Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n.23 - 15 dicembre 1905

.. .RIVISTA POPOLARE 67:i ora con la volata lirica; e quando più sembra, con <Jnnlche interessante digressione, aver dimenticata ]a meta, trova il mezzo di ricondurci alla via che vi adduce, mo· strandoci che quella digressione non era che una curva per attenuarci e renderci piacevole la salita. Non tutte le pagine di q_uesto libro sono eguali in bellezza ; anzi alcune si potrebbero sopprimere senza danno; ma non è esagerato, il dire. che vi sono pagine altamente politiche, pagine degne d' 11ngrande scrittore e d'un vero pensatore, e che ci compensano ampiamente delle deficienze notate. Ma non sarebbe qui conveniente fare un'esposizione nè nna critica completa, d'un'opera non ancora pubblicafi:1.Ho detto solamente di volerne anticipare qualche mia impressione. E poichè il Torelli, nfll corso dell'oµera si Jegna citarmi due volte, io voglio limitarmi a rifèrire qt1i ciò che egli dice delle mie a pagina 460 . e farvi seguire qualche mia rispettosa osservazione. Ecco ciò che egli scrive: «.... Il trionfo dell'Istinto si ha quando l'Anima istintiva spegne la geniale. E in tal caso l'Arte inte1Yt non può nascere, perchè è spenta sua madre. A I più si riesce a far quella cLe il Lanzalone chiama A1·le vo · luttuosa. Ma egli , · volendo rostri11gero il Poeta a, far l'Arte morale gl'inculca nè più nè mene che di aHre l'ispirazioue; e questa viene qnando vuol lei uon quando piace a noi. .Ma il Lanzalone ammonendoci di guardarci dalla così detta Arte voluttuosa ci dà un com,iglio saggio e attuabile , perchè il Bello è operato per Genialità e riscontrato per riflessione; e questa, se non è atta a produrre l'Arte, è sufficiente a indicare ciò che non è Arte • . « Volete servire veramente alle idee moi·ali nelF Arte? Non ci pensate voi: lasciate che ci pensi lei! (De Sanctis)•. Ora, ·mi si consenta osservare : Io non mi son mai sognato, in nessun pnnto dell'Arte voluttuosa, nè altrove, d' inculcm·e al Poeta di avere l'ispirazione. L'ispirazione è come il coraggio : del qnale diceva D. Abbondio, quando uno non· l'ha, non se lo può dare. Solamente· possiamo pretendere dal poeta, che egli non scriva, se non quando abbia l'ispirazione. Ciò non vuol dire però che in lni ]a riflessione sia annullata: anzi opera intensamente. Con questo, credo, siamo tutti d'accordo: poesia senza ispirazione vuol dire poesia senza poesia; come poesia senza riflessione vuol dire poesia sregolata e, imperfetta. Ma, detto ciò, non si è risoluto il problema della morale nell'arte. Io sono d'accordo, con Achille Tnrelli in moltissime cose; ma in una, che per il suo pen- ,siero è fondamentale, non sono d'accordo: io non posso ammettere cioè, che tutto ciò nasce spontaneamente dall'aspirazione, dall'intuizione, dalla genialità (tre cose che per il Torelli sono una cosa sola), non possa non esser monile, come non possa non esser bello. Lasciamo stare se possa non esser bello. Io direi di si. Come una pianta, frutto spontaneo del terreno, può non crescere bella, per condizioni avverse di temperie o d'altro, cosi un'opera d1 arte, frutto d' ispirazione, potrà avere una bellezza iniziale , senza raggiungere la vera e vitale bellezza, per mancanza di cultura o d'altro. La vera bellezza non s1 consegue con la sola ispirazione, ma occorre _anche il gusto fine. e la cura paziente e amorosa e l' incontentabilità artistica, la ·quale pure manca a tanti ispirati ingegni. _Ma, lasciando stare ciò, come si può dimostrare. che tutto ciò che è- frutto dell'ispirazione e della genialità sia, perciò solo, morale? Se io sono 11ndelinquente nato_,o un vizioso corrotto nell'anima, ed ho nou ostante, una certa genialità, come potrà questa ispirarmi cose che non siano , nel m&ggior numero dei casi , da delinquente nato e da crrrotto vizioso? È vero che c'è stato qualche delinquente nato (esempio illustre, Sallnstio) gran moralista nelle sue opere ; ma, amme8so che quel moralismo sia stato sempre frutto spontaneo di genialità, bisogna an che ricordare, che vi è stata viceverda qualche scrittore, licenziosissimo negli scritti, eppure di onesti costumi. Catullo si vanta di questa bella contraddizione fra il poeta e l' uomo ! Ma i due casi opposti non dimostrano altro, se non che nel delinq nente nato (sempre ammessa la piena sincerità artistica) c' era in fondo qualche cosa di buono,- che si è espresso nell'arte; e rhe nell'uomo morigerato c'era qualche cosa di corrotto clie nell'arte ha trovato il suo sfogo. Chi è tutto corrotto, o tutto probo, ta'e si esprimerà anche nell'arte pur obbedendo alla ispirazione. La botte dà di quel vino che ha: il terreno produce germogli conformi alla sua natura, e, riceva pnre mille 1:,emidivenli, 110nfeconderà. che quelli ·conformi alla sna natura. La c:il tli ra seeglie. L'arte non è che. espressione, dice Benedetto Croce rimodernando, in fondo , il pensiero di Vito l!.,ornari, per il quale. il bello è la pa1·ve11zadell' essere. L' arte è espressione, ammette lo stesso Achille 'r0relli. · Ora come l'asino si esprime col raglio, l' usignuolo col cauto, il leone col rnggito, così l'uomo licenzioso 8i esprime con operlj d' arte licenziose, e l' artista galant1Lomo si esprime con opere d'arte da galantuomo. Una data ispirazione non può venire che in un'anima atta a riceveverla. È a1:,surdod'immaginare che a Dante poteva venire l'ispirazione dell'Adone, e a Giambattista Marino l'ispirazione della Divi1ia Commedia .. L'acqua. piglia il colore del vaso che la riceve: e da vaso, a . proposito d'ispirazione, il verbo invasore. Ottimo è il consiglio del De Sanctis : Volete vei·amente servire alle idee morali nell' A1·te ? Non ci pensate voi: lasciate che ci pensi lei I Ottimo il consiglio; ma ottimo solo, per l'artista che quelle idee morali le abbia nella mente e nel cuore, trasformate iu sentimeuti, trasfuse in tutto il suo essere. Costui, esprimendo sè stesso , esprimerà quelle idee e quei sentimenti senza volerlo, anzi, tanto meglio quanto meno vi porrà di voluto. Ma chi q 11ei sentimenti non ha, -come volete che faccia ? Chi nella vita non fa che cattive azioni, anche quando dipinga o scolpisca o scriva 1100 farà, pubblicamente, che nna cattiva azione. Si servirà dell'arte (anche senza volerlo) come del mezzo più diffusivo per appiccare il proprio contagio ai suoi simili, È la società che ha il dovere di premunirsi. Dunque? Dunque, io non itnpongo all'artista di avere una tale o tal'altra. ispirazione. Ma come raccomanderei al

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