RIVISTA po PO LARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali IHrettore: Prof. NAPOLEONECOLA.JANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d' ogni mese lt.a,lia: anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: C01·so Vittorio Emanuele n. 0 115 - NAPOLI A 11110 Xl -· Nnm. 24 ABBONAMENTO POSTALE 1-toma, 30 Dicembre 1905 SOMMARIO: Noi: Gli av,·euhnentl e gli nomini: (La tragedia russa - L'ipocrisia dei liberali inglesi - Nei Balcani: una nota di macellaio - Spese militari, debiti e nuove imposte nell' [mpero Germanico - Rapisardi ai giovani• - Le memorie di Linda - Un eroe ottentotto giudicato da un generale tedesco). - La Rivista: L'ultima commedia par1:ui,Pnt~re - Lo S-;:,ottatol'a: J)C'" \ilarinis buttato in mare dalla 1< Rivista ii che fu sua·! - Oott. Nspo!.,nnp Co!aianni: J.0 Dàrola è -lei consumatore assente - lng. Emilio Gerli: Lettere dalla Svizzera - Vittorio Racca: L'Albania e l'Italia - Mario Pilo: La Ststa Esposizione d'Arte a Venezia - Kivista delle ltlvlste: La condizione degli Ebrei nel presente e nel passato (Sortii American l<c11iew) - La dissoluzione della Russia (Review of Reviews) - l turchi e il progresso (La Revuc: - - Gli imp:egati dei sindacati operai tedeschi (So:r_ialistiche J.llonatshefte) - lndice dell'annata. Raccomandiamo caldamente ai pochi abbonati dello scorso anno che non si sono ancora messi in regola coll'amministrazione di farlo colla massima sollecitudine e ai moltissimi, ai quali scade l'abbonamento a fine Dicembre di volerlo rinnovare in ten1po. Preghiamo poi tutti gli abbonati ed amici lettori della Rivista a volerci procurare qualche nuovo abbonato ed a favorirci pochi ma buoni indirizzi di abbonabili. Agli' amzcz· e abbonati' della RIVISTA Col r906 la Rivista popolare entrerànel dodicesimoanno di vita e non senza legittimo orgogliodobbiamo notare che essa è la sola rivista repubblicana,che in Italia sia vissuta per tanti anni , quantunquenon abbia avuto generosimecenati,,.1.,,neppulraerga e costantecooperazio1Jd,ei amici politici. Sul!' opera nostra ne, 1ia:~ipetererncoiò che abbianiodetto nello scorsoanno; ci limitiamo a ricordare che la Rivista popolare in ci, momento triste per viltà, per ipocrisia e per perturbamentomoralee intellettualedi masse e di èlites, unica i 1~wla nella stampa, seppe tener testaai pochiciarlataniferroviari chetentaronoimporsi coll'audacia al Parlamento e al Paese. La Rivista popolare, ora cornepel passato, promette di battere l'antica via senza deviare di una linea e fa appelloagli amici sinceri, che ha in ogni angolod'Italia ed anche tra avversari leali, perchèla dijfondano procurandolenuovi abbonati e buoni indirizzi di abbonabili. Chi procura un abbonato,che paga anticipatamente, riceverà in dono uno o più opuscoli,il cui elencosi !1'eve1-d in alita parte ; rhi ni:p1·ocura due riceveràa scelta uno dei seguent 1 libri del rosta cli T,. 4 o di J ." CoLAJANNI: Il SociaJismo (2.a ediz. italiana o traduzione francese); CoLAJANNI: Per la economia nazionale e pel dazio sul grano; CoLAJANNI: La politica coloniale (2.a ediz.); CoLAJANNl: L'alcoolismo ; Ctcco1 rr : Attraverso la Svizzera; RENsr: Gli « anciens regimes >> e la democrazia. A coloroche conosconola lingua spagnuola in cambio di una di tali opere possiamo dare la traduzione in lingua spagnuola in tre piccoli volumi dell'opera di CoLAJANNC: Razze inferiori e razze superiori o Latini e ang·lo-sassoni. . A fine 7Jice-rnbrsearà pronta la 2. a edizione italiana, che in gran parte sarà un'opera nuova con contenuto doppio della prima, di Razze inferiori e razze superiori o Latini e anglo-sassoni. Sarà un elegantevolunie in otto grande di circa 45 o pagine e sarà messo in vendita a L. 6. Gli abbonaii lo riceueranno raccomandato,per L. 2,75; per ·L. 4,50 lo a·vranno legato in tela e oro. Per L. 5 potranno ottenere, anche legata, l'Edizione francese della Biblioteque scientifique lnternationale dell'Alcan di Parigi. Gli abbonatihannodiritto a chiedere,ai prezzi già ridotti dal 5 o al 7 5 ° fo, vari libri di cui daremo l'elenco nei numeri successividella Rivista.
686 RIVISTA POPOLARE GLI ftVVENIMENTI e GLI UOM.JNI La tragedia russa. - Si svolge senza unità di luogo; da molto tempo, con identità di melodi e di episodi, con incertez~a opiir;mente di risultati. La maggiore. la. µrima incertezza~ che tormenta il mondo civile è quel la dell' attendibilità delle notizie, che corrono. Le stragi sono eseguite dai rivol11zionari o dai reazionari? dalle bande 1·usse o dalle bande nere? Secondo i luoghi si puo essere sicuri, che gli imi e gli altri sono respomia bili del sa nguc che si ver.:,a a torrenti, quasicchè non fo~se stato versato abbastanza del sangue russo uella guerra spaventevole dell'Estremo oriente! A Pietroburgo, a Mosca, a Varsavia sembra cosa sicura che gli eccidi siano una conseguenza inevitabile dell'azione dei rivoluzionari; e l'azione è cominciata dapertutto coli' astensione dal lavoro, collo sciopero generale! Ad Odes~a, a Karkow, a Saratow, in cento altri punti del centro e delle provincie più ' orientali o del Caucaso i reazionari pare che siano gli autori delle stragi. E queste dei reazionari., percbè suggerite dalla superstizione, dall'odio di cla:;se e di razza, sono stato stragi più crudeli e 1,iù scellerate: si sono svolte spesso a danno di vecchi, di fanciulli, di donne inermi, impotenti, che hanne assistito prima di morire all'incendio dei palazzi e delle fattorie, all'uccisione degli animali ... Dovunque sono avvenuti dei pogromi, ..:ioè delle caccie spietate agli Ebrei, si può essere sicuri, che i reazionari le· banno organizza-te ed eseguite, e che ad un tempo l' odio di razza, di religione