( 680 RfV I STA POPOLAR E ciation oj 1'1acliinists (As~ociazione iniernazionale degli operai meccanici) un sindacato fortemente org.inizzato e d'un carattere aggressivo, mentre i padroni si trovavano quasi senza organizzazione. Nel 1900 il sindacato giudicò che era venuto il momento d'imporre una accettazione più generale delle sue rivendicazioni essenziali che comprendevano: il riconoscimento del sindacato: l'obbligo di non impiegare· che operai del medesimo; l'adozione d'una giornata di 9 ore e un limite nel numero degli apprendisti. li movirr:ento nacque a Chicago il 1 ° marzo del medesimo anno, per domanda di accettazione di queste condizioni indirizzata a tutt' i padroni di quella città. Questi sembravano esser stati presi più o meno per sorpresa e, accorgendosi che il movimento era generale trovarono mezzo di creare rapidamente una organizzazione cht: prese; il nome di The Chicago Association oj Machiner_y Man11jacturers (Associazione dei fabbricanti di macchine di Chicago fin da principio di questa associazione adottò un 'attitudine conciliante e fece diversi sforzi, senza risultati, per intendersi coi .sindacati degli operaì meccanici. Durante questo tempo lo sciopero si era esteso a un certo numero di città e la Nationàl Trades Association che si era organizzata l'anno precedente risolvette ~'intervenire allo scopo d' assicurare, se pos~ibile, la soluzione delle, ditficoltà. 11 17 marzo a Chicago vi· fu una conferenza ufficìale, ma non essendosi venuti ad un accordo, una seconda conferenza ebbe luogo _quindici giorni dopo il 31 marzo. A questa nuova riunione si venne finalmente ad un accordo, rias,sunto nella Chicago Agreement (convenzione di Chicago) che è uno dei più notevoli che siano stati conclusi fra capitale e lavoro organizzati, agli Stati-Uniti. ,. Sventuratamente, malgrado il regolamento soddisfacente, in apparenza, a tutti i punti discussi, tutto l' accomodamento crollò nel breve spa,zio d' un anno. La spiegazione di questa bancarotta può trovarsi nel carattere delio stesso contratto. In esso era fissata la giornata di g ore di lavoro senza però far cenno se il salario restava lo stesso di prima. Le due parti furono in disaccordo su questo punto, si pensò a deciderlo per arbitrato, come era previsto nel regolamento. Anche qui però vi ·fu una divergenza di opinioni : I padroni misero come principio che il fissare gli stipendi era quisrione locaie da decidersi per distretto o per officina, mentre gli operai pretendevano eh' esso era pa'rte essenziale del contratto nazi onalt: e che perciò doveva essere regolata dai due organismi nazionali. Da questi due punti e da altri di minore importanza rìsultò la fottura completa. Di nuovo scoppiarono degli scioperi e questo tentativo, che aveva tanto promesso. ebbe tìne. Dopo la rottora,. l'Associazione nazionale delle industrie metallargiche pensò a formulare e rendere di pubblica ragione i principii fondamentali nei quali essa si basava e l'attitudine e la politica che adatterebbe di fronte ai problemi operai in generale. E ciò fece in una dichiarazione del 18 giugno 1901 e nelle risoluzioni adottate il 4 maggio 1903 ; queste ultime riguardano gli apprendisti e le agenzie di collocamento dellt: quali le associazioni padronali dovevano assicurare il funzionamento. L' essenza di questa dichiarazione di principii è contenuta nel primo articolo, ove si legge· : (( Dal momento che noi padroni siamo responsabili del lavoro (< prodotto dei nostri operai dobbiamo avere tutta la latitudine l\ (.i indicare gli uomini che noi consideriamo capaci di eseguire (( detto lavoro e di di determinare la condizione nelle quali (< dovrà essere compiuto, non potendo la quistione di compe- « tenza degli operai, essere risolta che da noi soli. Dichiarando « di non avere nessuna intenzione d' intervenire nelle attribul< zioni proprie alle organizzazioni operaie, noi rifiutiamo di « ammettere qualunque intervento