RIVISTA POPOLARE 663 mercato mondiale, che ancora rimane all' esportazione! dei vino? E' presto detto: la Francia, l'Italia e la Spagna. Nel 1904 sopra i 178 milioni di ettolitri della produzione mondiale esse sole ne dettero circa 135 milioni cioè oltre il 75 °fo; ed oltre l' 82 °/ 0 di quella totale europea. Rispettivamente essa fu di 66 milioni di ettolitri per la Fr.rncia; di 44 per l' Italia e di 25 circa (24,800,000) per la Spa- _gna. Ora Sè il consumo corrispondesse alla popolazione , data la rispettiva produzione , ritenendo che in cifre tonde quella sia di 38 mi lioui per la Francia , di 33 per l'Italia e di 19 per la Spagna avendosi una produzione media per ogni abitante di ettolitri 1,73 in Francia, di 1,33 in Italia e di 1,30 in Ispagna noi dovremmo avere che il bisogno massimo di esportazione si ·dovrebbe avvertire in Francia e quello minimo in Ispagna. Invece per la tanto decantata sobrieta e per la miseria che preme - e la sobrietà forse non è che la con.seguenza della miseria - le parti s'invertono e il bisogno massimo, impellente, di esportazione si avverte per lo appunto in lspagna, cui seguono le Puglie e la Sicilia non meno celebri per sobrieta ..... e per miseria. Che la cosa stia in tali termini alcuni anni or sono venne detto in un diligente rapporto del Conte Bosdari io Italia, in cui furono esaminate le cause del minor prezzo de! vino spagnuolo rispetto a quello italiano. « on è facile, egli scrisse determinare le ragioni del buon mercato dei vini spagnuoli ... Io inclino a credere che il produttore spagnuolo vende a buon mercato perchè non sa, nè può fare altrimenti)). Perciò un italiano verso il 1899 consumava 93 litri - ora ne consuma di più - ed uno spagnuolo 73 ; perciò il valore medio di un ettolitro nel 1897 era in Ispagna di lire 23, 79 ed in Italia di lire 27 ,19 ; perciò la Spagna esportava il 37 °lo della propria produzione e l'Italia il 16 °lo (1). La forza della pressione che sospinge la Spagna all'esportazione del vino può essere misurata al giusto da questi due dati:. l. 0 dalla concorrenza che il vino spago uolo fa al vino italiano nel mercato mondiale; 2.0 dalla sua penetrazione nel mercato francese. 1·0 Gli ufficiosi avevano affermato che il vmo italiano al]' estero tiene testa al vino spagIJuolo a parità di condizioni. Nel numero precedente della rivista attenuai che ciò non era esatto da un doppio punto dì vista; manca la parità delle condizioni in favore della Spagna, dove l'aggio sull' o.ro e il cambio all' estero agiscono come un premio di esportazione che attualmente è <li circa il 33 °fo; manca in favore dell'Italia sul mercato Svizzero perchè la Spagna oltre la spesa del nolo dai suoi porti ad uno dei porti più vicini alla Svizzera deve poi pagare quello ferroviario dal porto di sbarco al mercato di consumo, mentre l'Italia non deve gravare sul prezzo del suo vino che la sola spesa di trasporto ferroviario. Questa seconda differenza non compensa che in parte la prima. Perciò Pantano e Miraglia quando conclusero il trattato colla Spagna, che portò a L, 8 l' ettolitro il dazio di entrata sul vino, per vincere (1) Condi 1 ioni della viticoltura 1 della enologia e del Commercio vinario in Italia. Nel Bollettino del Ministero di agricoltura e commercio N. 0 del 29 Gennaio 1902. i vantaggi che venivano alla Spagna dctl suo premio indiretto di esportazione ebbe Lt prnme.,sa dal governo italiano di una forte riJuzione del nolo ferroviario pel vino da esportare. La Germania importa pDco vino dall'estero; ma in questa piccola quantità dopo che la Spagna si mise a parità di condizioni col!' Italia avendo ottenuto la clausola della nlzione più favorita nel1' ultimo trattato - se non erro del 13 Luglio 1892 - ha battuto l' Italia. Lo stesso è avvenuto in !svizzera come risulta da questi dati pubblicati dalla stessa Tribuna : Importazione tU vi no 1 n Svizzera D:ill' !tal ia Dalla Spagna 1892 ettolitri 590,000 166,000 1893 )) 470,000 252,000 1894 )) 275,000 412,000 1895 )) 252,000 543,000 1896 )) 261,000 561,000 1897 )) 320,000 q35,000 1898 )) 539,000 568,000 1899 )) 348,000 603,000 1900 )) 312,000 453,000 1091 )) 236,000 430,000 1902 )) 281,000 438,000 1903 )) 436,000 371,000 1904 )) 375,996 415,785 L' importaiione italiana superò la spagnuola sino a quando b Sµ 1gi1a non otte1111e col trattato di commercio la clausola della nazione più favorita; dopo la superò ~mpre. L' eccezione del 1903 è dovuta al pessimo raccolto proprio ed a quello inversamente abbondante dell' Italia. r on occorré di più per dimostrare che all'estero, dovunqué, Italia e Spagna vanno i~contro ad uguaglianza di trattamenro doganale, la prima pel vino è battuta dalla seconda; anche negli Stati di America, come l' Argentina, dove gl' Italiani sono più numerosi che gli Spagnuoli perchè le due qualit.\ di vino si rassomigliano molto e quello spagnuolo si adatta facil- · mente al gusto e alle abitudini degli Italiani. 2.0 La forza, la potenzialita esportatrice della Spagna pel vino si misura ancora meglio dalla sua penetrazione in Francia; ma il fenomeno non può valutarsi con esattezza se non si tien conto dal fatto che la Francia e satura <li vino. La sua produzione che da 83,836,000 ettolitri nel 1875 era gradatamentediscesasinoad un 111-ininumi di24,333,000 ettolitri nel 1887 negli ultimi anni si è andata rilevando; raggiunse un rnaxùnum di nuovo nel 1900 .con 67,353,000. La importazione segui in gran parte le vicende della produzione e toccò un maximum di 12,277,000 nt>l 1887 , per discendere ai tre o quattro milioni in questi ultimi anni. In Francia ora si deolora vivamente la crisi del vino, la mevente. Se n; occuparono le più importanti riviste-dalla Revue socialiste, alla Revue d'Economie politique ec. , se ne discusse nella Camera dei deputati, in varie associazioni e si escogitarono ogni soru di rimedi per attenuarne le conseguenze dolorose specialmente nel meaogiorno dove i prezzi discesero, come nel mezzogiorno d' Italia, in alcuni anni, da L. 5 a L. 10 l'ettolitro. Non ostante questa crisi, questa mevente, il vino spagnuolo penetrò in Francia non più nella enorme proporzione di otto o dieci milioni di ettolitri; ma sempre in propor-
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