e di classe le ba suggerite. Non si può dire poi esattamente dove comincia la reazione e dove finisce la rivoluzione ; poichè spesso la finalità sociale è essenzialmente rivoluzionaria : si vuole la terra, si vuole la proprietà altrui. Ma i metodi sono quelli delle antiche Jacqueries e sono la manifostazione di quella mentalità arretrata, che abbiamo avuto cura di descrivere, presaghi della tempesta che si. sarebbe scatenata, onde somministrare gli elementi per poterla spiegare. Il carattere schiettamente reazionario dei moti sanguinosi si può riconoscere dove sono i funzionari, i gendarmi, i cosacchi a promuoverli o ad associarvisi. Tali furono quelli di Odessa. La finalità rivoluzionaria no11 è da per tutto identica, nè si può, ora, dire quale tendenza prevalga. Dove si vuole prendere la terra agli antichi possessori probabilmente la lotta è sociale: i mujick, i contadini, si contenterebbero del mantenimento dell'autocrazia; in Polonia sembra prevalentemente politica; a Mosca, a Pietroburgo, nelle provincie del Baltico dove più attiva è stata la propaganda socialista essa è, forse, politica e sociale nel lo stesso tempo. Che cosa c'è di vero nelle proporzioni della carneficina? Anche in questo l'incertezza è massima. I giornali inglesi eh' ebbero :;empre la tendenza ad esagerare ricevono e pubblicano corrisp('ndenze più o meno telegrafiche nelle qua!i si parla di molte migliaia di morti, di barricate, di t>spugnazioni, di palazzi saltati in aria a Mosca ed altr0ve. Ma le stesse notizie pubblicarono pei fatti del Gennaio 1905 e poi si ebbe modo di verificare che erano in gra.n parte false. Purtroppo, ad un anno di distanza, è probabilissimo che oggi contengano nna maggior dose di verità e lugubri novelle sul numero dei morti e dei feriti. Siamo indotti a crederlo dal fatto che lo spirito rivoluzionario è divenuto più audace, più cosciente, più attivo mentre tra le truppe sembra ristabilita quella disciplina, che si credeva distrutta. Non i soli Cosacchi, ma a Pietroburgo e Mosca tutti i reggimenti tirano spietatamente sulla follaDa notare a conferma di quanto scrivemmo noi: dati gli ammutinamenti, le sediiioni militari, della Potemkine, di Sebastopoli. di Cronsta.dt, di Karbin di Wladìvostock ec. se nella massa della popolazione russa ci fosse stato un vero spirito rivoluzionario a quest'ora si avrebbe la rivoluziooe trioufante dt1pertutto; a quest'ora Witte, Trepoff, i Granduchi, lo Czar sarebbero stati impiccati, se non avessero preso in tempo la via dell'esilio ... Indubbiamente, però, ciò che non esisteva. si va creando, se non si é già pienamente sviluppato: l'indecisione .. la fiacchezza, la tardività di tutte le misure in tutti i sensi - nel senso progressivo, come nel regressivo - dei governanti e di Nicola II, banno contribuito a destare, ad eccitare lo spirito rivoluzionario. Anche se fosse represso ed annegato nel sangue oggi, risorgerebbe più tremendo dowani ! Intanto il telegrafo dà al mondo civile questa notizia spaventevole nella sua laconicità: i cosacchi e i rivoluzionari di Mosca sono esausti , sono stanchi di ammazzare! ♦ L'ipocrisia dei liberali inglesi. -- Sir Campbel I Bannermann, il nuovo capo del 1oinidtero britannico, com'è buona consuet11dine al di là della Manica, si è affrettato a far conoscere q 11al'è il programma del partito liberale, che deve servire di piattaforma per le prossime elezioni. Egli ha parlato la sera del 21 nel!' Albe1·t Hall in nanzì ad una folla enorme ed è stato calorosamente applaudito. Molti punti del suo discorso, che fu insolitamente eloquente come telegrafa il Malagodi alla Tribuna, erano p,eveduti perchè in Inghilterra i Ministeri si compongono in base a principi noti e non per intrighi di corridoio o di alcova ed in baso ad influenze, ad antipatie e simpatie di persone eome in Italia; ma una dichiarazione riuscì partic,.1larmente gradita all'uditorio que~ta, cioè: che nell'India il potere militare dovrà ritornare Rd essere sottoposto al potere civile. Se i fatti corrisponc.lPraJrno alle parole, perciò, il generale lord Kitchener · ..;erà le rive del Gange e il Vicerè Lord Minto, figt I soltanto decorativa, sarà sostituito di nuovo da Lo1 -1. Curzon. Noi non avremmo rilevato il programma del nuovo ministero inglese. per quanto ci faccia gran piacere la precedente dichiarazione, nè allo stelloncino avremmo apposto il titolo che ~li abbiamo dato, 8e non sentissimo il dovere di mettere in evidenza ciò che Campbell Banncrmann disse sul liberismo doganale. Erano attese le sue manifestazioni iu senso liberista, che costituiscono la ragione precipua del ritorno al potere del partito whigh e dei radicali; ma egli volle condirle con parecchie menzognette abbastanza sfaccia te affermando che protezionismo, militarismo e megalomania sono erbe, 011.ec!·eacono. sullo stesso .t~ouco; e lasciò intendere, qurnd1 che 11 nuovo mrn1~tero l~berale sarà liberista, antimilitarista e antiimperialista. Il suo si direbbe, perciò, un programma da piccolo inglese, da little englande1· di quei little englander messi spietatamente in burla dal libe'rista lord Roseberry e dal protezionista Charnberlaine. Se il ministero whigh sarà sinceramente liberista, antimilitarista e antiimperialista la democrazia del mondo intero se ne ml legrerà e sarà tanto di guadagnato per Ja causa della pace e delle libertà. Comt1nque qnesto ben di Dio riguR.rda il futuro; pel passato l'as· serzione di Campbell Bannermann è assolutamente falsa. Infatti sino a questo momento in Jnghìlterra sono stati fanaticamente liberista tanto i liberali e i radicali, quanto i conservatori e gli uniouisti. Lord Dewonshire,Ritchie, Hicks Beach lasciarono il ministero ..
