migrante più nel luò~o di -partenza, che in qnello di arriv0, nella terra che lo µroJuce, piì1 che in q:1ella che lo raceoglie: Psplorando i centri di maggioro emigrazione, impiantando sc11olc àove mancano, ai11ta11do, s•)llecitando l'oµera lenta dei Comuni e clelio Stato dove e:-;istono, servenrlo:,.;i all'nnpo dell'oprra di Dele14ati o Consoli - auclie 1·imunerati - da nomirn-11'e nei piccoli Com uoi, secondo la proposta della Sezione di Livorno. Proprio il consiglio di CJ nell'ital;ano d' AmP-rica che proponeva ad Adolfo Rossi si mandassero piuttosto snssidi drigli espatr:Rti pPr le H!·uole italiane d'Italia! Meglio :c1neora : battiamo sul tronco. Porti la Dnnle la sua azione, q 11i, in Italia, sul terreno politico, e cornhatta pel migliommenlo d~lla scnola elementm·e nella creazio11e della sc11ola popol.ue in Italia. Ecco la proposta di X, alla quale io èlHSe1t1o pienamente. Ci vogliono milioni? Si contragga un prestito nazionale. Se ne son fatti tanti µer imprese di!"graziate ! La s;sternazione delle scuole vale bene l::1.siste• mazione delle b.-inche e délle ferrovie. E poi, per ora, basterebbe il riordit'tamento a base moderna della scuola. E prr questo 11111 ci vuole che 110a ba.tt:-ig·lia. politica, una battaglia deei:siva di tutte le forze democratiche pe1· imµorre allo Stato Ja sul11zione del problema integrale della scuolrl 71opolm·e e media, sì che non <.;isia 1111villaggio senza nna i:,cuola, una casr1 sem;a un libro, un cittadino senza l'alfabeto. Quale grande e bell.-1 opera per la Dante Alighieri! Aintr1re. prima, nella 111adre patria, la redenzione del popolo dall'ignoranza. dalla superstizione, dalla delinquenza·- difenderne, poi, la -lingua, la cultqra, la civiltà nelle lontane colonie! Con q nesto \·ivissimo augurio e con la certezza che Ella. çia pubblicista e da deputato, saprà propugnare q11e1:,tanuova opera della Dante, così come ba sapnto in tenderla e difonderla ora, al con v-res:;o di Palermo ~ ' e prima, al congresso ài Napoli nella· relazione snl tema: La Dante e gli emigrati analfabeti, m1 creda, illustre Professore, devotissimo Prof. NuNzro VACCALLuzzo Che cosa vuole il sindacalisn10 Daremo un'altra volta a scopo di divL1lgazione in questa Rivista, i concetti fondamentali e i capis~ldi teorici di questa corrente sindacalista della quale ç>ggi è un così vivo parlare. Per ora vediamo rapidamente che cosa sostiene e propugna nel pensiero socialista questa corrente, che· si è assunto il compito, assai arduo, di risanare la crisi vasta e profonda da cui è odiernamente afflitto il movimento socialista internazionale. E' notorio a tutti che in Italia come altrove nel seno dei partiti socialisti si è venuta solievando una polemica interna che, divampando in modi più o .meno collerici, assorbe tutte quelle energie che per lo in- , . . . ' ... nanz1 s1 spiegavano molto pw probcuamente contro gli avversari. Rivoluzionarii e riformisti rappresentarono le due schiere in cui si divise la massa del socialismo militante; e da ambo le parti con pari vigore proruppe l'accusa reciproca di tralignamento e di degenerazione socialistica, i rivoluzionari sembrando / 669 neo-anarchici. ai riformisti, questi parendo dei conservatori ai rivolu~ionari. Qual mai tribunale supremo avrebbe giudicato della lite ed avrebbe spartito il torto e la ragione? E questo interno duello che sfibrava l'organismo e la coesione del Partito come e in qual modo avrebbe trovato tregua ·(. Questa domanda dovette già da tempo premurosamente· rivolgere a sè stessa la gran massa operaia che in realtà non ebbe mai tempo, nè mezzo, nè opportunità d'intendere tutte le sottili discettazioni sul riformismo e sul rivoluzionarismo. E la parola attesa della soluzione non fu pronunciata da nessuno dei contendenti: si sprigionò da un fatto, che perciò ha maggiore forza di ogni più logico discorso. Nel.la penombra del quadro del movimento .socialista, dimenticato. o inosservato a coloro ·che più agitavano con la loro ragion ragionante, la dispu:a, si era venuto sviluppando e consolidando un nucleo economico, di creazione schiettamente proletaria che recava nei suoi fianchi la chiave del tormentoso enigma che divideva gli animi e accalorava la lite. Gli avvenimenti spostarono d'un tratto il quadro del movimento socialista: l'inosservato punto, il nucleo trascurato e dimenticato assunse proporzioni vaste ed affermò la sua ignorata importanza. Il partito socialista dovè constatare - in Italia - che la politica proletaria non si faceva più pei soli suoi gruppi e coi suoi soli organi. Mentre i leaders del partito tracciavano sulla carta paòente il loro sapientissimo piano della strategia socialista, il sindacato di mestiere veniva a. rivendicare la sua parte emergente nel movimento proletario. Lo sciopero generale, le vie di rette dell'agitazione ferroviaria ecc. furono fatti· che C'>Orbitavano dalla sfera del Partito socialista, che si rivelò incapace a dirigerli o a contenerli. · Ma il sindacatb non aggiungeva un'idea nuova a quelle dibattute: portava invece il contributo del suo stesso essere, rivelandosi e manifestandosi come organismo che riveste tutti gli attributi essenziali del movimento socialista: solidarietà operaia, costituzione omogenea, prevalenza dell' intere~se di classe sulle discordie d'idee, sentimento vivo e spontaneo dell'antagonismo tra capitale e lavoro; antagonismo reso chiaro non dalla predicazione orale o dalla dottrina scritta ma dalle quotidiane vicende del vivere di lavoro e del fabbricare nell'altrui officina e sulla terra degli altri. Fu la pietra di paragone pel partito socialista_:_ che nella lega di mestie. i, fino a guel momento, aveva visto una inferiore f, 111zione materiale della massa lavoratrice ancora inculta ed ignara dei suoi effettivi destini. Il partito fu c )stretto a rìvelare l'essere suo: a palesare la sua composizione sociale e la funzione politica che da esso doveva necessariamente scaturire. Da guel punto in poi il terreno della contesa fra, le due tendenze fu spostato ·dai suoi termini ideali alla rude osservazione del fatto : la metafisica divergenza d' interpretazioni tra rivoluzione e riforma, tacque (o va tacendo) di fronte alla nuo,·a base pratica del problema. Una cosa si era fatta chiara attraverso gli ultimi avvenimenti del moto proletario, in' Italia: il partito $Ocialista non era più il reale potere dirigente della politica proletaria: questa si svolgeva attingendo a forze estranee alla compagine di partito; ubbi- · dendo alle esigenze appunto dell' azione delle leghe operaie. Le vecchie idee venivano, d'un tratto, scosse da questo fatto nuovo e imprevisto. Il pernio. della politica' socialista si spostava dal
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