nella discussione dei nostri l< affari ,,. L'associazione ha per t·ìni principali di stabilire una untta di politica e di azione, da parte dei suoi membri in tutte le ' . quistioni che hanno rapporto con le loro relazioni di contratto con gli operai e di sostenere con tutte le forze quei mc:mbri che sono l'obbietto di ciò che si credono esigenze ingiuste, da parte dei sindacati operai. L'associazione presta il suo concorso ai' membri imbarazzati in difficoltà risultanti dalla loro resisten:rn a fare osservare i principii ch'essa ha adottati. Per quanto concerne il modo nel quale l'Associazione deve procedere per regolare o per evitare dei conflitti operai, gli Sta-- tu ti e i regolamenti contc:ngono Jelle disposizioni prudenti. In ciò che riguarda le misure aggressive , gli statuti stipu. lano che nt:ssun loch-oul locaie proposto da un distret:o, potrà essere sostenuto dall'Associazione, a meno che non sia consigliato da un numero occupante il 90 °lo di opera; sotto la giurisprudenza di quel distretto e approvato dal voto dei 2/3 del consiglio amministrativo. L' Associazi<. ne aiuta in ditforenti maniere i membri che si trovano aJle prese con diffìcoltà e procma 111 caso di scioperi operai da sostituire gii scioperanti col limite del 70 0/0 su questi ultimi. A tal uopo ogni Associazione locale d' industrie metallurgi - che è stata incoraggiata a stabilire ed assicurnre il funzionamento d'una agen~ia di collocamento mediante la quale i soci possono procurarsi degli operai S(!nza ricorrere ai sindacati. Questa politica delPassociazione, che è stata adottata anche da altre promette di divenire uno d!.!i tratti più significativi del movimento " favore dell'organizzazione dei padroni. È in essa che i padroni mettano la più gran fiducia nella lotta cont1:o l'officina sindaca'e. Associa{ione na 1 ionale dei padroni delle ferriere. La National Founders' Association (Associazione nazionale_ dei padroni di ferriere) come quella delle industrie metallurgiche, ha negoziato dalla sua fondazione con uno dei più antichi e potenti sindacati operai nazionali del paese I' !ton Molders' Union of north America (Sindacato di operai fonditori dell'America del nord). Per giu:iicare del carattere e della forza di questo sindacato basta conoscere che la cifra dei suoi membri è di 70,000 circa; che il suo fondo di riserva s'eleva a parecchie centinaia di migliai,1 di cllllbri; èh..: la qt10L:1 annu:ilc è di 1 :i ,lo:iari (L. 75) a test,:, s-::n1.,1co:,rar...: le.; irnt)OSt<:sp<c!ciali,li :;cioµ..:ro, e infine che le: sue spese oltrepassano Goo,ooo dollari (3,000,000 di lire) l'anno. L'Associazione nazionale dei padroni di ferriere, fu fondata uel 1898 a Cincinnati , capitale deÌl'Ohio, da una trentina di proprietari di alti forni. L'importanza di quest'associazione è accresciuta d' un modo regolare, e tanto che oggi conta da quattro o cinquecento membri. Essa non fu organizzata con spirito ostile ai sindacati operai ma col desiderio di mantenere e.on essi delle relazioni convenienti e giuste. La sincerità del:' Associazione a questo riguardo è provato dal fatto che, subito dopo la sua cr·eazione, essa si occupò di stabilire la formula d'una convenzione generale pe, regolare i conflitti. II risultato ottenuto nel 1899 fu l'adozione della convenzione di New-York, il tt:sto della quale è identico a quello di Chicago del 1900.- Gli accordi per regolare le condizioni del lavoro si facevano in detta epoca, fra i padroni isolatamente ed i sindacati locali dell' lron Molder' s Union. Questo modo di procedere era poco soddisfacente per ambo le parti poichè rt:ndeva impossibile sta bilire una linea di condotta logica nelle quistioni dei contratti del lavoro. Per conseguenza, l'Associazione, nell'assemblea di dicembre del 1904 annullò la convt:nzione di New-York e, non potendo ottenere una nuova convenzione nazionale, adottò un
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