RIVISTA POPOLARE 687 di lord Balfour 8olo perchè fu sospettato d' intendersela con Chamberlaine. I liberali poi da un altro lato a fatti, forono altrettanto imperialisti e partigiani delle conq nis ,e quanto i conservatori. Robertson, Hobson ed altri politici e storici ingleRi hanno loro rimproverato l'ipocrisia massima, che li distinse sempre su tale a rgornen to Un solo ed jn una sola occasione alle parole democratiche e isp.irate a sensi di giustizia, r.orne abbiamo notato ·nel numero µrecedente, ·fece seguire i fatti corrispondenti: Gladstone che ridette la indipendenza alle due repubblichette S11dafricane. Ma lo stesso Gladstone bombardò A les,mndria, mandò in esilio Ara by pascia e conquistò l'Egitto! In quella occasione il solo John Bright lasciò il ministero per con~ervare fede intatta a Ile proprie convinzioni. Se il nuovo minii4ero li berai e vuole essere sinceramente liberista, antirnilit:uista ed antiimperialista imiti verso il Transwaal l'old g1·eat man .... Ma se pel passato non reggono le asserzioni del nuovo premier inglese tutto fa temere che non avranno alcuna conferma nello avvenire; ciò desumiamo da un punto fondamental0 del programma svolto nell' Albe1·t Hall e dagli nomini che fanno parte del suo ministero. Egli infatti promise che sarà mantennta immutata la politica estera del precedente ministero. E non era dessa la quintessenza dell'Imperialismo militarista? In quanto agli uomini..... collaborano con Campbell Bannennann Aldane, Grey, Asquit ... ii.nperialisti della più bell'acqua. L'Asqu;t sinanco batteva le mani a-i conservatori che assassinarono le due repubblichette africane! Per<'iò ci crediamo uel diritto di ritenere che questa parte del discorso dell' Albe1·t J-Iall sia una brutta menzogna. ♦ Nei Balcani: una nota. di macellaio. - La rivista si è occ11pata non poche volte degli eccidi, che avvengono nelln. penisola balcanica sotto. la responsabilità del g1·ande assassino. il Sultano di Costantinopoli ; il quale ora è impotente ad impedirli, ora li favorisce per calcolo bene inteso, avendo tutto l'interesse a mantenere irreconciliabili le diverse nazionalità e ad eccitarne gli odi reciproci. Non è poco ci occupammo di ciò che si consumava a danno degli Albanesi. che hanno simpatie in Italia per le antiche loro colonie che vivono in Sicilia, in Basilicata, in Calabria. Adesso che le intimazioni armate dell' Europa pare che abbiano prodotto qualche effetb sul governo Ottomano, che promette per la centesima volta di fare le riforme in Macedonia vogliamo dare un idea delle condizioni in cni vi si vive con questa not~ da .... macellaio. Le Oourrier Européen avendo rilevato da un giornale bulgaro di Sofia i delitti commessi dai Greci in Macedonia ricevette da un giornalista di Atene, il signor Caclamanos, una lettera di ris'posta nella quale non si negavano gli assassini delle bande greche, ma si dava in contraccambio una nota degli assassini commessi dalle bande bulgare contro i greci nei distretti di Salonicco e di Monastir: circa trecento in due anni. La. rivista parigina giustamente osserva che in questo caso la priorità nel brigantaggio non è gran cosa; ciò che fa torto 11iGreci è q11esto: i Bulgari di Macedonia si sono sollevati contro il dominio Turco e i Greci si sono alleati coi Turchi ; i Bulgari, in conseguenza, li hanno considerati e trattati come nemici. Questi rimproveri e. q neste sanguinose rappresaglie costituiscono la prova più eloquente delle condizioni politiche , morali e intellettuali che cinque secoli di dominio Otto mano hanno create nella penisola balcanica; cioè il regime del brigantaggio permanente, eh' è un disonore per la civiltà. L'E11ropa non può mettersi di accordo per un'azione efficace contro il Sultano per indurlo a porvi termine; .. ma questa impotenza dell'Europa dovrebbe costringere all' intesa Greci 1 Bn lgari e Albanesi ed a ri11nirli in uno sforzo liberatore contro il giogo Turco anzichè ammazzarsi brigantescamente gli uni cogli altri. ♦ Spese militari, debiti e nuove imposte nel1' Impero Germanico.- Le conseguenze della politica del1' Imperiale Tartarin germanico si cominciano ad avvertire e speriamo che servano a richiamare A.Ila realtà i con tri buen ti. La finanza dell'Impero da alcuni anni è dissestata e i bilanci si chiudono in deficit. D'onde la necessità di provvedere con nuovi debiti e coi. nuove imposte. Prima vennero i debiti; ora si discutono le imposte nuove. La causa unica del dissesto finanziario è fuori discussione: l' incremento delle spese militari. Risulta da questo specchietto : Spese per la guerra Per la Marina Totale 1891-92 L. 597,000,000 105,000,000 702,000,000 1895-96 " 688,000,000 102.000,000 790,000,000 1!}00-901 " 839,000,000 191,000,000 1,030,000,000 1905-906 " 881,500,000 310,000,000 1,191,500,000 In quindici anni le 8pese militari sono quindi aumentate di 481 milioni e 500 mila lire: di oltre il 50 °/ 0 . Nell'ultimo periodo si devono aggiungere altri 117 mi· ]ioni di spese coloniali : 16 in Asia e l0l nell' Africa tedesca. La lotta c)gli Hereros finirà col costare ai Tedeschi quanto rosta all'Italia la Colonia Eritrea. Vediamo come procedono i debiti. Nel 1891 il debito dell' Impero era di L. 1,6 l 7,000,000 ;· arriva a L. 3,086,000,000 nel 1890; a L. 4,500,000,000 nel 1905. Il debito impe~·iale, che aveva progredito in media di 81 milioni all'anno tra il 1876 e il 1890; progredì di 147 milioni tra il 1891 e -il 1900; di 283 tra il 1901 e il 1905. Le spese dell'Impero riguardano: l'esercito e la marina, le ferrovie imperiali (poche nell' Alsazia-Lorena, che non forma ancora uno Stato autotlomo come la Prussia, la Baviera. ecc.), le dogane , le poste e telegrafi, la rappresentanza all' estero e poche altre. Sino al 1900 il debito dello Impero si era costituito: per l' 85 °/ 0 per le spese J?lilitari; pel 5 °/ 0 p~r le ferrovie dell'Alsazia-Lorena; pel 10 °/ 0 circa per la costruzi0ne del canale del mare del Nord. Le entrate federali provengono: dalle dogane e dalle imposte indirette sul tabacco, zucchero , sale , alcool, birra, ecc., dal bollo sui valori, transazioni, effetti di commercio, lotterie di Stato e private, carte da gi11oco; dalle amministrazioni imperiali: poste, telegrafi, ferrovie e tipografia; dai contributi matricolari degli Stati; dalle entrate straordinarie per prestiti, ecc. I contributi matricolari degli Stati dell'Impero realmente non gravavano sui bilanci dei singoli Stati pei quali sino ad un dato tempo :figuravano quasi come partite di giro, poiché ogni St,ato dal Tesoro imperiale esigeva la quota parte dei prodotti del!e dogane, delle imposte indirette sui consumi del bollo, ecc. che venivano esatte dall'Impero nel Territorio dello Stato e che corrispondevano al contributo matricolare, che ogni Stato dava alle Finanze dello stesso Impero. Per molti anni. all'aumento dE\lle spese imperiali ordinarie (ci fu anche aumento al di fuori di quelle militari tra il 1895-96 e il 1905-906: per 22 milioni di marchi nel ministero degli esteri, 44 nelle pensioni e fondi degli invalidi, 48 negli interni, 54 nelle ferrovie e 215 nelle poste e telegrafi; in tutto 486 milioni di lire) corrispose un a11mento delle entrate ordinarie; le quali furono previste in L. 1,080,000,000 nel 1895 96 e in L. 1,698,000,000 nel 1905-906. Sino al 1900 la quota che l'Impero restitnì agli Stati corrispose ai contributi matricolari dei medesimi ; ma l'Impero restò debitore verso i medesimi dal 1901 in poi: in tutto per 104
