anni precedenti si trova che nel 188 1, l' insieme delle reclute che ottennero in almeno due materie le note più basse 4 e 5, di quelli cioè che devono ritenersi mediocri od insufficienti fu del 27 °/0 , nel 1885 si ebbe il 22 0/ 0 , nd 1890 il 14 °/o, nel 1895 l' r 1· per cento, nel 1900 l' 8 °/o e nel 1904 soltanto "I . O/ 1 b 0 . Queste percentuali non indicano però la misura dell' analfabetismo che dovrebbe inv.;ce cercarsi nella proporzione delle sole reclute esaminate che ottennero la nota 5, che furono cioè dichiarati insufficienti. ' Si ottiene allora che nd 1904 il 0,9 per mille esaminati furono trovati insufficienti in lettura, il 4,6 per mille non sa comporre, il 1,7 per mille non sa far di conto e il 9,3 per mille non conosce a sufficienza la storia del proprio paese. Considerando l'insieme delle reclute esaminate che ottennero la nota 5 in lettura abbiamo che nel 188 r il 4, r per mille non saµeva leggere nel 1885 la percentuale séende al 3,3 per mille, nel 1890 scemi.:: ancora a 2,1 nel· r895_scende semprt:: a 1 ,6 per mille, nel r900 continua a ·scenJer,;: a 1,2 per mille per arrivare 10 scorso anno come si Jisse a 0,9 per mille ! C'è bisogno di cercare altrove le cause del maggior benessere di cui gode lo svizzero in confronto dell' italiano? ,<:urigo, dicembre r905 EG. L'Albaniae l' Italia A proposito di alcune recenti pubblicazioni Yico Mantegazza e Giuseppe Schirò hanno pubblicato due belle e buone opere sull'Albania e sulla questione d'oriente (r) sulle quali è bene e doveroso ~he la stampa indipendente' dica la sua parola. Il libro del Mantcgazza_, seguito all'altro sulla Macedonia_, è altrettanto interessante, quanto è sopratutto, ~ una buona opera, perchè apre gli occhi della .naz1011e s~. questioni gravi , irte di pericoli, su cm, ~on p~ht1ca che non ci peritiamo a chiamar nctasta, 11 go":erno vuole mantenere il più SC~UP<?lososegrc_to; sistema assurdo e dannoso, perc~e, s1ccom~ e 11 pa~sc che deve pagare di borsa e d1 p~rsona !n c~so ~ una. gucr~a, bis?gna pure che sappia quali pencoli lo mmacciano, sia per agire ad allontanare quei pericoli (e l'azione del o-overno sarebbe tanto più forte quando fosse so:'rctta dallo appo_ggio di tutta la nazione) sia per prepararsi a respmgere l'attacco, dato che il male non fosse eliminabile: guai se la nazione dovesse anche senza colpa dei governanti, esser trascinara a una cruerra . alla quale per colpa del governo, non fosse 0 prepa~ rata m?r~lm~nte; a nulla varrebbero le armi, quando manchi l ammo, e le atrocità della guerra sarebbero (1) Vico Mantegazza, L'Altra sponda; Italia ed Austria neli' Adriatico; Milano 1905, I vol. in 8, di pa0 • 535 edito dalla t< Libreria editrice Lombarda ». 0 ' Prof. Giuseppe Schirò, Gli Albanesi e la questione balcanica; Napoli, 1905, Bideri ed.; I voi. in 8° gr., p. 605. aumentate dalle convulsioni interne, cui si arriverebbe fatalmente; perchè il paese non vorrebbe un governo che dispone della sua vita e della sua morte, a sua insaputa . Fortunatamente a questo risultato non si arriYerà se altri u9mini benemeriti aiuteranno il Mantegazza nella sua campagna cti aprire gli occhi al paese sullo stato reale delle co e. Il paese farà poi quello che vorrà, ma, almeno, agirà con cognizione di causa. Il Mantegazza non si è proposto di fare un lavoro di scienza, nè di descrizione minuta e completa, sociologica, politica, etc. dei paesi dell'altra sponda dell'Adriatico: per la sua carriera, per i suoi studi, conosce già benissimo la questione, e gli basta, di tanto in ·tanto, di andar per qualche giorno nei Balcani per rimettersi perfettamente al corrente, in quel mutevole e variopinto scacchiere politico. I suoi volumi dan conto, da una parte, della sùa vasta col tura in proposito, dall'altra di queste sue rapide , scerse; ecco perchè essi non vogl'iono essere nè sono opere complete sullo stato sociale e politico dei paesi· di cui parla, ma la fotografia scritta dell'ora che volge, che illustra quanto l' A. sa ed espone sulla materia. Nè questa è una menda per lo scopo che l' A. si propone: nòn tanto istruire su quello che sia, a mo' d'esempio, l'Albania; dal punto di vista lìsico, _economico, etnologico ...politico, religioso, amministrativo; l'azione delle potenze, in Albania, studiata nei minimi dettagli 1 etc etc; ma coi dati essenziali del problema, far propaganda di cose e di idee, a difesa dell'italianità minacciata. E, lo ripeto, gli scritti suoi sono vere e belle opere di convincente propaganda. Egli crede (io espongo, non critico) che la Germania tenda ad espandersi verso oriente, e, per ora, mandi innanzi l'Austria, .tingendo di disinteressarsi della questione d"oriente, anzi di essere la migliore amica della Turchia; ma che lo scopo suo di metter piede nel Mcdi terra neo perciò essa si propone, quando il momento sarà venuto, di spingere l'Austria in Albania e a Salonicco, per poi, succederle, dominando il Mediterraneo da Trieste, Pola, Cattaro, Sebenico, Vallona, Salonicco Costantinopoli. Questa non sarebbe che la prima tappa: dopo, verrebbe l'Asia minore, la Mesopotamia, il golfo Persico, etc. E l' A. mostra· con infinite prove come queste aspirazioni siano nutrite non solo da quattro matti di pangermanisti, ma dal governo e dal capo dello Stato stesso; come i dirigenti vi informino tutte le loro azioni, e vi facciano informare quelle dell' Austria, su un piano rigidamente preparato e minuziosamente eseguito, con tutti i modi leciti e no, facendo continuamente passi in avanti. Mentre quello è il pericolo di domani, ve n'è un altro più imminente e vicino per noi : l'azione dcl1'Austria in Albania, ove agisce da padrona, ed ove nessuno (se non qua e là, saltuariamente. l'Italia) le barra il cammino, come in Macedonia. E mentre in Albania prepara a poco a poco, apertament0, il terreno, aumenta la sua flotta per il giorno decisivo e, per evitarsi, anche per terra, noie dalla parte dell'Italia, si prepara a entrare nel Veneto con un forte esercito, attraverso quelle fortezze italiane ... che non esistono ! Se ciò le riuscisse , si impadronirrebbe di Vallona 1 porto mi li tare meraviglioso, da cui potrebbe sempre chiudere l'Adriatico; sicchè noi, per tutta la lunghezza della penisola saremmo esposti, senza possibilità di difesa, agli attacchi del nemico, in guerra e in pace; dovremmo rinunziare ad ogni velleità di indipendenza nazionale, ad ogni espansione commerciale, ad· ogni vita civile, obbligati come saremmo a stare dì e notte in armi per impedire che i nostri cari alleati e nemici ci piombassero addosso, attraverso a quella parte del mare

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