688 RIVISTA POPOLARE milioni di marchi; cioè per L. 130 milioni. Ad evitare i deficit e i malumori consegnenti si è pensato ad aumentare le imposte imperiali e ad attribuirsi parte del prodotto di una imposta, ~he sinora era di esclusiva pertinenza degli Stati sing-oli, cioè l'imposta sulle successioni e donazioni. Con q nesti aumenti nelle imposte esistenti e nella nuova l'Impero spera di ricavare un aurnento tra 60 e 80 milioni di marchi dalla birra, di 40 dal tabacco, di 3 e mezzo dagli automoboli; di 16 dal bollo sulle quit-tanze di oltre 10 pfennigs (62 centesimi e mezzo), di 12 e mezzo dal bollo sui biglietti ferroviari di oltre 2 marchi e mezzo e sui trasporti ferroviari e fl. iviali delle merci ecc. Cosi si spera di portare le entrate ordinarie dell'Impero a 2500 milioni di marchi, colle qnali si potrà far fronte alle spese militari senza ricorrere a nuovi debiti. Si assicura che il linguaggio bellicoso di Guglielmo II e le dichiarazioni di Bulow su Ila. situazione esterna non del tutto soddisfacente e sulla possibilità cli conflitti, che potevano so1'ge1·e siano un espediente per indurre il Reichstag a votare la riforma tributaria imperiale, cioè lo aggravamento delle imposte. Ma perchè lo spaventevole aumento delle :;µese militari, che ha reso necessario l'aumento dei debiti e delle imposte? ♦ Rapisardi ai giovani. - Il Ministro Bianchi lasciò al suo posto l\Iario Rapisardi riconfermando nella supplenza il professore Melodia; e di ciò va data lode al Ministro. Dopo questa rironferma l' a11tore di · Giustizia, di Lucifem, di · Giobbe, ec. ha rivolto agli studenti di Catania una parola alta di ringraziamento per la loro nobile condotta. Questa parola contiene consigli e ammonimenti che vanno ali' indirizzo di tutti i giovani d'Italia;- perciò noi ci sentiamo nel dovere di riprodurla integralmente. Eccola: Ora che l' er1·ata-c01·rige officiale ha posto fine agli osanna ed ai crucifige del la stampa, lasciate, miei cari, c•he la parola della rnia grati tndine si volga a voi, che alzando primi la voce in difesa del mio nome, otteneste. sì geueroso ed affettuoso consenso dagli uomini Hnperiori ai partiti e dalla gioventù non assonnata o sviata dall'esempio di seri ttori rammoliti e dagli sproloqui di gazzettini venali. Attendete agli studi, miei cari, con mente non turbata da inconiposto desiderio di lucro, nè abbacinata da lampeggiamenti di una facile notorietà. Coltivate la scienza, ch'è fiaccola nella notte, liberatrice d'anime e affratellati ice di popoli. Alimentatela del!' energie più vive del vostro intelletto, del più fervido culto Jel vostro cuore; d1ffondetela quanto meglio potete, fra amici e nemici, nella tranquilla intimità delle mura domestiche e nei geniali ritrovi della scuola; nei conflitti della vita pubblica e nei convegni che preparano le battaglie. Amate la verità più della gloria, più della pace, }JÌÙ della vita. Fate di essa la vostra spada ed il vostro scndo. Non dimenticate l'esempio dei magnanimi scrittori, a cui la lettura non fu sciorinamento ambizioso di teoriche strabilianti, non pirotecnico sfavillawento d'immagini e acciabattamento pretenzioso di parolette, onde le anime vuote, ciurmando la molt1t11dine ignara, s' imaginano di poter nascondere a tutti la propria vacuità; non rissoso sgallettio di eruditonzoli intorno a briciole e a minutaglie cadute dalla tavola e accattate al fondaco degli umanisti; ma studio generoso d'uomini e di costumi, armonia d'opere e di pensieri, incitamento a nobili passioni, rappresentazione viva di bellezza, religione altissima d'umanità. Questo vi ho detto dalla cattedra per molti anni; questo credo d'aver confermato assai con gli scritti; questo mi giova ripetervi in quest' ota che petrebbe esser d'addio. Lasciatemi, in ogni caso, sperare, che la mia parola, non sia andata nè andrà affatto perduta. e che gli occhi miei, finchè non siano s11_ggellatinella pace infinita, vi vedano realmente, quali vi ho sempre desiderati e sognati, procedere animosi e costanti per l'erta faticosa della vita 1 con la fronta illuminata da una intima luce d'intelletto e d'amore, consapevoli delle proprie forze, confidenti nel perfezionamento della specie umana, fraternamente concordi nell'opera frnttuo::;a del bene, verso la libertà, verso la vittoria, verso il sagrificio per l'Ideale. MARIO RAPISARDÌ ♦ Le memorie di Linda (1). - Come ien I resoconti dell'istruttoria di Bologna e del processo di Torino, questo libro vien oggi ad alimentare in modo novissimo l'avida curiosit~ delle folle, troppo attente fin qui per sentirsi di già obliose di que~li uomini e di quelle femmine che tanto ne occuparono il giudizio e la fantasia. E le prime. edizioni, difatti, sono state in pochi giorni esaurite ed altre certamente ne seguiranno ad occupare gli spazi vnoti nella non esigua biblioteca r-he i piccoli Bonmartini avranno a portata delle loro mani e della loro legittima filiale attenzione, quando la verità delle cose penetrerà, fatalmente nel loro spirito con la prima luce della conoscenza e del giudizio. E questo libro essi troveranno come intermezzo doloroso tra la storia del la loro madre , risul - tante dai dati acquisiti al proce3so, e la leggenda della medesima, che i casuistici discettatori e i gazzettieri mossi alla ricerca di temi e di motivi hanno creata di giorno i11 giorno, fino a vedere nella miseria del delitto e della sua preparazione quasi una sin istra vitalità di forma estetica. Linda Murri fu difatti veduta come. una sfinge impenetrabile e rigida, come un fantastico vampiro succhiatore d'anime, come una volontà fascinatrice e tenace esercitantesi acutamente per vie nascoste e sinuose su la volontà degli altri, come una mostruosità metafi.sieR, in somma, fatale e terribile, dominatrice infaticabile nella sua azione continua e celata, sottile e penetrante. E certo in tali caratteristiche hen possono trovar riscontro elementi intrinseci allo spirito di Linda Murri; certo la sua figura psichica può pensarsi in qualr.he modo foggiata di tali ambiguità attraenti; e senza dubbio la sua esistenza è stata, pe' su0i compagni, malefica come un destino struggitore. Ma veder tale tigura femminea traverso un bagliore di tragedia greca o co~e l'anima centrale d'un romanzo fantastico e simbolico d' archetipi e di potenze oscure, significa pur nobilitarla nella sua luce, ampliarne le linee, intensificarne il significato, riconoscerle infine quel carattere estetico che Linda Murri non può possedere e mostrare nella sua difformità psicologica. Tale difformità non nasce da eccesso di talune qualità contrapposto all' as3enza di altre, nè da stridore di termini antitetici nel suo spirito, si bene dalla nota piccola meschina volgare che corrompe ogni altra nota diversa e la coinvolge, e dissipa ogni possibile armonia pur tra elementi di ordine negativo. QueBta nota volgare, ora più fioca ed ora più stridente, è riconoscibile setnpre, per evidenza eloquente e non per S1>fì.sticavia di ricerche, in tutto qnanto Linda Murri ha compiuto e in quanto ci è dato conoscere dalla sua vita sciagurata. Es:3a non è insomma che tntt' nna volgarità umana esercitantesi 8opra volgarità affini. La ragione del suo . possibile esercizio di dominazione è tutta nella sua facoltà calcolatrice precisa, tutta nella freddezza onde risulta materiato il suo cervello, alla. quale rispondeva negli altri o l'impeto bestiale della passionalità senz' occhi e senza levatura o l'intrico nascosto di piccoli interessi (l) .Menio1·ie di Li,nda i'vlw-ri. Roux e Viareogo. Roma, Torino. 1905. L. 3. r' t i L i
RIVISTA POPOLARE 689 vili. Volgari si rivelano le relazioni di lei con quella marcheda Rusroni amica del Secchi; volgare è il suo amante; volgari le cose ch'ella crea via via intorno al suo adult~rio, nelle quali resta introvabile ed inconoscibile quel libero e prcfonrfo moto dell'anima passionale, che lascia oltrepassare ogni legge sociale e con d11ce anche la colpa in lucp, di bellezza; volgarissime 8ono le 8Ue tre:-che con le serve, l'amicizia con 1~ governante amatrice del suo amante e q nella più intima e q ua~i escl11siva con la femmina mercenaria di suo fratello imposta nella Cl:lSadel marito; volgare il suo c011tegno verso l';is8aEsinato ron lo Spfculare sul suo senti111ento verso i figli, venendo a patti per n11lla perdertJ della sua libertà assolt1ta e senirsi di lui sol µer uu maggior benessere materia'e e come di para- ,·e11t0 per la salvag11ardia della Klla buona fama nel mondo; vulgarissirne infine le sne consuetudini di vita interiore, delle quali danno esern p o eloq 11enti i suoi epistolari col fratello e coli' amante - dei due uomini cioè che ne avean compreso l'anima e i g11sti e ohe alimentavano con arg0menti di assai dubbia levatura quella intelletttialità aristocrat' ca e quella sensibilità squisita e delicata c11iil Bonmartini non poteva ascend_ere e che anzi cotidianamente urtava con la sua rozzezza provinciale. Tanta volgarità, comunque coinvolta e profondata nell'ammanto dell'intelligenza . vivida e pronta, nella simulazione esercitata in mille modi e con altrettante persone in tutta la S1ia vit~, senza stancarsene mai, senza sentirsene mai avvilita, ris1dta da ogni dato di fatto conosciuto, da ogni documento giudicabile, e non può non esser p11nto di partenza ad ogni indagine serena che riconduca Linda dalla sua leggenda alla sua vera storia. E tutto, in quest'affare Murri può ridursi al 1uesch uo, al mi:,en:vcle, al volgare: non v'è di grande che il delitto, anch'esso ammiserito ed offuseato nel suo bagliore sinistro dal modo col quale fu preparato e consumato. Che vengono dunque a dirci le memorie di Linda? Vi sono pagine interessanti su la giovinezza di lei nella casa paterna e nei primi tempi del matrimonio, come pagine d' un romanzo borghese ; dalle q nali il nostro pensiero passa bruscamente ai fatti messi a -luce dal processo fra un ruinare di eventi volgaridsimi ed ambigui. 1~ v'è naturalmente l'accento doloroso e tormentoso di chi ha sentito precipitarsi d'un tratto nell'abisso preparato dalle proprie mani e dal proprio volere e con orrore ne misnra le tenebre e la profondità. Ma nulla v'è cbe possa illuminai-e di luce div~raa i fatti che maggiormente furon considerati nel proceHso e generarono la condanua, e nulla che possa quindi eontradire a quanto noi cono:-scevamo: molto vi è, in~ vece, che po:3sa testimoniare dell' accortezza e della sottilità mentale dell'autrice. E tuttavia, ali' affermazione dell'assoluta inconsapevolezza di quanto si ordiva intorno a lei dalle persone più prossime e più care, e che non era ignoto al suo amante, come al grido finale d'innocenza cui conducono direttamente tutte le pagine del libro, il nostro spirito non può formulare risposta per la pietà cui hanno diritto i vinti e gl'intelici - anche se, pubiicando memoriali. non consenfimo che l'oblio degli uomini si affretti e si componga intorno al loro nome ed alle loro gesta. E' cosa naturalissima, però, che, contro la possibilità di un tale oblio, il più interessante personaggio dell'affare Murri, lanci un volume di memorie, poi che ancora una pallida luce di speranza s'insinua nell'oscurità del sno 8pirito. Che dire, invece, del referendum dell'Avanti della domenica e della sua sconvenienza e dei suoi risultati - i quali ci han fatto conoscere in modo più eloquente e nuovo da q 11anto insulso calore i socialisti d'Italia (non escluso il 'l'nrati) sieno stati posseduti a favore dei Murri, fino a pretender l'asso1 uzione dell'assassino confesso? Gli è che nè le memorie di Linda, nè le chiacchiere riù o meno sentimentali di cbi ha scacciato la logica dal suo cervello per giudicare i giudici, tolgon valore alla giusta attribu- _zione delle singole respousabilità degli accu8ati e alla loro adeguata condanna. ♦ Un eroe ottentotto g·iudicato da un gene1·ale tedesco. - E' tanto raro il ca::io che nn generale europeo, di quelli che vanno a portare la civiltà in Africa. giudiehi onestamente un nemico indigeno, che sentiamo i I bisogno di riprodurre una parte della necrologia che il generale Leutwein ba com;acrata all'ottentotto Hendrick Witboi, morto testè delle ferite riportate combattendo in difesa degli Hereros contro i Tede::ichi. Witboi _era stato amico dei Tedeschi nei primi tempi; ma poi era divenuto i I loro più formidabile nemico. Di lui dice il Leutwein : '' Eccoti dunque morto, vecchio amico \V1tboi: tu rn' hai data molta pena, ma anche qualch':l gioia, e alla patt·ia tedesca hai rec..1to a vicenda danni e servigi. Ve1·amf:lnte già. molte volte ti hc1ono dato per morto, e sei sempre riso1·to. ma stavolta semb1·i morto pe1· davvero. Addio, uomo ddle due anime. La terra ti sta leggiera, Io mi rallegro che tu abbia ancor trovato una onesta morte da soldato e sii così stuggito alla certa forca che ti attendeva pel caso che ti avessimo preso. Ma ahimè, non ti avren1mo pl'eso. Giacchè tu eri ugualment•J valente nello scappare come nel teuer fermo e uel condurre un corubattimento ..... ... " Fu cert 1 un b1·utt0 mancamento di fede il suo, ma troppe pietre uon gli vanno lanciate. Il c.ipitano ha sacrificato, già vecch,o, 11na comodd. vita pe1· ridare l' iudipeudeuza al suo popolo. ~gli sapeva o 1•resent,va che in seguito alla iu::,nnez, ,ne degli Herero, i re!:>ti di ind1p,.rndeuza lasc ati alle tribù ,;arebbero audati perduti, il popolo disarmato e i capitani destituiti. F1uchè noi celebriamo Annmio come un eroe JcHa liliertà e gli innalziamo monumenti, dobbiarno concedere a \,V1tboi le..,circostaoze attenuanti. Arm1nio aveva infatti accettata la dignità di caval1dre l'Ulllano, e trt:' g1oru1 pruua ùel1 ··ssalto alle legioni romane ndLt foresta di 'reutohurgo sudeva a i.anchetto con Varo. Ciò non toghe che se \Vitbòi ci fosse caduto nelle mani avremmo dovuto trattarlo come c1 imponeva la ragion di Stato. La sua vita era grndicata. b: perciò la palb. che h, colpi iu combattimento fu p~r lui e per uo1 una ltberazione ,,. NOI :A,C,oltai bbonàti ci richiedonoi N.i II e r2 della Rivista trovandoli manca.nti nella collezione.Facciamo notare che detti fascicoli costituisc()niol nunzero speciale che la Rivista dedicò a Giuseppe A1azzini e che, a suo tempo, fu spedito a tutti gli abbonati. Le pochecopiecheci sono rimastedi dettoN ':':zerospeciale, sono vendibili presso la nostra ..Amministrazione a L. 1,50 la copia. I nuovi abbonati che pagheranno anticipatame/lte l' abbo,;amento lo potranno avere al prezzo di favore di centesimi cinquanta. La mancanza dello spazio, clze spesso ci' tormenta 1:n questo numero si· sente p/ù fortemente che nei' precedenti per l'indice analitico, che ci· prenda parecchie pa,tJ /ne. Perci'ò si·amo costrettti· a ri•Jnandare al .150-ennai·o z'lsecondo articolo di' Pedro .Dorado su.c;li' Esami, alcuni· paradossi dt' Vi'lfredo Pareto e non pochi· altri' artzcot i~
690 RIVISTA POPOLARE L' ultin1acorr1n1edia pc1 rlan1entare Un giornale ministeriale all'indomani del voto sul modus vivendi esaltò la grande abilid di Fot tis per l' aria di bonomia, e di sincerità ed anche di correttezza colla quale egli aveva respinto tutti gli ordini del giorno puri e semplici, che non davano alcuna indicazione, se accettati dalla Camera, ed aveva indotta l'assemblea a votare sull'ordine del giorno Gorio-Giovagnoli - più Giovagnoli, che Gorio -- che permetteva la famosa e comoda distinzione della fiducia generica o politica nel ministero e della sfiduciaspecifica ed economica. Anche su questa divisione si era trovato modo di esaltare la correttezza del Presidente del Consiglio , che respingendo le teorie dei vari De Marinis, funzionanti da compari, aveva posto la fiducia su tutto l' ordine del giorno GiuvagnoliGorio e dichiarato e-splicitamente, che avrebbe presentato le proprie dimissioni se, pur avendo ottenuta la fiducia generica, fosse stato respinto il modus vivendi. Coloro che trovano da lo<lare questa singolare abilità di ricorrere ad un mezzuccio abbastanza conosciuto ed adoperato non si accorgono di oA:endere l'on. Fortis, cui tolgono la nomea di bonomia e di sincerità, che dovrebbe fare da coutrappeso alla incompetenza ripetutamente e clamorosamente da lui confessata in tutte le quistibni tecniche ed economiche; poichè e la bonomia e la sincerità scomparirebbero qualora venisse assodato, che egli coscientemente ricorreva ad espedienti sleali, che dovevano servire per conservarg_li il potere. Ma nel caso speciale l'abilità sua si sarebbe ridotta ad una mancanza di conoscenza dell'ambiente di Montecitorio e della psicologia dellé, maggioranza. Siamo sicuri, che se la votazione fosse avvenuta sull'ordine del giorno puro e semplice, c,he non permetteva la divisione, il ministero avrebbe ottenuto la vittoria e sarebbe rimasto in piedi co11 maggiore decoro ed evitando il. peggioramento avvenuto nella sua composizione. Vero è che in questo caso il modus vivendi sarebbe stato approvato e del sangue sarebbe stato sparso ..... Perciò pensiamo, che Fortis , sinceramente di animo buono, sia stato costretto a ricorrere a quel mezzuccio non dalla ignoranza del servilismo della maggioranza ma dalla convinzione che il modus vive1tdi era pericoloso. Colla divisione,· colla commedia della fiducia gen.::rica, si salvarono capra e cavoli: Fortis conservò il portafoglio e il modus vivendi venne seppellito da una maggioranza schiacciante, che da sola valeva a togliere ogni importanza al voto che indicava in quale senso doveva risolversi la· crisi preannunziata. + Perchè era necessaria la divisione-commedia ? Offenderemmo crudelmente la Camera se affermassimo che si sentiva il bisogno del voto di fiducia generica per fare comodo ad un uomo. Si mirava a qualche cosa di più. Infatti gli organi più autorevoli del ministero suonavano da un pezzo le campane a stormo e battevano su questo tasto : si deve salvare la maggioranza! . E così si ripetè sino alla sazietà nei corridoi, nel1' aula di Montecitorio , nei discorsi e nei giornali, in pubblico e in privato: si deve salvare la maggioranza; si deve conservare il potere nelle sue mani, conservandolonelle mani di Partis che n'è il mandatariu di piena fiducia. Piu riserbatamente, a quattro occhi ed in rn1 orecchio si aggiungeva che era necessariaFvrtis, perchè Giolitti n,m era ancora ristabilito in salute,· - e tutti dicono, invece, eh' egli sta benone; di che ci rallegriamo. V Questa parola maggioranza può illudere; e I' illusione è tanto più facile in quanto c'è una parte della stampa , ritenuta sinceramente democrntica, che col suo 1inguaggio e colla sua attitudine a tale parola assegna un valore ed uu contenuto, che soltanto con uno sforzo enorme di buona volontà che rasenta la malafede o la minchionaggine le si può riconoscere. La maggioranza I Rappresenta un partito, un insieme d'idee, di aspirazioni, un programma? Saremmo davvero curiosi di conoscere quali sieno queste idee, questo progr.nnma, queste ,1spirazioni. L' on. Fortis è troppo incompetente - è lui che lo dichiara - per potere incarnare un programma. Il partito senza il programma non si capisce: si ridurrebbe ad una associazione di mutuo soccorso per raggiungere determinati fini voluti dai suoi singoli membri. Se volessimo astrarre <lal progamma e vedere il partito nel!' accozzaglia di uomini, che sono uniti dal legame per così dire topografico, del settore cioè i11 cui siedono o dal fatto che si sono trov,1ti riuniti insieme -per com~élttere o per sosteuere un dato ministero, la maggioranza diventerebbe indecentemente arlecchinesca e sarebbe la negazione esplicita di un programma e di un partito. Il ministero l·ortis, infatti, era sapientemente composto con una puntarella di destra - quel la piu clericale - e con parecchi elernen ti di centro e di sinistra. La maggioranza , che gli accordò la fiducia generica il 17 dicembre rispecchiò esattamente l'eterogenea sua composizione: contribuirono a formarla i Suardi e i Brandolin dell'Estrema destra, i Pompili del Centro, molti della Sinistra e alcuni della Estrema sinistra radicale, in questa occasione capitanati tfall' onorevole Mira - quello di ( :uerin Meschino. Per rendere più completo l'arco baleno uno dei due rappresentanti del Papa, I' on. Cornaggia, votò colla maggioranza. La puntarella e il Cornaggia, poi, non erano e non sono una quantità negligéable, che ci stanno quasi come salsa piccante e ad indicare che sono essi che defezionano e mancano di carattere e non la 111aggioranza : sono tanto importanti ed esercitano tanta influenz;-1, che riuscirono a fare elimin;1re come eretiche dall' ordine del giorno Gorio le !)arole : liberale e democratica I Dunque la maggioranza, che si volle salvare non rappresenta nè un partito, nè un programma ..... Che cosa essa sia vogliamo dirlo colle parole di Filippo Turati. « La maggioranza, egli disgustato scrive nell' ul- « timo numero della Critica sociale, è una ~pecie << di nowneno politico, un'entità astratta,. un' es~res- « sione puramente aritmetica, che vive per sè, che « è scopo e contenuto a sè stessa, che sopravvive « nelle singole persone che dovrebbero rappresen- « tarla e alle singole cose in cui dovrebbe incarnare « l'opera propria : essa gitta via quando le con- « venga, le cose e gli uomini, con suprema olimpica « indiflerenza, pur di salvare sè stessa; tutto passa, « essa sola rimane. Come il Gèova del mito giu- « daico, essa, a chi le domanda : chi sei tu? e che « cosa vuoi ? risponde : io son chi sono ! Una tale -
RIVISTA POPOLARE 691 ccmaggioranza 11011h:1 programma, non ha fisonoccmia, 11011ha carattere: essa non solo 110n può ccaverne, ma deve non averne. Essa va da Cornaggia, « ossia dal V,1ticano :l Marcora, ossia all' antico maz- « zinianis1110evaporélto e riadattato ai tenipi; anzi, « essa è l'una cos;i e l'altra, in una cosa sola, ossia « 11essu11;c1osa, sernpre. È l' abdicazicme delle i<lee, « ossia degli interessi generali siano pure di una « classe , di un ceto , <li una categoria , sull' altare « degli interessi personali, in perpetua acquiescenza « e convivenza reciproca; è il trust degli appetiti e « la Cooperativa pel traffico delle influenze e dei <t favori. Per conservarne b comp,1gine: nessuna riccnnnzia o reticenza app:1re soverchi:1..... È insomma « il sovverti mento e la liquidazione del regime par- « lamentare. Una maggioranza, preoccup:1ta unica- « men te di rimanere al potere , ossia di escludere « dal potere dati gruppi e date pe:-soue, non rap- << presenta piu che una massoneria, una camorra po- « litici, una specie di Tammany parlame11tare. Di « fwnte ad una tale degenerazione del fenomeno « rappresentativo , il Re stesso - e se fossimo in « Repubblica, diremmo il Presidente - non ha più « nulla da fare: esso non hcl più alcuna situnione « obbiettiva da ·interpretare, alcun conflitto di cose << da risolvere; esso è abolito di fatto, salvo che le si « ribtlli. Esso oscilla, frn i due poli, dell'impotenza « dei un lato, e deli' arbitrio piu sconfinato dall' al- « tro. E neppure le opposizioni hanno piu speranza « di abbattere il governo e di surrngarlo, diven- « tando maggioranza a lor volta. Pe!"chè la maggio- « ranza divenuta specie stabile, 0011 legata nè a pro- « grammi nè ad uomini - non le esclude nè cede « ad esse, me le divide e le assorbe a piccole dosi, « col sistema del le puntarelle , che si spingono in- « differentemente· a destra, a sinistra o nel ceutro, « giusta le sapienti alchimie dei corridoi - ,1llequ,ili « gli interessi del paese, le correnti della pubblica « opinione , rimangono altrettanto estranee quanto « in un qualsiasi regime di assolutismo orientale>>. ♦ La maggioranza non ha un programma positivo; ma e' è una patte della <lernocrazia, spècialmente la lombarda, di cui è organo Il Secolo, che ha combattuto tante belle. ed utili battaglie, che vuole assegnargliene uno negativo, accennato dal Turati colla frase : escluderedal potere dati gruppi e date persone. Su questo punto crediamo necessario, doveroso insistere per eliminare degli equivoci, per impedire degli inganni, per ismascherare delle laid·e ipocrisie. Il compito che si vorrebbe assegnare alla maggioranza sarebbe quello di escludere dal potere il gruppo del Centro e qnello della Destra, Sonnino e Di Rudini. Io realta il deputato per Milano ha allargato troppo il compito assegnato alla maggioranza: questa in fatto si è limitata e si limiterebbe ad escludere delle persone, mantenendo le più intime e cordiali relazioni coi gruppi. Non ha preso essa prima il Tedesco e poi il Di San Giuliano - per citare quelli che ci vengono alla memoria in questo momento-dal Centro? Non ha accettato in luglio il salvataggio da un altro uomo eminente dello stesso Centro, il Gian turco ? Non ha preso dalla Destra più pura il Luzzatti co\ ministero Giolitti e il Titto11i col primo ministero Fortis? Non ha preso adesso il Malvezzi ? Supporre nella maggioranza, nel nounienopolitico, che impera a Montecitorio, il proponimento e il programma negativo di escludere dei gruppi dal potere ci sembra qnasi farle troppo onore. Cìrcoscriviamo questo compito a quello più modesto e più volgare di escludere delle persone, cioè gli on. Sonnino e Di Rudini. Premettiamo, eh' è nostra convinzione ferma che molti della cosidetta rnaggioranza, la parte cioè più disciplinata e più servile, se non la più numerosa, che ha sorretto i ministri Depretis-Crispi-Di RudinìGiolitti-Pelloux-Saracco-Fortis - e che tornerebbe a sorreggere i morti se rinascessero e che sorreggerebbe i ministeri Pantano-Tur,tti-Cornaggia ecc. se riuscissero a formarsi, q ue ta parte della maggioranza, ripetiamo, se ne avesse il coraggio protesterebbe altamente contro il compito, assegn,ltole, specialmente per la paura di perdere il posto in una futùra maggioranza, qualora quest,t venisse a costituirsi attorno agli onorevoli Sonnino o Di Rudinì !... Ma per un momento imponiamo silenzio alla nostra convinzione ed ammettiamo pure che il noumeno politico viva e vesta panni realmente e senta il bisogno e il dovere di escludere coll' opera sua dal potere date persone, cioè Sonnino e Di Rudini. D' onde tale bisogno ? perc:hè tale dovere ? Lasciamolo dire agli elementi piu elevati della maggioranza e precisamente a quei democratici lombardi che fan capo al Secolo che oggi sono degnamente rappresentati dal Mira. Essi odiano Di Rudinì, perchè ba macchiate le mani del sangue dei tumulti del 1898; odiano Sonnino perchè fu l'ispiratore di Pdloux; li odiano entrambi perche li giudicano reazionari, che farebbero correre seri pericoli alla liberta e alla demoerazia se riafferrassero il potere. Questi moventi sono elevati, nobili addirittura ; se corrispondessero alla realta non esiteremmo a riconoscere che ce ne sarebbe abbastanz-t di questo programma negativo per giustificare l'attitudine della maggioranza e non esiteremmo-come non abbiamo esitato altra volta - a schierarci sotto la sua bandiera pur di difendere la causa della liberta e della democrazia. · Ma.... e' è un grosso ma. Tutto induce a ritenere che siffatri motivi siano insussistenti e che non siano se non menzogne, ipocrisie, antipatie esclusivamente personali. Che questa sia b realta viene dimostrato ail' evidenza dal sistema non dei due, ma dei sette pesi e delle sette misure adopèrato da questi democratici , che all' occorrenza servono di comodino ad una maggioranza di cui fan parte Cornaggia, Suardi, Brandolin, Malvezzi ed altri valentuomini di parte sinceramente reazionaria. (1). essuno pensa a negare gli errori commessi dagli on. Di Rudi11ì e Sonnino ed anche le colpe, che si possono a loro attribuire. Se per tali colpe e tali errori ad essi venisse chto l'ostracismo sistematico, si farebbe forse opera moralmente sana e politicamente corretta ; poichè L-t colpa e l' errore -politico con siffatto ostracismo troverebbero la loro sanzione penale giusta e meritata. ( r J I giornali hanno accordato troppo onore al Mira occupandosi di una sua intervista con un redattore del Sewlo. Egli giustifica la sua entrata nel ministero Fortis colla condizione imposta (?!) del licenziamento di Tittoni; ma egli dimentica di aver dato voto favorevole a Fortis ed a Tittoni il giorno 17 ! Q_uanta vis comica i;ntra nel G:.tbinetto coli' cn . .\lira!
692 RIVISTA POPOLARE Ma con questi rigidi criteri, purtroppo, Montecitorio diverrebbe un camposauto o un lazzaretto, in cui una cinquantina di uomini eminenti e dei più ministerabili dovrebbero essere tenuti scrupolosamente tenuti lontani dal potere. Invece - è ciò e stato Un grande male, umi vera pestilenza politicatali criteri politici nè pel passato, nè pel presente vennero tenuti in conto alcuno dalla maggioranza, che non ha saputo mai dove stiano di casa : ma non vennero neppure rispettati dai democratici, di ct1i ci occupiamo, e che i loro uobili motivi generosamente danno in prestito alla maggioranza stessa. A Di Rudini si rimprovera il sangue fatto versare nel 1898, lo Stato di assedio e i Tribunali di auerra. Benone. Ma sangue nello stesso modo e per le stesse cal1se e con minore pericolo per l'ordine pubblico e per le istituzioni che nel 1898-quando la rivolta per la fame imperversava da Bari a Milano, per oltre metà dell'Italia - venne versato copiosamente sotto Crispi, di cui l'on. Fortis fu sempre il più caloroso, entusiastico sostenitore, e sott? Giolitti, senza che si sia inventata . una maggioranza, cui si sia assegnato il nobile compito di tenerli lontani dal potere. Del sangue versato sotto Di Rudini, dello_ Stato di assedio e dei Tribuna Il di guerra fu nè più nè meno responsabile Giuseppe Zanar,delli impauri~o anche lui dalle proporzioni, che aveva preso la rivolta ; ingannato anche lui, sopratutto, dalle menzogne narrate o telegrafate da Milano dai B:lva Beccaris, dai Bassano Gabba , dai Vigoni. Contro Zanardelli e' erano queste aggravanti : Di Rudini era responsabile delle colpe e degli errori del solo e proprio ministero; Zanardelli. invece, nelle colpe e negli errori era un peccatore dei più induriti; poichè su di lui pesavano le colpe e gli errori del trasformismo con Depretis , dei fatti di Piazza Sciarra, della legge retroattiva del giuramento ; del primo ministero- Crispi-il più pericoloso politicamente, il più disastroso economicamente ; - del primo ministero Giolitti , cui v,mno associati i ricordi della Banca Romana !... Perchè l'ostruzionismo sistematico contro Di Rudini, che come 1 1ini?tro ebbe le simpatie più calorose di Cavallottti ed a cui per lo appunto si rimproverò aspramente l'amicizia per Cavallotti dalla reazione nel 1898 e precisamente dall'on. Fortis in piena Camera dei deputati; e non contro Zanardelli , su cui pesavano le responsabilità gravissime dello stesso genere e di generi peggiori dei ministeri Depretis, Crispi, Giolitti e Di Rudini ? L'ingiustizia dei due pesi e delle due misure è tanto evidente, scandalosa men teeviden te, che in alcuni alligna il sospetto che la frazione della democrazia lombarda, di cui ci occupiamo la ragione della differenza di trattamento la trovi nel fatto che Zanardelli era nato a Brescia e Di Rudini è nato in Palermo ... Eccoci a Sonnino. Lo abbiamo combattuto aspramente quando lo credemnw ispiratore dei re~zionari progetti dell' on. Pelloux. Ma santo Iddio ! Volerlo condannare alla segregazione perpetua per quell'errore politico, quando ci si accomoda all' on. Fortis che del Pelloux fu anche uno dei paladini , via ! è ±orte assai; e l'appoggio dato dal Fortis fu tanto più mostruoso in quanto che egli veniva dal partito repubblicano e cj teneva a fars= considerare <:ome democratico. Asseg11are·poi ,dia magp,ioranza, di cui bnno parte i Girardi, i D,u1eo, i Tedesco, i Di San Giuliano e la staminata falange nota soltanto per il suo ascarimo, a suo tempò tutti devoti e frdeli a Pelloux, il co111pito di te11ere lontano d,1l potere il Sonnino solo perchè fu ispiratore dello stesso Pelloux è ta.e cosa che dovrebbe sembrnre inverosimile, ma che è per lo me110 indecentemen te gro ttesc.1. ♦ Poche altre considerazioni sull:1 commedia il cui prologo si rappresentò col voto per divisione del1' ordine del giorno Gorio-Giov~gnoli e che potrà essere seguita da qu,llche brutta fars:1Una maggioranza senza idee, senza programm:1? cui si attribuisca il compito di mantenere lontani dal potere certi gruppi e certe persone non ~a nella storia parlementare it:1li:111naemme110 il .P:eg10 ~lel_la novità. Oaai e sotto l'e:ichetta dell:i sinistra si ripete gofta~~ente e sfacciatamente ciò che per sedici anni si fece sotto l'etichetta della destra. · Nel P,1rlamento italiano non furono mai in onore i costumi e i metodi dell' lnghilterr,1. lvi quétndo un ministero viene battuto, da che il regime rappresentativo vi funziona sanamente, il potere viene trasmesso al partito opposto. La trasmissiont avviene anche quando c'è una maggioranza omogenea e vera, quale l'aveva ancora Balfour, che non volle servirsene per non andare contro la volond del paese , che più volte gli si era 111ostrat:1c. ontrnri:l. In Italia sotto la Destra si pensò sempre a conservare il potere nella mag6 ioranza; come un fedecommesso. Battuto o indebolito, dopo il 1861, un ministero ~I inghetti si p,1ssò ad uno Ricasoli ; da questo si passò a Rattazzi e da Rattazzi a Menabrea; da Menabrea a Lanza , a Sella , a Minghetti di nuovo ..... Quali furono le conseguenze di queste successive incarnazioni della Destra, preoccupau esclusi vamen te di conservare il potere nella maggiofanza? Pel. r_egime rappresentativ? e, per la educazione poht1c-1 furono oltremodo d1sastrose. Il paese assistette ad una doppia. degenerazione : a quella della destra ed a quella della sinistra contemporaneamente; i programmi scompuvero e furono sostituiti dalle gare dei gruppi e dei gruppetti; senza ragione intrinseca e senza interesse nazionale politico o economico un gruppo ne sostituì un altro; nella vita pubblica non ci furono mai quelle espansioni , quelle esplosioni di fede e di energia, che sono la conseguenza di un intero rinnovamento, poichè l'organismo si tentava di mantenerlo in piedi con qualche assimilazione di uomini che appartenevano al partito avverso e eh' erano stanchi di attendere e ehe anzi avevano acquistato la convinzione di non potere arrivare mai al potere a bandiera spiegata , per la via diritta della lotta parlamentare aperta, ma per la via traversa, furtivament~, coll' abdicazione al proprio programma e al propno passato, colla menomazione, quindi, della propria dignità e del carattere. Cosi distruggevasi ogni idea di solidarietà tra gli uom1m politici della opposizione, che tra loro vivevano in sospetto l' uno dall' altro e che reciproc;uneate vedevano nel proprio compagno un uomo che da un momento all' altro poteva compiere la defezione e passare al nemico. In questa guisa fu-
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